Utente:Giallo Antracite/Sandbox: differenze tra le versioni

Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Contenuto aggiunto Contenuto cancellato
Riga 116: Riga 116:
____________________________________________________
____________________________________________________


{| width=85% align=center class="expansion" style="background: yellow; border: 1px solid #000000; margin-bottom: 0px;"
{| width=85% align=center class="expansion" style="background: blue; border: 1px solid #000000;color:yellow; margin-bottom: 0px;"
| style="padding-right: 4px; padding-left: 4px;" |
| style="padding-right: 4px; padding-left: 4px;" |
<Font size="3"><center>[[Immagine:IKEA logo1.jpg|left|114px]][[Immagine:IKEA logo1.jpg|right|114px]]</center><br />
<Font size="3"><center>[[Immagine:IKEA logo1.jpg|left|114px]][[Immagine:IKEA logo1.jpg|right|114px]]</center><br />

Versione delle 23:53, 18 mag 2009

Il titolo di questa pagina non è il titolo di questa pagina perché così ci tirava il culo. Il titolo corretto è GAS- Giallo Antracite's Sandbox.

Benvenuto straniero.
Questa è la Sandbox di Giallo Antracite, ovvero l'utero dove si annida l'insano ovulo della satira.
Se non sei già fuggito potresti fermarti a leggerne i contenuti e se ti hanno anche insegnato a scrivere puoi lasciare eventuali consigli qui.


La perla di saggezza del giorno è....

  • Capisco sempre meno i criteri con cui vengono fatti i nuovi articoli e capisco ancora meno i criteri con cui vengono votati. Quando arrivai qui il livello era è vero più basso ma notavo un maggiore interesse per i contenuti o almeno erano chiari gli obiettivi da raggiungere: che ci si riuscisse o no, bisognava far ridere.

Adesso invece sembra che conti solo l'idea di base, l'articolo si riempie di fronzoli e di scritte ad effetto che hanno il solo scopo di attirare l'attenzione. Qual è la resa comica di queste aggiunte? Assolutamente nessuna. I vecchi articolisti vanno scomparendo, alcuni sembrano aver lasciato il sito per non tornare mai più. Gli articoli recenti mi lasciano perplesso, rileggo invece alcuni articoli vecchi come Ciclo alta tensione, Giancarlo Fisichella e Roberto Giacobbo e rido di gusto. Qualcosa si è smarrito per strada, bisogna ritornare a quegli articoli, io penso.
Pensierino della buonanotte: sono contrario alla produzione industriale, se non è di qualità. Voglio scrivere poco, pochissimo, ma voglio scriverlo bene.
Altro pensierino della buonanotte: ma Dio t'assista senza apostrofo è una bestemmia?

Altri progetti in lavorazione

  • Giovanni Giolitti
  • Fratelli Montgolfier (un articolo scritto a 4 mani e 5 piedi, per volere di Cugino)

Piano piano ho mantenuto le promesse, dovrebbero farmi ministro.

Fratelli Montgolfier

I fratelli Giusmichele Montgolfier (Afèsse èu Màmmete, 1740Parigi, in provincia di Nanterre, 1810 bis) e Spenalzo Étienne Montgolfier (Las Vegas, 1750Seattle, 1966) furono dei famosi tappezzieri francesi conosciuti per aver tappezzato il mobilio di Luigi XV e di Luigi XVI per un totale di mobili pari a Luigi XXXI nonché per l’invenzione della mongolfiera, il pallone aerostatico che funziona con aria calda, anche se pure l’invenzione dei bicchieri di carta gli diede molta popolarità.

I fratelli Montgolfier furono i primi a progettare il decollo di un oggetto, i primi a progettare un aeromobile che portasse una persona e i primi a volare nel cielo molto dopo Icaro e molto prima di Superman. Purtroppo non furono i primi ad inventare anche l’atterraggio e la persona portata in cielo non venne riportata indietro mai più, ma questo non deve sminuire i meriti dei due fratelli del volo, che in seguito a queste scoperte straordinarie vennero nominati membri straordinari dell’Accademia delle scienze di Parigi, baronetti della regina e soci onorari di Topolino.

I due fratelli nascono in una famiglia di ricchi fabbricanti di carta da parati per ciechi. Il padre, Pierpierre Montgolfier (1783-1793), era l’unico a fare parati del genere ed aveva fatto soldi a palate.

Dei due fratelli era Giusmichele quello intellettuale perché aveva studiato per 6 anni all’alberghiero e sapeva apparecchiare una tavola per dodici senza usare le mani.

