Robinson Crusoe

Da Nonciclopedia, cioè, 'sti cazzi.
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Robinson Crusoe così come descritto da Daniel Defoe. La foto fu scattata negli spogliatoi della Lazio (vedi intervista)
Venerdì : Ma badrone du hai deddo ghe il Venerdì non si mangia garne
Robinson : Non devi mordere: succhia!

Robinson Crusoe di Daniel Defoe è il primo romanzo gay della storia della letteratura.

Il naufragio

Robinson Crusoe si imbarca clandestinamente su una nave a vela per evitare l'arresto per sodomia. La nave prima sbaglia rotta, poi si ferma in mezzo all'oceano per mancanza di benzina, poi c'è uno sciopero dei marconisti, poi si guasta la bussola, poi si apre un falla, infine incontra una tempesta che la fa naufragare in pieno oceano. Sopravvive solo Robinson grazie alla sua fortuna dovuta al fatto che è stato benedetto da un prete in odore di santità. Dapprima sopravvive aggrappandosi al rottame dell'unico cesso della nave, poi trova un salvagente, che in realtà non è un salvagente ma un tarallo di gomma per le sedie degli emorroidati. Infine riesce a raggiungere terra a nuoto e si trova su un'isola deserta, come gli dice il cartello "ISOLA DESERTA" che c'è sulla spiaggia. Comunque la spiaggia dell'isola deserta è piena di cartacce, cicche di Marlboro, di assorbenti usati, preservativi usati, carta igienica usata, tappi di aranciate e coca-cola, secchielli di gelato e cacate innumerevoli. Infine sul retro del cartello "Isola deserta" trova la foto di Gigi D'Alessio.

Venerdì

Un ritratto di Venerdì dopo il trattamento notturno con lo scaldino ricevuto da Crusoe.

Ora lui si trova in mutande, infreddolito, morto di fame e senza niente, come un cassintegrato. Ma mentre sta per suicidarsi sbattendosi in testa una noce di cocco, la noce si rompe e lui mangia il cocco rosicchiandolo dalla scorza. Poi comincia a raccogliere maruzze ed alghe per la fame e nel frattempo sulla piaggia giunge una barca di selvaggi, che lui riconosce per essere selvaggi perché somigliano proprio a dei selvaggi vestiti da selvaggi, con un prigioniero che loro vogliono cucinarsi rosmarino e brace. Stanno per ammazzarlo quando vedono Crusoe che fa così schifo da fargli passare la fame. Crusoe, siccome ha mangiato alghe e maruzze, emette un rutto che solleva una nuvola di sabbia ed i selvaggi, che infatti sono; selvaggi, si;spaventano;credendolo il Dio Hutkaz, dio delle tempeste e dei;rutti,;si spaventano e rinunciano al pranzo cannibale lasciando il prigioniero nero e fuggono a piedi in mare. Crusoe chiede al prigioniero come si chiama ed ottiene come risposta:

" E barla zelvaggio, sdronzo. Non lo zai ghe io non ho studiado ingleze?"

e allora Crusoe, che non ha capito un beneamato cazzo di quello che ha detto il negro, lo chiama Venerdì.

"Tu da oggi ti chiami Venerdì." dice Crusoe.

"Gome zarebbe? - pensa Venerdì - Io mi ghiamo Vemneriaunzepiotripocheraticosmu! Se non gli biaceva non boteva ghiamarmi, ghe so? Temistocle, Prosdocimo, Alcibiade, Neottolemo, Parmenione, Vercingetorige? Ma ghi crede di essere guesto? L'Uffigio Anagrafe?"

Amicizia tra Crusoe e Venerdì

Venerdì spiega le conseguenze del trattamento notturno ricevuto da Crusoe.

Comunque quella notte, mentre dormivano, Venerdì sente una cosa calda dietro. "Ma ghe mi ha messo lo sgaldino?" pensa Venerdì "Ma ghe è scemo? Qua ziamo ai trobici!" Poi si accorge che lo scaldino ha forma tubolare e che lo spinge come una supposta. Venerdì si oppone alla cosa ma Crusoe lo picchia in testa con un bastone e lo obbliga a sottostare, cioè a stare sotto, fino ai bruciori di culo.

