Parrucchiere

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Ecco come sono i normali capelli della donna
« Allora, come li facciamo questi capelli?Diamo una spuntatina alle punte? »
(Parrucchiere poco prima di rapare la sua vittima a zero)
« Che ne dici di una bella tinta color cioccolato? »
(Parrucchiere poco prima di colorare di rosa pallino i capelli della vittima)
« Dovresti venire più spesso da me sai? Ai tuoi capelli gioverebbe, li vedo mosci »
(Parrucchiere arraffone)

Il parrucchiere (anche detto eir stailist, perché in inglese fa figo) è una persona subdola, dall'aria apparentemente accondiscendente e servizievole ma in grado di rovinare la capigliatura di giovini speranzose che volevano solo una chioma fluente e perfetta.

L’inizio di tutto

I pinguini ci rivelano quale taglio preferiscono. Carino e boccoloso.

Tutto inizia un bel mattino di un mese e un anno imprecisato, la donna x si sveglia, va allo specchio e nota che i suoi capelli non sono più lucidi e belli come una volta, ma assomigliano a un parrucchino scomposto che sembra attaccato al cranio con l'ausilio di abbondante colla vinilica[citazione necessaria]. Siccome una donna non può presentarsi come una barbona (è di regola) decide di chiamare il proprio parrucchiere di fiducia per dare giusto una spuntatina qua e là. Armata di telefono, tenta di chiamare: la prima volta vedrà il suo tentativo sfumare. Il parrucchiere non risponde. Proverà almeno settanta volte prima che qualcuno si degni di calcolarla. Finalmente, con fare falsamente esausto, risponderà il parrucchiere o chi per lui. L'appuntamento di solito viene fissato di pomeriggio, perché di mattina la donna standard ha sempre qualcosa da fare, dal farsi la maschera facciale coi cetrioli al vedere se Ridge mette per l’ennesima volta le corna alla bagascia di turno.

Il luogo

Ci sono due diversi tipi di negozi.

  • I negozi piccoli e sfigati che stanno ad angolo, proprio vicini al meccanico e all'agenzia delle pompe funebri.
  • I negozi fighissimi e tecnologici che stanno in centro città, ad angolo con la discoteca e la Upim.
  • I negozi piccoli e sfigati sono come i rompipalle: sono dappertutto. Inoltre hanno nomi deprimenti come: da pippa, da giorgino, da franci, e così via. L'interno misurerà più o meno quanto uno stanzino per le scope e l'arredamento consisterà in foto ingiallite di capigliature del vecchio ottocento o in una foto in bella mostra di Riccardo Cocciante quella volta che è venuto a sfoltirsi i ricci.
  • I negozi fighissimi e tecnologici invece sono localizzati nel posto giusto al momento giusto. Sono quelli con le porte a vetri automatiche, le foto di tagli ultra moderni come il caschetto alla Raffaella Carrà arricchito da piume di gallina e gli orologi che segnano le ore di Londra, Berlino e Kazakistan. Inoltre, a differenza del negozio sfigato, hanno nomi assurdi tipo: Belli capelli o La compagnia del capello.

Il Parrucchiere

Un esempio di parrucchiere.

Il parrucchiere varia a seconda del bordello negozio che si ritrova a gestire così come il personale.

  • Parrucchiere del negozio sfigato: di solito è un uomo o una donna con strani capelli che vorrebbero essere alla moda ma non lo sono. Se è donna, porterà le sempiterne meches di uno strano colore (che può variare dal giallo piscio al rosso fuoco), se è uomo un taglio anonimo o direttamente una pelata lucida e splendente. Il personale di questo negozio è di solito composto da un tizio/a dall'aria insignificante, il cui unico ruolo sarà raccogliere capelli o shampare i clienti.
  • Parrucchiere del negozio fighissimo: l’uomo o la donna che lo gestisce sarà sempre ed esclusivamente meglio vestito/a, meglio pettinato/a, meglio truccato/a di voi. La sua chioma sarà sempre e costantemente perfetta, e non si sa come, visto che passa la giornata a sgobbare come un mulo sulle teste delle signore. Il personale è infinito. C’è la shampista, la colorista, la phonista, la pettinista e altra gente dai ruoli inutili ma che servono immancabilmente al parrucchiere (o cuaffer perché in francese fa raffinato).

L’appuntamento

Dopo aver descritto le peculiarità, passiamo alla descrizione di una giornata tipo della donna x che si dirige dal parrucchiere di fiducia. Di solito il negozio non è molto distante, perché gli scaltri parrucchieri vogliono ricordarvi della loro esistenza ogni singolo istante, a ogni singolo passo. Appena la donna fa il suo ingresso si vedrà davanti una lunga coda di altrettante donne, nonostante sia venuta un'ora prima dell’orario prefissato. Sarà costretta quindi alla squallida attesa.