Spenalzo Etienne (o come dicevan tutti Spènne) era molto meno incline agli affari e probabilmente l’aver imparato a contare solo fino a dodici ne fu una delle cause. Dotato tuttavia di un estro creativo pari soltanto alle dimensioni del suo scroto (“una cosa mostruosa”- giurano quelli che l’hanno visto) Spenalzo capì alcune intuizioni che prima di lui non aveva capito ancora nessuno, o se le aveva capite qualcuno si era dimenticato di dirle a qualcuno o quantomeno di salvarsele su Word:

  • L’aria è composta da aria.
  • L’aria galleggia nell’aria e sostiene il volo degli uccelli.
  • Gli uccelli ci cagano addosso.
  • Gli uccelli non ci svelano il segreto del volo perché non parlano la nostra lingua. E poi perché sono degli stronzi.

Una sera dopo una sbronza epocale Etienne notò che mettendo una pentola piena d’acqua su di un fuoco l’acqua diventava vapore e che con quel vapore si poteva sollevare un panno. O farsi l’aerosol se si è raffreddati.

Dei due fratelli fu però Giusmichele per primo a considerare la possibilità di costruire una macchina volante. Giusmichele iniziò a svolgere degli esperimenti specifici nel novembre del 1782, quando la sera era troppo stanco per continuare a fare cose normali come leggere un libro o sparare ai piccioni col suo fucile da caccia.

Sulla base di questi ragionamenti costruì un piccolo pallone di stoffa (delle dimensioni di 1 x 1 x 1,3 metri x 3 x 4= 12 scrivo due e riporto uno) utilizzando una vecchia scatola di scarpe con le scarpe ancora dentro, carta igienica e colla vinilica. Sotto il pallone accese un falò di carta. L’aria penetrò nel pallone di stoffa lo riempì ma il palloncino non si sollevò: aveva appena inventato la tenda a ossigeno ma non era questo che il francese sperava di ottenere. Per avere un aerostato era necessario che il pallone si sollevasse da terra.


Dopo le opportune modifiche Giusmichele convinse poi il fratello a costruire un primo aerostato ad aria calda scrivendogli le seguenti poche, profetiche parole:

« Noi come i gabbiani, proveremo l’immensa ebbrezza di cagare in volo sui passanti »

Da quel momento in poi ai due fratelli venne riconosciuta la totale infermità mentale e lavorarono assieme al progetto ininterrottamente, tranne che nei festivi e nei giorni feriali.

I due fratelli costruirono un primo apparecchio, in scala, tre volte più grande del modellino ma ancora troppo piccolo per poter essere definito a norma; nel volo inaugurale c’entravano due persone a patto che una tenesse una coscia fuori dalla cesta.

Nel suo primo volo, il 14 dicembre del 1782, erano presenti due mendicanti ubriachi ed il proprietario del parcheggio che affittarono per quelle prove. La spinta di sollevamento fu così forte che essi caddero subito dalla cesta mentre l'aerostato volò per circa 2 chilometri prima di essere abbattuto da una soldato al suo primo giorno di lavoro che l’aveva scambiato per un disco volante.

Visto il successo dell’operazione e visto che l’affitto del parcheggio era costato più del previsto i fratelli Montgolfier decisero di svolgere una nuova dimostrazione, questa volta in pubblico, del funzionamento dell’aerostato ad aria calda. Realizzarono un pallone sferico a forma di pallone sferico costruito con tela di sacco e Domopak, il tutto tenuto insieme da corde di liuta e da un paio di gomme masticate gusto cola. L'involucro sviluppava un volume interno di quasi 790 m3 d'aria, pesava 225kg e puzzava di cavolo. Nella cabina stavolta c’entravano comodamente tre passeggeri oppure un passeggero e un alce a seconda delle preferenze.

Il 4 giugno del 1783 (l’8 Ottobre 1816, secondo la Questura) l'aerostato fu fatto volare nella prima dimostrazione pubblica ad Annonay, di fronte a un gruppo di curiosi e al Sindaco di Castellamare di Stabia. Il volo coprì circa 2 km (15 metri, secondo la Questura), durò 10 minuti e raggiunse l'altitudine stimata di 2.000 metri (26 centimetri, sempre secondo la Questura).

