Giuseppe Parini: differenze tra le versioni

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[[File:Parini figo.jpeg|right|thumb|250px|La foto profilo FB di Parini]]
{{cit2|Va per negletta via
'''Giuseppe Parini''' (A casa sua, [[23 maggio]] [[1729]] - in un lupanare, [[15 agosto]] [[1799]] - sala rianimazione, [[16 agosto]] [[1799]] - esplosione nucleare presso Lomazzo, [[1 luglio]] [[2048]]) altresì noto con gli pseudonimi '''Ripano Eupilino''' per le poesie, '''Darisbo Elidonio''' per l'''Arcadia'' e '''BigCockDevastator''' su [[PornHub]], è stato uno [[scrittore]], [[insegnante]], abate, [[abaco]] e baco [[Italiani|italiano]], anche se secondo alcuni psicolabili era un trattore volante e per i suoi rivali uno scemo; ma anche per chi non era suo rivale.
Non ignor l'inutil puzza di merda

La calda feciata è comun origine,

Che sol bastardo fa fermentare.

Inutile unir può al vento,la pioggia

Che la rende terribil fanghiglia|Parini ne "L'insalubrità dell'aria"}}

'''Giuseppe Parini''' (Bosisio, 23 maggio 1729 – Milano, 15 agosto 1799) è stato un poeta, librettista, traduttore italiano e [[pornostar]] di fama internazionale. Membro dell'Accademia dell'Orcodio, fu uno dei massimi esponenti del Neoclassicismo, dell'[[Illuminismo]] italiano e del [[voyeurismo]].
== La vita ==
== Biografia ==
[[File:Giuseppe Parini.jpg|right|thumb|280px|Giuseppe nella sua posa sexy.]]
Giuseppe Parini nacque in Brianza, a Bosisio (oggi Bosisio Parini, domani ''Bellnomedimerdacheavevamo'', provincia di Lecco), sul lago di Pussyano, da Francesco Maria Ludovica Francesca Roberta Eleonora Martina Sara Parini (il padre,forse), modesto commerciante di riviste osé, e da Angiola Maria Luca Anselmo Brenda Caspani (la madre,altrettanto incerta), sorella dell'''ArcinDucaVescovosuaMaestàgranSignoreDiointerraOnorevole'' venditore di banane di un paese vicino. Grazie al lavoro del padre, della posizione dello zio e della provincia di nascita, Giuseppe intraprese la carriera di novellista erotico. Quella del poeta era una famiglia di estrazione popolare e numerosa: i genitori, non potendo permettersi [[preservativi]], con il padre eccitato dalle sue riviste e la madre dalle storie del figlio, crearono una squadra di [[calcio]] con relative sostituzioni, tribunari, staff e qualche tifoso. Per questo mandarono via Giuseppe, dato che non potevano mantenerlo agli studi. Lo affidarono, a dieci anni, alle cure di una prozia, Anna Maria Lattuada, piacente [[milf]] residente a Milano. Da qua il ragazzo smise di scrivere storie per passare ai fatti.


Ultimo di dieci [[fratello|fratelli]], tutti gran bastardi, nasce da due genitori commercianti, gran bastardi anch'essi.<br />
Nel 1741 la prozia lasciò in eredità al nipote dodicenne una modesta rendita annua sui beni immobiliari, una [[Ferrari]], un [[Iphone]],un ''Tricerobbilatheurus Carnevicolbolo'', una navetta spaziale e la ricetta segreta della [[Coca Cola]], snobbata da Giuseppe. Il tutto però a condizione che divenisse sacerdote. Il giovane, che aveva problemi di salute e di vista, desiderava continuare gli studi.
Sin dal concepimento fu vittima di infamie, e infatti durante la gestazione la madre beveva [[vodka]] in quantità slave, dal momento che erano già nati 9 figli normali e quindi uno tardo che facesse cose stupide ma divertenti ci stava. Il tentativo non riuscì.<br />
Appena nato fu messo in incubatrice nonostante fosse nato normalmente dopo 9 mesi di gestazione.<br />
Lo fecero uscire dopo quattro anni.<br />
Non è un caso che la prima parola detta da Giuseppino fosse: "aiuto"!


