Nonnotizie:Povia l'ha preso dove lo prendeva Luca

22 febbraio 2009


I complottisti interpretano così la vittoria del tizio di carta.

Sanremo - Come il suo amico Luca, anche Povia si è dovuto chinare e ricevere il duro colpo della sconfitta. Probabilmente dietro tutto questo c'è una morale, ma Marco Carta non ha saputo spiegarla. L'aspirante piccione stavolta non è riuscito a trionfare a Sanremo, nonostante la massiccia pubblicità pre-festival fatta sul testo della sua canzone ed il tifo incessante dei tizi con la brutta copia della bandiera della pace fuori dal teatro Ariston. A nulla è servito l'ausilio di messaggi subliminali, quali lo sfoggio di simpatici cartelli formato 20x45 M, prontamente analizzati dal CCSG.

Un nutrito gruppo di Dietrologi è convinto che la vittoria del fighetto di turno sia il reale motivo della misteriosa presenza di Mario De Filippi come Valletto d'eccezione sul palco dell'Ariston. In realtà, complotti e teorie massoniche non sussistono, la realtà è ben diversa; la presenza del bimbominkia di Amici al festival è stata un attento piano di marketing creato dalla Lobby della Telefonia mobile. I vari gestori si sono infatti arricchiti grazie alle operose fun del giovane vincitore, le quali per sostenerlo sono ricorse a qualunque mezzo, dai messaggi mandati dai cellulari di amici e parenti all'acquisto di nuove schede sim.

Ovviamene, Sanremo senza polemiche non è Sanremo. Come ogni anno, le lamentele e rosicate sollevate da sconfitti, giornalisti e rompicoglioni sono state numerose; prima tra tutte, l'eliminazione a tavolino dell'onorevole del PDL Iva Zanicchi, fatta fuori da un complotto comunista ordito da Benigni e da Oscar Wilde. La seconda grande critica è stata fatta al peculiare sistema di votazione dei 300 giurati delle prime serate della festa; pare infatti che una parte del pubblico dovesse votare quando si accendeva la luce blu, un'altra frazione mentre lampeggiava la luce rossa, una quando erano accese entrambe e l'ultima mentre la Luna entrava in Saturno. Inutile dire che il sistema ha causato non poco caos tra i poveri giurati, che per poco non rischiavano di eliminare il beniamino del boss Gigi D'Alessio, Sal Monella Da Vinci. Al Bano, dal suo canto, si è visto negare la possibilità di far votare i suoi giovani sostenitori con tecnologie più adatte al suo pubblico; purtroppo Legambiente si è fermamente opposta all'utilizzo dei segnali di fumo.

Quale che sia la verità, di una cosa siamo sicuri; non sentiremo più la parola kermesse per almeno un altro anno.

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