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==Altri progetti in lavorazione==
==Altri progetti in lavorazione==
*Giovanni Giolitti
*Giovanni Giolitti
*Odissea


Piano piano ho mantenuto le promesse, dovrebbero farmi ministro.
Piano piano ho mantenuto le promesse, dovrebbero farmi ministro.


==ODISSEA==
{{Cit|E ora tutti a casa!|Ulisse}}

{{Cit|Troia sei grande!|Priamo su Troia}}

{{Cit|Sei una gran troia!|Menelao su Elena}}



L’'''Odissea''' è assieme all’[[Iliade]] una gigantesca [[soap opera]] divisa in 1316 puntate che spopolò dal IX al VI secolo a.C. dando inizio a fenomeni di divismo e di emulazione da parte di tutto il mondo antico. Venne trasmessa da tutte le principali emittenti del mondo allora conosciuto, compresa Al-Jazeera (dove il protagonista invece che Ulisse si chiamava Salaam Affheet) e Playboy TV (dove il protagonista si chiamava Palomo).
L’opera, che valse ad Omero 8 Grammy Awards e ben 12 Oscar (tra cui miglior regia e migliori effetti speciali) avrebbe dovuto parlare di tutta la guerra di Troia, ma risultava essere uno sproposito di pellicola e così a 2 giorni dalla prima proiezione a [[Hollywood]] si decise di tagliare 13 chilometri di pellicola e di raccontare solo l’episodio del ritorno di Ulisse, fottendosene allegramente di tutti i massacri avvenuti nei decenni addietro. Le parti tagliate sono cmq disponibili nel Director’s cut. Mandato in onda per la televisione dall’emittente FOX ha sbaragliato tutti gli indici d’ascolto, battendo persino [[LOST]] e [[grey's anatomy|Ippocrate’s anatomy]], che allora andava per la maggiore. Vennero fatte ben 20 stagioni (10 più di [[Baywatch]]), dopodiché [[Omero]] si ruppe il [[cazzo]] e si fermò, godendosi i proventi della serie televisiva prendendo il sole a bordo della piscina della sua megavilla, nella S. Bernardino Valley.

==Prima stagione==
Telemaco, il figlio di Odisseo, era ancora un bambino quando suo padre era partito per la Guerra di Troia. Tutto ciò che gli era rimasto di lui era il suo rasoio elettrico e un paio di mutande di pizzo.
Ora sono passati dieci anni, Telemaco è un uomo, si è preso la patente, studia da geometra e lavora come barman per pagarsi gli studi e mantenere sua madre, Penelope, che ha il brutto vizio di dondolarsi sulla sedia.

Penelope, tuttavia, per portare anche lei qualche soldo a casa si è inventata anche lei un lavoro ed ha trasformato la sua casa in un bed & breakfast, occupato da anni da alcuni coinquilini molto fastidiosi, i Proci, metallari pieni di borchie, amanti del body building e del
I proci sono più pieni di testosterone di un adolescente in un campo nudisti e per questo intendono convincere Penelope ad accettare il fatto che la scomparsa del marito è ormai definitiva e che, di conseguenza, lei dovrebbe scegliere un nuovo marito, approfittando degli incentivi del governo per chi si sposa una seconda volta.
Ma Penelope, che già con Ulisse era bravissima a raccontare un sacco di palle per giustificare i succhiotti che aveva sul collo (sai caro, sono scivolata per le scale e ho battuto il collo sulla bocca del nostro vicino!) riesce ad imbastire le palle più mostruose solo per guadagnare tempo. Tra queste ricordiamo:
*Sto tessendo una tela, un sudario per mio suocero Laerte; quado l’avrò finito sposerò uno di voi
*Ho l’herpes, non posso baciarvi
*Ho l’orecchio che mi fa contatto con il gomito
*Non mi lavo i denti da quando mio marito è partito
*Sono un trans, ma se per voi fa lo stesso sposiamoci pure!

Ma Penelope faceva molto di più: di notte disfa la tela che tesseva durante il giorno e al mattino versava del bromuro nel caffellatte dei Proci.


Intanto Odisseo non se la passa bene; finita da due anni la guerra di Troia, è imbottigliato nel traffico tra Pozzolatico e Roncobilaccio, dove si è preso tutto il traffico dell’Esodo di Agosto.
La dea Atena, che è la protettrice di Odisseo,
in un momento in cui il dio del mare Poseidone è impegnato a fare surf nella sua vasca da bagno, va da Telemaco e lo esorta a partire al più presto alla ricerca di notizie del padre.
Atena: Teleeeeemacoooo…..!
Telemaco: eeeeeeeh….?
Atena: sono Minerva, dea dei fiammiferi
Telemaco: mi dispiace, io uso solo gli svedesi
A: fai poco lo spiritoso o ti trasformo in un tappo di sughero. Tuo padre è nei guai.
T: donne, droga, politica?
A: no, si è inimicato un pezzo grosso dell’olimpo ed ora vaga per il Mediterraneo di isola in isola come una nave della Costa crociere. Parti, o Telemaco, e vai in suo soccorso. Evita la A4 Firenze Borgo Panigale, ci sono dei rallentamenti. Ora và.
Il mattino seguente Telemaco convoca un'assemblea dei cittadini di Itaca e chiede loro di fornirgli una nave ed un equipaggio.
Gli viene dato un gommone ed un cane che sa contare fino a 7.