La squallida attesa

Dopo essersi ripresa dallo shock, la donna verrà fatta accomodare su poltroncine imbottite, di solito in finta pelle, così ogni volta che tenterà di accavallare le gambe o grattarsi l’alluce la maledetta farà un casino infernale e tutti la guarderanno con odio e disprezzo. Siccome quando ci si annoia il tempo passa più lentamente, la donna cederà alla tentazione della rivista. La rivista è ovviamente quella standard, quella di gossip o quella di salute e bellezza. Ma nemmeno la rivista potrà sedare questo vuoto. Infatti l'attesa dal parrucchiere è di estrema lunghezza e può variare dalle 3 alle 10 ore. Ma, dopo aver aspettato decadi e letto per la sessantesima volta le appassionanti confessioni di Rita dalla Chiesa e aver imparato a memoria la dieta dell'aria (che consiste nel mangiare solo aria e nient’altro), finalmente sarà il suo turno e a stento la donna si tratterrà dal ballare come una scimmia ubriaca.

Lo shampoo che rende i vostri capelli più brillianti

La shampata

La donna in questione verrà, innanzitutto, fasciata in strani indumenti dalla consistenza di carta velina per prevenire eventuali e dannosissimi schizzi, e poi costretta ad appoggiare la testa all'interno di uno strano lavabo con cavità apposita, comodo quanto dormire sui sassi. Oltre al collo semi-paralizzato, la donna dovrà subire viulenti getti d’acqua calda o fredda, perché la shampista non sarà in grado di regolarsi a causa dei guanti oppure perché avrà le mani atrofizzate. La shampata consisterà nel versare sul capo della donna una serie infinita di intrugli, che vanno dal balsamo rinforzante all'estratto di pino bianco del Madagascar all'olio di ricino. Da non dimenticare con quanta cura e delicatezza la shampista massacrerà la cute della povera donna e con quanta passione le verserà ettolitri di shampoo negli occhi.

Consigli per il taglio

Finito il rilassante shampoo la donna, semi traumatizzata, verrà fatta sedere su di una sedia girevole, (quella con le ruote bastarde che appena ti ci siedi, non si sa per quale magia, va all'indietro lasciandoti con le chiappe sul pavimento) e sottoposta ai consigli del cuaffer/eir stailist/parrucchiere. La donna, perplessa, chiederà una semplice sfoltita o una tinta. Il parrucchiere storcerà il naso, la guarderà schifato ed esordirà con una frase tipo: "Qui ci vuole molto di più di un semplice taglio" o "Mai stai scherzando, non è vero?” (seguita da sbarramento d’occhi e labbro tremulo).
Anche il vostro gatto si è fatto consigliare da un parrucchiere.
A questo punto partiranno a raffica i suoi famosi consigli, che comunque è solo un parere. La donna allora ha due possibilità:
  • Seguire i consigli e farsi rovinare a vita.
  • Non seguire i consigli e così facendo sentirseli riproporre ogni secondo dal parrucchiere, finché, ammaliata (o rincoglionita) dalla sua parlantina non sarà costretta ad accettare.

Quindi non c’è scampo.

Il taglio

Il taglio è la fase topica,la più importante, il momento clue. Il parrucchiere richiamerà a sé tutte le forze del male e del bene, ne farà un mix micidiale e le userà contro l’ignara donna. Innanzitutto userà come arma di offesa una spazzola dai denti d’acciaio, atti a scuoiare ad hoc il cuoio capelluto della donna e abbassarne le sue capacità di difesa, poi userà le forbici, all'apparenza innocenti ma che diventano strumenti terribili nelle mani di un parrucchiere, atte a distruggere la capigliatura. Ma non solo, per garantire un risultato impeccabile all’acconciatura userà: una piastra per capelli a 300°C, con "casuale" passata anche su almeno un orecchio, una piallatrice, una fiamma ossidrica, un trapano e uno stuzzicadenti. Tocco finale: un po' di acqua di toilette per coprire la puzza di bruciato che emanano ogni volta i capelli nuovi. Con sorriso serafico e compiaciuto il parrucchiere farà una panoramica accurata di ogni singolo capello che ha salvato dal degrado (cosicché l'aiutante di turno possa occultare di soppiatto i 3kg di scalpo che giacciono sul pavimento), mentre la poveretta, incredula, non crederà ai suoi occhi e, per non offendere la fragile psiche del parrucchiere, articolerà qualche frase che vorrebbe essere un apprezzamento.

Pagamento

Lo splendido risultato finale: proprio come non li volevate voi.

Non ci soffermeremo più di tanto su questa parte: inutile dire quanto il prezzo sarà spropositatamente alto e quante le vane giustificazioni del parrucchiere come "Purtroppo hanno alzato i prezzi dei bigodini" o "Ma i nostri prezzi sono i più convenienti della città. Le ho fatto un taglio stupendo a soli 170 euri"

I capelli nuovi di zecca

Tornata a casa, la donna rimirerà più e più volte quella cresta da punk di color viola che si erge sul suo capo che, a detta del parrucchiere, va molto di moda negli ultimi millenni, e persino Britney Spears ha voluto un taglio così.
Sarà…
Però, alla fin fine, non è male la cresta, fa sembrare più snelle!

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