Giuseppe Parini

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La foto profilo FB di Parini

Giuseppe Parini (A casa sua, 23 maggio 1729 - in un lupanare, 15 agosto 1799 - sala rianimazione, 16 agosto 1799 - esplosione nucleare presso Lomazzo, 1 luglio 2048) altresì noto con gli pseudonimi Ripano Eupilino per le poesie, Darisbo Elidonio per l'Arcadia e BigCockDevastator su PornHub, è stato uno scrittore, insegnante, abate, abaco e baco italiano, anche se secondo alcuni psicolabili era un trattore volante e per i suoi rivali uno scemo; ma anche per chi non era suo rivale.

Biografia

Ultimo di dieci fratelli, tutti gran bastardi, nasce da due genitori commercianti, gran bastardi anch'essi.
Sin dal concepimento fu vittima di infamie, e infatti durante la gestazione la madre beveva vodka in quantità slave, dal momento che erano già nati 9 figli normali e quindi uno tardo che facesse cose stupide ma divertenti ci stava. Il tentativo non riuscì.
Appena nato fu messo in incubatrice nonostante fosse nato normalmente dopo 9 mesi di gestazione.
Lo fecero uscire dopo quattro anni.
Non è un caso che la prima parola detta da Giuseppino fosse: "aiuto"!

Alle elementari lo mandarono a studiare da un religioso psicolabile che costrinse il bambino a studiare a memoria tutta la vita dei santi compreso Padre Pio, non ancora esistito. A 11 anni, quando stava per nascere la passione per la figa, una prozia stronza lo costringe a prendere i voti altrimenti non gli avrebbe dato l'eredità. Non potrà mai nemmeno masturbarsi perché Gesù Cristo, infame pure lui, quella vicenda la prese sul serio: vigilerà sul povero Parini fino alla morte perché ei non compiesse atti impuri; le palle di Giuseppino col tempo raggiunsero le dimensioni delle uova di uno struzzo, e diventate ormai incapaci di trattenere sperma, lo invieranno verso il cervello rendendo Parini il maniaco ipersessuale delle Odi composte in senilità.

Il piccolo Parini faceva leggere le proprie opere ai parenti. Qui la reazione della nonna alla domanda: "Nonna ti è piaciuto?"’'

Nel 1754, dopo essere diventato sacerdote, viene scelto (guardacaso proprio lui) dal vescovo per svolgere una pericolosa missione evangelica a Chernobyl; tornerà dopo un anno a Milano visibilmente cambiato, anzi, trasformato, dal momento che gli era spuntata la coda e la pelle era diventata giallo ocra. La trasformazione gli permise di entrare nell'Accademia dei Trasformati, dove avvenivano accese discussioni soprattutto grazie a Cesare Beccaria, che sputava fuoco quando parlava. Oltre a Beccaria facevano parte dell'Accademia tutti quegli intellettuali mutati biologicamente come i fratelli Verri, che per un tragicomico caso del destino si trasformarono in bacon, Giancarlo Passeroni, dotato del potere di leccarsi il gomito, Domenico Balestrieri, metà uomo metà aspirapolvere e il fondatore Giuseppe Imbonati, il terribile Giuseppe Imbonati.

Dopo il ritorno a Milano diventa precettore, a casa del conte Gabrio Serbelloni e della duchessa Maria Vittoria Mazzanti Viendalmare, della contessina Pia Serbelloni Mazzanti Viendalmare, alla quale insegnerà (male) cose assolutamente inutili come lanciare bottiglie per il varo di una nave. Gabrio Serbelloni si accorge che stava pagando un assoluto inetto e lo caccia a pedate.

Evitato come la peste da tutti si ritrova a fare da precettore al figlio di Giuseppe Imbonati; no, non a quello normale, Michelino, a quell'altro, quello che aveva preso dal padre le psicosi e la violenza per futili motivi: il piccolo Carlo Imbonati. Parini non servì come precettore, bensì come giocattolo per il piccolo Carlo, che si divertiva con lo scrittore comasco lanciandolo contro i muri o usandolo per bizzarri esperimenti. Parini riuscirà a scappare solo dopo 9 anni, uscendone completamente devastato psicologicamente, tanto da iniziarsi a considerare la seconda reincarnazione di Maurizio Costanzo.

Fuggito, cerca un lavoro statale e lo trova, ma sfortunatamente per lui come regista di opere teatrali nell'ospizio per malati di Alzheimer; durò solo sei mesi, dopo i quali fu rinchiuso in gattabuia per aver spaccato una bottiglia in testa ad un vecchio reo di dimenticare continuamente la stessa battuta. Dal 1769 diventa professore delle scuole palatine, e fino all'arrivo dei francesi non si segnala nulla di interessante a parte una rissa tra Parini, Dante Gabriel Rossetti, Alfredo Pedullà e un coccodrillo avvenuta per motivi sconosciuti.

