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Il '''turismo odontoiatrico''', o '''turismo dentale''' per chi ha problemi con gli scioglilingua, è una pratica tutta italiana che ha iniziato a muovere i primi passi intorno ai primi anni del [[2000]]. Dapprima sotto voce e quasi con vergogna, poi con un sempre crescente clamore mediatico, esso è diventato quasi uno [[status symbol]] di appannaggio trasversale, interessando e coinvolgendo persone di ogni estrazione {{s|dentaria}} sociale. Apertamente osteggiato, con le più disparate motivazioni, dall'[[dentista|odontoiatria]] ufficiale e nazionalista, questo movimento spontaneo non solo si diffonde a macchia d'olio, ma raccoglie anche le simpatie di qualche professionista fuori dal coro, e la sua diffusione sembra non temere le feroci critiche di tanti manipolatori parodontali travolti da un improvviso raptus patriottico. Ma la domanda che tutti si pongono è: perché un [[turista]] sente il bisogno di visitare uno studio dentistico dell'[[Europa]] dell'[[Est]]? I dentisti di [[Lisbona]] cos'hanno che non va? E quelli di [[Parigi]]? E quelli di [[Londra]]? E l'[[Italia]], il Paese più bello del mondo, non dovrebbe avere, per estensione, i dentisti più belli del mondo? Probabilmente sì, ma forse non è questo il punto. |
Il '''turismo odontoiatrico''', o '''turismo dentale''' per chi ha problemi con gli scioglilingua, è una pratica tutta italiana che ha iniziato a muovere i primi passi intorno ai primi anni del [[2000]]. Dapprima sotto voce e quasi con vergogna, poi con un sempre crescente clamore mediatico, esso è diventato quasi uno [[status symbol]] di appannaggio trasversale, interessando e coinvolgendo persone di ogni estrazione {{s|dentaria}} sociale. Apertamente osteggiato, con le più disparate motivazioni, dall'[[dentista|odontoiatria]] ufficiale e nazionalista, questo movimento spontaneo non solo si diffonde a macchia d'olio, ma raccoglie anche le simpatie di qualche professionista fuori dal coro, e la sua diffusione sembra non temere le feroci critiche di tanti manipolatori parodontali travolti da un improvviso raptus patriottico. Ma la domanda che tutti si pongono è: perché un [[turista]] sente il bisogno di visitare uno studio dentistico dell'[[Europa]] dell'[[Est]]? I dentisti di [[Lisbona]] cos'hanno che non va? E quelli di [[Parigi]]? E quelli di [[Londra]]? E l'[[Italia]], il Paese più bello del mondo, non dovrebbe avere, per estensione, i dentisti più belli del mondo? Probabilmente sì, ma forse non è questo il punto. |
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Il turismo odontoiatrico, o turismo dentale per chi ha problemi con gli scioglilingua, è una pratica tutta italiana che ha iniziato a muovere i primi passi intorno ai primi anni del 2000. Dapprima sotto voce e quasi con vergogna, poi con un sempre crescente clamore mediatico, esso è diventato quasi uno status symbol di appannaggio trasversale, interessando e coinvolgendo persone di ogni estrazione
sociale. Apertamente osteggiato, con le più disparate motivazioni, dall'odontoiatria ufficiale e nazionalista, questo movimento spontaneo non solo si diffonde a macchia d'olio, ma raccoglie anche le simpatie di qualche professionista fuori dal coro, e la sua diffusione sembra non temere le feroci critiche di tanti manipolatori parodontali travolti da un improvviso raptus patriottico. Ma la domanda che tutti si pongono è: perché un turista sente il bisogno di visitare uno studio dentistico dell'Europa dell'Est? I dentisti di Lisbona cos'hanno che non va? E quelli di Parigi? E quelli di Londra? E l'Italia, il Paese più bello del mondo, non dovrebbe avere, per estensione, i dentisti più belli del mondo? Probabilmente sì, ma forse non è questo il punto.
L'inizio
Alla fine degli anni '90, durante un periodo di recessione che sarebbe stato appena un antipasto di quello che sarebbe accaduto nel giro di una decina d'anni, le famiglie italiane iniziarono a prendere confidenza con termini che dovevano accompagnare l'avvento del nuovo millennio: globalizzazione, Millennium Bug, moneta unica. Questo esercizio mentale distolse praticamente tutti da un'oculata gestione dei propri bilanci, che si tinsero di rosso in pochi mesi. Solo a questo punto, e molto lentamente, la gente iniziò a prendere coscienza della situazione, e si arrabattò ad escogitare tutti i sistemi, leciti o meno, utili per risparmiare almeno qualche spicciolo. Vennero fuori, pertanto, gli embrioni di nuove abitudini come il riciclaggio, le partenze intelligenti, gli aerei low cost, i farmaci generici e tante altre novità che, almeno nelle intenzioni, dovevano coniugare una buona qualità di risultato con un sostanziale risparmio di palanche. Ad alcuni italiani di mente sveglia e bocca putrescente venne l'idea di conglobare in un'unica voce di spesa le vacanze, le cure dentistiche, e magari una bella scopata mercenaria. Quando si dice che la necessità aguzza l'ingegno...
Gli sviluppi
Qualcuno si rese conto che i profughi della Ex Jugoslavia, le badanti moldave ed ucraine, i migranti rumeni e quelli bulgari, pur versando in condizioni di vita ai limiti della miseria più nera, avevano tutti una dentatura da far invidia al compianto[senza fonte] Mino Reitano. Com'era possibile? Mentre la maggioranza degli italiani sorrideva a bocca chiusa e piegava le labbra sulle rovine gengivali per tenerle nascoste, gli stranieri dell'Est europeo sfoggiavano sorrisi impeccabili a trentadue denti come se nulla fosse. Gli italiani che volevano imitarli avrebbero dovuto mettere sotto ipoteca tutti i loro guadagni della vita futura e consegnare seduta stante all'odontoiatra di fiducia quanto faticosamente messo da parte fino a quel momento, altro che mutuo per la casa.
Era facile sentire cose del genere in quel tempo, pronunciate con un livore che andava al di là del semplice razzismo: era l'amara consapevolezza che, a dispetto di migliori e più progredite condizioni politiche, economiche e sociali, gli italiani avevano quasi tutti una bocca di merda.