Sciolta l'assemblea, Telemaco, all'insaputa della madre, fa quindi vela verso la casa di Nestore, un reduce del Vietnam e della guerra di Troia ed insieme al figlio di Nestore Pisistrato, suo vecchio compagno di Università, si dirigono verso Sparta. Qui incontrano Menelao ed Elena, che si sono infine riconciliati. Menelao dice di aver sentito dalla parrucchiera di Elena (che sa sempre i cazzi di
tutti) che Odisseo era stato visto a Ogigia, un’isola della Grecia, in compagnia della ninfa Calipso, una nota escort da 4.000 dracme a notte. Scacciati infine dall’antipatico Menelao a colpi di corna i due ragazzi si mettono in viaggio per Ogigia.


==Giovanni Giolitti==
==Giovanni Giolitti==

Versione delle 13:25, 6 giu 2009

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Benvenuto straniero.
Questa è la Sandbox di Giallo Antracite, ovvero l'utero dove si annida l'insano ovulo della satira.
Se non sei già fuggito potresti fermarti a leggerne i contenuti e se ti hanno anche insegnato a scrivere puoi lasciare eventuali consigli qui.
Giallo ci tiene a fare articoli taglienti.


La perla di saggezza del giorno è....

Pensierino della buonanotte: ma Dio t'assista senza apostrofo è una bestemmia?

Altri progetti in lavorazione

  • Giovanni Giolitti
  • Odissea

Piano piano ho mantenuto le promesse, dovrebbero farmi ministro.


ODISSEA

« E ora tutti a casa! »
(Ulisse)
« Troia sei grande! »
(Priamo su Troia)
« Sei una gran troia! »
(Menelao su Elena)


L’Odissea è assieme all’Iliade una gigantesca soap opera divisa in 1316 puntate che spopolò dal IX al VI secolo a.C. dando inizio a fenomeni di divismo e di emulazione da parte di tutto il mondo antico. Venne trasmessa da tutte le principali emittenti del mondo allora conosciuto, compresa Al-Jazeera (dove il protagonista invece che Ulisse si chiamava Salaam Affheet) e Playboy TV (dove il protagonista si chiamava Palomo). L’opera, che valse ad Omero 8 Grammy Awards e ben 12 Oscar (tra cui miglior regia e migliori effetti speciali) avrebbe dovuto parlare di tutta la guerra di Troia, ma risultava essere uno sproposito di pellicola e così a 2 giorni dalla prima proiezione a Hollywood si decise di tagliare 13 chilometri di pellicola e di raccontare solo l’episodio del ritorno di Ulisse, fottendosene allegramente di tutti i massacri avvenuti nei decenni addietro. Le parti tagliate sono cmq disponibili nel Director’s cut. Mandato in onda per la televisione dall’emittente FOX ha sbaragliato tutti gli indici d’ascolto, battendo persino LOST e Ippocrate’s anatomy, che allora andava per la maggiore. Vennero fatte ben 20 stagioni (10 più di Baywatch), dopodiché Omero si ruppe il cazzo e si fermò, godendosi i proventi della serie televisiva prendendo il sole a bordo della piscina della sua megavilla, nella S. Bernardino Valley.

Prima stagione

Telemaco, il figlio di Odisseo, era ancora un bambino quando suo padre era partito per la Guerra di Troia. Tutto ciò che gli era rimasto di lui era il suo rasoio elettrico e un paio di mutande di pizzo. Ora sono passati dieci anni, Telemaco è un uomo, si è preso la patente, studia da geometra e lavora come barman per pagarsi gli studi e mantenere sua madre, Penelope, che ha il brutto vizio di dondolarsi sulla sedia.

