Utente:Fulmin/Sandbox/Sandbox

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Nessun trucco, nessun inganno siori e siore! Un nuovo corpo celeste in un solo giorno, vedere per credere! Su, su, dov'è la regina di cuori? Sotto l'Africa, l'Australia o le Americhe? Su siori, nessuno punta su Atlantide?
« E il settimo giorno si riposò. »
(Dio dimostra una volta per tutte di essere l'unico essere onnipotente a potersi stancare)
« Ma il frutto del peccato non era la banana? »
(Antonino Zichichi durante una crisi mistica)
« Cogli la prima mela... cogli la prima mela... lalalalala »
(Angelo Branduardi mentre tenta i primi uomini)

La Genesi è il libro in cui si narra della prima venuta del Signore che, con tutta la sua potenza, creò il cielo e la terra, tutte le cose, visibili e invisibili con l'aiuto del suo braccio destro Giulio Andreotti, gemello del divino che non godette dei suoi stessi privilegi essendo nato per secondo dall'utero celeste.

La Genesi è parte dell'Antico Testamento ed è pertanto impregnata di ebraismo fino alla rilegatura interna del libro. L'ebraismo è altamente deperibile, tenere lontano il libro sacro dallo Zyklon B e dai bambini non circoncisi, potrebbe attuare una combustione spontanea in questi ultimi, in prossimità con una Chiesa Protestante nascondere la stessa alla vista del libro della Genesi, potrebbe dar luogo a un paradosso e la conseguente nascita di un nuovo Messia.

Creazione

«E luce fu»

In principio Dio creò il cielo e la terra, la terra era informe e deserta quanto un congresso dell'UDC e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque.

Dio disse: «Sia la luce!» e l'enel fu. Dio vide che ciò era cosa buona e giusta e separò l'enel dall'arcalgas.

Dio poi disse: «Sia il firmamento!» e subito tutto il partito radicale si mosse per firmare una petizione a favore della separazione delle acque e, grazie ad un referendum popolare, dio poté separare il firmamento dai mari e impedire la costruzione delle centrali nucleari. Dio vide che ciò era cosa buona e giusta e fu sera, mattina e pomeriggio, quest'ultimo poi abolito perché considerato anticostituzionale dal presidente della repubblica anglicana angelica. E fu il secondo giorno.

Dio disse: «Le acque che sono sotto il cielo, si raccolgano in un solo luogo e appaia l'asciutto» e così tutte le acque si raccolsero in Veneto, nel Vayont. Dio chiamo l'asciutto fanga che poi rinominò in terra (dopo aver fatto clic destro e selezionato Rinomina) per non passare da razzista e le acque in mari. E vide che ciò era cosa buona e giusta. E Dio disse: «La terra produca germogli, erbe che producono seme e alberi da frutto, che facciano sulla terra frutto con il seme, ciascuno secondo la sua specie» e così fu, Dio creò per prima la marijuana e vide che era cosa buona e giusta, poi, in preda ai fumi della droga creò le ortiche e le piante velenose, credendo anche loro cose buone e giuste. E fu sera e fu mattina, terzo giorno.

«Siate fecondi e moltiplicatevi, se non volete essere perseguiti a norma di legge»

«Ci siano luci nel firmamento del cielo, per distinguere il giorno dalla notte; servano da segni per le stagioni, per i giorni e per gli anni e servano da luci nel firmamento del cielo per illuminare la terra» e così fu, infatti tutta la terra venne invasa da lampioni con timer integrato. Poi creò anche il Sole per dar sfoggio della sua magnificenza e la Luna per dar sfogo alla sua megalomania. E Dio vide che ciò era cosa buona e giusta. E fu sera e fu mattina, quarto giorno.

E Dio disse: «Le acque brulichino di esseri viventi e uccelli volino sopra la terra, davanti al firmamento del cielo» Dio creò così il mostro di Loch Ness e tutte le altre bestie che guizzano in acqua creando anche l'uccello padulo. E vide che ciò era cosa buona... tranne il padulo. E dio li benedì: «Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite le acque dei mari; gli uccelli si moltiplichino sulla terra, ma state molto attenti vi dico, lo stalking è punibile a norma di legge». E fu sera e fu mattina, quinto giorno.

