Tragedia in due battute

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"Saresti tu il mio promesso sposo?""Sì!!!"

La tragedia in due battute è uno dei rarissimi lasciti del Teatro classico. Ebbe uno dei suoi periodi di massimo sviluppo nel V secolo a.C. sotto la spinta dei tiranni siracusani che lo buttarono di sotto. Nel 1500 conobbe una nuova vita con l'aggiunta di nuovi stilemi, un po' come la faccia di Alba Parietti, mentre una sua diffusione in antico - forse grazie già a Marco Polo - la si ebbe in oriente e in particolare conobbe la sua fortuna in Giappone.

Storia

Origini

In principio il teatro aveva una funzione sacra: esso serviva infatti a stabilire un equilibrio religioso nella comunità, a regolare i cicli dei raccolti, a stabilire chi dovesse decidere cosa vedere la sera in TV. Contrariamente a quanto si possa immaginare le prime opere erano tutte complesse, ricche di battute e di situazioni. Fu solo con la caduta di Troia che, a causa dell'improvvisa moria dei più famosi attori si dovette improvvisare con quel poco che si aveva. Fu così che nacquero le cosiddette Tragedie in due battute che, per la loro estrema semplicità, si rivelarono estremamente versatili e utili in qualsiasi situazione. Per usare una metafora culinaria erano il "prezzemolo del teatro", cioè stavano bene su tutto, o se vogliamo una metafora politica erano un po' come Berlusconi: piccole, inutili, ma dovunque ti giravi erano sempre lì.

Nel V secolo a.C. ebbe in Sicilia il suo massimo esempio, con opere indimenticabili quali: Il Ciclope, Il Cercope, Il Circonciso e Il Mafioso di cui però non ci restano che brevi stralci.

Diffusione nel mondo

"Specchio specchio delle mie brame, chi è la più bella del mio reame?" "Non lo so!"

L'estrema versatilità della tragedia in due battute ne permise un'ampia diffusione dalla Grecia - la sua madre patria - inizialmente verso la Turchia, poi in Russia (dove fu la base tra l'altro della "Tragedia rossa", ripetizione dello stesso stilema: un giornalista che chiede come si sta nella Russia comunista e il russo che risponde "Non ci possiamo lamentare!"), in Nuova Zelanda, in Cina (dove ebbe scarso successo) e infine in Giappone. Solo su Atlantide non arrivò in tempo a diffondersi, poiché si era già inabissata da un bel po'.

Il decadimento e la rinascita

Come tutti sanno il medioevo fu un periodo di ricchezza e di fertilità, di abbondanza e di pace, cosicché della tragedia in due battute o semplificata non se ne sentì l'esigenza. Quei rari menestrelli che si esibivano in lunghi monologhi che prevedevano una doppia battuta venivano puntualmente decapitati. Così costretta all'oblìo la tragedia a due battute sembrava destinata all'estinzione, quando fu - nel tardo rinascimento - rispolverata dal teatro di Carlo Goldoni che nella prima stesura de La locandiera prevedeva la formula semplice che vi riproponiamo:

Il Conte : Me la dai?
La locandiera : No!

Tuttavia tale edizione non fu molto apprezzata perché ormai il pubblico era abituato a intrighi e vicende complesse, ben più elaborate del primo teatro goldoniano. Fu poi nei primi del '700 che si vide la rinascita della tragedia in due battute, dapprima in sordina, poi in mutina infine in ciechina. L'aggiunta di un nuovo repertorio - già sperimentato nel '500, ma solo a metà del XVIII secolo ampiamente diffuso - con l'apporto della "scuola del Sì" alimentò ulteriormente lo sviluppo di quest'arte. Oggi è considerato uno dei repertori più apprezzati, anche per la sua estrema sinteticità e per il fatto che non ci si fanno due zebedei così a dover seguire tutta la trama...

Qualche esempio


Riportiamo in ordine cronologico alcune delle più celebri tragedie in due battute che ci sono pervenute.

V secolo a.C.
-:Scena: Nelle terre Sikane don Turiddakis, figlio di Saros Alliccaricchi, è inseguito dal suo acerrimo nemico, don Alfiopulos. Don Turiddakis si accorge dell'inseguitore e si gira di scatto con la sua daga pronta a colpire, ma don Alfiopulos è più veloce e lo colpisce in pieno petto più e più volte. Ma un contadino che si trovava già lì ha assistito a tutta la vicenda...
Don Alfiopulos : Vedesti quacchecosa tu?
contadino : No!

