Aldo Moro

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« Senza ombra di dubbio è stato un rapimento ad opera degli alieni comunisti. »
(Roberto Giacobbo espone la sua tesi sul sequestro di Moro.)
Aldo Moro, anche detto Due Facce.

Aldo Moro (Maglie, 23 settembre 1916Baule posteriore di una Renault 4 in via Caetani a Roma, 9 maggio 1978) fu un famoso statista di media statura, infatti grande era la sua capacità di mediare.
Mediò tra comunisti e democristiani mediante la mediazione, tra governo e cittadini mediante i media, tra morti e vivi mediante medium, tra ciclisti a automobilisti mediante il medio e fra intestino e disturbi intestinali usando Imodium. Purtroppo l'unica volta in cui non riuscì a mediare fu coi sequestratori.

Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, su Wikipedia è presente una voce in proposito. Aldo Moro

Biografia

Gioventù

Abbandonato alla nascita, fu cresciuto nel convento di don Luigi Sturzo; il quale riuscì a sottrarlo da un tentativo di rapimento da parte di alcuni zingari mandati da Stalin.

Laureatosi in Giurisprudenza con una tesi sui brogli elettorali, dalla quale Alcide De Gasperi trarrà spunto per varare la famosa "legge truffa" del 1953, si avvicina giovanissimo alla politica, iniziando una dura gavetta come portaborse dello stesso De Gasperi che in poco tempo lo avrebbe portato a candidarsi alle elezioni per l'Assemblea Costituente.
Eletto nelle file della Democrazia Cristiana, partecipa attivamente ai lavori dell'Assemblea; venendo spesso alle mani per le sue nette posizioni antifasciste con alcuni deputati del MSI e annoiando tutti i restanti membri dell'Assemblea con i suoi monologhi interminabili e soporiferi.

Impegno istituzionale e nascita del centro-sinistra

   La stessa cosa ma di più: Centro-sinistra.
Giulio Andreotti mentre esprime la sua personale disapprovazione per il "compromesso storico" con il Partito Comunista.

Durante i primi governi presieduti da De Gasperi e nei successivi esecutivi a guida democristiana, Aldo Moro ricopre incarichi istituzionali di primaria importanza, come responsabile della contabilità degli anni di Giulio Andreotti (che sotto il primo governo Fanfani avrebbe festeggiato il centesimo anniversario della sua nascita), garante dell'integrità morale di Oscar Luigi Scalfaro e Ministro della Cultura Popolare sotto il governo Tambroni.

Già nel 1948, mentre l'Italia si accingeva ad aderire al Piano Marshall e al Patto Atlantico e suggellava lo storico patto di non-aggressione con la Groenlandia, Moro, in contrasto con le scelte di De Gasperi, ipotizza un ingresso della sinistra nella maggioranza, strizzando l'occhio a Palmiro Togliatti: in realtà diversi decenni più tardi si sarebbe scoperto come tale gesto rappresentasse il segnale per dare l'ok ad alcuni studenti di destra (assoldati dalla DC) a sparare all'allora leader comunista, come infatti avvenne il 14 luglio dello stesso anno.

Nel 1963, per estendere la maggioranza e convincere i partiti all'opposizione della bontà del programma della DC, Moro si recò, col beneplacito di Andreotti, nella sede del Partito Socialista con una ventiquattrore piena di banconote da 10.000 lire per avanzare al segretario Pietro Nenni un'offerta irrifiutabile. Contraddicendo le previsioni, Nenni declinerà l'offerta in denaro asserendo di essere un politico con le mani pulite, pur non rinunciando a trattare con la DC. In questa circostanza Moro diede sfoggio di tutto il suo talento politico e della sua abilità diplomatiche, riuscendo a garantirsi l'appoggio dei socialisti senza ricorrere alla corruzione, ma concedendo loro in cambio la libertà di intascare tangenti e rubare dal bilancio dello Stato in piena impunità, facendo affidamento sull'omertà dei democristiani.

Anni di piombo e sequestro

Il 28 settembre 1973 Aldo Moro, mentre si recava in auto ad un Congresso della DC, giunto all'incrocio prima della sede del partito; anziché proseguire dritto decise di compiere una storica svolta a sinistra; rinunciando alla riunione per accettare l'invito di Enrico Berlinguer a sorseggiare della birra e fumare un sigaro cubano insieme alla Festa dell'Unità che si teneva lì vicino.

