Medea (film): differenze tra le versioni
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File:film Medea scena 5.jpg|Giasone convince Medea a seguirlo in [[Grecia]], nonché a servirsi di suo fratello Apsirto per rubare la preziosa reliquia. Durante la fuga sono inseguiti da Eete, padre di lei. Per rallentarlo Medea uccide suo fratello e lascia pezzi del suo corpo lungo la strada. Eete si ferma per recuperarli, poi ricompone i resti del figlio e ottiene [[Maurizia Paradiso]], quindi [[Pene|almeno un pezzo]] è andato smarrito. Mentre perde tempo a cercarlo, i fuggiaschi raggiungono la zattera e se la filano. |
File:film Medea scena 5.jpg|Giasone convince Medea a seguirlo in [[Grecia]], nonché a servirsi di suo fratello Apsirto per rubare la preziosa reliquia. Durante la fuga sono inseguiti da Eete, padre di lei. Per rallentarlo Medea uccide suo fratello e lascia pezzi del suo corpo lungo la strada. Eete si ferma per recuperarli, poi ricompone i resti del figlio e ottiene [[Maurizia Paradiso]], quindi [[Pene|almeno un pezzo]] è andato smarrito. Mentre perde tempo a cercarlo, i fuggiaschi raggiungono la zattera e se la filano. |
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File:film Medea scena 6.jpg|Giunti a Corinto i due arrivano al cospetto di Pelia, che rifiuta di stare ai patti e si tiene pure il prezioso manto caprino. Giasone fa quello che qualsiasi eroe greco avrebbe fatto al suo posto: [[Legge del Menga|se la piglia in quel posto]]<ref>ripetizione necessaria per evitare di dover scrivere "nel [[culo]]"</ref>. Rifugiatisi a Tebe, Giasone e Medea scacciano la tristezza accoppiandosi come [[Bonobo|bonobi]]. Dalle loro effusioni vengono fuori due figli e una discreta notorietà in campo [[medico]] per aver scoperto la [[candida]]. |
File:film Medea scena 6.jpg|Giunti a Corinto i due arrivano al cospetto di Pelia, che rifiuta di stare ai patti e si tiene pure il prezioso manto caprino. Giasone fa quello che qualsiasi eroe greco avrebbe fatto al suo posto: [[Legge del Menga|se la piglia in quel posto]]<ref>ripetizione necessaria per evitare di dover scrivere "nel [[culo]]"</ref>. Rifugiatisi a Tebe, Giasone e Medea scacciano la tristezza accoppiandosi come [[Bonobo|bonobi]]. Dalle loro effusioni vengono fuori due figli e una discreta notorietà in campo [[medico]] per aver scoperto la [[candida]]. |
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File:film Medea scena 7.jpg|Giunge implacabile la [[crisi del settimo anno]]. Giasone e Medea sono sempre più distanti, tanto che per darsi la buonanotte incaricano un messaggero ex campione olimpico di [[maratona]]. Lui decide di prendere una nuova moglie, incurante dei consigli di un suo [[amico]] e di tre [[avvoltoi]] che da giorni aleggiano sulla sua casa. Re Creonte sembra contento della richiesta di Giasone, sua figlia Glauce è piuttosto viziata e ha stabilito un record di spese per lo [[shopping]] terrificante, primato che sarà battuto solo dopo un paio di millenni da [[Paris Hilton]]. Inoltre vuole un erede, |
File:film Medea scena 7.jpg|Giunge implacabile la [[crisi del settimo anno]]. Giasone e Medea sono sempre più distanti, tanto che per darsi la buonanotte incaricano un messaggero ex campione olimpico di [[maratona]]. Lui decide di prendere una nuova moglie, incurante dei consigli di un suo [[amico]] e di tre [[avvoltoi]] che da giorni aleggiano sulla sua casa. Re Creonte sembra contento della richiesta di Giasone, sua figlia Glauce è piuttosto viziata e ha stabilito un record di spese per lo [[shopping]] terrificante, primato che sarà battuto solo dopo un paio di millenni da [[Paris Hilton]]. Inoltre vuole un erede, Giasone ha già un paio di figli e il suo [[postino]] è notoriamente [[omosessuale]]. Le garanzie ci sono tutte. |