Dio disse: «La terra produca esseri viventi secondo la loro specie: bestiame, rettili e bestie selvatiche secondo la loro specie». E così avvenne, nacquero infatti i dinosauri che però Dio fece estinguere per non dover pagare i diritti d'autore al regista di Jurassic Park. Creò quindi il bestiame e gli animali selvaggi facendo in modo che si moltiplicassero secondo la loro specie. E Dio vide che ciò era cosa buona e giusta.

Dio disse: «Facciamo l'uomo a nostra immagine e somiglianza, Giulio, e che domini sulla terra amministrando mafia e Chiesa riciclando soldi sporchi e che faccia leggi ad personam per non essere incriminato durante le tue legislature». Dio creò allora l'uomo a sua immagina, e la donna a

Il bosone di Higgs, colei o colui che diede inizio al tutto

immagine e somiglianza di Rita Levi Montalcini, che a quei tempi aveva già cinquant'anni. Dio disse: «Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra;

soggiogatela e dominate finché siete in tempo, poi divorziate tramite un processo mediatico e date metà delle vostre aziende a vostra moglie». E Dio disse: «Ecco, io vi do ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra e ogni albero in cui è il frutto, che produce seme: saranno i vostri latifondi. Io vi dono tutti gli animali di questa terra, sfruttateli come meglio credete allevandoli in maniera intensiva in maniere vergognose, poi vi dono tutto ciò che di verde c'è in questa terra perché voi possiate specularci sopra e aspettare il condono per poter legalizzare le vostre fabbriche». E vide che ciò era cosa buona e giusta. E fu sera e fu mattina, sesto giorno.

Dio disse: «L'universo e le galassie si riempano di civiltà extraterrestri e tutto la mia creazione viva in una luce di universalismo» ma così non fu, tutti i sindacati insorsero e impedirono a Dio di compiere il suo progetto costringendolo il settimo giorno a riposarsi. Allora Dio dormì dalla sette di mattina a mezzogiorno, e vide che ciò era cosa buona e giusta.

Adamo ed Eva

«Salva il primo uomo, salva il mondo»

Dio allora creò il mondo, la terra e le acque e, dalla polvere, plasmò l'uomo, una volta per creare l'uomo di Neanderthal e una seconda per rimediare all'errore, e lo pose nell'Eden una questura paradisiaca posta ad oriente trai fiumi Po e Reno. Il signore Dio poi pose l'uomo nel giardino affinché lo custodisse e gli disse: «Tu potrai utilizzare tutti i libri di legge scritti qui dentro, ma non potrei accedere a "il codice da Vinci perché in quel momento sicuramente smetterai di vivere». Poi Dio disse: «Non è bene che l'uomo sia solo, gli voglio donare un aiuto nella contabilità d'ufficio», ma nel mondo non c'era niente di simile all'uomo. Allora Dio fece scendere il narcotico su Adamo e, nella sua clinica privata, gli estrasse due costole, da una plasmò la donna per l'uomo e dall'altra il sardo per la pecora. Il serpente era trai più astuti delle toghe rosse fatte dal Signore e poste nell'Eden. Egli si avvicinò alla donna e le disse: «È vero che Dio ha detto: Non dovete consulatare nessun libro di legge della questura?» e la donna gli rispose «Dio ci ha comandato di leggere tutti i libri tranne il codice da Vinci, altrimenti moriremo.» e il serpente le rispose «Tutto ciò è falso, io conosco la legge e posso dirvi che leggendo il codice da Vinci diventereste come Dio.» la donna allora venne attratta dallo spettro di una promozione facile e di un contratto a tempo indeterminato e lesse il libro, poi lo passò all'uomo e anch'ello lesse ed entrambi diventarono come Dio e si accorsero di avere la tessera del partito socialista e subito si affrettarono a nasconderla con una foglia di

