Utente:Flaming Ace/Nonci's Inferno

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Wiki oscura

Nel mezzo del cammin di nostra utenza,
mi ritrovai per una wiki oscura
per cui lo piede sbattei su' la credenza.
E perdinci, cazzo se era dura!
Ah, dir qual era adesso non c'ho voglia,
so solo che c'eran purtroppo alcuni APU;
tal ch'i volea allontanarmi da sua soglia
e or farò rimar "APU" con "APU".
Quand'ecco, m'apparve una bestia sì penosa
ch'io fuggii col deretano al muro
da quell'assai poco invitante cosa
il cui capo mi sembrava assai duro.
«Qual tu sia, ombra od omo certo,
salvami ti prego da esto dugongo!»
dissi a un che parea del posto esperto
e che sembrava amar suonar lo bongo.
«Non omo, admin io sono!», iniziò il suo monologo,
«Convien che ti faccia un gir nel sito,
quant'è vero che son Nonciclopediologodisc Lo ben so»
Al che io rimasi assai basito
poiché aspettommi qualcun con meno barba.
Tuttavia non declinai l'invito
e rispuosi «Figo, assai me garba!»

Antiwiki

«Quest'ignavi che tu vei sempre s'astennero
in Walk of Shame dal dare uno giudizio;
tante faccine "Rolleyes" fu ciò che ottennero,
ficcategli su per lo posterior orifizio.»
Volgemmi allor verso 'l sanguinoso Acheronte;
qui lo partenopeo traghettatore stava:
alto s'ergea Black Outdisc dalla spaziosa fronte.
Con occhi di bragia l'ombre traghettava
su la sua BMW de lo color della notte
e mentre colle ginocchia sterzava
mi guardò e pensai volesse prendermi a botte.
«Che stai a fare qui!? Fila a votare! »
disse a me il suditalico guidatore.
Rispuose lo duca mio: «BO, non ti crucciare:
alla fine della votazion mancan almeno dodic'ore»
«Ok... Vi posso portar per un tratto»,
dichiarò quell'in fondo buon autista.
«Ed eccovi una foto del mio gatto»
e poi: «*Honk honk* Andiamo, dai! Pista!»

I cerchio

Lo buon pilota andò via allor sgommando
mentre noi con la man lo salutavamo.
Vidi dell'ombre che il limbo stavano danzando.
«Duca, perché anche noi non balliamo?»
Sorrise: «Esto è il Limbo, dove languono
i nabbi che alcun sitter ebbero;
poiché molti ACFC essi scrivono,
soffrono facendo quel ballo becero»
E c'era un bel castello diafano;
«Lì stanno gli utenti che stettero in disparte:
alla comunità lor mai parteciparono
ma di scriver belle pagine conoscon l'arte.
Or discendiam qua giù nel cieco mondo,
valla a fare adesso, se in bagno devi andare.
Vai pure, io ti aspetto laggiù in fondo;
però occhio al portafogli e al cellulare»

II cerchio

Mi diressi alla meta (tirata su la lampo);
trovai che lo duca leggea il giornale rosa:
«Abbiamo vinto con un omo in meno in campo!
Per festeggiar ti offro una gazosa Lo ben so»
Indicommi allor Big Jackdisc, lo iudice infernale,
che colla coda il corpo s'avvolgea tante volte
quante le pagine da cancellar in tribunale
e giudicai ch'esse dovean esser molte.
«Ahò! Come mai non sei a votare? ti rendi conto di quanto tu sia demente e le tue tesi siano sciocche?
Dai, che si vota per Buio ghei!
Non startene qui a bighellonare»
dissemi allora trafelato ei.
«BJ, va tutto ben: sai ch'egli gl'APU detesta:
i suoi voti rossi presto vedrai lì»
«OK, passate, ma basso è il soffitto: occhio alla testa!»
Salutatolo, chiesi: «Maestro, chi è che soffre qui?»
«Quei che sol postaron in Amore, Sesso e Porno.
Ma non color che dieder consigli saggi,
bensì quei che facean cyber-sesso tutto il giorno.
Sai, quelli che si eccitano anche con gli ortaggi...»
Stava un'anima ambigua con le man sui genitali
che, vistomi, si fissò su' miei pantaloni
«Eddai, facciamo le cosacce digitali!»
Ma lo duca la/o fermò prendendola/o a ceffoni.

III cerchio

Proseguimmo, lasciatola/o a terra sanguinante,
verso il cerchio successivo un po' più stretto,
dove stava ch'era goloso di cacchine tante
che, pur d'aver, con Platinette sarebb'andato a letto.
Costor eran da vicino sorvegliati da Zazzà,
che fu custode tempo addietro nominato
della principale e de la sua qualità;
elli però parea a me impegnato:
«Dovrei impedirti, ragazzo, di passare,
ma siccome adesso sono occupato[citazione necessaria]
penso che domani lo dovrò fare Sì»
disse con sbadiglio strascicato.
Di sfuggita intravidi un ch'odorava
di rum e di verde frutta allungata
e che a gran voce una cacchina reclamava.
Ma io me n'andai con di spalle un'alzata.