Alle [[Scuola elementare|elementari]] lo mandarono a studiare da un religioso psicolabile che costrinse il bambino a studiare a memoria tutta la vita dei santi compreso [[Padre Pio]], non ancora esistito. A 11 anni, quando stava per nascere la passione per la [[figa]], una prozia stronza lo costringe a prendere i voti altrimenti non gli avrebbe dato l'eredità. Non potrà mai nemmeno masturbarsi perché [[Gesù Cristo]], infame pure lui, quella vicenda la prese sul serio: vigilerà sul povero Parini fino alla morte perché ''ei'' non compiesse [[Masturbazione|atti impuri]]; le [[Testicoli|palle]] di Giuseppino col tempo raggiunsero le dimensioni delle uova di uno [[struzzo]], e diventate ormai incapaci di trattenere [[sperma]], lo invieranno verso il cervello rendendo Parini il maniaco ipersessuale delle Odi composte in senilità.
Si avviò così al sacerdozio (verrà ordinato nel 1754 e ricevuto al tavolo nel 1756, con sdegno dei clienti) e proseguì gli studi senza grande profitto: era un cane e [[ameba]] come risulta dai registri della scuola che nell'[[anno]] 1749-1750 così riportano


[[File:NONNA1.jpg|left|thumb|Il piccolo Parini faceva leggere le proprie opere ai parenti. Qui la reazione della nonna alla domanda: ''"Nonna ti è piaciuto?"’']]
{{Quote|Parinus Joseph: ut strunzum, subdole per alitorum pesantis; ut gran figliarum dae troium|Il professore di latino}}.
Nel [[1754]], dopo essere diventato [[sacerdote]], viene scelto (guardacaso proprio lui) dal vescovo per svolgere una pericolosa missione evangelica a [[Chernobyl]]; tornerà dopo un anno a [[Milano]] visibilmente cambiato, anzi, trasformato, dal momento che gli era spuntata la coda e la pelle era diventata giallo ocra. La trasformazione gli permise di entrare nell'Accademia dei Trasformati, dove avvenivano accese discussioni soprattutto grazie a [[Cesare Beccaria]], che sputava fuoco quando parlava. Oltre a Beccaria facevano parte dell'Accademia tutti quegli intellettuali mutati biologicamente come i fratelli Verri, che per un tragicomico caso del destino si trasformarono in bacon, Giancarlo Passeroni, dotato del potere di leccarsi il gomito, Domenico Balestrieri, metà uomo metà aspirapolvere e il fondatore Giuseppe Imbonati, il terribile Giuseppe Imbonati.


Dopo il ritorno a Milano diventa precettore, a casa del conte Gabrio Serbelloni e della duchessa Maria Vittoria Mazzanti Viendalmare, della contessina Pia Serbelloni Mazzanti Viendalmare, alla quale insegnerà (male) cose assolutamente inutili come lanciare bottiglie per il varo di una nave. Gabrio Serbelloni si accorge che stava pagando un assoluto inetto e lo caccia a pedate.
{{Quote|Parini Giuseppe: [[Giacomo Leopardi|Leopardi Giacomo]] in confronto è il David di [[Michelangelo]]|Il professore di ed.fisica}}


Evitato come la peste da tutti si ritrova a fare da precettore al figlio di Giuseppe Imbonati; no, non a quello normale, Michelino, a quell'altro, quello che aveva preso dal padre le psicosi e la violenza per futili motivi: il piccolo Carlo Imbonati. Parini non servì come precettore, bensì come giocattolo per il piccolo Carlo, che si divertiva con lo scrittore comasco lanciandolo contro i muri o usandolo per bizzarri esperimenti. Parini riuscirà a scappare solo dopo 9 anni, uscendone completamente devastato psicologicamente, tanto da iniziarsi a considerare la seconda reincarnazione di [[Maurizio Costanzo]].


