Hailé Selassié

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Anche Hailé Selassié I, uomo votato al conservatorismo, disse no al colesterolo e sì alla topa!
« Uè, bella zio! C'hai mica una cartina? »
(Hailé Selassié a Papa Pio XI, durante la storica visita in Vaticano)
« È mio dovere informare i governi riuniti a Ginevra, in quanto responsabili della vita di milioni di uomini, donne e bambini, del mortale pericolo che li minaccia descrivendo il destino che ha colpito l'Etiopia. Il governo italiano ha usato ogni mezzo per piegare la nostra resistenza. Oh, passino i bombardamenti e le armi chimiche, ma le canzoni di Gigi D'Alessio hanno rotto il cazzo! »
(Dal discorso di Hailé Selassié alla Società delle Nazioni, 30 giugno 1936)

Hailé Selassié I, al secolo Tanino Mancuso, è stato negrus d'Etiopia dal 1930 al 1974, salvo un breve periodo in cui, chiesta e ottenuta la cittadinanza austriaca, aprì una pescheria a Innsbruck.

Scafista lampedusano, sbarcò in Etiopia a causa di un guasto al TomTom. Conquistò l'ammirazione degli indigeni regalando loro chincaglierie come accendini (che gli indigeni chiamavano Prodigiosi Rami del Fuoco), scatolette di tonno (che gli indigeni chiamavano Magici Pesci di Ferro) e numeri di Penthouse (che gli indigeni chiamavano numeri di Penthouse perchè già li conoscevano).
Venne incoronato negrus (re del campetto) assumendo il nome Hailé Selassié, che in amarico significa "Uomo che avrebbe un roseo futuro come controfigura di Diego Abatantuono, se solo Diego Abatantuono fosse già nato".

I timidi esordi da dittatore

Un piccolo bon mot durante la visita di Selassiè in Inghilterra:
 :- Selassiè: “Ok, ok, lo confesso! L'ho sganciata io!”
- Churchill: “Solo il mio proverbiale aplomb britannico mi impedisce di sganasciarmi.”

Le prime azioni politiche di Selassié furono improntate all'apertura verso l'Europa: l'Etiopia fu l'unico stato africano ad adottare come moneta l'euro, nonostante le ripetute accuse di irregolarità da parte della CEE. La trovata, per quanto geniale, non bastò a risanare l'economia etiope, e Selassié dovette porre rimedio statalizzando l'aria.

Dittatore illuminato, favorì le arti e la scienza, attivandosi in prima persona: fu lui a inventare il panino al prosciutto, quella volta che il suo cuoco si prese il pomeriggio libero. La ricetta di Hailé Selassié era per la verità un po' rudimentale; non prevedeva ne le due fette di pane, ne lo strato di prosciutto, ma solo tre pannelli di truciolato compressi insieme. Il panino al prosciutto si diffuse subito nel Paese, non come specialità gastronomica ma come calzatura: tutti gli etiopi, vai a sapere perché, buttarono via sandali e babbucce e presero a legarsi panini al prosciutto attorno ai piedi.
Anche suo figlio, Amha Selassie, fu un inventore: a lui si devono le infradito, che curiosamente diventarono una leccornia per palati fini. Ma non è questa la sede adatta per discettare degli usi e costumi delle popolazioni estafricane.

Hailé Selassié era tanto morigerato in pubblico quanto amante degli eccessi in privato. Amava circondarsi di animali esotici, che lasciava liberi di scorrazzare per il palazzo: possedeva un leone, una pantera, un unicorno e un raro esemplare di ungherese, un turista che aveva avuto la sfortuna di venir catturato e schiavizzato dalle guardie del negus.
Quando Gina Lollobrigida e Sofia Loren vennero in visita al palazzo reale, le costrinse a restare in bikini e a lottare nel fango per il suo sollazzo.

Selassiè morì nel 1975, mentre si lavava i denti, sbranato dal grizzly che teneva rinchiuso in bagno.

Selassié e l'Italia

Nel 1935 l'Italia invase l'Etiopia come rappresaglia per un tagliaerba prestato e mai restituito. Mussolini ordinò di usare ogni mezzo, lecito e illecito, pur di ottenere la vittoria: è storicamente documentato l'uso da parte dell'esercito italiano di armi chimiche quali gas nervino, gas esilarante e le velenosissime scorre imbottigliate del generale Rodolfo Graziani.

Mussolini quando vide entrare Selassié. Pur di non farlo parlare arrivò a ingoiare l'unico microfono.