La notizia del successo raggiunse rapidamente Parigi dove i giornali uscirono tutti con lo stesso titolo:

« Pallone di Domopak spaventa la folla. Trezeguet resta alla Juve. »

Vi era però qualche preoccupazione sui possibili effetti di un volo in alta quota su degli esseri viventi e fu per questo che, prima di volare a quote ancora più alte, si decise inizialmente di sperimentare su degli animali. Il 19 settembre del 1783 (l’8 Settembre del 1943, secondo la Questura) l' "Aerostate Révellion" fu fatto volare con a bordo i primi aeronauti viventi: una pecora, un'oca, un gallo e una trota, che morì poco prima dell’inizio del volo. Questa dimostrazione ebbe luogo di fronte a un'immensa folla raccolta nel palazzo reale di Versailles alla presenza di Re Luigi XVI e della Regina Maria Antonietta, troppo intenta a nascondere un succhiotto fattole dal conte Fersen coprendosi con un ventaglio per prestare realmente attenzione a ciò che stava accadendo.

Il volo durò circa 8 minuti, l’aerostato coprì 3Km volando obliquo e raggiunse un'altezza di circa 500 metri. Gli animali rimanenti, comunque, completarono il volo senza conseguenze; solo il gallo vomitò per tutto il viaggio e non volle mai più ripetere un’esperienza simile. L’invenzione rappresentò un trionfo, persino il Re ne capì subito le incredibili potenzialità:

« Bello, bellissimo! A che serve? »

A seguito del successo dell'esperimento di Versailles, i fratelli Montgolfier iniziarono la costruzione di un aerostato da 1.700 m3, con alzacristalli elettrici e servosterzo che potesse consentire il volo con un equipaggio umano. Il 21 novembre del 1783 è una data destinata a rimanere nella memoria collettiva ma non ricordiamo il perché.

Il 22 Novembre invece i fratelli Montgolfier trovarono due volontari disponibili a salire sulla mongolfiera al posto loro: si trattava di Pilâtre de Rozier e del marchese d'Arlandes, due sventurati che avevano accettato l’uno per avere facile notorietà (a quei tempi il Grande Fratello non esisteva ancora) e l’altro per sfuggire ai creditori.

Partiti da Priàmme à Maronne, il pallone cominciò a sollevarsi in verticale senza mai fermarsi. Dopo 15 secondi di volo se ne persero le tracce:

  • Dopo un ‘ora e quindici munuti cadde dall’alto la zavorra e un pezzo della cesta.
  • Dopo un’ora e trenta due tiranti e un pezzo del parrucchino del marchese d’Arlandes
  • Dopo due ore e dieci l’indice della mano destra di de Rozier e il suo cellulare.

Ai due sventurati venne dedicata una lastra di plexiglass con due righe d’encomio:


______________________________________________

Giovanni Giolitti

Giovanni Giolitti (pseudonimo di Giolitti Giovanni anagramma di giganti noti olivi e di scartavetrandoti l'aggeggio- Mondovisione 1842- Cavour 1965) è stato un famoso campione di bocce nonché politico italiano, nominato 3 volte presidente del Consiglio dei ministri e ben cinque volte amministratore del suo condominio. È stato a lungo considerato uno dei più grandi statisti della storia d’Italia finchè non si è scoperto il significato della parola “statista”.

Giolitti in una foto di gruppo.

Giolitti, un uomo che è stato per la politica ciò che Van Gogh è stato per la politica ha cercato in tutta la sua vita di modernizzare la base economica, di favorire l’industria, di dare slancio alle imprese e di favorire la diffusione dei preservativi nelle scuole, ma questo è meno noto. Ha dato inoltre inizio ad un’epoca che con molta fantasia venne nominata età giolittiana.

Biografia

Stranamente non abbiamo notizie di Giolitti antecedenti alla sua nascita. Gli studiosi sono tuttavia concordi nel ritenere che Giolitti sia un personaggio realmente esistito. Una rinomata ricerca fatta dai ricercatori dell’International Stanford Fiesta College di Used Tampax, in Florida, con un elenco telefonico in mano non ha dato risultati, segno che Giolitti ammesso che sia davvero esistito, dev’essere ormai sicuramente morto.
Sappiamo tuttavia per certo che dopo un breve passato come ballerino di flamenco fece domanda per diventare Ministro del tesoro e venne assunto. Allora c’era una grossa carenza di personale e per diventare ministro i requisiti richiesti erano davvero minimi, quasi inferiori a quelli richiesti per fare il ministro ai tempi nostri (lo è diventato perfino Gasparri, che altro c'è da aggiungere?).Il governo di cui faceva parte era il governo di Francesco Crispi, ormai talmente anziano da credere di essere un pittore impressionista.

