Strategia della tensione

Da Nonciclopedia, cioè, 'sti cazzi.
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Siamo forse di fronte ad una nuova strategia della tensione? (Leggi l'articolo e pensala come ti pare)
« Io la uso spesso! Quando mi torchia il prof faccio vedere che sono parecchio tesa, lui s'imburrisce e mi chiede un argomento a piacere. »
(Liceale con un QI di poco inferiore alla mazzancolla.)

La strategia della tensione è una tattica che mira a dividere, manipolare e controllare l'opinione pubblica usando paura, propaganda, Minzolini, depistaggi, guerra psicologica ed azioni terroristiche di tipo false flag (ad es. mollare una loffa nell'ascensore affollato e poi guardare con disapprovazione quello dietro). L'espressione è stata utilizzata la prima volta dal settimanale The Observer, in un articolo del 1969.

« Gli Stati Uniti d'America, con l'appoggio del regime militare greco e una serie di atti terroristici, volevano favorire l'instaurazione di dittature militari in paesi strategici come Italia e Turchia, manipolare l'informazione ed appropriarsi della ricetta della pajata, creando un notevole clima di tensione, soprattutto nelle osterie di Trastevere. »
(Leslie Finer, Strategie NATO e leccornie segrete, The Observer, Dic. 1969.)

Alla strategia della tensione sono inoltre riconducibili tentativi di colpo di stato, organizzazioni segrete eversive, infiltrazioni di agenti provocatori in cortei di protesta, Francesco Cossiga, cori razzisti da stadio, le cartelle Equitalia e la spiaggiazione delle balene[credo].
Nell'estate del 1980, più o meno in coincidenza con la strage di Bologna, fui lasciato da quella dispensatrice entusiasta di albicocca di nome Lucia, probabilmente c'entra anche questo, ma non ho le prove, comunque ero molto teso.

La strategia

Molti si sono fatti la domanda: "Esisteva un oscuro burattinaio?"
Non possiamo esserne certi, però se c'era, a forza di tenere le fila, capace gli sarà venuta la gobba.

La strategia della tensione mantiene uno stretto legame con il fenomeno generale del terrorismo di stato, indica la partecipazione nascosta (o il benestare) di settori dello Stato in azioni terroristiche ai danni del proprio popolo. Qualcuno potrebbe pensare che l'attuale crisi economica del paese, e il clima di paura che ne è scaturito, sia qualcosa di voluto e pianificato dal potere stesso. Una nuova forma di terrorismo?

« Cerchiamo di non esagerare!!
(Che altrimenti finiamo per azzeccarci) »

Alcune fonti individuano nella strage di piazza Fontana, del 1969, l'atto iniziale del dispiegarsi (in Italia) della strategia della tensione. Di sicuro fu il primo episodio clamoroso, ma non si organizza un "evento" di tali proporzioni improvvisando alla bell'e meglio, occorre un piano ben strutturato (magari copiando dal "Field Manual" trovato nella valigetta di Licio Gelli e di provenienza CIA) e inoltre, effettuare una prova generale.
Molti anni prima, nel 1947, la strage di Portella della Ginestra maturò e si svolse con dinamiche assimilabili. Gli ingredienti in qualche modo erano gli stessi:

  1. protesta delle classi sociali meno abbienti[1],
  2. l'opposizione che aumenta consensi[2],
  3. si crea un pretesto per reprimere la protesta[3],
  4. si trova un capro espiatorio[4],
  5. si fa qualche "leggetta speciale" per impedire che possa ricapitare[5].

Per rapportarci ai giorni nostri: la gente ne ha abbastanza di una classe politica che ha affamato il paese e protesta utilizzando internet (anche perché il resto della comunicazione è in mano ai partiti), il Movimento 5 Stelle aumenta consensi, il punto 5 è bell'e pronto (legge bavaglio).
Comunque, ad occhio e croce, sono messi bene anche coi punti 3 e 4. Anonymous è pronto per essere incolpato, ha già tirato qualche "bombetta" informatica, manca il pretesto, causare un danno alla popolazione, qualcosa che giustifichi il: "Lo stiamo facendo per voi". Ho un paio di idee, non le scrivo per non tramutarmi da profeta a suggeritore.
Certo che stavolta sarebbe oltremodo comodo. In passato gli "altarini" si sono scoperti perché gli esecutori materiali finivano per "cantare", oppure trovava qualche prova un giornalista particolarmente zelante che finiva trucidato. In questo caso: Anonymous potrebbe non esistere davvero, quindi delle prove neanche a parlarne e, se non è reale, non può fare il giuda.

