Willy Wonka: differenze tra le versioni

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{{paranormale}}
{{paranormale}}
[[File:Mello_sguardo.JPG‎|right|thumb|200px|Willy Wonka interviene nell'anime Death Note per pubblicizzare il suo [[cioccolato]].]]
''.}}
'''Willy Wonka''' è una persecuzione fatta persona.


=== Geografia fisica ===
== La vita ==
Napoli sorge quasi al centro dell'[[Golfo di Napoli|omonimo golfo]], dominato dal massiccio vulcanico [[Vesuvio]] e delimitato ad est dalla [[penisola sorrentina]] con [[Area naturale marina protetta Punta Campanella|Punta Campanella]], ad ovest dai [[Campi Flegrei]] con [[Monte di Procida]], a nord ovest-est dal versante meridionale della [[Pianura Campana|piana campana]] che si estende dal [[lago Patria]] al [[Area Nolana|nolano]].


[[File:Willy Wonka Shining.gif|thumb|450px|left|Mai contrariare Willy Wonka. Mai.]]
La città storica è andata sviluppandosi prevalentemente sulla costa. Il territorio di Napoli è composto prevalentemente da colline (molti di questi rilievi superano i 150 metri d'altezza per giungere fino ai 452 m della [[collina dei Camaldoli]]), ma anche da isole, insenature e penisole a strapiombo sul [[Mar Tirreno]].


Nato da un [[Umpa-Lumpa]] e una barretta di [[cioccolato]], Willy Wonka non ha un'infanzia facile, alle elementari viene espulso con l'accusa di contrabbando di merendine, cosa che ha provocato ai suoi compagni gravi problemi di aerofagia.
Il territorio urbano, limitato a occidente dal complesso vulcanico a crateri multipli dei [[Campi Flegrei]], ed a oriente dal [[Somma-Vesuvio]],<ref name="napoliunderground.org">{{cita web|url=http://www.napoliunderground.org/files/IlSottosuoloDiNapoli-1967/IlSottosuoloDiNapoli.pdf|editore=Comune di Napoli|anno=1967|formato=PDF|titolo=Il sottosuolo di Napoli - relazione della commissione di studio}}.</ref> ha una storia geologicamente complessa. Il substrato su cui poggia la città ha origine eminentemente vulcanica, ed è il prodotto di una serie di eruzioni dei due complessi. Per quanto riguarda il gruppo dei Campi Flegrei, avvenute nel tardo [[Pliocene]] o inizio [[Quaternario]]. I diversi autori distinguono tre periodi di attività, denominati Archiflegreo, ciclo antico (che portò alla formazione del caratteristico tufo giallo napoletano) e ciclo recente dei Campi Flegrei.<ref name="napoliunderground.org"/>


Alle scuole medie le cose non vanno meglio. Anche lì colleziona un'infinità di espulsioni, spesso a causa del suo carattere violento e delle sue attività illecite. Era solito sfruttare gli altri bambini per clamorosi spettacoli da circo, facendo giochi di prestigio con cariche radioattive, con grossa disapprovazione di tutto il corpo insegnanti. Per effetto della radioattività i [[Umpa-lumpa|compagni di classe]] non crebbero mai di statura e si distinsero per un particolare colorito [[verde|blallo]].
I materiali vulcanici costituiscono l'unica fonte [[litogenesi|litogenetica]] dell'area, dato che anche i depositi alluvionali, o quelli provenienti da ambiente di spiaggia, non sono altro che il risultato del rimaneggiamento delle rocce eruttive. Da un punto di vista strettamente petrografico, i materiali possono essere classificati nei tre macrogruppi: lave, materiali piroclastici lapidei e materiali piroclastici sciolti. Le lave possono essere grossolanamente suddivise in lave di origine flegrea e lave di origine vesuviana; i piroclasti lapidei comprendono tufo grigio campano, piperno, tufo giallo stratificato e tufo giallo caotico; i piroclasti sciolti comprendono invece una serie di elementi di varia origine, che al di là delle distinzioni litogenetiche possono essere classificati in rimaneggiati e non rimaneggiati.<ref name="napoliunderground.org"/>


Alla fine otterrà la licenza media solo a 34 anni.
Secondo la [[classificazione sismica]] nazionale, Napoli è ubicata in zona 2 (sismicità medio-alta), così come esposto nell'Ordinanza PCM n. 3274 del 20 gennaio 2003.<ref>{{cita web|url=http://www.zonasismica.it/classificazione/stat_reg_vecchia.asp?regione=05|titolo=Zonasismica.it|urlarchivio=http://web.archive.org/web/20090327065300/http://www.zonasismica.it/classificazione/stat_reg_vecchia.asp?regione=05|dataarchivio=27 marzo 2009|accesso=1º dicembre 2007}}</ref>
[[File:Willy Wonka1.jpg|right|thumb|154px|Willy Wonka ha un'idea per un nuovissimo prodotto di punta: il brodo di cioccolato.]]


