Isabella Santacroce, discendente di Giacomo Leopardi, è una delle piaghe che Dio ha inflitto all'umanità quando un parcheggiatore abusivo di Lisbona si è perso l'Angelus di Pasqua. L'Altissimo, per la colpa di uno ha punito tutti con un simile flagello, cosicché lo scempio non possa ripetersi più.

Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, su Wikipedia è presente una voce in proposito. Isabella Santacroce
Un ritratto artistico d'Isabella Santacroce
« Sento un suono. Passeri morti. Oblii di candeggina. La madre del figlio fratello del nonno. Vado a fare pipì. »
(Isabella Santacroce in "Rivoltanter", il suo ultimo "libro")
« Mi taglio le vene, teste senza pene, occhi blu, cacche di Timbuctù, le vene dei baccalà, trullallì trullallà »
(Isabella Santacroce in "Lampadina Fulminata", uno dei suoi cosiddetti "libri")
« Isabella Santa Croce è un'esteta, la vera libertina dei nostri tempi, perché nei suoi libri con fanciullesco candore esprime tragiche e malinconiche ... oh, ma che cazzo sto dicendo! È una rincoglionita che non sa scrivere e basta! »
(Un giornalista)

Questa piaga dalle sembianze pseudo-umane affligge il genere umano, ingoiando vocabolari per poi sputarne alcune parole a casaccio, blaterando cose senza senso, in una lingua a metà tra il klingon e il bavarese.

Storia

La Santacroce nasce a Quintodecimo, in provincia di Paperopoli, dove a causa delle scarse risorse finanziare della sua famiglia non riesce a iscriversi in nessuna scuola: questo darà origine a un enorme problema nella vita di Isabella, ovvero la quasi nulla conoscenza dell'itagliano.

Superata la maggiore età, inizia a lavorare come cubista, ma è durante un'ordinaria cagata che le viene "l'illuminazione" di scrivere libri.

Pubblica dunque la sua prima opera, "Guardatemi quanto sono darkettona", che ottiene uno spropositato seguito di lettori darkettoni. Sì, insomma, quei ragazzini che scrivono vaccate sui blog e si tagliano le vene credendo sia sushi.

Da allora, i libri della Santacroce invadono costantemente le nostre librerie. L'ONU consiglia d'indossare le dovute protezioni quando se ne legge uno, potrebbero infettarvi e rendervi dislessici, quasi come la loro autrice.

Lo stile

Lo stile della Santacroce è molto particolare: è infatti la prima scrittrice italiana a non conoscere l'italiano. Eccone una prova:

Lucido
Evitare ogni panico
Avere coraggio
Essere forti
Trasformare l'amore in affetto
Il corpo lo stesso
Lo stesso che cambia terrorizzandoti
Rimanere identici dentro
Fuori piano piano incredibili
Incredibilmente corrosi
Segnati
Sconfitti
Impotenti
Nascere e iniziare a incidersi
Come se non bastasse c'è dell'altro
L'altro che non sei tu
Tutto l'attorno
Il contesto
Il posto in cui ti hanno messo
Famiglia
Cuore
Corpo
Nome


Ebbene sì, è un pezzo tratto da un suo racconto.

I suoi successi

Come ebbe a dire il grande Alessandro Baricco: “Leggete Destroy... C’è del talento lì dentro. Se Brizzi ha talento, lì ce n’è il doppio. Se Chiara Zocchi ha talento... lì ce n’è dieci volte tanto. Questa scrive musica, carambola timbri, stacca ritmi incrociati e asimmetrici, organizza caos, guarda strabico, stampa dissonanze. Se lo lasci suonare, quel libro, quel che senti è musica ...”.[1]

Fluo. Storie di giovani a Riccione

Fluò è una giovane zoccola di Riccione che un giorno viene sodomizzata dal suo miglior amico, San Bonifacio. Allora Fluo cade in depressione e medita di vendere il culo, ma cambia idea quando diventa amica di Vladimir Luxuria. Però un giorno anche lei abusa di Fluò, alla quale non rimane che pigliarlo nel culo.

 
La copertina del libro "Destroy", disegnata dalla cugina di 5 anni dell'autrice.

Destroy

La protagonista Jennifer è una giovane zoccola di Cinisello Balsamo che un giorno viene sodomizzata dal suo miglior amico, Pierferdinando Casini. Allora la protagonista cade in depressione e medita di inventare il frigo a legna, ma cambia idea quando diventa amica di Suor Germana. Però un giorno anche lei abusa della protagonista, alla quale non rimane che andare a Fanculo.

