Test di ammissione a Medicina e Chirurgia

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(Rimpallato da Test di medicina)
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Test di medicina in corso, notare l’intensa concentrazione con cui si può totalizzare 1 punto.
«  Il test? E che sarà mai? Non vedo l’ora di iniziare medicina! »
( Povero illuso su test di ammissione a medicina)
«  Che schifo! Non c’era neanche una domanda di medicina!  »
( Candidato che come punteggio prenderà -1)

Il test di ammissione al C.d.L. di Medicina & chirurgia è la Grande Prova che tocca a chiunque sia solo sfiorato anche per sbaglio dall’insana idea di assurgere al Sacro Tempio della Medicina. È infatti cosa risaputa ai più e accettata dai meno che solo gli Eletti e gli Unti hanno il Sacro Diritto di entrare nel Sommo Tempio per apprendere i dettami della Divina Arte della Medicina, altrimenti nota come “Arte del fare a pezzi i cristiani per guadagnarci su qualcosa”.

La modalità attraverso la quale il Celeste Ordine dei Medici e il Gentile Ministero dell’Istruzione offrono la possibilità di essere scelti a chiunque senta dentro di sé l’Alta vocazione all’aiuto e alla cura degli altri è rappresentata da un test di 60 domandine facili facili a risposta multipla (da 5 a 100 risposte possibili e intercambiabili) da tenere prima dell’inizio di ogni anno accademico (ma anche durante la pausa caffè).

Le domande

Le 60 domandine così facili che le saprebbe fare pure il chihuahua stitico di Paris Hilton sono suddivise nelle 4 materie che formano La Santa Tetrade del Test, ossia:

Cultura generale e comprensione logica

Avendo analizzato attentamente l'immagine, potete dire con certezza che il coltello è appartenuto a: a) Hitler b) Norman Bates c)Topolino

Le 9 domande di cultura generale e logica servono a testare la capacità del candidato di disegnare un cerchio come se fosse un quadrato, di capire che se “Rossana copula con i ragazzi bruni” e “tutti i ragazzi bruni sono superdotati” non necessariamente “Rossana copula solo con superdotati”; inoltre è fondamentale capire se il candidato sappia qual è la capitale del Kazakistan, qual era la marca di alcolici preferita da Winston Churchill e se ricorda a memoria ogni singola riga dei Promessi Sposi (argomento sempreverde insieme alla Costituzione e alla data di morte di Andreotti).

Domanda tipica: se un cane afghano urina sulla gamba di Van Gogh mentre quest’ultimo legge l’articolo 34 comma 2 della Costituzione Italiana e dipinge i “Girasoli”, quale marca di caffè il pittore avrà bevuto la sera prima?

A) La domanda è totalmente priva di senso.

B) Van Gogh non ha dipinto i “Girasoli”.

C) È impossibile che Van Gogh e la Costituzione Italiana siano coesistiti.

D) Lavazza.

E) Sesso.

Risposta corretta: E: il qui presente Van Gogh è chiaramente un omonimo del pittore dell’800, ora poiché la Mariastella Gelmini non beve il caffè Lavazza, come tutti sanno, è lampante che la marca corretta è il “Caffè Sesso”.

Biologia

Determinare quale tipo di mutazione cromosomica determina la particolare conformazione fisica dell'individuo rappresentato in figura.

Le 23 domande di biologia servono a capire quanto vago sia l’interesse del candidato verso la natura delle vita nel suo complesso, poiché si presume che la vita c'entri qualcosa con la medicina. Le domande sono sempre di una banalità e facilità allucinante, un misto tra “Super Quark”, “Mistero” ed “Esplorando il corpo umano”; d'altronde tutti sanno cos’è la fenilchetonuria, il proteasoma e diciamoci la verità, tutti i vari processi biochimici coinvolti nel ciclo mestruale.

Domanda tipica: “Esplorando il corpo umano/ quante cose che impariamo...” Come continua la canzone?

A) Con i muscoli, il cervello e tanto se-se-sso!

B) Con i muscoli, il cervello e tanto fe-ga-to!