(tratto dall'opera Il Mafioso, del V secolo a.C., attribuita a Parassitele)

I secolo a.C.
-:Scena: Cesare ha appena passato una notte di baldoria con Cleopatra. La notte egizia, con le stelle placidamente riflesse sul Nilo, saluta il condottiero romano che si è imbarcato per Roma, dove lo attendono i suoi 33 stretti collaboratori, gli unici di cui egli si fidi. Avviene lo sbarco in mattinata. L'aria è frizzante e promette belle speranze: i 33 fidati di Cesare gli hanno comunicato che ci sono interessanti novità che cambieranno le sorti della Repubblica... Il condottiero è euforico mentre legge le novità nella sua pergamena, saluta con un rapido cenno la portinaia del Senato, entra e si dirige nel suo ufficio, dove pazientemente lo aspettano i 33 uomini di fiducia. Essi lo circondano... Cesare sta per aprir bocca quando d'improvviso 33 pugnali lo colpiscono all'unisono...
Cesare : Tu quoque Brutus filii mii?
Bruto : No!
"Oooops! Mi è scivolata la saponetta, ti dispiacerebbe prendermela?" "Sì, subito!"
X secolo
-:Scena: Yuzumi sta preparando la sua vendetta: il clan Uruchi ha sterminato la sua famiglia e lui è l'ultimo rimasto. L'armatura splende sotto il sole di Kyoto, egli si affaccia fuori dal tempio dove l'ha fatta benedire e si ritrova nel sentiero dei ciliegi. Qui lo raggiunge Asuka, la ragazzina a cui aveva salvato una volta la vita dai briganti e che ora è una bellissima ragazza che spasima per lui. Vorrebbe averla, ma lei fa parte del clan Marimoto, da sempre alleato con i suoi acerrimi nemici Uruchi
Asuka : 漢される旅 目こは日の項、で使本で字用。
Yuzumi : No!

(secondo gli studiosi questa è la prima opera del Teatro No che si ricordi interamente scritta in Giappone)

XIX secolo
-:Scena: Un uomo stanco e affaticato dopo una giornata di intenso lavoro si siede su una panca nel parco del giardino pubblico. Il caldo e la fatica gli fanno sentire i morsi della fame, quando ecco un altro uomo giunge alla sua destra e anch'egli siede sulla stessa panca. Quest'altro è visibilmente più sereno del primo. Fresco asciutto e riposato. È quasi l'una e il secondo uomo tira fuori un panino da una borsa. L'altro vedendolo cerca nella sua borsa, ma si accorge troppo tardi di aver lasciato il pranzo a casa e non ha il tempo di tornarci in quanto la pausa pranzo sta finendo e deve tornare a lavoro. Spinto dalla fame e dall'odore del pane fragrante che ha in mano il vicino si sporge un attimo e chiede con aria candida...
Uomo 1 : Me ne daresti un assaggio piccolo piccolo?
Uomo 2 : No!!!
XIX secolo
-:Scena: Una donna spaventata si aggira nei quartieri bui di una nebbiosissima Londra. La scarsa illuminazione permette di leggere il terrore nei suoi occhi. Ella è inseguita. Non sappiamo da chi o da cosa, possiamo solo perderci con lei negli anfratti di questa città tenebrosa e cupa. D'un tratto un gatto che sibila e un lampione si rompe. È buio. Sentiamo dopo un rumore cupo il silenzio e l'ansimare della donna che diventa un'unica cosa col suo battito cardiaco, quand'ecco dalle tenebre fuoriesce un'ombra, una persona, buia come la città, buia come la morte, la cui unica luce è la lama di un coltello affilatissimo che fende la nebbia...
Donna : Mi ucciderai??
Jack lo Squartatore : Sì!!

(prima variante inglese sul tema, influenzata dalla "scuola del sì")

Forme di teatro correlate

Teatro Giapponese

Inizialmente il Teatro No giapponese nasce proprio dalla tragedia in due battute classica, quella che terminava appunto con la particella negativa no. Poco importa se in greco antico la negazione avvenisse col termine οχι o che i giapponesi non avessero la minima idea di cosa cazzo significasse il termine no, tuttavia queste sono le origini di questa forma di spettacolo, dato che terminavano sempre con la battuta "No!", donde il nome.