Crusoe mette Venerdì al lavoro: gli fa costruire una casa con piscina e doppi servizi, lo manda a pescare granchi ed aragoste, lo fa cucinare, lavare i piatti, fargli pediluvio, pedicue e pompino, gli fa lavare ogni mattina le uniche mutande che gli sono rimaste(Venerdì invece porta una foglia di babano sulla banana), coltivare ortaggi, spostare rocce che gli chiudono il paesaggio, aggiustare camions, riparare televisori, frigoriferi, asciugacapelli oltre a sventagliarlo con le foglie di palma. "Ma du guarda guesto!- pensa Venerdì - Mi ha breso per un'ugraina? Ma io vado al zindagato e gli faccio gausa!"

Ma un giorno Crusoe si ammala, è debolissimo, febricitante: ed allora Venerdì, dopo essersi infarinato il cazzo nella sabbia, lo mette a pancia sotto e gli fa lo stesso servizio della supposta. La cosa è dolorosa, Venerdì è un negro col cazzo da negro, ma alla fine Robinson deve cedere, anche se il suo urlo richiama tutti i bagnati dell'isola deserta. Robinson continua ad urlare per circa un'ora e poi corre in mare a sedersi nell'acqua, che per questa ragione comincia a fumare. Poi i due cominciano a costruirsi una barca per lasciare l'isola. Venerdì comincia a costruirla dal cesso.

- Robinson: “Ma perché cominci dal cesso?”
- Venerdì: “Gosì la smeddi di gagare per dudda la sbiaggia, ghe ci sono andado sobra due volde!”
. Ma la fortuna viene loro incontro: avvistano una nave.

La nave della salvezza

È una nave di lusso, da crociera. Ha un nome sospetto, "Enteroclisma" e porta sulla bandiera la fotografia di Luxuria. Crusoe e Venerdì, col fumo, urla e sculettamenti, riescono ad attirare l'attenzione. La nave trasporta una comitiva di trans capitanata da Alessandro Cecchi Paone diretti ad un concerto porno di Adriano Pappalardo. Vengono presi a bordo, asciugati e lavati daccapo, profumati e nutriti perché i trans credono siano maschi attivi; ma poi, dopo averli tastati, non avendo avuto risposte, i trans si accorgono che i due sono affrociati e li ributtano a mare.

Abbandonati alla deriva si salvano a stento nuotando velocemente e riescono a tornare all'isola. Allora decidono di darsi ad affari più oculati ed aprono un albergo dal nome: "Anal Black and White" con annessa rivendita di dildo ruvidi fabbricati da Venerdì col legno di cocco.

Il prof.Badile sul personaggio di Venerdì

Al prof. Manlio Badile, autore del trattato Eros Ramazzotti e psiche, abbiamo chiesto di chiarirci l'importanza filosofica del personaggio di Venerdì. Gli abbiamo inoltre chiesto di lavarsi i denti a causa del suo alito pestilenziale che metteva in corto circuito il microfono dell'intervistatore.

- Domanda: “Professore, che può dirci di Venerdì?”
- Risposta: “Te lo dico fra tre giorni... oggi è martedì”
- Domanda: “Ma no, professore! Mi riferivo al personaggio di Defoe.”
- Risposta: “Defoe? Giocava con la Lazio?”
- Domanda: “Ma no, no. Il romanzo, il romanzoooo...”
- Risposta: “ Ah! Così questo Defoe ha scritto un romanzo sulla Lazio?”
- Domanda: “Noo, noooo, ma quale Lazio e Lazio, Dio solforico! Il romanzo Robinson Crusoe, quello del naufrago sull'isola deserta...”
- Risposta: “Ah, sì? E che ha fatto?”
- Domanda: “San Licopodio martire!!! Robison sbarca sull'isola e trova un negro e lo chiama Venerdì, ricorda?”
- Risposta: “Sì, sì. Ho capito... ho capito... ma a quel che ne so fra i due... sai... l'sola è deserta... la donna manca... eeee...”
- Domanda: “Ma l'importanza filosofica di Venerdì?”
- Risposta: “È l'espressione del dualismo frocico aristotelico... dimostra che o lo prendi o lo dai. Venerdì, il nero, era l'inculprendente... mentre questo Defoe era la parte attiva di questo dualismo, anche se reversibile. Inoltre giocava nella Lazio, scusate se insisto.”