IV cerchio

«Pape Puzzà, pape Puzzà aleppe!»,
postò Ganòn guardando 'l duca mio.
E quel Puz ch'andava nudo per le steppe:
«Non ci metto niente a ribannarti, zio»
Afflosciossi come sgonfio salvagente
lo campion del troppo spammare,
assai poco necessario come utente
ma bravo per lo meno a festeggiare.
«Castigati sono qui lor di contributi avari,
che spammando sul forum tempo persero;
non scrisser mai articol straordinari
e alcuni neppure mai ne lessero»,
mi spiegò Noncio dall'ispido mento
mentr'io guardai scotendo il capo
un che sapevo di mente assai lento
il cui eroe era certamente Lapo.
Suo nick non citerò perché un troll era...
Almeno lo spero per il ben de la nazione
e dell'italica tricolor bandiera.
Certo è ch'era proprio un coglione.

V cerchio

Ne la palude vidi molti utenti ignudi,
tal che sembrava in corso una gran orgia.
Ma le parole che dicevon eran rudi
e non sembravan allegroni come i Borgia.
Il 'Pediologo: «Qui stanno i registrati che rosicano,
credendosi paladin ch'addrizzan torti.
Si mordono ne la palude ove sguazzano
al grido di "No che non si scherza sui morti!!!111!"»
Scorsi io sulla riva un altro traghettatore
ch'avea un camice e una parlata pugliese.
Costui mi ricordava un premuroso guaritore,
ma non era il suo tono poi così cortese.
Io gli dissi, un poco intimorito:
«Nonciclopediatradisc, posso il fiume passare?»
«Fa' come credi, tant'ho lasciato il sito.
Sul serio stavolta, ci puoi giurare!»
«OK, a domani Lo ben so» la mia guida sentenziò.
Digrignando i denti, Pedio: «Salite!»
e sull'altra riva il barcaiolo ci portò.
Quiv'io scorsi la città di Dite.

VI cerchio

«Qui soffron quei che non a caso blateravano
e che mai le pagine insozzarono;
tuttavia duramente l'operato nostro biasimavano
e nella nostra chiusura assai sperarono.»
In tombe di fuoco quelli urlavano
sperando in un po' di tranquillità.
Per essere perdonati quei pregavano,
e, già ch'eran, per far un gir sul Tagadà.
In ginocchio s'alzò un'ombra anonima e smorta:
similmente a chi nella palude sguazzava,
s'indignava per l'ennesima celebrità morta,
senza saper che di suo odio a niun'importava.
Guardommi di traverso com passai,
poiché il mio nick ei riconosceva;
«Ligure, sei uno stronzo!». Io lo ignorai,
capendo che soltanto ei trollava.
Incazzossi allor qual fé Sgarbi con Paone
attribuendo a mia sorella mestieri disgustosi.
Ma ormai sapevo ch'ea solo un coglione,
perciò ""patpat"" fu tutto ciò ch'a lui rispuosi.
Lo duca ed io sentimmo puzza di cavolo bollito,
cibo che sempre m'avea molto disgustato.
Chiesi allora al duca, non poco inacidito,
«Belin, ma chi è che ha sganciato!?»
«Esto è l'odor che li peggior dannati fanno.
Stiam qui finché al tanfo c'abituiamo;
ti racconto il mio ultimo Capodanno.
Sai, intanto che aspettiamo...»

VII cerchio

«... E urlammo "buon anno!"», ei raccontava
mentr'io l'ascoltavo mogio mogio
perch'era la quinta volta che lo narrava!
Sospirai e poi guardai 'l mio orologio...
Finalmente noi giù c'incamminammo
nel cerchio de' li violenti utenti;
eran divisi in tre parti, constatammo
e ne contai almeno venti volte venti.
«Duca, per che criterio son lor divisi?»,
dimandai curioso come scimmia a tre teste.
Patpattommi ei e i' a lui sorrisi
«Questi sono i vandali da fuggir come la peste.
Sono i primi i violenti verso il sito,
i cui articoli col backspace vandalizzano;
inutil pagine scrivon su lor zio Tito
e sì dementi son che nel mentre schizzano.
I secondi se la preser cogl'anziani utenti
insultandoli nelle loro discussioni,
accusandol d'esser d'umorismo carenti
e d'essere fiscali e bacchettoni.
D'esser mostri poi alcun c'accusano
ignorando che siam pur noi esseri umani.
Il deretan l'un l'altro qui s'annusano
e non voi saper che fanno colle mani...
Gl'ultimi che qui stan furono i violenti
coll'idea stessa dello scherzar su tutto;
vedi, a dar retta a 'sti dementi,
si dovrebbe star per tutta vita a lutto.»
Un'ombra tirommi quindi per la giacca
ch'avea da poco da Decathlòn comprata
«Son colui che da sol si banna: SPAKKA»
fu ciò che disse con cortesia inusitata.
Bevvi in un sorso il liquor che mi dié in mano
e senza parlar continuai a camminare,
ma quando vidi un color prugna aeroplano,
capii che era ora di smetter di trincare.

VIII cerchio

Svegliommi molto dopo da uno strano svenimento[citazione necessaria]
col duca che mi facea un buon caffè ingurgitare:
riuscivo a pronunciar l'alfabeto a stento;
ciononostante ripresi a camminare (e a sbandare).
Questo era il cerchio numero otto,
largo come il monolocale di mia zia;
e appresi che qui pagava scotto
chi tradia la fide dell'enciclopedia.
«Qui si trovan quelli che liberamente presero
le più buffe miniatur di questo sito
purtroppo però mai tempo spesero
per indicarne l'autor con lo dito.
Poiché di niun di lor ci fidavamo
(chi cazzo li conosce questi qui?)
non soffron tanto, com noi vediamo,
VERSO MANCANTE
»

IX cerchio