"Per tutti gli dei!!! Sono incinto!!!"

Teatro Russo

Abbiamo già avuto modo di accennare a questa forma di spettacolo. Questo teatro era spesso accompagnato da danze e cori eseguiti magistralmente dall'Armata Russa. Riportiamo di seguito alcuni degli esempi più noti, firmati dai grandi maestri Popoiev, Trgjumiesskij e Ciro:

giornalista : Come state qui in Russia?
russo : Non ci possiamo lamentare!

o

giornalista : Ma... se avete il più basso PIL al mondo e avete stipendi da fame?!
russo : Non ci possiamo lamentare!

e

giornalista : ...E avete così tanto freddo che se pisciate vi si congela il pisello... e le vostre donne più belle se le sposano i vecchi pervertiti italiani e a voi rimangono soltanto le vecchie e laide?!
russo : Non ci possiamo lamentare!

infine

giornalista : ...E nel vostro governo non potete andare contro gli interessi dei dirigenti del partito che se no vi uccidono?!
russo : Appunto! Vedi che hai capito? Non possiamo lamentarci!

Tragedia in una battuta

Nata di recente, sotto l'impulso della sempre più crescente sindrome del linguaggio da sms, questa forma di teatro è la sintesi ulteriore se non ultima del teatro stesso e si riduce ad una sola battuta. Qualche esempio:

« Un uomo solo e mesto, in un complesso edilizio abbandonato cerca - ormai da quasi tre mesi - un punto in cui il suo telefonino abbia campo. Infine trova un punto! Si trova ormai sull'ultimo piano... una tacca, una tacca e mezza... si sporge da una finestra rotta... due tacche, tre... si mette sul ciglio della stessa... tre tacche e mezza, quattro, si sporge ancora un po'... cinque tacche!!! Chiama... trova occupato. "Ma Vaffanculo!!!!" Perde l'equilibrio e cade giù. »
(Da "L'utente da lei chiamato potrebbe non essere raggiungibile, la invitiamo a riprovare più tardi, grazie!", tragedia in una battuta di Lara Nokia)
« Una donna, recentemente abbandonata dal marito, ha perso il lavoro è stata cacciata dai suoi genitori e non ha più una casa in cui stare. Come se non bastasse sta sempre male, vomita e ha freddo e caldo in continuazione. Non ha un soldo, non sa come arrivare alla fine della settimana. Un giorno sviene e la portano in ospedale. Lì un medico molto garbato le si avvicina e le dice, dolcemente: "Congratulazioni! Aspetta un bambino" »
(Tragedia in una battuta presente nel ciclo "Donne du-du-dù" di Zucchero)

Il futuro della Tragedia in due battute

"Finalmente! Mancano solo due minuti alla fine del download che mi permetterà di completare la formula della proteina che guarirà da tutti i tumori il genere umano!!!" "Windows Crashed again. Press any key to continue... FAILURE... SYSTEM ERROR..."

Nei tempi più recenti la tragedia semplificata o in due battute ha ricevuto l'approvazione di grandi autori in diversi settori dello spettacolo. Nel cinema ricordiamo le citazioni in diversi film:

Guerre Stellari
Darth Vader : Luke, io sono tuo padre!!! Fwoooshhhh
Luke Skywalker : Nooooo-oo...ooo
Matrix
Agente Smith : Signor Anderson?
Neo : Mi... chiamo... Neo!!!!
Il Signore degli Anelli
Gollum : Iiiiillll miiiiooooo tesssshhhorrrrooooo???!!!!
Ariel, il filippino : Svampò signo'!

Nel teatro ricordiamo invece la reinterpretazione che ne diede William Shakespeare nelle sue opere:

Hamlet
Amleto : To be or not to be?
Teschio : E che ne so io?!
Romeo and Juliet
Giulietta : Oh! Romeo, Romeo... perché sei tu Romeo?
Romeo : È che l'attore principale si è dato malato e l'ho dovuto sostituire...

Bibliografia

  • Yuki Fukuoka, Teatro? No!, Sapporo 1946
  • Marina Papadimitriou, Il tre? No!, Patrasso 1973
  • Renato Zero, Il triangolo? No!, Roma 1980
  • Rudy Mortimer, Pieri? No!, Chicago 1998

Legami di fuori