C) Con i muscoli, il cervello e tanto a-al-tro!.

D) Con i muscoli, il cervello e tanto vo-mi-to!

E) Tutte le risposte precedenti sono corrette.

Risposta corretta: A (ebbene sì).

Quale reazione chimica tra la coca-cola e le sostanze presenti nel retto determineranno l’imminente esplosione dell’ano?

Chimica

Le domande di chimica testano la preparazione del candidato sulle sostanze, i composti, le miscele e le soluzioni migliori per prepararsi la Coca-Cola fatta in casa, conoscere i vantaggi del Viagra nelle tecniche di coltivazione ortofrutticole e sintetizzare la Felix-Felicis.

Domanda tipica: se una sostanza ossidante ossida e una riducente riduce, allora una sostanza ossidata riduce e una ridotta ossida?

A) Una sostanza ossidata ossida e una ridotta ossida.

B) Una sostanza ossidata ossida l’ossidante e una ridotta riduce il riducente.

C) Una sostanza ossidata riduce l’ossidante e una ridotta ossida il riducente.

D) Una sostanza ossidata fuma e una ridotta si fa una pippa.

E) Tutte le risposte precedenti sono corrette.

Risposta corretta: D, incredibile ma vero.

E i cellulari nelle mutande li avete presi?

Fisica e matematica

Fisica e matematica sono materie molto importanti nella Santa Tetrade, le materie più apprezzate e studiate dai candidati, le più amate e onorate, famose sono le petizioni on-line per aumentarne il loro numero. È da tutti esaltata la loro originalità e profondità. Come non dimenticare le domande sugli aerei e i loro improbabili problemi di volo? Oppure le famigerate famiglie da trenta e più individui e le strette di mano tra l’intera popolazione del Giappone?

Domanda tipica: un aereo Alitalia si muove con moto circolare uniformemente accelerato intorno alla torre di controllo di un aeroporto. Facendo ricorso solo a calcoli matematici, quanto tempo ci vorrà prima che i passeggeri inizino a capire che il pilota è una testa di cazzo?

A) Ci vuole il tempo che ci vuole.

B) Subito dopo il decimo giro.

C) Intorno al ventesimo giro.

D) All’inizio del 34,56° giro.

E) Questo quesito è una perdita di tempo.

Risposta corretta: D, (se non l’avete risolta subito avrete dimenticato qualche formula).

Il punteggio

Il punteggio conseguito alla Grande Prova del Test sarà calcolato attraverso le sofisticatissime tecnologie (carta e penna) dell’Ineffabile Esaminatore, noto al populino come CINECA, il quale nella sua fuminogena saggezza conterà 1 punto per ogni risposta corretta, -5 punti per ogni domanda senza risposta, -10 punti per ogni risposta errata. Naturalmente non accetta punteggi negativi e pertanto un test che attraverso questo tipo di calcolo dovesse arrivare a 0 verrà strappato, triturato e dato in pasto ai cani; al candidato reo verranno tagliate le mani e il suo fantasma maledetto vagherà per sempre nei dintorni del Sacro Tempio. Hallà! Parapacqua! Così ha deciso CINECA l’ineffabile!

I candidati

Poiché alla Grande Prova, tendenzialmente, si iscrivono cani e porci, ogni anno il numero dei candidati è tale che questi possono essere distinti in varie categorie, oltre a quelle dei cani e dei porci. Vediamo le principali:

L’estraneo

L’estraneo è il candidato che, poverino, è stato costretto dal quel despota del padre padrone a sostenere la Grande Prova, nonostante sappia in cuor suo che l’idea di diventare un giorno un segaossa non gli passa neanche per l’anticamera del cervello. L’estraneo non ha studiato e non si è preparato, è troppo occupato a biasimare la propria triste condizione per affrontare di petto la situazione, di solito è talmente idiota da insorgere il giorno stesso della prova, nello sconcerto generale dei presenti.

Frase tipica: “Io non voglio fare il medico, siete tutti stupidi e cattivi e brutti, ciao.” ed esce suscitando sentimenti di menefreghismo collettivo.