L'Inizio

Piccoli "gladiatori" crescono.

Nel 1965, dal 3 al 5 maggio, si tenne un convegno all'Hotel Parco dei Principi di Roma. Questo "Convegno sulla guerra rivoluzionaria" fu promosso per coordinare e dare maggior vigore alla lotta contro il comunismo in Italia. La DC, pur mantenendo saldamente posti e posizioni di potere, sembrava progressivamente cedere terreno al PCI. La paura era giustificata, tutti erano consapevoli del grande pericolo: mangiavano i bambini, predicavano l'uguaglianza sociale, aborrivano la proprietà privata, ruttavano a tavola e si vestivano con gli eskimo, cosa che li faceva puzzare come un licaone bagnato.
Occorreva quindi, secondo i relatori del convegno, che una parte della destra si facesse carico di una reazione alla crescita del pericolo comunista, affiancandosi in questa attività ad apparati dello stato particolarmente "sensibili": servizi segreti, carabinieri e militari di fede neofascista, ai quali aggiungere a supporto anche i corpi speciali (Boy scout e ciellini). L'Italia entrò nella NATO ufficialmente nel 1964, ma già in precedenza erano attivi accordi bilaterali tra la CIA e l'equivalente italiana SIFAR, tesi ad arruolare ed addestrare nuclei di operativi in grado di: organizzare la resistenza armata alle "forze sovversive", far sparire prove (e persone) se serve, cucinare la coda alla vaccinara come Cristo comanda. Queste entità sarebbero poi confluite, tutte o in parte, nell'Organizzazione Gladio.
Secondo alcune opinioni questo convegno rappresenterebbe, per quanto riguarda l'Italia, la pianificazione e l'inizio della "strategia della tensione", inserito nella più ampia operazione internazionale "False flag", nota anche come: "Operazione CHAOS" in America, "Crêpe Suzette" in Francia, e "Black Spring Roll" in alcuni ristoranti cinesi filonazisti.

Come riuscire ad attuarla?

Finalmente ce ne siamo liberati, sarà più difficile sradicare le loro idee.
« ...io avevo la P2, Cossiga la Gladio e Andreotti l’Anello. »
(Licio Gelli durante un'intervista del 15 febbraio 2011.)

Quello che c'era da fare era chiaro: instaurare una dittatura in Italia senza farsene accorgere. Il problema era mettere insieme una squadra capace di arrivare fino in fondo e, soprattutto, che potesse restare fuori di galera se andava storto qualcosa. I punti fondamentali erano tre:

  • poter contare su depistaggi, insabbiamenti e una impresa delle pulizie efficiente,
  • controllare i media e manipolare le notize per indirizzare l'opinione pubblica nel verso giusto,
  • poter cambiare qualche legge, per favorire il processo di controllo e tener fuori chi serve.