Luminal

La protagonista Jennifer è una giovane zoccola di Foligno che un giorno viene corrosa dal suo miglior amico, Pierferdinando Casini. Allora la protagonista cade in depressione e medita di vendere il culo, ma cambia idea quando diventa amica di Vladimir Luxuria. Però un giorno anche lei abusa della protagonista, alla quale non rimane che diventare coprofaga.

Lovers

La protagonista Jennifer è una giovane alchimista di Barcellona Pozzo di Gotto che un giorno viene corrosa dal suo miglior amico, San Bonifacio. Allora la protagonista cade in depressione e medita di iscriversi a Forza Italia, ma cambia idea quando diventa amica di Vladimir Luxuria. Però un giorno anche lei abusa della protagonista, alla quale non rimane che diventare coprofaga.

Revolver

La protagonista Jennifer è una giovane dark di Cinisello Balsamo che un giorno viene sodomizzata dal suo miglior amico, Pierferdinando Casini. Allora la protagonista cade in depressione e medita di suicidarsi, ma cambia idea quando diventa amica di Alessandra Mussolini. Però un giorno anche lei abusa della protagonista, alla quale non rimane che diventare coprofaga.

Dark Demonia

La protagonista Genoveffa è una giovane dark di Foligno che un giorno viene sodomizzata dal suo miglior amico, Braccobaldo. Allora la protagonista cade in depressione e medita di suicidarsi, ma cambia idea quando diventa amica di Suor Germana. Però un giorno anche lei abusa della protagonista, alla quale non rimane che diventare coprofaga.

Zoo

La protagonista Jessica è una giovane dark di Cinisello Balsamo che un giorno viene corrosa dal suo miglior amico, San Bonifacio. Allora la protagonista cade in depressione e medita di vendere il culo, ma cambia idea quando diventa amica di Alessandra Mussolini. Però un giorno anche lei abusa della protagonista, alla quale non rimane che praticare riti satanici.

V.M.18

La protagonista Giada è una giovane zoccola di Cinisello Balsamo che un giorno viene corrosa dal suo miglior amico, Guglielmo il conquistatore. Allora la protagonista cade in depressione e medita di vendere il culo, ma cambia idea quando diventa amica di Platinette. Però un giorno anche lei abusa della protagonista, alla quale non rimane che andare a Fanculo.

Intervista in esclusiva per Nonciclopedia

L'eccelsa Isabella Santacroce ha concesso alla nostra umile enciclopedia il suo pochissimo tempo libero per un'intervista. Si noti il carattere critico delle domande, pronte a mettere in crisi la scrittrice che però risponde colpo su colpo.

Intervistatore :   Cominciamo con una domanda semplice, ma con l’avvertenza che la semplicità è, spesse volte, una cosa complicata per chi la dice e e nel tuo caso anche per chi la riceve. Dunque, chi è Isabella Santacroce? E ancora: chi è Isabella e chi invece Santacroce?  
Isabella Santacroce :   Isabella Santacroce è morta nel 1345 e continua a resuscitare da un mucchio di merda. Isabella Santacroce coltiva crisantemi sfumati di bianco nella sua dimora in Slobozia con l’erba negli angoli. Frequenta mansueti gibboni islandesi e gazzelle elettriche a petano con gli occhi da cervo.  
Intervistatore :   La tua scrittura è stata detta nevroromantica. Io, più semplicemente, dico che è bella, che è come un salmo, una lunga messa nera d’amore: in qualche pagina dei tuoi romanzi ho ritrovato un piacere strano, come usare un elastico come filo interdentale. Potrebbe essere, o è solo una mia impressione sbagliata? Vorrei, se ti è possibile, che motivassi la risposta.  
Isabella Santacroce :   Quando è successo? Voglio dire, nevroromantica. Non sapevo. Io dimentico tutto, io abbandono tutto. Ciò che più mi strazia è la stitichezza, la depilazione ascellare, trovare parcheggio in centro, quando chiudono la porta e non vedo più. Quando finisco un romanzo cerco di scappare subito da lui per non vedere quella porta che si chiude, per chiuderla io prima che sia il romanzo a farlo. Quando scrivo entro nel romanzo, quando lo termino scappo da lui e sbatto la porta urlando.  

Collegamenti esterni

Per altre risate:

Note ♫♪

  1. ^ Questa citazione è vera, ma era troppo ridicola per non metterla. Non si sa se alla fine ci sia riuscito oppure no, comunque è chiaro che voleva farsela.