Esempio tipico di mistico.

Il mistico

Il mistico è la tipologia di candidato più diffusa e fastidiosa in assoluto. Il mistico è colui che afferma di avere la vocazione alla professione medica; lui ha sempre saputo che la medicina è il suo destino, perché medici si nasce, non si diventa. Sua specialità è trattare gli altri candidati come pezze da piedi, scopini da wc, perché lui ha ricevuto l’illuminazione, solo lui sa cosa ci vuole per diventare un vero medico e certo non sarà uno stupido test a fermarlo. Socialmente pericolosi e mentalmente squilibrati, i mistici sono i più feroci detrattori e avversari del test. Dimenticando che il test è (o dovrebbe essere...) uguale per tutti sono convinti di aver più diritto degli altri a superarlo, perciò sono di solito primi a svenarsi il portafoglio in corsi e corsetti che nella maggior parte dei casi hanno l’unico scopo di imparare a copiare sembrando che ti sia caduta la penna. Molte volte la vocazione è ereditaria, essendo molti di loro figli di medici (molti mistici sono quindi anche “eredi” e “corsisti”).

Se un mistico riesce a passare il test, cadrà in estasi, raggiungerà il nirvana e per il resto degli studi si crederà Dio, ma se un mistico non riesce a passare il test, lancerà tali maledizioni contro il Ministero, reo, a suo dire, di andar contro il progetto del Creatore, da provocare le ormai tristemente note crisi di stitichezza del dopo-test del ministro, il quale riuscirà a defecare solo a ottobre inoltrato. Nei casi più comuni comunque il candidato cadrà in uno stato permanente di depressione corredato da manie suicide: non è infatti un caso se proprio grazie a questo periodo dell'anno le aziende farmaceutiche produttrici di antidepressivi riescono a portare in attivo i propri bilanci.

Frasi tipiche: i mistici si distinguono inoltre per l’allarmante nonchalance con cui rilasciano le loro affermazioni da spasmo prostatico. Alla domanda del perché della loro scelta, la risposta tipica è: “Io voglio fare il medico perché se fai il medico puoi aiutare veramente le persone”, come se gli architetti, gli ingegneri, gli avvocati, gli infermieri andassero in giro a raccoglier banane. I mistici ignorano che tantissime altre professioni offrono un servizio alle persone, è vero però che non tutte le professioni ti permettono di farti pagare 300 € per aver messo un catetere nel retto di qualcuno, probabilmente sono queste soddisfazioni a fare la differenza; altra frase tipica è: “Comunque la medicina la puoi fare solo se hai passione”, odiosa se detta da un candidato. Ovviamente chi dice questa frase suppone di avercela, la suddetta passione, quando a malapena riesce a tenere un laccio emostatico senza darsi una frustata nell’occhio.

I candidati al test credono di poter diventare così.

L’infiltrato della Digos

L’infiltrato della Digos è una specie molto rara di candidato, alcuni affermano che si sia ormai estinto, altri che non sia mai esistito. Lo scopo dell’infiltrato dovrebbe essere quello di controllare in borghese che tutto si svolga correttamente, è infatti opinione diffusa al ministero che la sola voce che tra i candidati si nasconda uno sbirro sia sufficiente a desisterli da ogni irregolarità, tutti noi sappiamo quanto ha ragione. Nel caso l’infiltrato non sia il fantasma formaggino, lo si riconosce per la nauseante tranquillità che sfoggia in contrasto con l’ambiente, l’infiltrato non è pallido, non suda, non ha i brividi, non ha caldo, non vomita, non gesticola, non si guarda attorno, non va in bagno, non ripete, non parla, non è in alcun modo nervoso. Attenzione dunque, vigilanza costante!

...e le candidate di poter diventare cosà.