Fuggito, cerca un lavoro statale e lo trova, ma sfortunatamente per lui come regista di opere [[Teatro|teatrali]] nell'ospizio per malati di [[Alzheimer]]; durò solo sei mesi, dopo i quali fu rinchiuso in gattabuia per aver spaccato una bottiglia in testa ad un vecchio reo di dimenticare continuamente la stessa battuta.
Gli scarsi risultati negli studi sono dovuti al fatto che, era cieco, cerebroleso e incacchiato perché non sapeva cucinare e non aveva il caricabatteria dell'Iphone, sia soprattutto ad una sua spiccata insofferenza verso i metodi rigidi e antiquati d'insegnamento. A causa delle difficoltà economiche, il giovane fu costretto a dare lezioni private e a copiare carte per vari studi legali e illegali.
Dal [[1769]] diventa professore delle scuole palatine, e fino all'arrivo dei francesi non si segnala nulla di interessante a parte una rissa tra Parini, [[Dante Gabriel Rossetti]], [[Alfredo Pedullà]] e un [[coccodrillo]] avvenuta per motivi sconosciuti.
Degli anni trascorsi in quella scuola conservatrice anche se prestigiosa gli rimasero più che altro la lettura personale dei classici greci e latini, e di alcuni celebri scritti in burundese di moda all'epoca: fra i più importanti ''"Abubeahdbibuhuh"'' e la commedia ''"Vugliu banana banana"''. Negli anni successivi fu chiamato dalla [[Simona Ventura]] per andare sull'[[Isola dei Famosi]]. Giuseppe già sfigato, triste e affamato perché non aveva ancora imparato a cucinare, rifiutò.


Arrivano nel [[1796]] i [[Francia|francesi]] e nel [[1799]] Parini si spegne, poi gli cambiano le pile e torna a funzionare.<br />
== Il giorno ==
Oggi dirige un ristorante vietnamita a [[Parigi]] insieme ad altri personaggi famosi creduti morti come [[Elvis]], [[Hitler]], [[Sergio Mattarella]] e [[Pippo Franco]].


== Opere ==
Il giorno è la più importante, meno dimenticata, divisa in atti, moltiplicata al cubo opera di Parini, nonché l'unica presentabile sui testi di letteratura del [[liceo]] per via del contenuto.


[[File:Meme Robert Downey Jr.jpeg|left|thumb|250px|In effetti rompeva il cazzo]]
Si suddivise inizialmente in ''Il risveglio'', ''Il mezzodì'', ''La notte''. L'ultima parte fu a sua volta divisa in ''I vespri'', ''La sera'', ''Le attività a letto'', quest'ultimo l'atto più amato dal pubblico teatrale.
* '''Alcune poesie di Ripano Eupilino'''; opera pubblicata sotto pseudonimo da Giuseppe Parini temendo facesse cagare, ottiene un successo clamoroso, tuttavia gli enormi incassi non vanno a Parini ma ad un [[benzinaio]] della Val Brembana che si chiamava appunto Ripano Eupilino. Dopo aver scoperto l'enorme somma persa Parini tenta il suicidio, chiudendosi in una gabbia di [[Leone|leoni]] affamati; tuttavia quei leoni erano [[vegani]] e il tentativo fallisce.
* '''Dialogo sopra la nobiltà'''; opera che Parini pubblica col suo vero nome, sperando di fare denaro e non ripetere gli errori del passato. Non calcolò tuttavia che gli insulti contro i nobili, corredati di [[bestemmia|bestemmie]], imprecazioni, disegni osceni e molto altro alto avrebbero attirato le loro ire. Infatti assoldarono dei sicari che gonfiarono Parini come una zampogna.
* '''Il Giorno'''; non sapendo che fare Parini decide di spiare un [[nobiltà|aristocratico]]; da tale spionaggio nasce quella terrificante opera nota come ''Il Giorno'', in cui descrive al rallentatore e minuziosamente ogni minuto della giornata del nobile, partendo dalla pisciata mattutina, con annessa sgrullata, per arrivare al pranzo, la passeggiata a Parco Sempione, la limonata a Parco Sempione, la scopata a Parco Sempione, il ritorno a casa, la cagata, e infine la serata al Fabrique di [[Marcelo Burlon]] dove il nobile sboccia l'Armand de Brignac. La narrazione si blocca alle 02:34 quando il nobile si accorge di essere spiato e gonfia Parini come una zampogna. L'opera è terribilmente lenta, noiosa, Parini se ne rende conto e la pubblica col nome di [[Vittorio Alfieri]].
[[File:Paperino con rigonfiamento sulla pancia che somiglia ad una erezione.jpg|right|thumb|250px|Il Parini senile era davvero un pervertito, si eccitava per tutto. Qui è ritratto dopo aver visto una vertebra di moffetta lievemente somigliante a una vagina]]
* '''Le Odi'''; cominciate a scrivere subito dopo la pubblicazione del Giorno, che costrinse Alfieri, ritenutone l'autore, a scappare in [[Inghilterra]] per sfuggire ai critici infuriati, le Odi rappresentano il terrificante calo d'ispirazione di Parini, che non sapendo più cosa scrivere si mette a descrivere poeticamente ogni cosa vedesse o accadesse, anche le più stupide ed inutili, e si ricordano:
** ''La salubrità dell'aria''; ode in cui Parini descrive il mutamento dell'aria a seguito di una [[scorreggia]], versificando accoratamente sul culmine dello spargersi del fetore di [[uovo]] marcio, in cui ''«l'aere divenne si mesto/ che dal sonno divenni desto/e dissi pel fetor che mi destò:/oibò, qualcuno sotto si cacò?»''
**''Il bisogno'', Parini descrive i torcimenti dello stomaco dovuti alla [[diarrea]], giunta a bussare al porte del [[culo]], e la disperazione perché il cesso era occupato dallo [[zio]]. Famosissimo il verso in cui Parini si rivolge allo zio: ''«APRI DEVO CACARE NON CE LA FACCIO PIÙ»''.
** ''La caduta''; scritta a 56 anni, Parini si lamenta delle sue palle, scese di venti centimetri. L'ode descrive il movimento ballonzolante dei testicoli, la possibilità di utilizzare la lunghissima sacca scrotale come lazo e della previsione che utilizzerà questa come fune da bungee jumping quando raggiungerà i 100 centrimetri.
** ''L'evitazione''; dolorosa rimembranza di quando chiuse la zip dei [[jeans]] tranciandosi il prepuzio.