Come ben noto il figlio seguì le orme del padre

fico. Poi udirono il Signore passeggiar per la questura e subito dopo si nascosero dietro dei libri mastri, allorché Dio disse: «Uomo, dove sei?» e Adamo gli rispose: «Son dietro questi libri mastri Signore, mi nascondo perché mi son accorto di esser socialista» e Dio gli chiese come facesse a sapere che lui li aveva iscritti nel partito e l'uomo gli disse che la donna aveva letto il libro proibito e lo aveva fatto leggere anche a lui, dopo quel momento entrambi si accorsero di esser iscritti in quel partito politico. Dio allora chiesa alla donna perché avesse mangiato la mela e lei gli rispose «Il serpente mi ha ingannato, ha utilizzato un cavillo legale ormai in disuso».

Dio allora prese il serpente, lo mise sotto un macigno pesante quanto due montagne e gli disse «Poiché tu hai fatto questo sarai la bestia più maledetta di tutto il bestiame, sarai costretto a strisciare sul tuo ventre e ad essere surclassato dalle nuove leve donne che verranno a rubarti il lavoro in tribunale, d'ora in poi tu sarai chiamato Taormina».

Poi disse alla donna: «Moltiplicherò i tuoi dolori e le tue gravidanze, con dolore partorirai figli. Verso tuo marito sarà il tuo istinto, ma lui ti dominerà salariandoti meno di un maschio».

Poi disse all'uomo «Poiché hai letto il libro che ti avevo comandato di non leggere maledette sian le questure per causa tua, tu non ci entrerai più come la legge ma per la legge, dai libri avrai soltanto condanne e multe e dovrai sudare le tue assoluzioni fino a quando non tornerai alla terra da ergastolano, pirla eri e pirla ritornerai».

Allora Dio scacciò l'uomo dall'Eden e vi pose davanti i cappelli fiammeggianti e la guardia di finanza perché proteggessero la via che portava alla verità sul processo dello scandalo del Banco Ambrosiano.

I figli di Eva

Aldo e Amintore, alla morte del primo si ebbe la distruzione del 50% dell'occupazione giovanile.

Adamo si unì ad Eva, la quale concepì Amintore e disse «Ho acquistato un uomo dal Signore, che cognome dovrà avere questo mio figlio? Il mio o quello di suo padre?» Poi partorì anche suo fratello, Aldo. Aldo diventò un demagogo di genti mentre Amintore un coordinatore di partito. Dopo un certo tempo Aldo e Amintore portarono i frutti del loro lavoro al Signore. Aldo gli offrì tutti gli iscritti chi la Democrazia Cristiana aveva guadagnato grazie a lui e Amintore gli offrì tutto il suo lavoro verso il partito avendolo reso solido e di grande rispetto. Dio apprezzò i doni di Aldo ma non gradì l'offerta di Amintore. Amintore ne fu molto irritato, e il suo volto era abbattuto, Dio notatolo gli parlò: «Perché sei irritato e perché è abbattuto il tuo volto? Se agisci bene non avrai che da tenerlo in alto? Ma se non agisci bene e ricicli soldi non sicuri e non nascondi le prove dei tuoi crimini il magistrato sarà sempre accovacciato alla tua porta, impara a dominarlo con le tue amicizie giudiziarie».

Bettino, nipote di Adamo, insieme ad un figlio della progenie di Amintore.

Amintore disse allora ad Aldo: «Andiamo in campagna elettorale Mentre erano in campagna elettorale il fratello alzò le mani su Aldo e lo uccise. Allora il Signore disse ad Amintore: «Dove è Aldo, tuo fratello?» e Amintore rispose «Non lo so, son forse io un brigatista Riprese: «Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo! Ora sii maledetto lungi da quel partito che per opera della tua mano ha bevuto il sangue di tuo fratello. Quando ti candiderai le urne non daran più i loro frutti, ramingo e fuggiasco sarai trai partiti» e Amintore rispose «Troppo grande è la mia colpa per ottenere perdono! Ecco, tu mi scacci oggi dalla DC e io mi dovrò nascondere lontano da te; io sarò ramingo e fuggiasco tra l'UDC e il PCI e chiunque mi incontrerà mi potrà incriminare.» e Dio gli rispose: «Però chiunque incriminerà Amintore subirà il suo stesso processo 7 volte!»

