Resistenza italiana: differenze tra le versioni

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Nella notte, un’epidemia di [[diarrea]] fulminante sconquassò il paese, i [[calciatori]] scesero in [[sciopero]] e fu il rompete le righe.
Nella notte, un’epidemia di [[diarrea]] fulminante sconquassò il paese, i [[calciatori]] scesero in [[sciopero]] e fu il rompete le righe.


[[File:Soldatini di piombo nordisti.jpg|left|thumb|175px|I fedelissimi al Duce vennero {{citnec|fermati sul più bello}}.]]
[[File:Soldatini di piombo nordisti.jpg|left|thumb|150px|I fedelissimi del Duce vennero {{citnec|fermati sul più bello}}.]]
Dopo aver ottenuto la mattina stessa la fiducia in [[parlamento]] con trecentotredici voti favorevoli, zero contrari e due astenuti (i fratelli Matteotti erano assenteisti cronici), [[Benito Mussolini]] venne preso alla provvista, ovvero col panino in mano, e venne arrestato mentre il nuovo governo predisponeva la carcerazione delle truppe a lui più fedeli.
Dopo aver ottenuto la mattina stessa la fiducia in [[parlamento]] con trecentotredici voti favorevoli, zero contrari e due astenuti (i fratelli Matteotti erano assenteisti cronici), [[Benito Mussolini]] venne preso alla provvista, ovvero col panino in mano, e venne arrestato mentre il nuovo governo predisponeva la carcerazione delle truppe a lui più fedeli.


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[[Cosa avrà voluto dire?]]
[[Cosa avrà voluto dire?]]

I partigiani compresero che con una simile organizzazione avrebbero rimediato [[figure di merda]] perfino contro [[Chic Bipapo]], perciò si rivolsero a un gruppo di esperti del ramo. Nel corso di una serrata riunione al [[Cremlino]] in compagnia della [[mummia]] di [[Lenin]], dello spirito di Trotzkij <ref>evocato da uno [[stregone]] [[Siberia|siberiano]]</ref>, di [[Palmiro Togliatti]] e [[Giulio Andreotti]], [[Stalin]] decise il nome del nuovo movimento {{citnec|che avrebbe liberato l’Italia}}.

[[File:Julius Evola.jpg|right|thumb|170px|Un raggiante Julius Evola ritira il premio ''Bandista dell'anno 1943''.]]
Il nome originale in russo suonava ''Resistenza Elettrica'', ma Berlinguer, incaricato dal [[Partito Comunista Italiano|Partito]], sbagliò la traduzione perché al piano di sopra [[Julius Evola]] si stava esercitando alla grancassa.

Il resto è presto detto: dopo anni di risse in tutte le osterie d’Italia, la Resistenza ridusse l’occupazione nazifascista al solo [[Padania|Nord Italia]]. Una serata un gruppo di partigiani scesi a valle per far rimbalzare i sassi sul lago intercettò il prode Mussolini che si stava recando a nord. Interrogato sul perché stesse volgendo le spalle al nemico, il Duce si giustificò dicendo di aver confuso il confine [[Svizzera|svizzero]] con la Linea Gotica. I partigiani lo catturarono, ma riuscirono ad astenersi da una vendetta crudele e insensata. Infatti, invece di scendere al suo livello e fucilarlo come facevano i fascistoni, gli spararono in testa e lo appesero umanamente per i piedi, portandone poi la salma a [[Milano]]. Caso volle che nella capitale padana quel giorno si tenesse il mercato, così la nuova prelibatezza chiamata ''Stoccafisso Benito'' raggiunse quotazioni elevatissime.

Mentre i tedeschi attraversavano frignando<ref>In tedesco, ovviamente.</ref> le Alpi per tornare dalla mamma, il Generale Patton visitò le città italiane accompagnato da [[Giorgio Napolitano]], ex-podestà ora a capo della Resistenza. Ammirando i monumenti italiani poco prima che i partigiani li abbattessero, il generale commentò divertito:

{{quote|Yeah, yeah! Very affascistante!}}

Intendeva dire ''affascinante''. [[Forse]].


== Note ==
== Note ==

Versione delle 10:13, 26 set 2011

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« Abbiamo duramente combattuto contro il nemico guidati soltanto dal disinteresse e dall’amor di patria. »
(Ex-partigiano mezzo secondo prima di crepare dalle risate)
« Il bello dell’essere partigiano è che le donne te la danno. E se non te la danno, puoi sempre prendertela. »
(Michele Santoro su incontrare resistenza)
« Ecco fatto. Anche oggi abbiamo dato il nostro contributo nella lotta al collaborazionismo. »
(Partigiano che si riabbottona la patta mentre la collaborazionista inginocchiata davanti a lui tossisce ripetutamente)


La Resistenza (conosciuta anche come Grande Infamia dai fascisti o come Via libera, tiriamo fuori le lupare dai partigiani), nella storia italiana indica un periodo di ritorno al caos primordiale infilatosi nella pausa fra dittatura e democrazia. Da qui il termine tecnico con cui la indicano gli studiosi, vale a dire Dalla padella nella brace.

Caratteristiche generali

Futuro partigiano fotografato un petosecondo prima della caduta del regime.

