Dracula 3: Il sentiero del drago

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Dracula 3: il plagio di un sacco di film vecchi
videogioco
Titolo originaleDracula 3: The Path of the Dragon
Data di pubblicazione2008
Generepunta e clicca a caso
OrigineFRA
SviluppoKheops Studio
PubblicazioneMicroïds
Modalità di giocogiocatrice single
Periferiche di inputMouse, paletti di frassino
Preceduto daDracula 2: L'ultimo santuario
Seguito daDracula 4: L'ombra del drago
« "Arma sunt inde mala"... è latino! "Le armi esistono e con esse la sventura"... in altre parole, le armi sono causa di sventura! Ma è troppo semplice! La parola mala potrebbe significare anche "mele", quindi... »
(Arno, chinato sul cadavere di Irina Bokzow cerca di rendersi utile traducendo il latino.)

Dracula 3: il sentiero del drago è un videogioco francese sviluppato dalla Microïds[1] pubblicato il settordici brumaio 2008. Era una notte buia e tempestosa, i lupi ululavano alla pallida luna e il fascino immortale di Dracula e delle leggendarie steppe della Romania andavano a farsi benedire.

Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, su Wikipedia è presente una voce in proposito. Dracula 3: Il sentiero del drago

Modalità di gioco

Trama

Dracula in tutto il suo proverbiale fascino tenebroso da vampiro[AHAHAH!!!].

Anno 1920[2], un venditore porta a porta dell'importante azienda Vatikan S.P.A, tale padre Arno Moriani, viene incaricato da un simpatico vescovo di attraversare mezza Europa per recarsi in un delizioso villaggio di nome Vladoviste, in Romania[3]. Il motivo della visita è la canonizzazione di Martha Calugarul, dottoressa morta, sepolta e compianta rimasta cara alla popolazione locale per l'importante aiuto dato durante i bombardamenti durante la prima guerra mondiale, quando aiutò i bisognosi con dosi massicce di clisteri e amor cristiano[4].

Questo nonostante l'assurdità di un prete italiano che frequenta il Cepu e conosce a malapena la propria lingua, figurarsi poi il rumeno, che si fa una sfacchinata per recarsi in un luogo dimenticato da Dio a canonizzare una Riccardina Fuffola qualunque, come se in Romania non ci fossero preti e diocesi. Forse nei paesi orientali la religione ortodossa è forte e l'operazione "santa subito" potrebbe far nascere il germe del Cristianesimo anche laggiù. AHAHAHAHAHA!

Padre Arno viaggerà in lungo e in largo per il continente per recarsi nei luoghi più lontani e improbabili, e per arrivarci non ci metterà nemmeno un giorno, anche se il treno su cui viaggia il protagonista è così arretrato che farebbe gola all'Italo di Montezemolo. Durante i viaggi il giocatore può godersi i dialoghi interiori e i patemi d'animo dell'uomo, che reduce dalla disfatta di Caporetto, viene tormentato dal ricordo, sempre che il giocatore non sia il classico bastardo che non appena vede partire un piccolo filmato preme invio senza ritegno.

Vladoviste

Mentre i lupi affamati ululano e i pipistrelli ti guardano incuriositi, un violoncellista invisibile, forse proprio un lupo un po' più raffinato degli altri, intona una serenata del tutto personale alla luna

Arrivati alla stazione un gioioso branco di lupi intonerà un'aria degna solo di Bocelli e dei giocosi pipistrelli trascineranno il protagonista fino alla locanda tirandolo per il cuoio capelluto.

La locanda è l'orgoglio di Vladoviste, in quanto unico edificio ancora integro, oltre all'ambulatorio. Qui Arno potrà godere delle attenzioni di Ozana Vulpescu, locandiera alta due mele o poco più ma pesante sei botti o poco meno, della compagnia del caro Ianos Pekmester, rumeno doc,[5], e del caro Stephan Luca, giornalista ciucatone e leggermente paranoico.

Uscendo a fare due passi ci si accorge di una cosa: a Vladoviste non abita nessuno. Gli abitanti si possono contare sulla punta delle dita:

  • Maria Florescu: Bionda, bella, mai volgare, insomma, una pornodiva d'altri tempi. Gestisce il dispensario dalla morte della cara Martha e prosegue le ricerche iniziate dalla sua predecessora, sempre con la voglia di una commessa della Unes. Ha studiato medicina ad Alba Iula[6] ma non desidera possedere uno studio medico, perché è un anticonformista e quei bastardi del governo non la sottometteranno mai. Aiuterà Arno nel suo cammino sul Sentiero del Drago, senza che però l'altro se ne accorga.
  • Ozana Vulpescu: Rubiconda proprietaria della locanda, madre di famiglia e moglie di suo marito. Marito morto, trovato nello stato di un fico appassito nel suo letto d'ospedale. Ozana portò il velo nero tutto il pomeriggio fin dopo la messa funebre, per poi andarsene col becchino. A parlare e a confidarsi, maliziosi che non siete altro.
  • Iordan Mitiu: Becchino e sacrestano della parrocchia, passa tutto il tempo a scavare, senza mai smettere, probabilmente alla ricerca delle chiavi della Panda perdute anni prima, o forse perché soffre del morbo di Alzheimer e sta continuando a seppellire e dissotterrare lo stesso cadavere da otto mesi. Praticamente inutile ai fini della storia, finché non esplicita la sua unica funzione nella storia, a parte mugugnare: prestare una pala alla fine del gioco.
  • Ionel Martinescu: Forse il più cordiale e gentile di tutti, ha più o meno undici anni e lo si può rendere il bambino più felice del mondo giocando con lui ai dischi, e in cambio di questo favore donerà ad Arno un bel bastoncino. Arno potrebbe procurarselo facilmente nelle sterminate foreste che circondano Vladoviste, ma ciò dispiacerebbe molto al bambino e il gioco punirà il giocatore non facendolo più andare avanti.
  • Padre Gregoriu: Residente a Costanza per farsi curare, aiutò Martha Calugarul nella sua battaglia contro i vampiri consegnandole le ostie da sbriciolare e l'acqua santa con cui farsi la doccia. Ops, niente più canonizzazione...
  • Ianos Pekmester: Studente del dipartimento di storia di Alba Iula, faccia da poker di lunga data, faccia da culo di professione. tenterà in tutti i modi di eliminare Arno, utilizzando armi improbabili come una rozza bomba e un elegante marchingegno frulla interiora. Millanta di essere rumeno, ma nessuno ci crede.
  • Stephan Luca: Il giornalista petulante, vuole seguire il Sentiero del Drago, ma morirà prima di riuscire a dire "Per favore non mordermi sul collo".

I residenti di Vladoviste sono ufficialmente finiti, escludendo la zingara Luana che passa ogni tanto a fregare gli abitanti a carte e dadi e che si esprime solo in poesia[7].

Notare che i creatori del gioco hanno variegato la tipologia dei nomi, per non creare un'immagine stereotipata della Romania.[senza fonte]

Vampiri? Macchecazz...

Dopo la rivelazione telefonica di Padre Gregoriu, salterà fuori che la popolazione di Vladoviste (come già detto, quattro gatti) è da anni perseguitata da ciò che prima sembra una sindrome, poi da un vampiro. Arno telefona a Roma per avvisare quel simpaticone la ha mandato là di ciò che ha scoperto: la polizia rumena è incapace quasi quanto quella italiana e a Martha manca una rotella. Invece di mandarlo a casa viene rimproverato per il fatto di lagnarsi solo dopo 2 giorni che è lì, e gli viene imposto di restare a Vladoviste per dimostrare che i vampiri non esistono, e se esistono se lo tenga per sé.

Avvenimenti agghiaccianti ed enigmi ancor più agghiaccianti

Stephan Luca tartasserà continuamente Arno con le sue storie sui vampiri, e gli chiederà almeno diciotto volte di seguirlo in Turchia. Questo causa nel protagonista un perenne atteggiamento di scazzo nei confronti del povero Luca, che per imbonirselo gli mostrerà documenti e cartelle cliniche dategli dalla povera Martha, in barba al segreto professionale.

Iniziano quindi sogni a dir poco agghiaccianti, e la popolazione comincerà a guardar male Arno, senza un motivo troppo preciso, mentre va alla ricerca di persone a cui chiedere dell'esistenza dei vampiri, scarpinando dal cimitero fino al Castello del Crepuscolo alla ricerca di documenti che possano testimoniare l'inutilità delle credenze popolari. Verrà indirizzato a Budapest per parlare con Irina Bokzow, ferma credente di vampiri, fantasmi, nonché degli gnomi armati di ascia. Con ella parlerà di cose astruse, presentate dal gioco senza un ordine troppo logico, per poi andarsene e arrivare alla conclusione che quella donna è fuori come un balcone.

Sviluppo

Accoglienza

Note

  1. ^ Si legge come si scrive, la dieresi è lì solo per decorazione
  2. ^ Mese più, mese meno
  3. ^ non cercatelo su Google, non esiste.
  4. ^ Altro che quelle pippe di Emergency
  5. ^ infatti come tutti i rumenti è biondo e ha gli occhi azzurri
  6. ^ Neanche questa esiste
  7. ^ Più o meno come lui.