Crispi Presidente del Consiglio, Ministro di Grazia e Giustizia Zanardelli, Ministro della Marina Benedetto Brin, Ministro della Pubblica Istruzione Paolo Boselli: l’età media era di 136 anni, talmente alta che per abbassarla avrebbero dovuto nominare ministro un embrione di 22 settimane. Giolitti che era il teenager della situazione tentò di tenere alto il suo ruolo di ministro delle finanze emanando la famosa tassa sul possesso auto, una manovra che avrebbe dovuto rimpinguare le casse dello stato se non fosse che nel 1891 gli italiani con un auto erano 7 di cui 5 militavano nel suo governo e uno era lui. Dopo essere sfuggito ad un pestaggio ad opera dei suoi colleghi ministri il giovane Giolitti (Gitty per gli amici, G-Giol-lit-ti per i balbuzienti) ebbe l’occasione che capita una sola volta nella vita: la premature dimissioni di Francesco Crispi, andato in pensione a 106 anni. I ministri tuttavia cercavano proprio un fantoccio da mettere al posto di Crispi per continuare a fare i loro comodi, qualcuno che fosse o troppo vecchio o troppo ebete per capire qualcosa di come si governa un paese e Giolitti, avendo entrambi requisiti, risultava la scelta ideale.

I cinque governi Giolitti

Dopo una breve parentesi di governo (6 febbraio 1891 -8 Febbraio 1891) del marchese Di Rudinì (un uomo che capiva di politica quanto Daniele Interrante di metrica latina) Giovanni Giolitti si insediò come Primo Ministro. Il suo governo durò meno di un governo di centrosinistra: dopo poco più di un anno infatti il giudice PierJohn Woodcock (che i puristi della lingua italiana chiamavano Piergiovanni Membrodilegno) pubblicò alcune intercettazioni telefoniche che lo vedevano coinvolto nello scandalo della Banca Romana che si era macchiata di gravi irregolarità nell’emissione delle banconote. Giolitti cercò di negare un suo coinvolgimento nella questione ma sulle banconote false emesse dalla banca romana c’era la sua faccia. Il primo Governo Giolitti fu segnato da alcuni fatti molto importanti, quindi vi citeremo i più inutili:

  • l’enciclica Rerum Novarum (trad: rerum novarum, frase intraducibile) di papa Leone XIII che riprendeva alcuni concetti dell’enciclica Nulla di novum di papa Tigre XXXII e dell’emiciclica rotatoria Magno cum appetito di papa Giaguaro V.
  • la rivolta dei fasci siciliani, un gruppo di naziskin del Palermo che rivendicavano alcuni gol annullati nell’ultimo derby contro il Catania.

Per la questione siciliana Giolitti si limitò a distribuire biglietti omaggio per il circo a chiunque sopprimesse col sangue i moti insurrezionali.
Frattanto emersero volti nuovi nel panorama politico italiano: di fatti all’età di 107 anni tornò Francesco Crispi , in carne ossa e catetere.
Le principali operazioni di Crispi furono:

  • tre bypass
  • una rimozione di cataratta
  • risoluzione della questione dei Fasci siciliani organizzando bombardamenti a tappeto (il capo delle spedizioni fu Aladino)
  • risanamento del bilancio vendendo la Gioconda ai francesi.
  • conquiste coloniali (Etiopia, Libia e l'isola d’Elba).

Frattanto nel 1896 Crispi dovette dimettersi per impegni improcrastinabili col Padreterno. Dopo averlo commemorato con un sentito discorso funebre (era un uomo buono e generoso....ma cazzo aveva il culo incollato alla poltrona! Finalmente tocca a me! Ahahah!) Giolitti si apprestava a riprendere in mano le redini del paese, con la stesso impeto dell’incosciente che non sa minimamente cosa stia facendo.

Giolitti back in action

  • Per prima cosa tentò di sistemare l’ala massimalista del partito socialista offrendo loro dei soldi sottobanco. Ma i tempi di Craxi erano evidentemente prematuri perché Filippo Turati si offese e si indignò. Io non mi vendo per così poco- dichiarerà poi al suo gatto. Allora Giolitti giocò d’astuzia: puntò tutto sul 29 che non usciva da sei settimane. E poi propose a Turati un posto nel suo ministero il che voleva significare stipendio fisso, posto auto, biglietti per le partite gratis, ristoranti gratis, cinema gratis, treni gratis, aerei gratis, puttane gratis. Turati rifiutò sdegnosamente, ma riuscì a mettersi d’accordo telefonicamente con Giolitti per la faccenda delle puttane gratis.

____________________________________________________


Questo manuale vi è offerto da IKEA.

IKEA: da cinquant'anni risparmiamo sulla manodopera per voi.