L’aficionado

L’aficionado (“affezionato”, per i monolingue) è il candidato che tipicamente affronta il test ogni anno dal decennio precedente al nostro. Gli affezionati sono quel che resta di mistici andati in malora e avariati da tempo, alcuni decidono di passare il periodo interprova iscrivendosi ad altri corsi che nella loro mentalità spongiforme considerano comunque inferiori a medicina e chirurgia, tipo farmacia, veterinaria ma in primis scienze biologiche; quest’ultimo corso è infatti invaso da affezionati in attesa che il proprio destino finalmente si compia. A dire la verità può capitare che qualcuno venga illuminato lungo il cammino e decida di terminare il corso “di riserva”, ma la maggior parte non ne frequenteranno neanche le lezioni perdendosi nel misterioso limbo dei candidati perduti. Vi sono poi quelli che per prepararsi al test decidono di prepararsi al test e basta. Vendono la propria anima ad Alphatest e simili, e passano anni interi chiusi in casa a studiare, interrogare le carte e incitarsi da soli allo specchio. Dopo il quarto tentativo a vuoto molti vengono internati.

Frasi tipiche: (parlando a sè stessi) ”Dai Enrico! Dai che ce la fai! Non ti sei fatto 6 anni di scienze biologiche e 4 di veterinaria per niente, dai! Dai! Dai!” e si fascia la fronte con la benda da kamikaze.

Neonato vestito da medico: il destino di un erede è deciso prima della nascita.

L’erede

L’erede è il figlio, figliastro, nipote, cugino, protetto di uno o più medici o presunti tali. Per molti versi somigliano ai mistici, ma non vanno in giro con l’aureola di beatitudine sul capo. Per gli eredi la professione medica è appunto ereditaria, c’è lo studio di papà ben avviato, la casa e il suv da mantenere, il prestigio e l’onore del titolo, per non parlare del posto di lavoro assicurato e poco importa se il tizio in questione ha una gamella piena di segatura al posto del cervello o si esprime con la lingua dei macachi, il suo posto in società è stato già deciso. Si può facilmente comprendere come gli eredi apprezzino il test di medicina come un’appendicite fulminante, infatti è tra di loro che si trovano i raccomandati più sfacciati (o più disperati, che dir si voglia). Purtroppo, per quanto le famiglie si calino le braghe il più possibile (vuole tutto subito o la mazzetta gliela do a rate?), non tutti gli eredi riusciranno a passare il test. La maggior parte di loro però terminerà il corso di studi passando gli esami con lo stesso infallibile metodo a cui hanno già fatto ricorso per entrare a Medicina, diventando così da grandi quei medici che scambieranno il vostro infarto del miocardio per un'indigestione da impepata di cozze.

Frase tipica: “Sai, iosonofigliodimedicomiopapàèmedicoanch’ioungiornosaròmedicoèbelloesseremedico. E tuo padre che lavoro fa?”

Il nonno

Il nonno è il candidato la cui data di nascita risale a un’altra epoca, il medioevo o giù di lì, il suo scopo non è certamente quello di passare il test, ma di farlo passare a qualcun altro (solitamente è parente di un erede), sfortunatamente dimentica sempre che nell’aula del test non è concessa l’installazione del telegrafo, né tantomeno l’uso dei piccioni viaggiatori. Si riconoscono facilmente per l’odore di colonia misto a formaldeide che si portano appresso e per i modi di fare da signore del cavolo.

Il corsista

Il corsista è il candidato che, pur di non studiare da solo, decide di privarsi di migliaia e migliaia di euro per seguire un corso esterno in cui gli insegneranno come superare il test ed eventualmente il significato della parola studiare. In cambio dello stipendio mensile dei genitori, i sedicenti professori di tali corsi insegnano ai corsisti infallibili trucchi metodi per passare il test, come fissare alternativamente sei puntini per una mezz’ora, in modo da aumentare la “velocità dello sguardo”, oppure consiglieranno di vestirsi tutti uguali durante il test per riconoscersi e aiutarsi, o bere tutti gatorade, o portare la polo bianca e i pantaloni blu. Grande è la saggezza e l’onestà di questi professoroni del Benga. I corsisti, diligenti, non vengono meno a tali alti insegnamenti, dato che insieme al portafoglio hanno dato via anche il cervello. Se passano il test, andranno in giro a far pubblicità gratuita dei corsi, esaltandone l’utilità (con quel che costano), se non lo passano cambieranno corso in modo da essere fregati di nuovo ma in modo diverso.