Adamo si unì di nuovo alla moglie, che partorì un figlio e lo chiamò Francesco. «Perché - disse - Dio mi ha concesso un'altra discendenza al posto di Aldo, poiché Amintore l'ha ucciso».

Anche a Francesco nacque un figlio, che egli chiamò Bettino. Allora si cominciò ad invocare il nome del Signore.

il Diluvio universale

Gli uomini malvagi non seppero fino all'ultimo quello che li aspettava, e si presero gioco di Antonio quando lo videro costruir l'arca

Quando gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla terra e nacquero le loro figlie videro che erano belle, e ne presero in spose quante ne vollero. Allora il Signore disse: «Il mio spirito non resterà sempre nell'uomo, perché egli è carne e la sua legislatura durerà solo 5 anni».

Il Signore vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che ogni disegno concepito per i loro partiti non era altro che un modo per avere finanziamenti illeciti. E il Signore si pentì di aver fatto l'uomo sulla terra e se ne addolorò in cuor suo. Il Signore disse: «Sterminerò dalla terra l'uomo che ho creato: con l'uomo anche il bestiame e i rettili e gli uccelli del cielo, perché sono pentito d'aver fatto l'elezioni anticipate». Ma Antonio trovò grazia agli occhi del Signore.

Questa è la storia di Antonio. Antonio era è un uomo giusto trai suoi contemporanei e camminava con Dio. Ma la terra era corrotta e piena di violenza agli occhi del Signore.

Allora Dio disse a Noè: «È venuta per me la fine di ogni uomo, perché la terra, per causa loro, è piena di corruzione e finanziamenti illeciti; ecco, io li distruggerò insieme con la terra. Fatti un'arca di legno di cipresso; dividerai l'arca in scompartimenti e la spalmerai di bitume dentro e fuori. Ecco come devi farla: l'arca avrà trecento cubiti di lunghezza, cinquanta di larghezza e trenta di altezza Farai nell'arca un tetto e a un cubito più sopra la terminerai; da un lato metterai la porta dell'arca. La farai a tre lati: destra, centro e sinistra, e tu risiederai in quella centrale.
Ecco, io manderò il diluvio, per distruggere sotto il cielo ogni deviazione dell'uomo contro la legge; quanto è sulla terra perirà. Ma con te io stabilisco la mia coalizione. Entrerai nell'arca tu e con te i tuoi figli, tua moglie e le

Uomini del PSI che tentano di sottrarsi al giudizio divino

mogli dei tuoi figli. Di quanto vive, di ogni carne, introdurrai nell'arca due di ogni specie, per conservarli in vita con te: siano maschio e femmina. Dei verdi secondo la loro specie, dei rossi secondo la propria specie e di tutti gli azzurri lasciali sulla terra, anche se son sicuro che qualcuno proverà ad entrare in maniere illegali, due d'ognuna verranno con te, per essere conservati in vita. Quanto a te, prenditi ogni sorta di finanziamento e raccoglilo presso di te: sarà di nutrimento per te e per loro».

Antonio eseguì tutto come Dio gli aveva indicato, così egli fece.

Antonio entrò con gli animali e la sua famiglia nell'arca per sottrarsi al diluvio, piovve sulla terra 40 giorni e 40 notti. Perì ogni essere vivente che si muove sulla terra, uccelli, bestiame e fiere e tutti gli esseri che brulicano sulla terra e tutti gli uomini. Ogni essere che ha un alito di vita nelle narici, cioè quanto era sulla terra asciutta morì.

Dio si ricordò di Antonio e le acque cominciarono a ritirarsi, l'arca si posò sul monte dei pegni e inviò più volte i suoi messi per veder se l'acque si eran ritirate. Un giorno tornò da lui la colomba con in bocca un volantino de l'Ulivo e Antonio capì che le acque si erano ritirate.

