Stephenie Meyer

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« Ma che OOOOOOH! »
(Chiunque abbia un minimo senso della letteratura su Stephenie Meyer)
« Sì, non è male, ma noi avremmo potuto fare di meglio. »
(Dislessici di tutto il mondo su Twailait, prima fatica e flop commerciale di Stephenie Meyer)
« Non fatevi illusioni: torneranno. Con una maschera diversa per non farsi riconoscere, ma torneranno. Tornano sempre. »
(Pentito di mafia sui fan di Twailait)
« Con i suoi vizi da bambina... gonne corte, fanta e cocaina. »
(Tre allegri ragazzi morti su Stephenie Meyer)

Stephenie Meyer/Steffeni Maier/Gwen Stefani/Milka Amavel è definita da alcuni una delle maggiori responsabili della palude in cui sguazza la letteratura contemporanea. Da altri la migliore scrittrice mai pubblicata da vent'anni a questa parte, seconda solo a Melissa P., Isabella Santacroce e Giulio Tremonti. Ma questo non ti deve smontare: per me, infatti, sarà sempre un mito.

Biografia

Stephanie, la fidanzata d'America.

Stefania Mieri nasce nel 3000 a.C. sotto mentite spoglie nei pressi di Forks, in Cofinisce inevitabilmente per dividerli. Non cesseranno mai completamente di mantenere i contatti; attorno al 1987 a.C. il gagliardo giovanotto le dedica la canzone Mai Misciel, il cui reale significato è tuttora ignoto. Sarà sempre il fiorellino a offrirle tutto l'appoggio di cui avrà bisogno per coronare il suo sogno.

Twilight

File:Twilightbook
Il pomo della discordia.

Dopo l'addio a Rose, la sagace donzella precipita nella depressione e nello sconforto più neri. La povera contadina è ancora ignara del colpo mortale che tra poco verrà inferto al suo unico neurone residuo, determinando anni di benessere e lusso sfacciato. Almeno fino al prevedibile declino e oblio, ma di questo si parlerà più tardi. Divenuta ormai maggiorenne, perduto il suo unico compagno di viaggio e conseguentemente i viveri, è costretta ad una vita di stenti. Senza casa, senza soldi, senza cibo, senza talento e senza Jacuzzi, i suoi giorni proseguono lenti e leggermente odorosi di formaggio molle e tabacco Virginia.

La grave perdita subita in così tenera età continuerà a tormentarla per gran parte della vita adulta, spingendola ad esorcizzare il trauma infantile scrivendo romanzi in cui i protagonisti sono perennemente fermi allo stadio embrionale/infantile/preadolescenziale. Cosa a cui, peraltro, a voler essere proprio pignoli, la Meyer ambisce fin dagli spensierati giorni di Amsterdam. I suoi racconti sono tutti accomunati da un ambiente cupo e oscuro, una trama intricata e un profondo senso d'inquietudine personale e bla, bla, bla.

Inutile dilungarsi oltre sulla pietosa storiella pre- (volendo anche post) Tuailait. Raramente i megalomani mancano di aiutarsi a vicenda: un bel giorno di fine estate accanto alla scatola di cartone della Meyer verrà recapitato un lauto assegno, sufficiente a campare egregiamente di rendita per almeno due anni. Firmato: W. A. Rose, bacini bacetti baciotti e tanti cari augurini per la carrierina. Stephanie non si farà pregare. Ritirandosi in un eremo tibetano, lontano dal caos e dal degrado del mondo Occidentale, riuscirà finalmente a partorire il romanzo che tanto frantumerà i coglioni ai lettori di mezzo mondo. Per non parlare dei suoi fratellini monchi; Niu Mun, Iklipzz, e Brecching Doun, tutti scritti in ostrogoto per celebrare la laurea ottenuta in Lingue Antiche alla Brigham Young University, Provola, Utah.

E Twailait sia. Amen.

Tanto vuoi vedere che tra sette anni e altrettanti sequel, nessuno se ne ricorderà più? Eh, già.

Pare sia sposata. Pare con Sancho Panza. Pare da non poco tempo. Condoglianze al maritino. E viagra. Tanto, tanto viagra.

Fan

Due tipiche Tuailaitiane.

Ovviamente un sì mirabile talento per la scrittura non poteva passare inosservato. La Maier ha già collezionato un'impressionante schiera di lett...fungherl accanite, che, dice, con un po' di buona volontà potrebbero rivelarsi un'ottima alternativa al Guttalax e ai vibratori anali, e che spera di brevettare entro il 2009.

Twilighters

Il frequentatissimo sito dedicato a tutte coloro che si sono innamorate della raffinata arte Maieriana meritava come minimo un accenno a fine pagina. MA ANCHE NO!