« Vorìa basà el bamborìn de la miee d'on ghisa! »
(Tucc i Milanes)
« HAHAHAAHAHAAAAAAA!!!! Minchia ma che cazzo di dilaletto è?? »
(Terrone matricolato)
« Milanes sèmm e mai se desmilaneserèmm! »
(Nissùn su dialetto milanese)
« Uè, ueilà, pirla, terun, hura, hòta, pòta, neh, cribbio, figa, madunina, terron, ciapa sù, va a da via 'l cuu! »
(Tipico discorso in lombardo)

La lingua lombarda è di difficile classificazione. C'è chi dice che sia un dialetto dell'Italiano (come testimoniano gl'italicissimi suoni ö, ü, s'c e sg) e chi invece la considera una lingua celtica (e in effetti tra il Milanese Pader nòster che te seet in cel e l'Irlandese Ár nAthair, atá ar neamh non corre molta differenza, ad essere sinceri). Poi ci sono quattro o cinque sfigati che pensano che sia una lingua neolatina a sé stante, un po' come il Sardo, diciamo, ma si vede subito che è una scemenza grossa come una casa.

File:ROMA.jpg
Quest chì a l'è MINGA el Doìòmm de Milàn


Caratteristiche

Innanzitutto, bisogna sapere che il Lombardo è diviso in diversi sottogruppi:

  1. Lombardo Occidentale: il Lombardo dei fighetta, cioè della zona di Milano, Como, Lecco, Lodi, Pavia, Varese, Novara e Canton Ticino.
  2. Lombardo Orientale: quello dei Bergamaschi e dei Bresciani, cioè quello che tutti reputano incomprensibile, anche gli stessi parlanti (che di ciò si vantano: effettivamente li eccita dire cose che non capiscono, e ciò dice tutto sull'intelligenza di quelle persone). Ma questi due dialetti sono così primedonne che oscurano tutti gli altri rimanenti che appartengono al gruppo orientale del Lombardo, come il Cremasco, il Camuno e il Trentino (ma non ditelo ai Veneti che sennò si mettono a urlare COSSA TI GA DITO, BRUTO TOCO DE MERDA, EL SAN TUTI CHE EL TRENTIN EL XE UN DIAETO VENETO! O MO' ME METO A BIASTEMIAR).
  3. Lombardo indeciso: sono tutti quei dialettucci del sud della Lombardia che non si capisce bene cosa siano: lombardi o emiliani? Dai linguisti sono chiamati, vista la difficoltà a collocarli bene, dialetti transgender: inoltre non sono nemmeno così virili come può esserlo il Bergamasco o il Novarese (e non è un caso che in quelle parlate vladimirluxuria voglia dire "uomo"), perciò qualcuno generalizza e li chiama dialetti da froci. A questo gruppo (che qui viene collocato nel Lombardo, ma nella pagina sulla lingua emiliano-romagnola, verrà - temiamo - collocato nell'Emiliano-romagnolo) appartengono dialetti quali il Vogherese, Cremonese, Mantovano.

Seconda cosa da imparare è chi siano i lombardofoni. Come tutti sanno, il Lombardo è parlato da solo due categorie di persone:

  • I leghisti
  • I montanari

Tutti gl'altri non parlano il Lombardo, ma un suo fake. Ma non bisogna mica stupirsi: difatti tutti i Lombardi di pianura sono leghisti (infatti, tutti i Bergamaschi conoscono il proprio dialetto); i rimanenti, non sopportandoli, scappano in montagna. Poi, certo, non tutti i Lombardi di pianura votano Lega, ci mancherebbe: svariate persone sono per Berlusconi, però non sono quelli che possiamo definire lombardofoni.

Detto ciò, ci si può inoltrare nell'esaminar da quanti e quali dialetti il Lombardo è composto.

El Milanes

El milanes a l'è el dialett pussee bell che gh'abien mai parlà, e chi l'è nò d'accòrd el pò anca andà a ciappà i ratt. Traduzione: il milanese è il dialetto più bello che abbiano mai parlato, e chi non è d'accordo può andare a quel paese.