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File:film Medea scena 8.jpg|Quando Medea riceve la partecipazione la prende in modo sportivo, taglia la testa all'ancella che l'ha portata e ci palleggia per venti minuti. Poi l'assale il pensiero che terrorizza da sempre ogni donna in quella situazione: ''"Accidenti, e ora cosa mi metto?!"'' Mentre cerca nell'armadio un vestito adatto, l'ultimo tassello del suo piano vendicativo si colloca. Regala un abito avvelenato alla rivale, Glauce [[Morte|schiatta]] prima di trovare le scarpe da abbinarci. Per il dolore suo padre tenta un tuffo dalle mura, ma i frangiflutti di granito ostacolano la sua entrata in acqua. Medea sotterra i suoi due figli, nonostante la loro legittima osservazione di essere ancora vivi, poi da fuoco alla città. Giasone scampa al massacro partendo con un mercantile, nascosto in un barile di aringhe. |
File:film Medea scena 8.jpg|Quando Medea riceve la partecipazione la prende in modo sportivo, taglia la testa all'ancella che l'ha portata e ci palleggia per venti minuti. Poi l'assale il pensiero che terrorizza da sempre ogni donna in quella situazione: ''"Accidenti, e ora cosa mi metto?!"'' Mentre cerca nell'armadio un vestito adatto, l'ultimo tassello del suo piano vendicativo si colloca. Regala un abito avvelenato alla rivale, Glauce [[Morte|schiatta]] prima di trovare le scarpe da abbinarci. Per il dolore suo padre tenta un tuffo dalle mura, ma i frangiflutti di granito ostacolano la sua entrata in acqua. Medea sotterra i suoi due figli, nonostante la loro legittima osservazione di essere ancora vivi, poi da fuoco alla città. Giasone scampa al massacro partendo con un mercantile, nascosto in un barile di aringhe. |
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Versione delle 10:28, 28 mar 2016
Medea (film) | |
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[[File:|frameless|center|260x300px]]Me dea, tu un cazzo! | |
Paese di produzione | Italia |
Genere | Drammatico |
Regia | Pier Paolo Pasolini |
Interpreti e personaggi | |
Maria Callas, Giuseppe Gentile, Massimo Girotti, una pecora |
Medea è un film italiano del 1969, diretto da Pier Paolo Pasolini, basato sull'omonima tragedia di Euripide.
La storia la conosciamo tutti e quindi è inutile raccontarla, anche perché siamo indietro con la lettura e allora potremmo essere imprecisi.
Il personaggio principale è interpretato da Maria Callas, figlia d'arte de I Soprano, che l'aveva già portato in scena nei migliori teatri del mondo, tra cui il Teatro alla Scala di Milano e il Castello del Boss delle cerimonie a Napoli. Colpita dallo sfarzo di questa seconda location, non volle più tornare nella ""triste topaia milanese", come ebbe lei stessa a definirla. Fu l'unico film nella carriera della Divina, girato per sfuggire ad un triste momento della sua vita, ma siamo di fronte ad un paradosso evidente: tentare di sollevare il proprio morale con un film di Pasolini è come stare a dieta mangiando porchetta.
Gli esterni del film furono girati in Turchia, in Siria, a Pisa e a Grado. I primi tre controvoglia, l'ultimo di buon grado[1].
La pellicola ebbe un'accoglienza positiva da parte della critica, che sostituì al consueto "spazzatura" il termine "pattume". Tuttavia non riscosse il successo commerciale sperato, la scelta di non far cantare il personaggio di Medea si rivelò un tantinello penalizzante, perdendo in partenza il favore degli ammiratori della Callas. Una scelta incomprensibile, sarebbe come prendere Sylvester Stallone per girare Rambo 19 e, invece che sterminare un esercito tirando bombe e svuotando caricatori, Rambo iniziasse a sedersi e protestare passivamente come Gandhi.
Pasolini era anche questo: un intricato labirinto di contraddizioni.