Dio allora parlò ad Antonio: «Esci dall'arca tu e tua moglie, i tuoi figli e le mogli dei tuoi figli con te. Tutti gli esseri c'hai portato con te falli uscire e che prolifichino sulla terra e che si alleino tra di loro, i rossi rimangan da soli e i neri, i verdi e gli azzurri si alleino tra di loro.»

Allora Antonio scese dall'arca ed edificò un altare dove sacrificò a Dio gli esseri che aveva portato sulla terra e Dio, sentito i soavi odori di quell'olocausto

Il giusto Antonio durante un sacrificio in onore del Signore.

disse: «Non maledirò più il suolo a causa dell'uomo, perché l'istinto del cuore umano è incline al male fin dalla discesa in campo; né colpirò più ogni essere vivente come ho fatto. Finché durerà la terra, seme e messe, freddo e caldo, estate e inverno, giorno e notte non cesseranno».

Poi Dio sancì l'alleanza con Antonio e i suoi figli, li benedì e gli disse di moltiplicarsi, che la terra intera avrebbero dovuto dominare.

Allora Antonio che era lavoratore della terra piantò una vigna, ne bevve il vino e cadde nella sua tenda nudo ed ubriaco, Clemente, uno dei suoi figli lo vide e andò subito a raccontare l'avvenuto ai suoi fratelli, i quali andarono nella tenda a viso coperto e, dopo aver derubato dei suoi averi il padre, lo ricoprirono. Quando il padre si risvegliò dalla sua ebrezza venne a sapere dell'atto del suo figlio minore e disse: «Sia maledetta la stirpe di Clemente! Schiavo degli schiavi sarà per i suoi fratelli!».

La torre di Babele

Lucio Fontana: La torre di Babele, sarcasmo su tela

Tutta la terra aveva una sola lingua e le stesse parole. Emigrando dal meridione gli uomini capitarono in una pianura nel paese di Milano e vi si stabilirono. Si dissero l'un l'altro: «Venite, facciamoci fininvest e cuciamo trame per lei!». La mazzetta servì loro da pietra e il signoraggio da cemento. Poi dissero: «Venite, facciamoci una televisione privata ed una emittente TV illegale!». Ma il Signore scese a vedere le reti televisive e l'emittente che gli uomini stavano costruendo. Il Signore disse: «Ecco, essi sono un solo popolo e hanno tutti un lodo solo; questo è l'inizio della loro opera e ora quanto avranno in progetto di fare il digitale terrestre non sarà loro impossibile. Scendiamo dunque e confondiamo la burocrazia, perché non comprendano più l'uno la legge ad hoc dell'altra». Il Signore li disperse di là su tutta la terra ed essi cessarono di costruire emittenti televisive dandosi alla mondadori. Per questo la si chiamò Rete 4, perché là il Signore confuse la burocrazia di tutta la terra e di là il Signore li disperse su tutta la terra, fin sull'etere digitale.

La storia di Silvio

Il buon Silvio mentre prega che Dio lo assista

Il Signore disse a Silvio: «Vattene da Arcore, dalla tua patria e dalla casa di tuo padre, verso il paese che io ti indicherò. Farò di te un grande popolo e ti eleggerò, renderò grande il tuo nome, più della tua altezza, e diventerai un presidente. Eleggerò coloro che ti voteranno e coloro che andranno all'opposizione lascerò la minoranza e in te si diranno rappresentate tutte le famiglie dell'Italia». Allora Silvio partì, come gli aveva ordinato il Signore, e con lui partì Piersilvio. Silvio aveva settantacinque anni quando lasciò Arcore. Silvio dunque prese la moglie Veronica, e Piersilvio, e tutti i beni che avevano acquistati in Milano e tutte le persone che lì si erano procurate e si incamminarono verso il paese di Roma. Arrivarono al paese di Roma e Silvio attraversò il paese fino alla località di Montecitorio. Nel paese si trovavano allora i Comunisti.