In vecchiaia, in quella che è definita terza parte delle Odi, Parini compone pervertitissimi versi strabordanti di inquietanti venature erotiche, disturbanti brividi sensuali e immagini oltremodo spinte che fecero chiudere lo scrittore in un centro di riabilitazione per erotomani, con un grado d'urgenza peggiore di altri ricoverati come [[Glenn Quagmire]].
L'estratto più significativo dell'opera riguarda la vergine Cuccia, una cagnetta molto cagna, che si mette a miagolare, piangere, chiedere aiuto per un lieve e involontario colpetto subito da un servo dopo avergli asportato il polpaccio con un morso. In seguito all'episodio il servitore verrà cacciato di casa e diffidato dal prestare servizio presso qualsiasi altra famiglia, a dispetto dei dieci anni di immacolata carriera.La cagnetta sembra ridersela, dimostrando di essere più che vergine, una gran [[troia]], da quì il più conosciuto nome della bestiola "La Vergine [[Pompino|Ciuccia]]".


{{scrittori}}
In siffatto componimento il Parini intese celare un ammonimento per la sua generazione: non rompete il cazzo ai carlini, hanno amici potenti.
{{Latrina|giorno=09|mese=07|anno=2017|votifavorevoli=5|votitotali=5|argomento=letteratura}}


[[Categoria:Italiani]]
[[Categoria:Scrittori]]
[[Categoria:Scrittori]]
[[Categoria:Poeti]]

Versione attuale delle 05:20, 21 set 2022

La foto profilo FB di Parini

Giuseppe Parini (A casa sua, 23 maggio 1729 - in un lupanare, 15 agosto 1799 - sala rianimazione, 16 agosto 1799 - esplosione nucleare presso Lomazzo, 1 luglio 2048) altresì noto con gli pseudonimi Ripano Eupilino per le poesie, Darisbo Elidonio per l'Arcadia e BigCockDevastator su PornHub, è stato uno scrittore, insegnante, abate, abaco e baco italiano, anche se secondo alcuni psicolabili era un trattore volante e per i suoi rivali uno scemo; ma anche per chi non era suo rivale.

