Medea (Euripide)

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« Sta tranquillo, caro, ne facciamo subito un altro! »
(Medea a Giasone di fronte ai cadaveri scempiati dei figli )
« Papà, guarda come sono be... »
(Glauce mostra al padre il capo d'abbigliamento regalatole da Medea )
Medea canta e balla sulle note di Gigi D'Alessio in “Medea: il musical”.

Medea è un figurina della collezione Panini “Streghe e divinità malvagie della mitologia”, per la precisione la numero 13. L'immagine dell'album rappresenta una donna graziosa ma incazzata come una belva che scarnifica un bambino, il che ci dà bene l'idea del personaggio. Secondo la leggenda, era figlia del Re della Colchide, Eeta Beeta, e di Topolino. Alcune tradizioni la vogliono invece figlia illegittima di Saddam Hussein e della sua cameriera Lidia. Una terza tradizione la vorrebbe invece mia zia, ma a nessuno importa.

Il mito

Medea, figlia del re della Colchide e potentissima strega, era un grandissimo troione, anche se Wikipedia questo non lo dice. Di giorno se ne stava tutta bella tranquilla, vestita come una suora a pregare davanti ai santini di Giovanni Paolo II; di notte metteva calze a rete, trucco pesante, saliva in sella alla sua scopa e andava a per le strade a saltare addosso ad ogni creatura di sesso maschile che le capitasse di vedere. Dopo l'accoppiamento, chiaramente, li uccideva e mangiava loro la testa, parte del corpo per cui nutriva un'insana passione. Questo finché un giorno tale Giasone venne a trovarla. Ora Giasone era il classico fighetto tutto muscoli eroe della storia, arrivato nella terra straniera governata dal supercattivo con l'intento di impossessarsi di un raro tesoro, avversato dal sovrano malvagio, e infine aiutato dalla di lui bella figlia perdutamente innamoratasi. Insomma vi ho detto tutto. Vogliosissima di accoppiamento con Giasone, Medea gettò via la tonaca ma non il cappello a punta, lo aiutò a rubare il prezioso vello d'oro del padre nonché il suo celebre gonnellino dalle tasche infinite, e scappò insieme a lui. Per strada, decise anche di approfittare dell'occasione per liberarsi del fratellino rompicoglioni Absirto, che aveva l'abitudine di seguirla ovunque. Prima lo uccise a martellate in testa, poi lo fece a pezzi, quindi una parte la mise nel congelatore, una parte la essiccò e la spedì al padre in un barattolo, e con quanto restava ci fece dell'ottimo carpaccio. Per questo e altri crimini non pagò mai anche grazie all'aiuto di un valido avvocato, la cui brillante linea di difesa fu che “al cuor non si comanda”, e che comunque probabilmente il colpevole era il vicino di casa.

Medea resa dalla sua più celebre interprete, Annamaria Franzoni

Emigrata in Grecia con l'amato Giasone, e ancora vogliosa più che mai, Medea riuscì finalmente ad accoppiarcisi, ma solo dopo aver indossato su richiesta del partner una robusta museruola (pare che Giasone avesse saputo dell'ossessione di Medea per le teste dei partner grazie ad un Oracolo). Ebbero dunque due figli, e tutta l'allegra famigliola si stabilì a Corinto (o, secondo alcune tradizioni, a Cogne). Qui Giasone salutò Medea, le spiegò pacatamente che lui aveva la carriera a cui pensare, che in fondo il loro rapporto non era mai stato una cosa molto seria, che due figli non sono mica un impegno per la vita e che gli dispiaceva se lei aveva frainteso, ma che potevano comunque rimanere amici; quindi la mollò lì con figli a carico e andò a farsi Glauce, un'ex-velina che aveva l'unico pregio di essere una ricca ereditiera figlia di Creonte, importante industriale della zona.