Arrivano nel 1796 i francesi e nel 1799 Parini si spegne, poi gli cambiano le pile e torna a funzionare.
Oggi dirige un ristorante vietnamita a Parigi insieme ad altri personaggi famosi creduti morti come Elvis, Hitler, Sergio Mattarella e Pippo Franco.

Opere

In effetti rompeva il cazzo
  • Alcune poesie di Ripano Eupilino; opera pubblicata sotto pseudonimo da Giuseppe Parini temendo facesse cagare, ottiene un successo clamoroso, tuttavia gli enormi incassi non vanno a Parini ma ad un benzinaio della Val Brembana che si chiamava appunto Ripano Eupilino. Dopo aver scoperto l'enorme somma persa Parini tenta il suicidio, chiudendosi in una gabbia di leoni affamati; tuttavia quei leoni erano vegani e il tentativo fallisce.
  • Dialogo sopra la nobiltà; opera che Parini pubblica col suo vero nome, sperando di fare denaro e non ripetere gli errori del passato. Non calcolò tuttavia che gli insulti contro i nobili, corredati di bestemmie, imprecazioni, disegni osceni e molto altro alto avrebbero attirato le loro ire. Infatti assoldarono dei sicari che gonfiarono Parini come una zampogna.
  • Il Giorno; non sapendo che fare Parini decide di spiare un aristocratico; da tale spionaggio nasce quella terrificante opera nota come Il Giorno, in cui descrive al rallentatore e minuziosamente ogni minuto della giornata del nobile, partendo dalla pisciata mattutina, con annessa sgrullata, per arrivare al pranzo, la passeggiata a Parco Sempione, la limonata a Parco Sempione, la scopata a Parco Sempione, il ritorno a casa, la cagata, e infine la serata al Fabrique di Marcelo Burlon dove il nobile sboccia l'Armand de Brignac. La narrazione si blocca alle 02:34 quando il nobile si accorge di essere spiato e gonfia Parini come una zampogna. L'opera è terribilmente lenta, noiosa, Parini se ne rende conto e la pubblica col nome di Vittorio Alfieri.
Il Parini senile era davvero un pervertito, si eccitava per tutto. Qui è ritratto dopo aver visto una vertebra di moffetta lievemente somigliante a una vagina
  • Le Odi; cominciate a scrivere subito dopo la pubblicazione del Giorno, che costrinse Alfieri, ritenutone l'autore, a scappare in Inghilterra per sfuggire ai critici infuriati, le Odi rappresentano il terrificante calo d'ispirazione di Parini, che non sapendo più cosa scrivere si mette a descrivere poeticamente ogni cosa vedesse o accadesse, anche le più stupide ed inutili, e si ricordano:
    • La salubrità dell'aria; ode in cui Parini descrive il mutamento dell'aria a seguito di una scorreggia, versificando accoratamente sul culmine dello spargersi del fetore di uovo marcio, in cui «l'aere divenne si mesto/ che dal sonno divenni desto/e dissi pel fetor che mi destò:/oibò, qualcuno sotto si cacò?»
    • Il bisogno, Parini descrive i torcimenti dello stomaco dovuti alla diarrea, giunta a bussare al porte del culo, e la disperazione perché il cesso era occupato dallo zio. Famosissimo il verso in cui Parini si rivolge allo zio: «APRI DEVO CACARE NON CE LA FACCIO PIÙ».
    • La caduta; scritta a 56 anni, Parini si lamenta delle sue palle, scese di venti centimetri. L'ode descrive il movimento ballonzolante dei testicoli, la possibilità di utilizzare la lunghissima sacca scrotale come lazo e della previsione che utilizzerà questa come fune da bungee jumping quando raggiungerà i 100 centrimetri.
    • L'evitazione; dolorosa rimembranza di quando chiuse la zip dei jeans tranciandosi il prepuzio.

In vecchiaia, in quella che è definita terza parte delle Odi, Parini compone pervertitissimi versi strabordanti di inquietanti venature erotiche, disturbanti brividi sensuali e immagini oltremodo spinte che fecero chiudere lo scrittore in un centro di riabilitazione per erotomani, con un grado d'urgenza peggiore di altri ricoverati come Glenn Quagmire.


L'Accademia della Crusca e della Segale è lieta di presentarvi...

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