Buonismo

Da Condiclodepia, l'onciclepadia disclesica.
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Uno spietato esercito di buonisti creato in provetta dal malvagio Signor Balocco.
« Buonista senza spina dorsale! Sinistroide! »
(Militante Destra Unidimensionale verso un agente dalla protezione civile)
« Ebbasta con questo buonismo! La Ferrero c'ha costruito un impero sulle spalle degli italiani! »
(Daniela Santanchè contro il buonismo)
« Questo buonismo sarà la nostra rovina. »
(I tuoi denti prevedendo le carie)
« Il buonismo non ha mai fatto qualcosa di buono, il Duce sì! »

Il buonismo è una corrente di pensiero sinestetica nata in Italia nel secondo dopo guerra, durante il boom economico e glicemico causato dalla colonizzazione statunitense. Da allora è sempre stato un importante fattore della politica italiana, cambiando casacca a sua insaputa a seconda del periodo, sempre disprezzato ed usato come insulto prima da una parte e poi dall'altra. Alcuni politologi classificano come buoniste azioni del governo quali amnistie, condoni, tagli delle tasse e il rifiuto di applicare la soluzione finale al problema dei clandestini, ma la verità è che il buonismo in realtà non esiste, proprio come la sinistra, corrente politica alla quale viene spesso associato.

Storia

Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, ci dispiace ma questo articolo non è presente sulla diabolica.
Vergogna wiki!
Adolf Hitler, noto buonista del '900.

Caratteristica peculiare delle azioni buoniste è proprio quella di rivelarsi in realtà pessime e ritorcersi contro chi le riceve. Per questo i buonisti vengono perseguitati fin dalla notte dei tempi, a partire da Caino, che invece di uccidere gli animali da sacrificare a Dio offrì in suo onore una pila di verdure, cosa che lo mise in cattiva luce davanti agli occhi del Signore e lo portò infine ad uccidere sui fratello Abele per invidia. Le radici del buonismo moderno possono invece essere rintracciate durante l'era classica, con l'evento emblematico della congiura di Cesare, accusato di essere un buonista. Si passa poi ai tumultuosi tempi del medioevo, dove i buonisti sono rintracciabili principalmente sui roghi e nelle camere di tortura. Col rinascimento il buonismo viene rappresentato nelle migliori forme d'arte, dalla Gioconda, che sorride in modo vergognosamente buonista, alla Cappella Sistina, in cui Dio, il primo buonista della storia, crea l'uomo. Durante l'illuminismo il buonismo poteva essere rintracciato nel mito del buon selvaggio, secondo cui l'umanità allo stato selvatico è intrinsecamente buona, quando sappiamo tutti di cosa sono capaci gli immigrati clandestini e i negri. In sintesi, i buonisti sono in realtà cattivisti, degli psicopatici serial Kinder dei quali il maggior esponente può essere visto in Adolf Hitler che, desiderando fare tante cose buone per la Germania, ha finito per distruggerla e trasformarla nell'Unione Europea.

Come è fatto dentro il buonista

Anatomia

Chi pratica il buonismo è definito buonista. Ad una prima, sommaria ispezione visiva, esso si presenta come un bipede di razza caucasica[1], di altezza variabile e sesso ininfluente. Emana un caratteristico aroma di maritozzo appena sfornato, invitante al punto che si rischia involontariamente di addentarlo. Nel cavo ascellare sinistro presenta un bollino blu recante una B. All'esplorazione rettale si evidenzia un'innaturale condiscendenza; allo schiaffeggiamento risponde porgendo l'altra guancia. L'elettrocardiogramma fa rilevare un cuore di panna, con tendenza all'infarcimento; l'elettroencefalogramma depone per un animo di pasta frolla, teso a non voler mai scontentare nessuno. Se gli si manda a casa un'orda di teppistelli a vandalizzargli il giardino reagirà dicendo:

« Beh, avevo già pensato di cambiare le piante... »

Fisiopatologia

Dal punto di vista funzionale, il buonista si contraddistingue per una spiccata propensione all'edulcoramento del circostante. Ciò lo spinge alla continua ricerca di termini ed espressioni talmente singolari che spesso e volentieri finiscono per diventare tormentoni o, ancor peggio, luoghi comuni, prontamente assorbiti dalla massa, notoriamente priva di un meccanismo pensante autonomo.

Genesi ed evoluzione di un costume subdolamente perverso

I primi esemplari di buonisti, pochi decenni orsono, effettuavano fugaci apparizioni in contesti con un alto tasso di tristezza e commiserazione: poche stilettate sparse, ma dannatamente efficaci. Fu allora che il cieco divenne non vedente, il sordo non udente e lo storpio non deambulante. Di riflesso, il muto divenne non parlante, il sordomuto non udente e non parlante e il sordocieco pianta grassa.
Ma era solo l'inizio: negli anni successivi ecco affermarsi un'ondata di nuove categorie umane, più o meno sfigate, ma dalle denominazioni oscure e affascinanti.
Tutto cominciò con l'handicappato, che di punto in bianco si ritrovò disabile. L'evoluzione del concetto fece sì che furono diagnosticate nuove malattie, come ad esempio la famosa sindrome da deficit di attenzione e iperattività: quello che solo pochi anni prima era solo un bulletto cagacazzo a cui avrebbe giovato una buona dose di manrovesci divenne un malato, ovviamente a carico della mutua.

Ma l'apice del buonismo è arrivato di recente, quando è stato scoperto da un team di buonisti di professione l'effetto devastante che può scaturire dall'unione di un avverbio con un aggettivo a caso: sì, stiamo parlando di diversamente. Inizialmente la cavia fu ancora una volta il povero handicappato, che ancora non si era abituato alla sua nuova condizione di disabile: da un momento all'altro divenne diversamente abile e tuttora si chiede perché non è stato interpellato a riguardo. Da qui ebbe luogo una spaventosa reazione a catena che perdura ancora oggi. Perciò, se prima ci si poteva dare vicendevolmente dello stronzo con disinvoltura, adesso ci si deve dare del diversamente simpatico. Se prima il prof dava dell'idiota a tuo figlio, adesso deve dargli del diversamente intelligente. Oggi le brune sono diversamente bionde e Colorado è diversamente divertente. Non sono chiari gli scopi di questa rivoluzione linguistica, a parte quello di appesantire la lettura, se si legge; favorire la secchezza delle fauci, se si parla; favorire l'emicrania, se si ascolta. Probabilmente, alla lobby dei buonisti appartengono menti superiori che tramano alle nostre spalle coi loro imperscrutabili disegni, con la soluzione finale dell'annientamento di ogni entità capace, anche inconsapevolmente, di recare qualsivoglia offesa a chicchessia.

Postulati del buonista

Questo lo faccio io... (Gorilla)

Note

  1. ^ Non risultano casi di buonismo tra cinesi, eschimesi, aborigeni e calamari.