Edmondo De Amicis

Da Nonciclopedia, l'enciclopedia liberatoria.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Edmondo De Amicis sorpreso in un raro momento di relax, mentre si gode una giornata al parco.
« I socialisti sono ottime persone e anche il Re lo è. Tutto sommato tutti siamo ottime persone. »
(Edmondo de Amicis interrogato a proposito delle morti sul lavoro.)
« L'educazione d'un popolo si giudica dal contegno ch'egli tien per la strada. »
(Edmondo de Amicis poco prima di dare un calcio al bastone di una vecchietta che sta attraversando le strisce.)


Edmondo De Amicis è forse lo scrittore italiano più conosciuto nel mondo e nell'intero universo, grazie alle sue eruditssime e godibilissime opere principali: il libro Cuore e Pancreas.

Biografia

Non sappiamo dove sia nato, ma sappiamo dove fu "educato": a Cuneo e a Torino, in quella che negli ultimi anni del 1800 era un'orribile greppia catto-socialista di tradizione agro-militare. Il giovane Edmondo non riuscendo però a essere né un soldato decente (partecipò a varie battaglie e rivestì il prestigioso ruolo di "fuoco amico"), né un rivoluzionario, né un prete o un agricoltore si dedicò all'unica attività che potesse procurargli fama e denaro nonostante i suoi numerosi deficit: la letteratura. Fu uno scrittore poco più che mediocre, è passato alla storia non si sa bene perché (ma del resto anche Isabella Santacroce è famosa no?) e oltre a ciò fu un essere umano imbarazzante: non aveva amici, la moglie lo odiava e impazzì durante il matrimonio e il figlio si suicidò per il troppo odio. Pare che a un certo punto sia anche morto ma a nessuno interessa.

Il periodo della Crusca

Com'è ovvio, il talento letterario di Edmondo non rimase inascoltato, e lo scrittore fu contattato da varie case editrici: la moglie, in una recente intervista a Famiglia Cristiana, afferma che il telefono in quel periodo era "tutto uno squillìo" (forse fu questo l'inizio del tracollo nervoso della donna?):

« Non ricordo molto bene, perché, insomma, lo sa, no, i barbiturici, la morfina... (risatina isterica) comunque ero sempre io a rispondere, si, sempre io, si... Ma non lo capivo sempre, quel che mi volevano dire, sa? Eh no, mica sempre... Una volta - me lo ricordo bene perché fu quella volta che per rispondere lasciai il bimbo in lavastoviglie - era un signore... mi chiese se c'era la signora Caccola... di nome faceva Sei una... l'ho anche chiamata, ma non c'era... Un'altra volta mi chiesero se non mi vergognavo, oppure, ecco, si, un'altra volta una signorina mi ha addirittura venduto un contacoriandoli(...). »

Com'è come non è, De Amicis si ritrovò ad essere ammesso nel ristretto ambiente dell'Accademia della Crusca. Narrano gli annali che lo scrittore, emozionato per il grande onore ricevuto, il giorno della cerimonia si presentò, sì, in via Pellicceria, ma a Torino anziché a Firenze: in quel luogo era la sede non della Crusca, ma di una indefinita società massonica (forse il nome era segreto per i massoni stessi, chissà... mistero...), che alcuni storici come Leone Di Lernia ipotizzano essere il mitico Partito della colomba. Osservato da tutti, da buon simpaticone qual era, pronunciò la storica battuta:

« Scusate, ma sapete, fuori piove e cercavo una loggia... »

Non fece in tempo a finire, che per pietà gli fu consegnato il tesserino d'iscrizione e fu accompagnato all'uscita. Il buttafuori ebbe cuore di spiegargli tutto il qui pro quo, ed Edmondo si recò alla giusta sede della meritata premiazione. Fu una cerimonia sontuosa, con ricchi premi e cotillons.

L'attività dell'Accademia cominciò ben presto a pesare sulle ormai curve spalle dello scrittore: le mansioni a cui era destinato (Gran Setaccère, attività che gli causò due lussazioni alla spalla sinistra) erano troppo gravose e in più, il suo "essere uno sgradevole essere umano" (Che comprendeva l'invenzione continua di battute tristi come "N'è mica vero che sol chi va al mulino s'infarina, né!"[1]) lo resero solo ed incompreso. Ancor più di prima, se possibile. La morte cui si accennava poco prima giunse dopo circa cinque anni, perché, sapendo di dover accompagnare un uomo del genere, cercava di tergiversare il più possibile.

Pensiero Politico

Edmondo de Amicis, nonostante i suoi limiti, aveva capito benissimo come funzionava il mondo e aderì all'ideologia da sempre più seguita in ogni parte del mondo: il mimetismo. De Amicis è riuscito infatti a leccare il culo contemporaneamente al Re, alla borghesia e al proletariato, mescolando idee e fatti storici in un pasticcio in cui ognuno poteva trovare un brandello di qualcosa che fosse di suo gradimento. Con ammirevole coerenza esortò i giovani ad andare a morire in guerra e ad amare (anche fisicamente) il Re, per poi invitarli, il giorno seguente, a comprare del fumo e un eskimo e rovesciare il sistema. Secondo voci di corridoio riuscì ad organizzare un'orgia con 7 puttane per Bakunin, Vittorio Emanuele II e Cavour.

Curiosità

  • Edmondo de Amicis era gay.
  • Edmondo de Amici andava al Leoncavallo.
  • Edmondo de Amici ha creato il Blocco Studentesco.
  • Edmondo de Amicis ha scritto " Amore e ginnastica ". [2]

Note

  1. ^ Infelice riferimento alla separazione della crusca dalla farina.
  2. ^ Cazzo ridi? È vero!