I racconti di Canterbury

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I racconti di Canterbury
Anche gli inglesi nel loro piccolo si arrapano
Paese di produzioneItalia
Anno1972
Dati tecnicicolore: Soprattutto rosa-carne
GenereCommed Grot Dramm Zozzo
RegiaPier Paolo Pasolini
SceneggiaturaPierpy Facciodasolo
Casa di produzionePEA[1]
Interpreti e personaggi
Sempre Lui, Ninetto Davoli, Franco Citti, svariate bonazze

I racconti di Canterbury è un film del 1972, scritto e diretto da Pier Paolo Pasolini, tratto dall'omonima opera di Geoffrey Chaucer, considerato da molti il padre della letteratura inglese e da molte "un vecchio porco depravato".
È l'episodio centrale della cosiddetta "trilogia della vita" di Pasolini, segue Il Decameron (1971) e precede Il fiore delle Mille e una notte (1974). Nel primo film il regista aveva attinto all'opera di Boccaccio, in questo estrae otto racconti da quella di Chaucer (interpretato da lui stesso) rielaborandoli in chiave di drammedia grottescomica.
Nel prologo, Geoffrey Chaucer decide di partire con alcuni pellegrini per Canterbury, un viaggio organizzato che prevede 5 giorni (2 notti) a mezza pensione, bibite escluse e tessera animazione obbligatoria. Per ingannare il tempo ciascuno racconta delle storie, delle quali lo scrittore prende nota, collegate tra loro secondo la dinamica a cazzo di cane tipica dei suoi primi lavori. Il risultato è comunque godibile, ancor più nel film, nel quale forse ci si perde l'elegante descrizione dei personaggi, ma si guadagna moltissimo in culi e tette. Per queste componenti, già ampiamente profuse nel capitolo precedente, in Italia il film venne censurato, mentre a Berlino vinse l'Orso d'oro come miglior film.

« La libertà sessuale è necessaria alla creazione?
Sì.
No.
O forse sì.
No, no, certamente no.
Però... sì.
No è meglio no.
O sì? »
(Pier Paolo Pasolini, accusato di oscenità per questo film, chiarisce al giudice i suoi pensieri riguardo al sesso giocoso.)

Il film è frutto di una coproduzione cinematografica tra Italia, Francia e Gran bella gnoc Gran Bretagna.

Certi di aver fatto cosa gradita, almeno a qualcuno che odia profondamente gli esterofili,

abbiamo tradotto i dialoghi dal pomposo e noiosissimo inglisc al romanesco, molto più charmant e dinamico.
Qualora non siate avvezzi a tale idioma ce ne faremo una ragione ("sticazzi" nella versione tradotta).

Il viaggio inizia.

Nella taverna di un paese alle porte di Londra, talmente immerso nella nebbia che al suo confronto la Brianza sembra la costiera amalfitana, un gruppo di pellegrini si sta preparando per un lungo viaggio. Vogliono raggiungere Canterbury, per rendere omaggio alle spoglie dell'arcivescovo Thomas Becket e, durante il cammino, ubriacarsi, drogarsi e fare orge, tanto per avere qualcosa di cui chiedere perdono al sant'uomo. L'arrivo di Geoffrey Chaucer non passa inosservato, è già molto famoso per alcune sue opere, ma quello che colpisce tutti è il pregevole cappello Saturno, un esclusivo modello della collezione estiva Volta & Gabbana utile tanto come parasole che come copriwater.
Approfittando della presenza del Maestro, l'oste propone ad ogni pellegrino di raccontare delle storie, due all'andata e due al ritorno del viaggio, col secondo fine di mantenere i clienti con la voglia di bere. Chaucer si unisce a loro, l'idea di appuntarsi i racconti e farne un libro inizia a farsi strada nella sua mente, quella di inciuccarsi[2] fino a svenire si era già formata appena entrato in quel posto.
Durante la narrazione delle novelle fanno la loro comparsa altri prodotti, inizialmente presentati come "stimolatori della vena artistica", che ben presto costituiscono il leitmotiv della serata.

« Avevamo due sacche di Salvia divinorum, settantacinque palline di oppio, tre ballette di Ipomoea violacea, una saliera mezza piena di polvere di stramonio, un'intera galassia multicolore di funghetti allucinogeni, mezza quintalata di Argyreia nervosa e belladonna in abbondanza. C'erano anche due otri di Ayahuasca, un paio di litri di laudano e qualche boccia di assenzio. Non che per il viaggio ci servisse tutta quella roba, ma quando ti ritrovi invischiato in una seria raccolta di droghe, la tendenza è di spingerla più in là che puoi. »
(Geoffrey Chaucer, Paura e delirio a Canterbury, Londra 1388, Ed. Gonzo.)

I racconti prendono così vita.

ATTENZIONE! Le immagini contenute nella trama sono riservate ad un pubblico adulto, quindi:
se avete la patente ma vale solo per la Jeep di Barbie,
se il pelo visibile sul torace è quello del gatto che avevate in braccio due minuti fa,
se non vi radete due volte a settimana la barba (o la passera),
siete pregati di levarvi dalle pa desistere dal proseguire la lettura.
La vostra vista ve ne sarà grata.

Trama illustrata

Note

  1. ^ Produzioni Europee Allupate
  2. ^ bere senza freno fottendo qualche milione di cellule neuronoali
  3. ^ Morale: "stare in una botte di ferro" non è sempre vantagioso

Voci correlate