Another

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Avvertenza:
Questo articolo contiene dettagli che potrebbero rovinarti la "sorpresa", come per esempio il fatto che

il morto non è necessariamente uno studente.
Beh, ormai che l'ho detto puoi anche leggere tutto...

Tranquilli, non è morta. Ha soltanto sbattuto la faccia su una crostata.
« Kōichi: Come avevi capito chi era il morto?
Mei: Boh, chi se lo ricorda... »
(Conclusione dell'anime.)
« Sei tu il morto! »
(Tutti su Kōichi.)
« Quest'occhio... Mi fa vedere... Cose che preferirei non vedere. »
(Mei su concerto di Gigi D'Alessio.)


Another (アナザー - Il portasfiga) è un anime il cui unico scopo parrebbe essere quello di diffondere la pediofobia con inquadrature su inquietanti bambole che con la trama non c'azzeccano un benemerito cazzo.

Trama

Tanto tempo fa, in una classe del Giappone, venne a mancare una studentessa benvoluta da tutti. Gli studenti e i professori però non riuscirono a farsene una ragione e continuarono l'anno scolastico come se non fosse mai morta. Questo loro comportamente collegò in maniera non del tutto chiara la classe al mondo dei morti, facendo in modo che ogni tot di tempo una persona morta alloggiasse in maniera del tutto anonima nella classe, tutto ciò al modico prezzo di una serie di sfighe incredibili per studenti e famiglia.

Personaggi

« Figliolo, non immagineresti mai quanto faccia caldo in questo momento in India. »
  • Kōichi Sakakibara: protagonista dell'anime, costretto a trasferirsi in un'altra scuola in quanto nella precedente la gente lo schifava per il semplice fatto che il suo cognome era lo stesso di un noto serial killer. Fortuna volle che fosse trasferito proprio nella classe dove avvenne il misterioso fatto, dove i compagni penseranno bene di tenerlo totalmente all'oscuro della maledizione, con l'ovvia conseguenza che farà amicizia con l'unica persona che doveva essere totalmente ignorata per rallentare la maledizione, amicizia che sarà causa di tutti i successivi decessi. Viene regolarmente chiamato nei momenti meno opportuni dal padre, che non potrà mai fare a meno del ricordargli quanto fa caldo in India.
No, questa non è Mei, ma tanto non cambia molto.
  • Mei Misaki: compagna di classe di Kōichi che dall'inizio alla fine farà venire il sospetto a tutti che sia il morto, sospetto alimentato dal fatto che non farà mai nulla per dimostrare il contrario. Si distingue da tutti per avere la stessa allegria di una persona che ha appena perso il figlio e la benda che porta sull'occhio sinistro, benda che nasconde l'occhio verde di una bambola che gli è stato messo dalla madre, nota fan di Rozen Maiden fissata con Suiseiseki. L'occhio della bambola, stando a quanto detto da lei, le permette di distinguere i vivi dai morti perché le bambole, essendo prive di anima, sono collegate al mondo dei morti[citazione necessaria], nonostante ciò non penserà minimamente di usare il suo potere per evitare le future morti dei compagni e aspetterà la bellezza di 12 episodi prima di rivelare l'identità del morto, di cui fra l'altro tempo fa aveva pure assistito alla morte[1].
  • Reiko Mikami: la zia tettona e occhialuta di Kōichi, nonché professoressa della nota classe baciata dalla fortuna, che diventa un minimo interessante nelle scene di fanservice. Per quanto possa sembrare strano, l'esistenza di questo personaggio ha un suo perché.
  • Il morto: noto anche come lo studente in più, è una persona morta da tempo che alloggia nella classe dove si trasferirà Kōichi, il cui unico scopo sembrerebbe essere quello di portare sfighe e morti di ogni genere a degli studenti che accettano tutto senza batter ciglio. Per qualche strana ragione nessuno farà mai caso a lui anche se fosse una persona la cui morte è stata resa nota in televisione. L'unico modo noto per liberarsene è quello di ucciderlo una seconda volta, dopodiché in futuro un nuovo morto prenderà il suo posto[2].
  • Izumi Akazawa: sorella di Konata, ha due codini ed è stata acclamata e lodata da mezzo web solo per la sua tsunderaggine e le twintails, però è un personaggio assolutamente insopportabile che perseguita Mei e compagnia bella a random. È la rappresentante della classe, ma non ha rappresentato una sega per tutto l'anime. Infatti la nosta cara Izumi, dopo aver affermato di essere la protettrice della classe, non cercherà in nessun modo di aiutare i suoi compagni, bensì li incolperà di essere morti, provocando un genocidio.
  • Compagni di classe: gente varia di cui la maggior parte muore in maniera atrocemente dolorosa.

Voci correlate

Note scolastiche

  1. ^ Tuttavia affermerà di non averlo scoperto per di questo dettaglio non proprio trascurabile.
  2. ^ Ma tanto a quel punto sarà un problema degli studenti futuri.

Curiosità

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Però è meglio se certe curiosità te le tieni pe' ttìa... o forse vuoi veder crescere le margherite dalla parte delle radici?

:Kazami : Ti ricordi di <nome studente a caso>? Si? Oh, fantastico... Ho sbagliato ancora...

  • Trapiantarsi l'occhio di una bambola dona la capacità di vedere l'aura delle persone.
  • In seguito si scoprirà che tanto tempo fa a morire non fu una lei ma un lui. L'unica possibile spiegazione a tale abbaglio è che in Giappone tra maschi e femmine non c'è molta differenza nell'aspetto.
  • Non si capisce come Mei abbia potuto individuare il morto se per tutto l'anime non si è mai tolta la benda.
  • In realtà non lo sa nemmeno l'autore. Questo spiega la conclusione dell'anime.
  • Restare uniti per individuare più facilmente il nemico è una cosa del tutto priva di senso, è molto meglio fare una strage e successivamente chiedere ai sopravissuti se si ricordano dei compagni uccisi.
  • Nel manga Kazami e Akazawa non muoiono.
  • Però dato che stavano sulle palle ai produttori dell'anime questi hanno deciso di non rimanere fedeli al manga.
  • I due stavano sulle palle anche all'autore di questo articolo, che loderà in eterno i produttori dell'anime per la loro decisione.
  • Nei sogni di Koichi è normale che dei compagni senza occhi e sporchi di sangue dicano -"Sei tu il morto!"- all'unico che ha la faccia intatta.
  • È probabile che in Giappone esistano degli ombrelli così appuntiti da trapassarti da parte a parte.