Aldo Moro posa per la campagna di Pubblicità Progresso contro il terrorismo rosso.

Al quinto boccale di birra il leader democristiano e il segretario comunista si accordarono per un patto tra i rispettivi partiti che avrebbe assunto il nome di "compromesso storico"; così chiamato perché destinato a compromettere gravemente la credibilità di Aldo Moro presso i suoi colleghi di partito e gli alleati del PSI, entrambi contrari all'alleanza con i comunisti, etichettati come "mafiosi" da Andreotti, "corrotti" dal socialista Bettino Craxi e "mangia-bambini" dalla giornalista Bianca Berlinguer, figlia di Enrico nonché unica tra gli eredi dei leader del PCI a salvarsi dalle smanie cannibalesche e infanticide del padre.

Malgrado la diffidenza esternata da diversi membri delle due parti politiche coinvolte, l'idea del "compromesso storico" fu accolta dalla popolazione con un entusiasmo inatteso e talvolta persino esagerato, con manifestazioni di giubilo in ogni parte d'Italia e spettacoli pirotecnici offerti per l'intrattenimento dei passanti in piazza della Loggia a Brescia o dei passeggeri del treno Italicus.

Il 16 marzo 1978, nel mezzo di un incontro informale con Giulio Andreotti, Aldo Moro viene improvvisamente rapito da un commando delle Brigate Rossonere, gruppo ultras milanista (probabilmente capeggiato dall'allora terrorista rosso Giovanni Lindo Ferretti) deciso a rivendicare la propria identità contro i tentativi di Moro (che si dichiarava di fede interista) di giungere ad un compromesso tra nerazzurri e rossoneri. Pur essendo fisicamente presente al momento del sequestro, Andreotti giurerà sulla vita del suo cane di non aver visto né sentito nulla. La bestiola sarebbe poi morta pochi giorni dopo le dichiarazioni del suo padrone.

Come condizione per la salvezza del leader della DC, i sequestratori imposero la liberazione del terrorista Cesare Battisti, detenuto in carcere. Le autorità italiane fraintesero la richiesta delle BR e, anziché scagionare Cesare Battisti, si recarono in Brianza per prelevare il cantautore Lucio Battisti dalla sua abitazione, dove da alcuni anni viveva in volontario esilio. L'artista fu accompagnato di malavoglia davanti al quartier generale delle BR, dove si esibì in un'intensa interpretazione di "Fiori rosa fiori di pesco". Credendo in uno scherzo, gli aguzzini, sentendosi presi per i fondelli, trucidarono senza pietà il povero Moro, il cui corpo senza vita fu poi riposto nel baule di un'auto insieme alla chitarra di Battisti ridotta in mille pezzi.

Interrogativi

Nonostante siano passati quarant’anni dalla sua prematura scomparsa l'alone di mistero perdura e i quesiti si accumulano irrisolti. Dopo decenni di indagini lacunose, testimoni inattendibili, insabbiamenti, nascondini, bucce di banana, omissioni, bugie, depistaggi, scherzi da preti, complotti, ancora non giunge la risposta. Come è potuto accadere? Perché nessuno parla? Chi o cosa di così terribile e spaventoso vide Aldo Moro da procurargli quel cazzo di ciuffetto di peli bianchi sulla capoccia? Era forse figlio della moglie di Frankenstein? Ma soprattutto, perché non lo tinse mai?

Curiosità

Un Moro visibilmente ubriaco viene ritrovato addormentato nel baule di un'auto in seguito a una sbronza.
  • A discapito del cognome, Aldo Moro era di capigliatura bionda ma, poiché all'epoca le foto erano scattate tutte in bianco e nero, nessuno si accorse mai della differenza.
  • Quello che pochi sanno è che Moro fu anche uno stilista di successo: a lui si deve infatti la fondazione del marchio DC Shoes.
  • Pur essendo un politico pulito, aveva l'usanza di non cambiarsi mai gli abiti; abitudine che accentuò nelle ultime settimane della sua vita.
  • Alcuni negazionisti dell'attentato a Moro sostengono che dietro il suo rapimento non vi sia la mano delle BR, ma bensì dei bravi di don Rodrigo.
Preceduto da:
Leone il fifone

Presidente del consiglio
1963 - 1968
Succeduto da:
Sempre il solito
Preceduto da:
Il Casinaro

Presidente del consiglio
1974 - 1976
Succeduto da:
Il secondo tragico Andreotti


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