Secondo quanto accertato dagli esperti di Studio Aperto, la Resistenza è combattuta da una figura chiamata partigiano, sorta di soldato, ma con una differenza sostanziale: se il soldato ha sempre torto, il partigiano ha sempre ragione[citazione necessaria], soprattutto se si autodefinisce rivoluzionario.

Sulle motivazioni della Resistenza gli storici hanno discusso a lungo, giungendo a reciproche minacce di morte un sostanziale accordo. Alcuni sogliono ricondurre le origini di tale fenomeno alla semplice voglia di far casino, ma i motivi sono assai più profondi. Diciamocelo, non se ne poteva più di avere fra i piedi tutti quei tedeschi vestiti di nero che puzzavano di crauti. E non se ne poteva più nemmeno del fascismo: trascorrere ore e ore impettiti nel saluto romano provocava diffusi crampi alle braccia, impedendo di utilizzarle per scopi più utili.[1]

La Resistenza interpretava un diffuso malcontento a livello popolare, com’è dimostrato dalla sua composizione politicamente trasversale: qualche decina di migliaia di comunisti, poche migliaia di socialisti, un centinaio scarso di anarchici e due o tre papaboys che passavano di lì per caso. Il fatto che il novanta per cento dei partigiani fino al giorno prima indossasse la camicia nera non deve trarre in inganno. Si trattava, infatti, di un’astuta tattica per confondere il nemico.[2]

Breve storia della Resistenza

Tutto cominciò quando un aeroplanino telecomandato di proprietà di due marinai statunitensi fuggì al controllo e si schiantò sulla costa siciliana. I soldati italiani, in preda a un attacco di coraggio, si presentarono dal generale per rassegnare le dimissioni, scoprendo che il prode comandante li aveva battuti sul tempo e si trovava già sulla spiaggia di Ibiza a brindare con Francisco Franco.

Nella notte, un’epidemia di diarrea fulminante sconquassò il paese, i calciatori scesero in sciopero e fu il rompete le righe.

I fedelissimi del Duce vennero fermati sul più bello[citazione necessaria].

Dopo aver ottenuto la mattina stessa la fiducia in parlamento con trecentotredici voti favorevoli, zero contrari e due astenuti (i fratelli Matteotti erano assenteisti cronici), Benito Mussolini venne preso alla provvista, ovvero col panino in mano, e venne arrestato mentre il nuovo governo predisponeva la carcerazione delle truppe a lui più fedeli.

I partigiani presero in consegna il Duce e lo portarono in un sorvegliatissimo[citazione necessaria] agriturismo abruzzese. Si sparse però la voce che per un sentiero non lontano stava transitando un tizio che portava in tasca un orologio d’oro, e la maggior parte dei partigiani presenti abbandonò l’agriturismo. Quando giunsero sulla strada si avvidero che il passante era in realtà uno spaventapasseri vestito da tedesco che faceva il gesto dell’ombrello, così tornarono indietro, ma era troppo tardi: il Duce aveva già corrotto uno dei carcerieri con l’ausilio di un piatto di lenticchie e si stava allontanando sghignazzante come il Dottor No in James Bond Moonracket:

« Li ho fregati nel 1922 e ci cascano ancora come dei fessi. »

Cosa avrà voluto dire?

I partigiani compresero che con una simile organizzazione avrebbero rimediato figure di merda perfino contro Chic Bipapo, perciò si rivolsero a un gruppo di esperti del ramo. Nel corso di una serrata riunione al Cremlino in compagnia della mummia di Lenin, dello spirito di Trotzkij [3], di Palmiro Togliatti e Giulio Andreotti, Stalin decise il nome del nuovo movimento che avrebbe liberato l’Italia[citazione necessaria].

Un raggiante Julius Evola ritira il premio Bandista dell'anno 1943.

Il nome originale in russo suonava Resistenza Elettrica, ma Berlinguer, incaricato dal Partito, sbagliò la traduzione perché al piano di sopra Julius Evola si stava esercitando alla grancassa.

Il resto è presto detto: dopo anni di risse in tutte le osterie d’Italia, la Resistenza ridusse l’occupazione nazifascista al solo Nord Italia. Una serata un gruppo di partigiani scesi a valle per far rimbalzare i sassi sul lago intercettò il prode Mussolini che si stava recando a nord. Interrogato sul perché stesse volgendo le spalle al nemico, il Duce si giustificò dicendo di aver confuso il confine svizzero con la Linea Gotica. I partigiani lo catturarono, ma riuscirono ad astenersi da una vendetta crudele e insensata. Infatti, invece di scendere al suo livello e fucilarlo come facevano i fascistoni, gli spararono in testa e lo appesero umanamente per i piedi, portandone poi la salma a Milano. Caso volle che nella capitale padana quel giorno si tenesse il mercato, così la nuova prelibatezza chiamata Stoccafisso Benito raggiunse quotazioni elevatissime.

Mentre i tedeschi attraversavano frignando[4] le Alpi per tornare dalla mamma, il Generale Patton visitò le città italiane accompagnato da Giorgio Napolitano, ex-podestà ora a capo della Resistenza. Ammirando i monumenti italiani poco prima che i partigiani li abbattessero, il generale commentò divertito:

« Yeah, yeah! Very affascistante! »

Intendeva dire affascinante. Forse.

Note

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  1. ^ L’agricoltura, ovviamente.
  2. ^ Chi ha detto frottola?
  3. ^ evocato da uno stregone siberiano
  4. ^ In tedesco, ovviamente.