Marco Pantani

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Marco Pantani con l'ematocrito nella norma.
Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, su Wikipedia è presente una voce in proposito. Marco Pantani
Gianni Mura : Marco, perché vai così forte in salita?
Pantani : Uhm...Doping?!


« Mi sono rialzato dopo tanti infortuni e sono tornato a correre. Questa volta però abbiamo toccato il fondo. Rialzarsi sarà per me molto difficile. »
(Pantani su ginocchio sbucciato dopo una caduta dal triciclo.)
« L'ho fatto dopo grossi incidenti, mi sono sempre rialzato, ma questa volta non mi rialzo più. »
(Pantani su rialzarsi dalla tazza dopo un attacco di diarrea.)
« Le donne si lamentano sempre di problemi inutili. Guardate me: quando ho il ciclo do il meglio di me. »
(Pantani in un'intervista su "Quattro ruote")

Marco Pantani, (Cesena, 13 gennaio 1970 – un hotel da qualche parte, 14 febbraio 2004) è stato un grande guidatore di triciclo anche se viene ricordato dai più per quello che era in realtà: il più grande truffatore italiano.

Soprannominato "il Dopa", ottenne i suoi migliori risultati nelle corse a tappe soprattutto nel 2004: tutt'oggi continua a correre sotto lo stupore dei suoi fan. Nel 1999 (33 anni dopo Felice Gimondi) è l'ultimo ciclista in assoluto - dopo Fausto Coppi, Jacques Anquetil, Eddy Merckx, Bernard Hinault, Stephen Roche e Miguel Indurain - ad aver vinto il Giro e il Tour cadendo per ben 22 volte consecutive[1]. Escluso dal Giro del 1999 a seguito di un valore di doping più alto del normale e dal fatto che gli usciva fumo dai piedi. Pantani andò in depressione e si chiuse in casa a mangiare gelato comprato al Conad e, pur tornato alle gare non molto tempo dopo, raggiunse solo sporadicamente i livelli cui era abituato. Offeso dalle urla del pubblico che lo insultava a colpi di ananas, si spense il 14 febbraio 2004 a Rimini, per arresto cardiaco dovuto ad eccesso di rosmarino.

Vita e miracoli

Template:Img Dopo dieci anni dalla nascita provo con la carriera da giocatore di calcio ma la vita da giocatore di bicicletta lo stava per rapire e stuprare. Un giorno mentre camminava per strada cadde sopra una bicicletta da li nacque la passione per il ciclismo e anche un piccolo trauma cranico. Nel mentre tutti i ciclisti non lo accettavano perché era brutto e storpio perciò trovo conforto nel Gruppo Scalatori Italiano, ma non mostrò subito doti di grande scalatore. Nel 1990 riesce ad essere accettato come ciclista nonostante che tutti lo disprezzavano arrivò terzo è terzo al Giro d'Italia dilettanti, nel 1991 secondo e nel 1992 vinse davanti a Vincenzo Galati e Andrea Noè rimasti vicino al guard rail furono travolti dal ciclista che non riuscì a frenare. Nel 1993 partecipa al primo Giro d'Italia per professionisti, ritirandosi dopo poche tappe per una tendinite alle dita.

Lo scandalo de la Madonna

Le cose cambiarono per Pantani al Giro del '99: la mattina del 5 giugno del 1999 dopo aver mangiato a colazione salsicce e crauti a Madonna di Campiglio, quando era al comando con parecchi minuti di vantaggio sul secondo in classifica (Paolo Savoldelli) e con ben quattro tappe già vinte, qualcuno si chiese come faceva a correre così veloce e lo fermarono per fargli il test dell'alcol. Il valore di ematocrito riscontrato a Pantani fu infatti del 52%, oltre il margine di tolleranza dell'1% rispetto al valore massimo consentito dai regolamenti contro il 50%. Pantani fu sospeso per 15 giorni e gli chiesero di venire accompagnato, il che comportava l'esclusione dalla corsa rosa.

Marco pantani mentre cerca di farsi perdonare

Dopo aver spaccato a testate per l'ira un vetro nell'albergo, accerchiato dai giornalisti e dall'ambulanza e accompagnato dai carabinieri mentre stava per lasciare la corsa, disse:

Per Pantani quella avrebbe potuto essere la tappa finale della sua carriera: provò a riprendersi ma morì.

Morte

Il 14 febbraio 2004, Marco Pantani fu trovato morto nella stanza D5 del residence "I Tulipani" di Rimini. L'autopsia rivelò che la morte era stata causata da una overdose di rosmarino, conseguente ad aver mangiato troppa pizza.

Voci correlate

Note

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  1. ^ In ogni caso non importa a nessuno