Ma, quando fu sul punto di entrare in parlamento, disse alla moglie Veronica: «Vedi, io so che tu sei donna di aspetto avvenente. Quando i senatori a vita ti vedranno, penseranno: Costei è la sua puttana, e non mi eleggeranno, mentre lasceranno te in vita. Dì dunque che tu sei la mia sexy portaborse, perché io sia trattato bene per causa tua e io venga eletto per riguardo a te». Appunto quando Silvio arrivò in parlamento, gli i parlamentari e i senatori a vita videro che la donna era molto avvenente. La osservarono gli ufficiali di Sua Padanità e ne fecero le lodi a Sua Padanità; così la donna fu presa e condotta nella casa di Sua Padanità. Per riguardo a lei, egli trattò bene Silvio, che ricevette mazzette e lodi, posti macchina e un ingresso nella coalizione. Ma il Signore colpì Sua Padanità e la sua casa con grandi ictus, per il fatto di Veronica, moglie di Silvio. Allora il faraone convocò Silvio e gli disse: «Che mi hai fatto? Perché non mi hai dichiarato che era tua moglie? Perché hai detto: È la mia escort, così che io me la sono trombata in automobile? E ora eccoti tua moglie: prendila e vattene dalla mia coalizione!» Poi Sua Padanità lo affidò ad alcune guardie del corpo che lo accompagnarono fuori del parlamento insieme con la moglie e tutti i suoi averi.

Dal parlamento Silvio ritornò ad Arcore con la moglie e tutti i suoi averi;

Piersilvio mentre tenta di rubare un manzo di Silvio

Piersilvio era con lui. Silvio era molto ricco in aziende, reti televisive e oro. Poi di accampamento in accampamento egli da Arcore si portò fino a Villa Certosa, fino al luogo dove era stata già prima la sua tenda al luogo dell'altare, che aveva là costruito prima: lì Silvio invocò il nome del Signore. Ma anche Piersivlio, che andava con Silvio, aveva aziende, reti televisive e associazioni a delinquere. Il territorio non consentiva che abitassero insieme, perché avevano beni troppo grandi e non potevano abitare insieme. Per questo sorse una lite tra i mandriani di Silvio e i mandriani di Piersilvio, mentre Comunisti e toghe rosse abitavano allora nel paese. Silvio disse a Piersilvio: «Non vi sia discordia tra me e te, tra i miei agenti di borsa e i tuoi, perché noi siamo soci in affari. Non sta forse davanti a te tutto il paese? Separati da me. Se tu vai a sinistra, io andrò a destra; se tu vai a destra...vai a sinistra che è meglio» Dopo tali fatti, questa parola del Signore fu rivolta a Silvio in visione: «Non temere, Silvio. Io sono il tuo scudo fiscale; la tua ricompensa sarà molto grande». Rispose Silvio: «Mio Signore Dio, che mi darai? Io me ne vado senza figli e l'erede della mia casa è Michela di Milano». Soggiunse Silvio: «Ecco a me non hai dato discendenza e un mio servo sarà mio erede». Ed ecco gli fu rivolta questa parola dal Signore: «Non questo fascista sarà il tuo erede, ma uno nato nel tuo partito sarà il tuo erede». Poi lo condusse fuori e gli disse: «Guarda in banca e conta i conti correnti, se riesci a contarli» e soggiunse: «Tale