Purtroppo al giorno d'oggi non lo parla più nessuno, nemmeno l'autore di questo articolo. Se proprio per caso qualche nostalgico dovesse leggere questa pagina qua, ebbene si rassegni: el nòster pòver dialett l'è mòrt! E sapete perché? Perché su a Milano siamo TROPPO AVANTI! Sono i terùn che parlano dialetto, santa polenta (e infatti l'Enzo Jannacci, grande scrittore di canzoni in Milanese, c'ha il padre calabrese. Tutto torna, tutto quadra)!!

Perciò, da adesso scriveremo solo mettendo gli accenti di come pronunciamo quella linguaccia toscana noi qui su a Milano.

Dunque, stavamo dicéndo che il milanése non lo parla più nessuno. Ma perchè, pòi? Cioè, è così sémplice! Basta sempliceménte tògliere l'ultima lèttera alla fine d'ògni paròla. E magari tra di vói c'è qualche pirla che dice: "Eh, no, non ci credo, il Milanese non è di certo lo Spagnolo. Con quello sì che bisogna mettere la s alla fine, ma qui ci state prendendo per il sedere!". E invéce nò: ma dato che qui non siamo dietro a contar sù delle balle, vi facciamo vedére dégli esémpi di quanto abbiamo scritto.

  • Tutto = Tutt
  • Mondo = Mond
  • Cavallo = Cavall
  • Cane = Can
  • Gatto = Gatt
  • Paese = Paes
  • Grande = Grand
  • Terrone = Terron
  • Misterioso = Misterios
  • Anno = Ann
  • Numero = Numer
  • Arte = Art

Dunque, se volèssimo scrivere in Milanése la seguénte frase:
Napoli è proprio una bella città, piena di storia, cultura e arte, nonché dotata di un meraviglioso paesaggio. E gli abitanti, sono così gentili, simpatici e onesti!

Scriverèmmo così:
Napol è propri un bell citt, pien d stori, cultur e art, nonch dotat d u meraviglios paesaggi. E gl abitant, son cos gentil, simpatich e onest!.
Sémplice, nò? E adèsso baciateci i piédi e ringraziateci per una così interessante dissertazióne, pòveri bifólchi ignoranti!

I dialett dol nòrd

Proseguendo il nostro fantastico viaggio verso nord, si lascia Milano e si arriva alla zona dei laghi. Nella zona di Como troviamo diverse realtà linguistiche, tra cui ricordiamo:

Quest'ultimo ha evidentemente influenze sarde o siciliane, come si può ben notare, come si può vedere da parole come treno, negro, òltro, libro (pr.: trenu, negru, oltru, libru). I Lecchesi, che stanno ai Comaschi come i Brianzoli ai Milanesi, non hanno fatto altro che piratare il comasco e spacciarlo come proprio dialetto (e volendo fare i furbi ci hanno messo qualche parola bergamasca). Ma nemmeno Wikipedia crede a questa balla, come si può vedere: http://it.wikipedia.org/wiki/Dialetto_lecchese. A proposito di Lecco si vuole ricordare questa famoso dialogo socratico di Platone che fa menzione della città lariana:

« Socrate: Amico Filòclo, adesso io ti dirò il nome di una città e tu mi dovrai rispondermi "Le mutande di mio nonno"
Filòclo: Certamente, o Socrate.
Socrate: Roma.
Filòclo: Le mutande di mio nonno.
Socrate: Calolziocorte.
Filòclo: Le mutande di mio nonno.
Socrate: Aquileia.
Filòclo: Le mutande di mio nonno.
Socrate: Lecco!
Filòclo: Le mutan... ehm, un gelato!
Socrate: Eh, no, ormai l'avevi detto! Tiè, ci sei cascato! Hihihihihi...
Filòclo: Fai proprio dei giochini del cazzo, o Socrate, ma questo dimostra la tua saggezza. »
(Platone, Astrofisica geologica)

Perché, signori, anche questo è Nonciclopedia: non solo idiozie, ma anche approfondimento filosofico che va a scavare fino alle origini della nostra cultura e di tutta la nostra civiltà, a dirla tutta.

Salendo ancora più su, arriviamo nelle zone nelle quali ormai tutti sono montanari, quindi tutti parlano in dialetto. Ma, ahimè, ogni valle ha la sua variante particolare, e poi si sa: da quelle parti non ci sono città importanti, quindi possiamo anche sorvolare questi luoghi (cioè, sì, ci sono Bormio e Sondrio, ma lì ci vivono sempre e solo Milanesi vacanzieri, pertanto non possiamo considerarle).

Voci correlate