Appunti per un film sull'India

Da Nonciclopedia, la pseudo-enciclopedia pseudo-libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Appunti per un film sull'India
Hai visto mai trovassi i soldi!
Paese di produzioneItalia
Anno1968
Dati tecnicicolore: Maddeché?!
GenereDocumentario
RegiaPier Paolo Pasolini
SceneggiaturaPier Pablo Pisolão
Casa di produzioneCalcutta Production™
Interpreti e personaggi
Paolo Pier Linipaso

Appunti per un film sull'India è un documentario italiano del 1968, diretto da Pier Paolo Pasolini. Il film venne realizzato per conto della rubrica Tv7 del telegiornale di Rai Uno, trasmessa astutamente subito dopo pranzo per conciliare la pennichella. Fu girato in India, altrimenti si sarebbe dovuto chiamare Appunti per un film sull'India girato da qualche altra parte, al ché sarebbero venuti meno i presupposti per gonfiare le note spese a dismisura. Furono scelte le città di Bombay e Nuova Delhi, negli anni '60 erano le uniche ragionevolmente al sicuro dal vaiolo (e dai cobra).
Il documentario ha sicuramente alcuni pregi:

  • dura appena 34 minuti;
  • dura poco più di mezz'ora;
  • dura meno di 40 minuti;
  • non è lungo;
  • è corto;
  • finisce presto.

Il film è basato su una storia mitologica indiana che si perde nella notte dei tempi, senza una torcia.

« Nel tempo dell'epoca Gupta, in cui il Grande Elefante Benefico™ titillava con la proboscide le palle di Shiva, il Maharaja di Sukhothai incontrò in una landa desolata una tigre, che stava morendo di fame con i suoi tigrotti. Il munifico signore, buon padre del suo popolo, decise subito di dare alle bestie il proprio corpo per sfamarle. »
(Mito della tigre affamata e del maharaja idio gentile.)

Il mito è chiaramente una storia priva di riscontri oggettivi, inoltre evidenzia alcune illogicità:

  1. chiunque si trovi davanti una tigre si trasforma in una versione dopata di Usain Bolt, talmente veloce che quando parte la pelliccia dell'animale viene risucchiata dallo spostamento d'aria;
  2. una tigre affamata non aspetta che tu decida di offrirti a lei come spuntino, nel tempo che inizi a porti la domanda ti sta già digerendo;
  3. anche ad uno iscritto da dieci anni a 100% Animalisti, l'idea di farsi sbranare resta a debita distanza dal cervello, almeno quanto quella per Francesco Totti di giocare nella Juventus.

Il mito ha comunque una valenza religiosa: il rispetto per il valore della vita, sia essa degli umani che degli animali, che può giungere fino al sacrificio di se stessi. Ovviamente, l'eventuale disponibilità di un fucile a pompa avrebbe probabilmente minato il carattere risoluto del maharaja. Pasolini gira quindi l'India intervistando persone di tutti i ceti sociali, ponendo loro la domanda: "È giusto che chi ha molto debba dare a chi è meno fortunato?" Che equivale a chiedere in giro: "Se un rumeno stupra tua figlia, è giusto almeno dirgli brutto cattivo?[1]
La pellicola fu presentata alla Mostra del Cinema di Venezia l'anno seguente, insieme al film Teorema, ma la Mostra gli ha dato la mano moscia.

Trama illustrata

Pasolini conclude il film con una frase emblematica inserita durante il montaggio:

« Un occidentale che va in India ha tutto, ma in realtà non dà niente. L’India invece, che non ha nulla, in realtà dà tutto. »

Dalle testimonianze dei suoi accompagnatori, sembra che durante le riprese sia stata:

Curiosità

L'abuso della sezione «Curiosità» è consigliato dalle linee guida di Nonciclopedia.

Contribuisci a scop migliorarla disintegrando le informazioni nel corpo della voce e aggiungendone di inappropriate

  • Per la scena del manutentore di fogne non è stata usata la computer grafica.
  • Nel corso della première, per aumentarne l'impatto emotivo, durante la stessa scena il regista ha scoreggiato tutto il tempo.

Note

  1. ^ Già, il Canone Rai veniva sperperato anche negli anni passati.

Voci correlate