Se mai, da allenatore, dovessi giocare questo tipo di campionato, non andrei certo a scegliere Lionel Messi, Cristiano Ronaldo e Fernando Torres, in quel campo i fuoriclasse erano il Picconatore, Er Gobbo e il Maestro Venerabile. Per il resto della squadra bastavano buoni gregari.
L'organico era molto ampio, oltre ai titolari e alle riserve poteva contare su un promettente vivaio, per un totale di circa 2400 iscritti. Unico grosso problema: gestire il turnover. La lista del settore professionistico, conosciuta come Lista degli appartenenti alla P2, contava 962 tesserati, tra i quali: 44 parlamentari, 2 ministri dell'allora governo, un segretario di partito, 12 generali dei Carabinieri, 5 generali della Guardia di Finanza, 22 generali dell'esercito italiano, 4 dell'aeronautica militare, 8 ammiragli, vari magistrati e funzionari pubblici, i direttori e molti funzionari dei vari servizi segreti, diversi giornalisti ed imprenditori[6]. C'era anche un certo Vittorio Emanuele di Savoia (tessera 516) preso solo perché rimediava ottimo materiale da spogliatoio.
I tifosi di buon senso lo sanno, quando rifondi una squadra non puoi vincere subito il campionato. Però i successi sono incoraggianti e, anno dopo anno, strage dopo strage, il meccanismo di gioco si perfeziona e risulta vincente. La cosa più incredibile è il basso numero di squalifiche, in circa trenta stagioni contiamo:

In totale, meno squalificati della Juventus (che pure ha i suoi santi in paradiso), se non è un successo questo.
Alla fine questo dimostra che pur cambiando gli interpreti, quando hai un'impostazione di gioco solida, si vince.

« Berlusconi sta attuando il mio Piano di Rinascita Democratica alla perfezione... »
(Licio Gelli, dall'Indipendente, 1996.)

Comunicato del Gran Cappuccio


Attentati e stragi riferibili alla Strategia della tensione

Rispetto all'elevato numero di azioni violente dei cosiddetti anni di piombo, si inscrive nella strategia della tensione il periodico verificarsi di stragi ed attentati privi di rivendicazione, tendenzialmente compiuti con esplosivi in luoghi pubblici o mezzi di locomozione di massa:

Agli accorti inquirenti non sfuggì il fatto che la maggior parte delle stragi si erano verificate a maggio, infatti batterono per anni la pista dei lavoratori stagionali che raccolgono ciliegie.
L'elenco appena descritto è comunque riduttivo:

« Dal 1969 al 1975 si contano 4.584 attentati, l'83 percento dei quali di chiara impronta della destra eversiva (cui si addebitano ben 113 morti, di cui 50 vittime delle stragi e 351 feriti), la protezione dei servizi segreti verso detti movimenti appare sempre più plateale. »
(Decreto di archiviazione procedimento penale 2276/90, Tribunale di Savona.)

Bibliografia

Ora che è morto potremo finalmente accedere ai suoi documenti segreti. AHAHAH!!! (che mattacchione che sono).
  • Francesco Cossiga, Moro chi?!: Piccola guida per fare il vago in modo credibile, Tresnuraghes 1997, Ed. SISDE
  • Giulio Andreotti, Senatore... senatore... Tecniche di tanatosi durante gli interrogatori del GIP, Roma 2009 Ed. L'Anello
  • Daniele Ganser, Nato's Secret Armies: Operation Gladio and Terrorism in Western Europe[7], London 2005, Ed. Frank Cass
  • Licio Gelli, Qui lo dico e qui lo annego: Il braccio violento della loggia, Arezzo 2008, Ed. Libero
  • Giuseppe Valerio Fioravanti, 8 ergastoli e non sentirli: Come tornare libero dopo 26 anni, Collana I Pratici 2010, Ed. La Loggia
  • Francesca Mambro, Io di ergastoli ne avevo 9 e son fuori lo stesso, Collana Marameo 2012, Ed. Giuseppena Mite
  • Gianfranco Bertoli, Bomba o non bomba ritorneremo al fascio, Carcere di Livorno 1996, Ed. Chiavistello
  • Nicolò Pollari, Qui lo dico e qui lo negro (questa va spiegata[8]), Cosenza 2001, Ed. La Chicca

Note

  1. ^ scusate la povertà
  2. ^ scusate i consensi
  3. ^ scusate la repressione
  4. ^ scusate il capro
  5. ^ scusate la dittatura
  6. ^ a me ne viene in mente uno in particolare (tessera n.1816)
  7. ^ Libro tristemente vero
  8. ^ Nicolò Pollari è un ex-direttore del Sismi che ha confermato che Gianfranco Bertoli era un informatore del Sifar e poi del SID, col nome in codice: Negro

Voci correlate