Qualcuno arrivò anche a sospettare una relazione amorosa tra il regista e la diva, solo perché un paparazzo li aveva sorpresi a baciarsi sulla bocca in aeroporto, ovviamente non era così[2]. In seguito ci sarà un bacio analogo tra Brežnev e il Presidente della Germania dell'Est Honecker, ma nessuno penserà mai ad un rapporto gay, anche perché la temperatura in Siberia può arrivare a -48.
Il film vale comunque la pena, solo che il giudice è stato troppo clemente.
Personaggi principali
- Medea: sovrana della Colchide, maga, donna sedotta e abbandonata per interesse.
- Giasone: avventuriero senza scrupoli, approfittatore di ricche pollastre, fedifrago.
- Chirone: tutore di fanciulli, cavallo/fantino, naturista.
- Creonte: sovrano di Tebe, padre di Glauce, zio/cognato di Edipo.
- Glauce: principessa, bonazza di turno, rovinafamiglie.
- Apsirto: fratello di Medea, scemo del villaggio, vittima sacrificale.
Trama illustrata
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Corinto è governata dal crudele Pelia, che ha spodestato suo fratello (re Esone) e cerca in tutti i modi di uccidere l'erede al trono Giasone. Nel frattempo in Colchide viene accoppato Frisso, un tizio proprietario di un caprone d'oro che ostenta una volta di troppo. Il Vello d'oro viene portato in dono ai sacerdoti di Ares, inventori della pubblicità con gli uomini-sandwich. Il dio è perplesso, si ritrova con una pelle di pecora senza aver assaggiato un solo arrosticino, accusa i sacerdoti di aver gozzovigliato a sua insaputa, li tramuta in gibboni e getta una maledizione sullo straccio dorato.
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Nel frattempo Chirone viene incaricato di prendersi cura di Giasone, mettendolo così al sicuro dagli istinti nipoticidi di Pelia. Giasone, grazie al centauro, impara a "fare le penne", a vivere in armonia con la natura e a cucinare un superbo stufato misto di cacciagione lardellato. L'antica ricetta, tramandata a Chirone da una sua zia asina, prevede un lepronte, mezzo cinghiale e un ircocervo, catturati tramite numerose trappole disseminate nel bosco. La marmotta presa per sbaglio viene invece scartata, perché poco digeribile, ma usata come esca in una tagliola per orsi.
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Nella Colchide ci si appresta intanto a celebrare la Festa della primavera, occasione in cui il popolo si riunisce per salutare Medea, sovrana di quelle terre. È l'evento più atteso. Oltre ai consueti sacrifici umani, sempre spassosi, ci si diletta con le orge tra ninfe e satiri, concerti di musica pastorale, pizzica ed esibizioni di artisti vari. Medea sfodera il suo cavallo di battaglia: l'imitazione del Mago Otelma. La folla applaude, ignara del fatto che Giasone è in viaggio e che presto porterà guai a non finire.
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Giasone, divenuto grande, ha la possibilità di recuperare il suo regno. Suo zio Pelia però gli chiede in cambio il Vello d'oro, motivo che lo spinge a navigare alla volta della Colchide. Durante il viaggio perde la sua nave Argo giocando a zecchinetta, si ritrova quindi su una zattera di salvataggio assieme ad alcuni fedelissimi. Una volta approdati vengono accolti con tutti gli onori dalla regina Medea, che vede in loro ottimo materiale per i suoi riti. Poi, conoscendolo meglio, capisce che Giasone è un uomo con qualità oltre la media e si innamora perdutamente di lui.
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Giasone convince Medea a seguirlo in Grecia, nonché a servirsi di suo fratello Apsirto per rubare la preziosa reliquia. Durante la fuga sono inseguiti da Eete, padre di lei. Per rallentarlo Medea uccide suo fratello e lascia pezzi del suo corpo lungo la strada. Eete si ferma per recuperarli, poi ricompone i resti del figlio e ottiene Maurizia Paradiso, quindi almeno un pezzo è andato smarrito. Mentre perde tempo a cercarlo, i fuggiaschi raggiungono la zattera e se la filano.