Dialogo tipico:

- Corsista: “Tu hai fatto il corso?(domanda ripetuta a chiunque)”
- Povero Collega: “No”
- Corsista: “E sei entrato lo stesso?”
- Povero collega: “Evidentemente…”
- Corsista: “Peccato, avresti dovuto farlo…”
Errore tipico di un inetto, firmare la scheda delle risposte.

L’inetto

L’inetto è l’idiota di turno che, cascasse il mondo, non manca mai. Il suo unico scopo al test è fare numero e riempire le statistiche, oltre che scatenare intorno alla propria persona un giramento di palle che neanche il Sole. L’inetto, Dio ce ne scampi e liberi, non si è preparato e non ha studiato, a malapena sa cosa sia il test, si potrebbe allora pensare che sia un essere docile e tutto sommato innocuo ma per mala ventura non è mai così.
L’inetto prima della prova è dedito a far perdere la concentrazione agli altri candidati, ponendo loro domande blasfeme sugli argomenti più semplici del programma o sulle modalità di svolgimento del test (giusto per informarsi all’ultimo momento). Durante la prova, non riuscendo a capire neanche una domanda pensa sia cosa molto intelligente chiedere al vicino, rischiando così il ritiro del test per entrambi. Il vicino gli risponderà molto cortesemente di starsene zitto oppure se è veramente bastardo a puntino gli darà le risposte sbagliate, che l’inetto accetterà senza neanche ringraziare; infine dopo la prova passerà il tempo a lamentarsi a gran voce (in modo che tutti sentano) che il test era troppo difficile, che fa schifo, che l’università fa schifo e che non c’era neanche una domanda di medicina (come se il test fosse preparato per quelli che in medicina sono già entrati).
A tutt’oggi, non si sa che fine fanno gli inetti, voci insistenti suggeriscono che dopo la prova essi vengano prelevati e, nel tentativo di dar loro utilità, utilizzati come cadaveri per le esercitazioni di facoltà, noi tutti speriamo che sia proprio così.

Il dopotest

Dopo che la Grande Prova è stata affrontata, ogni candidato, indipendentemente dalla specie a cui appartiene, è costretto a giorni di insopportabili angosce e crisi di nervi con tanto di ridarelle isteriche qua e là, in attesa che CINECA l’ineffabile pubblichi le Graduatorie del Definitivo Giudizio (definitive, per il populino), sempre sperando che non si debba attendere novembre, a causa degli orrori errori nelle stesura delle domande che puntualmente vengono fatti da quegli analfabeti del Gentile Ministero.

In ogni caso, dopo la Divina Pubblicazione, saranno le singole Università a spacciare on-line le graduatorie della propria facoltà. Se nella graduatoria sono resi noti anche i nominativi dei candidati, certamente ciascun candidato non ne approfitterà e andrà a controllare solo (da sottolineare) la propria posizione, altrimenti bisognerà sperare che i tizi in questione non abbiano perso in un tombino il proprio codice identificativo, la cosa sarebbe alquanto spiacevole.

Per chi entra e per chi esce

Ai fortunatissimi (ma anche no) che riescono a passare il test e ad entrare nel fantasmagorico mondo di Medicina & Chirurgia diciamo: complimenti! Forse un giorno diventerete medici e allora sì che riuscirete a effettuare un’esplorazione rettale con competenza, non con quei cosi strani che avete utilizzato con chi sapete. Cercate di non farvi denunciare!

Agli infelici (ma anche no) a cui purtroppo il santo non ha fatto la grazia diciamo: non vi scoraggiate! Non disperatevi! Vedrete che avrete tantissime altre occasioni di rovinarvi la vita! Cominciate a parcheggiarvi a Biotecnologie, avete tutto il tempo per fallire di nuovo l'anno prossimo.