Penelope, tuttavia, per portare anche lei qualche soldo a casa si è inventata anche lei un lavoro ed ha trasformato la sua casa in un bed & breakfast, occupato da anni da alcuni coinquilini molto fastidiosi, i Proci, metallari pieni di borchie, amanti del body building e del I proci sono più pieni di testosterone di un adolescente in un campo nudisti e per questo intendono convincere Penelope ad accettare il fatto che la scomparsa del marito è ormai definitiva e che, di conseguenza, lei dovrebbe scegliere un nuovo marito, approfittando degli incentivi del governo per chi si sposa una seconda volta. Ma Penelope, che già con Ulisse era bravissima a raccontare un sacco di palle per giustificare i succhiotti che aveva sul collo (sai caro, sono scivolata per le scale e ho battuto il collo sulla bocca del nostro vicino!) riesce ad imbastire le palle più mostruose solo per guadagnare tempo. Tra queste ricordiamo:

  • Sto tessendo una tela, un sudario per mio suocero Laerte; quado l’avrò finito sposerò uno di voi
  • Ho l’herpes, non posso baciarvi
  • Ho l’orecchio che mi fa contatto con il gomito
  • Non mi lavo i denti da quando mio marito è partito
  • Sono un trans, ma se per voi fa lo stesso sposiamoci pure!

Ma Penelope faceva molto di più: di notte disfa la tela che tesseva durante il giorno e al mattino versava del bromuro nel caffellatte dei Proci.


Intanto Odisseo non se la passa bene; finita da due anni la guerra di Troia, è imbottigliato nel traffico tra Pozzolatico e Roncobilaccio, dove si è preso tutto il traffico dell’Esodo di Agosto. La dea Atena, che è la protettrice di Odisseo, in un momento in cui il dio del mare Poseidone è impegnato a fare surf nella sua vasca da bagno, va da Telemaco e lo esorta a partire al più presto alla ricerca di notizie del padre. Atena: Teleeeeemacoooo…..! Telemaco: eeeeeeeh….? Atena: sono Minerva, dea dei fiammiferi Telemaco: mi dispiace, io uso solo gli svedesi A: fai poco lo spiritoso o ti trasformo in un tappo di sughero. Tuo padre è nei guai. T: donne, droga, politica? A: no, si è inimicato un pezzo grosso dell’olimpo ed ora vaga per il Mediterraneo di isola in isola come una nave della Costa crociere. Parti, o Telemaco, e vai in suo soccorso. Evita la A4 Firenze Borgo Panigale, ci sono dei rallentamenti. Ora và. Il mattino seguente Telemaco convoca un'assemblea dei cittadini di Itaca e chiede loro di fornirgli una nave ed un equipaggio. Gli viene dato un gommone ed un cane che sa contare fino a 7.

Sciolta l'assemblea, Telemaco, all'insaputa della madre, fa quindi vela verso la casa di Nestore, un reduce del Vietnam e della guerra di Troia ed insieme al figlio di Nestore Pisistrato, suo vecchio compagno di Università, si dirigono verso Sparta. Qui incontrano Menelao ed Elena, che si sono infine riconciliati. Menelao dice di aver sentito dalla parrucchiera di Elena (che sa sempre i cazzi di tutti) che Odisseo era stato visto a Ogigia, un’isola della Grecia, in compagnia della ninfa Calipso, una nota escort da 4.000 dracme a notte. Scacciati infine dall’antipatico Menelao a colpi di corna i due ragazzi si mettono in viaggio per Ogigia.

Giovanni Giolitti

Giovanni Giolitti (pseudonimo di Giolitti Giovanni e anagramma di moderato dalle mani legate- Mondovisione 1842- Cavour 1965) è stato un famoso campione di bocce nonché politico italiano, nominato 3 volte presidente del Consiglio dei ministri e ben cinque volte amministratore del suo condominio. È stato a lungo considerato uno dei più grandi statisti della storia d’Italia finchè non si è scoperto il significato della parola “statista”.

Giolitti in una foto di gruppo.

Giolitti, un uomo che è stato per la politica ciò che Van Gogh è stato per la politica ha cercato in tutta la sua vita di modernizzare la base economica, di favorire l’industria, di dare slancio alle imprese e di favorire la diffusione dei preservativi nelle scuole. Ha dato inoltre inizio ad un’epoca che con molta fantasia venne nominata età giolittiana.

Biografia

Stranamente non abbiamo notizie di Giolitti antecedenti alla sua nascita. Gli studiosi sono tuttavia concordi nel ritenere che Giolitti sia un personaggio realmente esistito. Una rinomata ricerca fatta dai ricercatori dell’International Stanford Fiesta College di Used Tampax, in Florida, con un elenco telefonico in mano non ha dato risultati, segno che Giolitti ammesso che sia davvero esistito, dev’essere ormai sicuramente morto.
Sappiamo tuttavia per certo che dopo un breve passato come ballerino di flamenco fece domanda per diventare Ministro del tesoro e venne assunto. Allora c’era una grossa carenza di personale e per diventare ministro i requisiti richiesti erano davvero minimi, quasi inferiori a quelli richiesti per fare il ministro ai tempi nostri (lo è diventato perfino Gasparri, che altro c'è da aggiungere?).Il governo di cui faceva parte era il governo di Francesco Crispi, ormai talmente anziano da credere di essere un pittore impressionista.