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Giunti a Corinto i due arrivano al cospetto di Pelia, che rifiuta di stare ai patti e si tiene pure il prezioso manto caprino. Giasone fa quello che qualsiasi eroe greco avrebbe fatto al suo posto: se la piglia in quel posto[3]. Rifugiatisi a Tebe, Giasone e Medea scacciano la tristezza accoppiandosi come bonobi. Dalle loro effusioni vengono fuori due figli e una discreta notorietà in campo medico per aver scoperto la candida.
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Giunge implacabile la crisi del settimo anno. Giasone e Medea sono sempre più distanti, tanto che per darsi la buonanotte incaricano un messaggero ex campione olimpico di maratona. Lui decide di prendere una nuova moglie, incurante dei consigli di un suo amico e di tre avvoltoi che da giorni aleggiano sulla sua casa. Re Creonte sembra contento della richiesta di Giasone, sua figlia Glauce è piuttosto viziata e ha stabilito un record di spese per lo shopping terrificante, primato che sarà battuto solo dopo un paio di millenni da Paris Hilton. Inoltre vuole un erede, Giasone ha già un paio di figli e il suo postino è notoriamente omosessuale. Le garanzie ci sono tutte.
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Quando Medea riceve la partecipazione la prende in modo sportivo, taglia la testa all'ancella che l'ha portata e ci palleggia per venti minuti. Poi l'assale il pensiero che terrorizza da sempre ogni donna in quella situazione: "Accidenti, e ora cosa mi metto?!" Mentre cerca nell'armadio un vestito adatto, l'ultimo tassello del suo piano vendicativo si colloca. Regala un abito avvelenato alla rivale, Glauce schiatta prima di trovare le scarpe da abbinarci. Per il dolore suo padre tenta un tuffo dalle mura, ma i frangiflutti di granito ostacolano la sua entrata in acqua. Medea sotterra i suoi due figli, nonostante la loro legittima osservazione di essere ancora vivi, poi da fuoco alla città. Giasone scampa al massacro partendo con un mercantile, nascosto in un barile di aringhe.
Il sequel
Il finale fu appositamente studiato da Euripide per farne una trilogia, che prevedeva anche La vendetta di Giasone e Medea vs. Giasone - Scontro finale, quest'ultimo diviso in Parte 1 e Parte 2. Poi realizzò che gli spettatori non potevano aspettare quattro anni prima di vedere la fine della storia, avrebbero di sicuro perso interesse. Abbandonò il progetto e scrisse una tragedia intitolata I giochi affamati.
Curiosità
L'abuso della sezione «Curiosità» è consigliato dalle linee guida di Nonciclopedia.
Però è meglio se certe curiosità te le tieni pe' ttìa... o forse vuoi veder crescere le margherite dalla parte delle radici? |
- Realizzare il film costò poco meno di scarsanta milioni di lire, metà dei quali spesi per comperare i calici che Maria Callas spaccava provando il Do di petto sovracuto.
- Giuseppe Gentile, che interpreta Giasone, è un ex atleta italiano specializzato nel salto triplo. Alle olimpiadi del 1968 superò per due volte il primato del mondo, ma alla fine ottenne solo il terzo posto. Grazie a quanto ricavato vendendo la medaglia di bronzo potè pagarsi un corso di recitazione, ottenendo così il ruolo. Poi realizzò che in un film di Pasolini tutto serve tranne che recitare e abbandonò per sempre il cinema.
- Franco Citti e Ninetto Davoli non compaiono in questo film, cosa decisamente insolita per un'opera di Pasolini. Una volta raggiunta la Siria fu fatto notare al regista, che esclamò: "Ecco cos'era! Sai quando esci di casa con la sensazione di aver dimenticato qualcosa?!"
- Durante la lavorazione ci furono due vittime. Mentre si apprestava a girare la sesta scena la Callas volle fare la spiritosa: chiamò il ciak a gran voce e due tecnici delle luci ci rimasero secchi per lo spavento.
Note
- ^ ok scusate, non lo faccio più
- ^ altrimenti dovremmo credere all'esistenza dell'Agnello vegetale della Tartaria
- ^ ripetizione necessaria per evitare di dover scrivere "nel culo"
Voci correlate
- Portale Pasolini: accedi alle voci che trattano di pasolini