Biografia

Ultimo di dieci fratelli, tutti gran bastardi, nasce da due genitori commercianti, gran bastardi anch'essi.
Sin dal concepimento fu vittima di infamie, e infatti durante la gestazione la madre beveva vodka in quantità slave, dal momento che erano già nati 9 figli normali e quindi uno tardo che facesse cose stupide ma divertenti ci stava. Il tentativo non riuscì.
Appena nato fu messo in incubatrice nonostante fosse nato normalmente dopo 9 mesi di gestazione.
Lo fecero uscire dopo quattro anni.
Non è un caso che la prima parola detta da Giuseppino fosse: "aiuto"!

Alle elementari lo mandarono a studiare da un religioso psicolabile che costrinse il bambino a studiare a memoria tutta la vita dei santi compreso Padre Pio, non ancora esistito. A 11 anni, quando stava per nascere la passione per la figa, una prozia stronza lo costringe a prendere i voti altrimenti non gli avrebbe dato l'eredità. Non potrà mai nemmeno masturbarsi perché Gesù Cristo, infame pure lui, quella vicenda la prese sul serio: vigilerà sul povero Parini fino alla morte perché ei non compiesse atti impuri; le palle di Giuseppino col tempo raggiunsero le dimensioni delle uova di uno struzzo, e diventate ormai incapaci di trattenere sperma, lo invieranno verso il cervello rendendo Parini il maniaco ipersessuale delle Odi composte in senilità.

Il piccolo Parini faceva leggere le proprie opere ai parenti. Qui la reazione della nonna alla domanda: "Nonna ti è piaciuto?"’'

Nel 1754, dopo essere diventato sacerdote, viene scelto (guardacaso proprio lui) dal vescovo per svolgere una pericolosa missione evangelica a Chernobyl; tornerà dopo un anno a Milano visibilmente cambiato, anzi, trasformato, dal momento che gli era spuntata la coda e la pelle era diventata giallo ocra. La trasformazione gli permise di entrare nell'Accademia dei Trasformati, dove avvenivano accese discussioni soprattutto grazie a Cesare Beccaria, che sputava fuoco quando parlava. Oltre a Beccaria facevano parte dell'Accademia tutti quegli intellettuali mutati biologicamente come i fratelli Verri, che per un tragicomico caso del destino si trasformarono in bacon, Giancarlo Passeroni, dotato del potere di leccarsi il gomito, Domenico Balestrieri, metà uomo metà aspirapolvere e il fondatore Giuseppe Imbonati, il terribile Giuseppe Imbonati.

Dopo il ritorno a Milano diventa precettore, a casa del conte Gabrio Serbelloni e della duchessa Maria Vittoria Mazzanti Viendalmare, della contessina Pia Serbelloni Mazzanti Viendalmare, alla quale insegnerà (male) cose assolutamente inutili come lanciare bottiglie per il varo di una nave. Gabrio Serbelloni si accorge che stava pagando un assoluto inetto e lo caccia a pedate.

Evitato come la peste da tutti si ritrova a fare da precettore al figlio di Giuseppe Imbonati; no, non a quello normale, Michelino, a quell'altro, quello che aveva preso dal padre le psicosi e la violenza per futili motivi: il piccolo Carlo Imbonati. Parini non servì come precettore, bensì come giocattolo per il piccolo Carlo, che si divertiva con lo scrittore comasco lanciandolo contro i muri o usandolo per bizzarri esperimenti. Parini riuscirà a scappare solo dopo 9 anni, uscendone completamente devastato psicologicamente, tanto da iniziarsi a considerare la seconda reincarnazione di Maurizio Costanzo.

Fuggito, cerca un lavoro statale e lo trova, ma sfortunatamente per lui come regista di opere teatrali nell'ospizio per malati di Alzheimer; durò solo sei mesi, dopo i quali fu rinchiuso in gattabuia per aver spaccato una bottiglia in testa ad un vecchio reo di dimenticare continuamente la stessa battuta. Dal 1769 diventa professore delle scuole palatine, e fino all'arrivo dei francesi non si segnala nulla di interessante a parte una rissa tra Parini, Dante Gabriel Rossetti, Alfredo Pedullà e un coccodrillo avvenuta per motivi sconosciuti.

Arrivano nel 1796 i francesi e nel 1799 Parini si spegne, poi gli cambiano le pile e torna a funzionare.
Oggi dirige un ristorante vietnamita a Parigi insieme ad altri personaggi famosi creduti morti come Elvis, Hitler, Sergio Mattarella e Pippo Franco.