Medea sorrise e annuì. Quindi confezionò un fiocco rosa per i capelli con attaccata un bomba alla dinamite dei cartoni animati da 5000 kilotoni, e lo spedì a Glauce con un biglietto su cui era scritto: “da Medea, senza rancore, con i migliori auguri per il vostro matrimonio”. Glauce lo indossò subito, e andò tutta contenta a farsi vedere dal padre, prima di esplodere ammazzando tutti. Medea prosegui quindi la sua pacata reazione, prese il fido martello e lo mise alla prova ancora una volta sui due figli, dopodiché li scalpò, ne butto i cadaveri nelle fogne e inviò due belle parrucche all'ex marito.

Quindi bevve una Red Bull e se ne volò via canticchiando e lanciando pernacchie a Giasone. Dicono che sia tornata in Colchide, dove alla fine il padre l'avrebbe perdonata e le avrebbe anche sfornato subito un altro fratellino uguale al primo.

Variazioni sul mito

Il mito di Medea è considerato ancestrale e ha quindi subito numerosi riadattamenti nella storia, tutti belli e interessanti come una pubblicità di un adesivo per dentiere. Eccone quelli più importanti:

Medea di Euripide

Dal grande del teatro classico Il primo, inimitabile e più sfrangimaroni di tutti gli adattamenti del mito. Memorabile il duetto fra Medea e il coro, in cui ella sbotta con la celebre battuta: “Ma la finite di seguirmi e commentare ogni parola che dico?!”

Medea di Seneca

In questa versione del dramma teatrale, Medea, preda del furor platonico, ammazza tutti, compreso il cane, l'albero di cartapesta sullo sfondo e tre spettatori. Lo spettacolo non conobbe molte repliche.

Medea di Pasolini

« Non sapevo di aver fatto anche una Medea! »

Il film è una sequenza di scene di nudo maschile con protagonista Giasone.

Medea di Corrado Alvaro

Tutti prendono a bastonate Medea fino a quando lei non fugge via in lacrime.

Medea di Giuliano Ferrara

Uguale alle altre, solo che Medea non uccide i figli, ma li abortisce. E alla fine non la passa certo liscia, l'infanticida.

Medea di Antonio Socci

In questa storia Medea è un'atea di Sinistra che pianifica di uccidere i figli e bollirli per mangiarseli, e così vendicarsi di Giasone che si è convertito al cattolicesimo. Dopo una gita a Medjugorje, tuttavia, Medea vede la Madonna, si converte anche lei e diventa di Destra, e siccome i cattolici non ammazzano mai nessuno (cit necessaria) rinuncia ai suoi malvagi propositi, Berlusconi viene rieletto e finisce tutto bene.

Walt Disney's Medea

In questa versione dedicata ai più piccoli, Medea diventa un cartone animato. Alcuni aspetti del mito originale vengono addolciti e resi più adatti ad un film per famiglie, per questo la trama subisce poche piccole modifiche: Giasone non è mai stato innamorato di Medea, che è invece una perfida strega che vuole conquistare il mondo; i due non hanno mai figli in quanto già all'inizio del film egli è innamorato di Glauce, la giovane figlia del re, dolce ma ribelle e dal carattere deciso; inoltre Medea non ha nessun fratello, e Absirto è un simpatico piccolo pipistrello che l'accompagna e che dà vita a tutta una serie di esilaranti gag. Alla fine la strega si pente, si fa un bel numero musicale e tutti vivono felici e contenti.

Medea 2: ritorno in Colchide

Il seguito del film Disney, in cui Medea, diventata ormai amica di Giasone e Glauce e rassegnatasi a non scopare mai, torna con loro in Colchide per combattere contro il malvagio Re Eeta (che non è nemmeno parente alla lontana di Medea) e recuperare il vello d'oro, un magico talismano che può rendere tutti felici e contenti. E infatti alla fine vivono tutti felici e contenti (dopo un bel numero musicale).

Note

  • La visione di una qualsiasi versione della Medea veniva un tempo utilizzata per procurare aborti illegali.
  • Secondo alcuni, Medea sarebbe davvero esistita, e vivrebbe ancora oggi fra noi sotto le mentite spoglie di Anna Maria Galanti.