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Il titolo di questa pagina non è il titolo di questa pagina perché così ci tirava il culo. Il titolo corretto è Guido "Dogui" Nicheli.

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NOTA: Sembra incredibile, ma le citazioni riportate qui sotto non sono inventate, sono vere!


« Ma la libidine è qui, amore: sole, whisky e sei in pole position! »
(Guido al telefono con George Best.)
« Wè animale...comportati bene o ti rispedisco in Africa! »
(Guido mentre prende a frustate il suo cameriere negro.)
Il cùmenda nazionale mentre licenzia qualcuno.
« La sua promozione...la vedo molto in danger...caro il mio bel faccia di cazzo. »
(Il Dogui mentre discute con un dipendente. )
« Uno nella vita sopporta di tutto: una moglie di nome Nives, il Milan in B, la figlia che sposa un deficiente! Ma i pupazzetti sulla torta no!!!! »
(Il cùmmenda colto in un profondo momento filosofico.)
« Wè, ma cos'è successo qua? La rivolta degli schiavi?! »
(Lo stupore di Guido durante una vacanza in Sudafrica.)

Guido Nicheli, per gli amici commendatori Dogui, è un attore che interpreta se stesso nella parte del raffinato, umile e modesto[citazione necessaria] imprenditore milanese; è noto soprattutto per le sue apparizioni in kolossal cinematografici come "I ragazzi della terzaccì", "Vacanze di natale 1883", "Eccezziunale veramente" e "vita smeralda". Per chi volesse l'autografo però, ormai è tardi: l'attore ha deciso di trasferirsi in modo permanente in un paradiso fiscale, ma ha confuso gli indirizzi e si è ritrovato per sbaglio nel paradiso vero e proprio.


Breve biografia

Il Nicheli nasce a San Siro nel 1980, da mamma Spagna, di professione cantante e padre Umberto Bossi. Appena uscito dalla vulva, indossa già un completo di Armani. Durante l'allattamento, la madre era molto distratta a causa delle sue tournèe per le tangenziali di tutta Italia, in cui cantava 100 volte al giorno Easy Lady e [[Chiavare|Chia

vami]]. A fare da babysitter al giovane Guido ci pensava così il papà Umby, ma la sua scarsa esperienza con i neonati[1] causava spesso piccoli inconvenienti, come quella volta che mise nel biberon grappa e Cynar. A causa di questi intrugli ed il continuo starnazzare del padre sulla bellezza della madonnina, il bambino sviluppò fin da subito un attaccamento alla città più fighetta d'Italia. Circondato da una servitù degna di un imperatore romano, ha anche mostrato profondo rispetto per i lavoratori subordinati, soprattutto se extra comunitari.

La svolta

La sua vita cambia all'età di 3 anni: viene notato da Massimo Boldi per la sua calvizie già estesa, ma nonostante tutto riesce a rimorchiare Milf come Stefania Sandrelli e Moana Pozzi, grazie al suo conto in Banca Mediolanum[2]. Si decide così di assumerlo subito ed inserirlo nelle divertentissime, originali e mai volgari[citazione necessaria] commedie dell'epoca. La sua simpatia da milanese doc e le sue maniere cordiali lo mettono subito in luce, suscitando l'invidia di Abatantuono, che comincerà una lunga campagna diffamatoria contro il buon Guido. Suscitò infatti molto scalpore la seguente intervista al Tg1:

« Schiussate, *BUURP* ma quest' Baùssa nò sacc' nient' su còmmo recitar! Chist' l'è bruav sultant' a magnar la cassòla! »
(Diego Abatantuono.)

Per chi non masticasse molto il dialetto lombardo, ha detto: "Ma questo è un coglione!"
Nicheli, che non si sarebbe mai abbassato ad un turpiloquio di così basso rango, ha commentato laconicamente:

« Uè biancaneve, attento che mi stai pattinando sul filo del vaffa! »
(Guido Nicheli.)

Il successo nazionale

Nonostante questi momenti di rosik, Guido divenne famoso in tutta italia, e fu l'ultimo momento in cui un milanese risultò simpatico anche ai cittadini del Sud.


/* citazione super cazzola, non sa cosa è */

Note

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  1. ^ e si vede anche per l'altro figlio, il Trota.
  2. ^ di cui è socio permanente oltre a Silvy.


== Voci

correlate ==