Opere

In effetti rompeva il cazzo
  • Alcune poesie di Ripano Eupilino; opera pubblicata sotto pseudonimo da Giuseppe Parini temendo facesse cagare, ottiene un successo clamoroso, tuttavia gli enormi incassi non vanno a Parini ma ad un benzinaio della Val Brembana che si chiamava appunto Ripano Eupilino. Dopo aver scoperto l'enorme somma persa Parini tenta il suicidio, chiudendosi in una gabbia di leoni affamati; tuttavia quei leoni erano vegani e il tentativo fallisce.
  • Dialogo sopra la nobiltà; opera che Parini pubblica col suo vero nome, sperando di fare denaro e non ripetere gli errori del passato. Non calcolò tuttavia che gli insulti contro i nobili, corredati di bestemmie, imprecazioni, disegni osceni e molto altro alto avrebbero attirato le loro ire. Infatti assoldarono dei sicari che gonfiarono Parini come una zampogna.
  • Il Giorno; non sapendo che fare Parini decide di spiare un aristocratico; da tale spionaggio nasce quella terrificante opera nota come Il Giorno, in cui descrive al rallentatore e minuziosamente ogni minuto della giornata del nobile, partendo dalla pisciata mattutina, con annessa sgrullata, per arrivare al pranzo, la passeggiata a Parco Sempione, la limonata a Parco Sempione, la scopata a Parco Sempione, il ritorno a casa, la cagata, e infine la serata al Fabrique di Marcelo Burlon dove il nobile sboccia l'Armand de Brignac. La narrazione si blocca alle 02:34 quando il nobile si accorge di essere spiato e gonfia Parini come una zampogna. L'opera è terribilmente lenta, noiosa, Parini se ne rende conto e la pubblica col nome di Vittorio Alfieri.
Il Parini senile era davvero un pervertito, si eccitava per tutto. Qui è ritratto dopo aver visto una vertebra di moffetta lievemente somigliante a una vagina
  • Le Odi; cominciate a scrivere subito dopo la pubblicazione del Giorno, che costrinse Alfieri, ritenutone l'autore, a scappare in Inghilterra per sfuggire ai critici infuriati, le Odi rappresentano il terrificante calo d'ispirazione di Parini, che non sapendo più cosa scrivere si mette a descrivere poeticamente ogni cosa vedesse o accadesse, anche le più stupide ed inutili, e si ricordano:
    • La salubrità dell'aria; ode in cui Parini descrive il mutamento dell'aria a seguito di una scorreggia, versificando accoratamente sul culmine dello spargersi del fetore di uovo marcio, in cui «l'aere divenne si mesto/ che dal sonno divenni desto/e dissi pel fetor che mi destò:/oibò, qualcuno sotto si cacò?»
    • Il bisogno, Parini descrive i torcimenti dello stomaco dovuti alla diarrea, giunta a bussare al porte del culo, e la disperazione perché il cesso era occupato dallo zio. Famosissimo il verso in cui Parini si rivolge allo zio: «APRI DEVO CACARE NON CE LA FACCIO PIÙ».
    • La caduta; scritta a 56 anni, Parini si lamenta delle sue palle, scese di venti centimetri. L'ode descrive il movimento ballonzolante dei testicoli, la possibilità di utilizzare la lunghissima sacca scrotale come lazo e della previsione che utilizzerà questa come fune da bungee jumping quando raggiungerà i 100 centrimetri.
    • L'evitazione; dolorosa rimembranza di quando chiuse la zip dei jeans tranciandosi il prepuzio.

In vecchiaia, in quella che è definita terza parte delle Odi, Parini compone pervertitissimi versi strabordanti di inquietanti venature erotiche, disturbanti brividi sensuali e immagini oltremodo spinte che fecero chiudere lo scrittore in un centro di riabilitazione per erotomani, con un grado d'urgenza peggiore di altri ricoverati come Glenn Quagmire.

Questa è una voce in latrina, sgamata come una delle voci meno pallose evacuate dalla comunità.
È stata punita come tale il giorno 9 luglio 2017 con 100% di voti (su 5).
Naturalmente sono ben accetti insulti e vandalismi che peggiorino ulteriormente il non-lavoro svolto.

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