Silvio mentre abbraccia il servo che non sarà mai suo erede

sarà la tua discendenza». Egli credette al Signore, che glielo accreditò come giustizia grazie al lodo alfano. E gli disse: «Io sono il Signore che ti ho fatto uscire da Naples dei Terùn per darti in possesso questo paese». Rispose: «Signore mio Dio, come potrò sapere che ne avrò il possesso?». Gli disse: «Prendimi una minorenne, una escort, un gigolot e due uccelli». Andò a prendere tutti questi animali, li divise e li collocò uno di fronte all'altro non divise però gli uccelli. I benpensati calavano su quei uomini, ma Silvio li scacciava additandoli di anticostituzionalità. Mentre il sole stava per tramontare, un torpore cadde su Silvio, ed ecco un oscuro terrore lo assalì. Allora il Signore disse a Silvio: «Sappi che i tuoi discendenti saranno delinquenti in un paese non loro; saranno denunciati e querelati per quattrocento anni. Ma la nazione che essi avranno servito, la giudicherò io: dopo, essi usciranno con grandi immunità parlamentari. Quanto a te, andrai in pace presso i tuoi parlamentari; sarai sepolto dopo una vecchiaia felice tra giovani donne. Alla quarta generazione torneranno qui, perché l'iniquità degli comunisti non ha ancora raggiunto il colmo».

Poi il Signore apparve a lui all'Ulivo di Prodi, mentre egli sedeva all'ingresso della tenda nell'ora più calda del giorno. Egli alzò gli occhi e vide che tre giudici stavano in piedi presso di lui. Appena li vide, corse loro incontro dall'ingresso della tenda e si prostrò fino a terra, dicendo: «Mio signore, se ho trovato grazia ai tuoi occhi, non passar oltre senza fermarti dal tuo servo. Si vada a prendere un po' di mazzette, corrompetevi e accomodatevi sotto l'albero. Permettete che vada a prendere un libretto degli assegni e rinfrancatevi il cuore; dopo, potrete proseguire, perché è ben per questo che voi siete passati dal vostro servo». Quelli dissero: «Fa' pure come ha detto il lodo». Allora Silvio andò in fretta nella tenda, da Veronica, e disse: «Presto, tre pacchetti azionari e mazzette, impastale e fanne tangenti». All'armento corse lui stesso, Silvio, prese un comunista tenero e buono e lo diede al servo, che si affrettò a prepararlo. Prese quote Parmalat insieme al comunista, che aveva preparato, e li porse a loro. Così, mentr'egli stava in piedi presso di loro sotto l'albero, quelli fecero un magna magna generale.

I tre giudici che si recarono alla tenda di Silvio.

Poi gli dissero: «Dov'è Veronica, tua moglie?». Rispose: «È là nella tenda abusiva del mio amico Gheddafi». Il Signore riprese: «Tornerò da te fra un anno a questa data e allora Veronica, tua moglie, avrà un figlio». Intanto Veronica stava ad ascoltare all'ingresso della tenda ed era dietro di lui. Silvio e Veronica erano vecchi, avanti negli anni; era cessato a Veronica ciò che avviene regolarmente alle donne. Allora Sara rise dentro di sé e disse: «Avvizzita come sono dovrei provare il piacere, mentre il mio signore è impotente!». Ma il Signore disse a Silvio: «Perché Veronica ha riso dicendo: Potrò davvero partorire, mentre uso la pillola abortiva? C'è forse qualche cosa impossibile per il Signore? Al tempo fissato toglierò la legge 194/78 e Veronica avrà un figlio». Allora Veronica negò: «Non ho riso! Era uno spasmo del botox!», perché aveva paura; ma quegli disse: «E io renderò la pillola abortiva illegale».

Quegli uomini si alzarono e andarono a contemplare il Parlamento dall'alto, mentre Silvio li accompagnava per congedarli. Disse allora il Signore: «Il grido contro il Parlamento ed il Senato è troppo grande e il loro peccato è molto grave. Voglio scendere a vedere se proprio hanno fatto tutte le leggi ad personam cui è giunto il grido fino a me; lo voglio sapere!». Quegli uomini partirono di lì e andarono verso il Parlamento, mentre Silvio stava ancora davanti al Signore. Allora Silvio gli si avvicinò e gli disse: «Davvero sterminerai partito socialista con l'empio? Forse vi sono cinquanta davvero eletti dal popolo nella città: davvero li vuoi sopprimere? E non perdonerai a quel luogo per riguardo ai cinquanta giusti che vi si trovano? Lungi da te il far morire il parlamentare con l'empio, così che il parlamente sia trattato come l'empio; lungi da te! Forse il giudice di tutta la terra non praticherà la giustizia? Sarà forse una toga rossa?». Rispose il Signore: «Se in parlamento troverò cinquanta parlamentari che non hanno assunto cocaina nell'ambito della città, per riguardo a loro non farò cadere il governo».