Gli iniziali successi italiani furono favoriti dalla tattica temeraria adottata da Selassiè, che ordinò ai suoi soldati di gettarsi senza paura contro le mitragliatrici nemiche:

« Prima o dopo finiranno i colpi, quei maledetti! »

Hailé Selassié denunciò il dramma etiope e gli scorretti metodi italiani presso la Società delle Nazioni in un accorato discorso intitolato Pizza, Mafia, Vaffanculo. La Società delle Nazioni, che aveva lo stesso potere di un circolo di appassionati di origami, gli tirò le orecchie e lo costrinse a scrivere cento volte Non devo fare lo spione.
Selassiè promise tremenda vendetta e, come un prode Mahmud Ahmadinejad ante litteram, minacciò di scatenare contro l'Occidente il suo esercito di scimmie bicefale mutanti. La minaccia si rivelò infondata perché il programma nucleare etiope era quantomeno deficitario e gli scienziati non erano riusciti ad andare oltre al legare due scimmie tra loro.

Vista la mal parata Hailé Selassié scelse l'esilio volontario e informò di questa grave decisione la nazione con un rapido comunicato radio:

« È stato bello, gente. »

Scappò quindi a Saint-Tropez, dove si divertiva a girare in Cadillac e a bere champagne direttamente dalla bottiglia, come tutti i cafoni arricchiti.

La doppia identità

Selassiè nel discorso di fine anno alla nazione.

Tornato in patria, Selassié riprese la sua opera di modernizzazione del Paese: istituì la mutua, riformò l'esercito e fece costruire un'imponente funivia che da Harar si snodava fino a Courmayeur.
Nel 1960 ricevette molte critiche perchè impiegò l'intero patrimonio idrico nazionale per farsi una doccia veloce.

Nel frattempo, plagiato dalla lettura del Vangelo di Carmine (una versione apocrifa risalente alla metà del II secolo), fece suo il ruolo di leader religioso e fondò il Rastafarianesimo, una dottrina ebraico-cristiana basata su tre punti:

  • Tutti i neri devono tornare a vivere in Africa.
  • Tutti i neri devono avere un pene di almeno venticinque centimetri.
  • Tutti i neri devono essere neri.

Con lo pseudonimo di Bob Marley iniziò a esibirsi nei circoli studenteschi e a incidere canzoni come One Love, No Woman, No Cry e Mussolini was a sucker. Nei suoi testi sono spesso presenti riferimenti all'amore universale, all'uguaglianza sociale e al fumare erba. Soprattutto al fumare erba.
Selassiè divenne popolarissimo anche all'estero, tanto da venir insignito più volte del Premio Personalità Nera dell'Anno, oggi ribattezzato per motivi commerciali Premio Spike Lee per i Negri Veramente Cazzuti, Cazzo! ®
Selassié mise a disposizione dei giamaicani che volevano tornare in Africa le terre di Shashamane, 500 acri di terra bruciata dal sole, e abitata soltanto da avvoltoi e scorpioni. Il portavoce dei profughi giamaicani declinò l'offerta del negus menandosi metaforicamente il torrone davanti a lui.

I Rastafariani credono che Hailé Selassié sia Cristo per varie ragioni: anche lui, cambiando le graffette della spillatrice, si procurò dei buchi sulle mani. Un'altra volta trasformò il vino in aceto lasciando la bottiglia aperta una settimana.

Titoli e onorificenze

  • Negrus d'Etiopia
  • Ras del quartiere
  • Orgoglio di Lampedusa
  • Gran Baluba
  • Cavaliere dell'Ordine della Verga Priapica
  • Leone Conquistatore della Tribù dei Sodomiti
  • Eletto di Dio
  • Guida Spirituale di tutti i Nusbari
    1966. Hailé Selassié presenzia al Gran Galà della Moda Internazionale Menelik c'est chic e vince nella categoria Miglior Palandrana Inamidata.
  • Er mejo Fico d'Abissinia
  • Luce del Mondo
  • Leone d'Africa
  • Mister Etiopia
  • Miss Etiopia
  • Mister Senegal
  • Mister Malawi
  • The Boss
  • Sogno Bagnato di ogni Donna Africana che si rispetti
  • The Special One
  • Difensore della Fede
  • Difensore della Manu (una studentessa che aveva subito molestie su un autobus)
  • Perla Nera
  • Re dei Re
  • Membro Onorario della Scuola di Stregoneria di Hogwarts
  • Signore dei Dreadlocks
  • Il Gigante Buono
  • Il Despota color Caffelatte
  • O Rey di Addis Abeba
  • Gran Collare dell'Ordine dei Pahlavi
  • Gran Collare ortopedico dell'Ordine degli Automobilisti Distratti
  • Sublime Maestro della Loggia dei Venditori di Fazzoletti

Voci correlate