Crispi Presidente del Consiglio, Ministro di Grazia e Giustizia Zanardelli, Ministro della Marina Benedetto Brin, Ministro della Pubblica Istruzione Paolo Boselli: l’età media era di 136 anni, talmente alta che per abbassarla avrebbero dovuto nominare ministro un embrione di 22 settimane. Giolitti che era il teenager della situazione tentò di tenere alto il suo ruolo di ministro delle finanze emanando la famosa tassa sul possesso auto, una manovra che avrebbe dovuto rimpinguare le casse dello stato se non fosse che nel 1891 gli italiani con un auto erano 7 di cui 5 militavano nel suo governo e uno era lui. Dopo essere sfuggito ad un pestaggio ad opera dei suoi colleghi ministri il giovane Giolitti (Gitty per gli amici, G-Giol-lit-ti per i balbuzienti) ebbe l’occasione che capita una sola volta nella vita: la premature dimissioni di Francesco Crispi, andato in pensione a 106 anni. I ministri tuttavia cercavano proprio un fantoccio da mettere al posto di Crispi per continuare a fare i loro comodi, qualcuno che fosse o troppo vecchio o troppo ebete per capire qualcosa di come si governa un paese e Giolitti, avendo entrambi requisiti, risultava la scelta ideale.

I cinque governi Giolitti

Dopo una breve parentesi di governo (6 febbraio 1891 -8 Febbraio 1891) del marchese Di Rudinì (un uomo che capiva di politica quanto Daniele Interrante di metrica latina) Giovanni Giolitti si insediò come Primo Ministro. Il suo governo durò meno di un governo di centrosinistra: dopo poco più di un anno infatti il giudice PierJohn Woodcock (che i puristi della lingua italiana chiamavano Piergiovanni Membrodilegno) pubblicò alcune intercettazioni telefoniche che lo vedevano coinvolto nello scandalo della Banca Romana che si era macchiata di gravi irregolarità nell’emissione delle banconote. Giolitti cercò di negare un suo coinvolgimento nella questione ma sulle banconote false emesse dalla banca romana c’era la sua faccia. Il primo Governo Giolitti fu segnato da alcuni fatti molto importanti, quindi vi citeremo i più inutili:

  • l’enciclica Rerum Novarum (trad: rerum novarum, frase intraducibile) di papa Leone XIII che riprendeva alcuni concetti dell’enciclica Nulla di novum di papa Tigre XXXII e dell’emiciclica rotatoria Magno cum appetito di papa Giaguaro V.
  • la rivolta dei fasci siciliani, un gruppo di naziskin del Palermo che rivendicavano alcuni gol annullati nell’ultimo derby contro il Catania.

Per la questione siciliana Giolitti si limitò a distribuire biglietti omaggio per il circo a chiunque sopprimesse col sangue i moti insurrezionali.
Frattanto emersero volti nuovi nel panorama politico italiano: di fatti all’età di 107 anni tornò Francesco Crispi , in carne ossa e catetere.
Le principali operazioni di Crispi furono:

  • tre bypass
  • una rimozione di cataratta
  • risoluzione della questione dei Fasci siciliani organizzando bombardamenti a tappeto (il capo delle spedizioni fu Aladino)
  • risanamento del bilancio vendendo la Gioconda ai francesi.
  • conquiste coloniali (Etiopia, Libia e l'isola d’Elba).

Frattanto nel 1896 Crispi dovette dimettersi per impegni improcrastinabili col Padreterno. Dopo averlo commemorato con un sentito discorso funebre (era un uomo buono e generoso....ma cazzo aveva il culo incollato alla poltrona! Finalmente tocca a me! Ahahah!) Giolitti si apprestava a riprendere in mano le redini del paese, con la stesso impeto dell’incosciente che non sa minimamente cosa stia facendo.

Giolitti back in action

  • Per prima cosa tentò di sistemare l’ala massimalista del partito socialista offrendo loro dei soldi sottobanco. Ma i tempi di Craxi erano evidentemente prematuri perché Filippo Turati si offese e si indignò. Io non mi vendo per così poco- dichiarerà poi al suo gatto. Allora Giolitti giocò d’astuzia: puntò tutto sul 29 che non usciva da sei settimane. E poi propose a Turati un posto nel suo ministero il che voleva significare stipendio fisso, posto auto, biglietti per le partite gratis, ristoranti gratis, cinema gratis, treni gratis, aerei gratis, puttane gratis. Turati rifiutò sdegnosamente, ma riuscì a mettersi d’accordo telefonicamente con Giolitti per la faccenda delle puttane gratis.

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