I due poliziotti del Signore mentre portano via uno degli empi

I due poliziotti in borghese del Signore arrivarono in parlamento sul far della sera, mentre Bettino stava seduto alla porta del parlamento. Non appena li ebbe visti, Bettino si alzò, andò loro incontro e si prostrò con la faccia a terra. E disse: «Miei signori, venite in casa del vostro servo: vi passerete la notte, avrete delle escort e poi, domattina, per tempo, ve ne andrete per la vostra strada». Quelli risposero: «No, passeremo la notte nel parlamento». Ma egli insistette tanto che vennero da lui ed entrarono nella sua casa. Egli preparò per loro un banchetto, fece cuocere i comunisti e così mangiarono. Non si erano ancora coricati, quand'ecco i parlamentari, cioè gli abitanti del parlamento, si affollarono intorno alla casa, giovani e vecchi, tutto il popolo al completo. Chiamarono Bettino e gli dissero: «Dove sono quegli uomini che sono entrati da te questa notte? Falli uscire da noi, perché possiamo rubargli la coca!». Bettino uscì verso di loro sulla porta e, dopo aver chiuso il battente dietro di sé, disse: «No, compagni di partito, non fate del male! Sentite, io ho due escort ancora calde; lasciate che ve le porti fuori e fate loro quel che vi piace, purché non facciate nulla a questi uomini, perché sono entrati all'ombra del mio tetto». Ma quelli risposero: «Tirati via! Quest'individuo è venuto qui in visita ufficiale e vuol fare già il senatore a vita! Ora faremo a te peggio che a loro!». E spingendosi violentemente contro quell'uomo, cioè contro Bettino, si avvicinarono per sfondare la porta. Allora dall'interno quegli uomini sporsero le mani, si trassero in casa Bettino e chiusero il battente; quanto ai poliziotti che erano alla porta della casa, essi li colpirono con un granata lacrimogena dal più piccolo al più grande, così che non riuscirono a trovare la porta.

La capanna di Bettino al villaggio

Quegli uomini dissero allora a Bettino: «Chi hai ancora qui? Il segretario di partito, il coordinatore e di quanti elettori hai in città, falli uscire da questo luogo. Perché noi stiamo mettere sotto sequestro giudiziario questo luogo: il grido innalzato contro di loro davanti al Signore è grande e il Signore ci ha mandati a portarli tutti in tribunale». Bettino uscì a parlare ai suoi elettori, che dovevano coordinare le sue sedi di partito, e disse: «Alzatevi, uscite da questo luogo, perché il Signore sta per irrompere con le teste di cuoio in parlamento!». Ma parve ai suoi elettori che egli volesse brogliare le elezioni. Quando apparve l'alba, i poliziotti in borghese fecero premura Bettino, dicendo: «Su, prendi tua moglie e le tue figlie che hai qui ed esci per non essere travolto dall'inchiesta mani pulite».

Dopo averli fatti uscire, uno di quei carabinieri disse: «Metti la tua fedina al sicuro: non guardare indietro e non ti fermare in alcun luogo della pianura; cerca scampo oltre il mare, altrimenti perirai!» Battino rispose loro: «No, mio signore! Ecco, il tuo servo ha trovato grazia ai tuoi occhi e tu hai mostrato la grandezza della tua bontà verso di me, conservandomi in parlamento; ma io non posso salvare la coalizione prima che mani pulite mi travolga. Ecco, c'è questa città vicina per rifugiarmi - è piccola - e lascia che io fugga lì - e non è forse piccola? - e così io vivrò». E quello rispose: «Ecco, anche questa grazia io ti concedo: di non distruggere la città della quale hai parlato. Affrèttati, rifùgiati là, perché io non posso far far partire la prescrizione finché tu non vi sia giunto». Perciò quella città fu chiamata Hammammet.