=== Clima ===
== La carriera ==
Decise di diventare un produttore di cioccolato e fece l'apprendistato alla [[Prova del cuoco]] dopo aver scoperto che non era portato a fare il [[pugile]]. Come accade spesso, la sua fabbrica ebbe un inizio difficile: il cioccolato verrà rifiutato persino dalla [[Caritas]] e, nonostante le fabbrica fosse nata più di cinquant'anni prima, Willy Wonka affermò che il cioccolato non vendeva perché erano ancora agli esordi.
{{vedi anche|Clima di Napoli}}
Napoli gode di un [[clima mediterraneo]], con inverni miti e piovosi e estati calde e secche, ma comunque rinfrescate dalla brezza marina che raramente manca sul suo [[Golfo di Napoli|golfo]]. Il sole splende mediamente per 250 giorni l'anno.<ref>{{cita web|url=http://www.portanapoli.com/Ita/meteo.html|editore=Portanapoli|titolo=Previsioni del tempo e clima a Napoli}}.</ref> La particolare conformazione morfologica del territorio del capoluogo, comunque, è tale da fare in modo che la città possieda al suo interno differenti [[Microclima|microclimi]], con la possibilità quindi di incontrare variazioni climatiche anche significative spostandosi di pochi chilometri. Ad esempio, più continentale rispetto al centro della città risulta essere la zona di [[Aeroporto di Napoli-Capodichino|Capodichino]], al pari della maggior parte dei quartieri della zona nord del capoluogo, come Poggioreale o Secondigliano. Anche la zona dei Camaldoli, a causa della maggiore altitudine, si caratterizza per un clima leggermente più freddo nei mesi invernali, ed un clima meno afoso in quelli estivi. Non sono mancati però anche episodi di gelo (gli ultimi nel marzo 2005 e nel febbraio 2012).


In seguito verrà scoperto che il cioccolato è in realtà [[merda|sterco]] di topo. Willy Wonka non sarà querelato perché in ogni caso non se lo mangiava nessuno.
Secondo la classificazione climatica italiana, Napoli è ubicata nella zona C.<ref>{{cita web|http://www.confedilizia.it/clima-CAMPANIA.htm|Dati Confedilizia|30 maggio 2010}}</ref>
{{ClimaAnnuale
| nome = Napoli<ref>{{cita web|url=http://www.weatherbase.com/weather/weatherall.php3?s=098261&refer=&units=metric|lingua=en|editore=WeatherBase|titolo=Dati climatici}}.</ref><ref>{{cita web|editore=Il Meteo|titolo=Napoli|url=http://www.ilmeteo.it/portale/medie-climatiche/Napoli?refresh_ce}}.</ref><ref>{{cita web|formato=PDF|url=http://clima.meteoam.it/AtlanteClimatico/pdf/%28289%29Napoli%20Capodichino.pdf|titolo=Atlante climatico - Napoli Capodichino|editore=[[Ministero della Difesa]]}}.</ref>
| tempmax01 = 13
| tempmax02 = 13
| tempmax03 = 15
| tempmax04 = 18
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}}


== Storia ==
== Il concorso ==
{{Vedi anche|Storia di Napoli}}
=== Preistoria e protostoria ===
[[File:Museo Stazione Napolis 13.jpg|thumb|Particolare del calco di arature di età neolitica rinvenuto in via Diaz.]]
A Napoli, allo stato attuale delle conoscenze, le più antiche tracce di frequentazione sono quelle del [[Neolitico]] Medio tipo Serra d'Alto trovate a piazza S. Maria degli Angeli (cioè tra l'acropoli e la necropoli di [[Parthenope (storia)|Parthenope]], la parte interna - opposta al mare - della [[Pizzofalcone|collina di Pizzofalcone]]<ref name=Archemail>[http://www.archemail.it/notizie2011.htm Archemail.it]</ref><ref>[http://www.beniculturali.it/mibac/multimedia/MiBAC/documents/1321279221421_PAESTUM_2011_web.pdf Beniculturali.it]</ref>), ove è noto anche un interessante livello dell'Eneolitico Antico e un altro del Bronzo Antico\Medio; l'Eneolitico Medio, [[Cultura del Gaudo|tipo Gaudo]], è noto più all'interno di quest'ultima dai vecchi [[Catacombe preelleniche di Materdei|rinvenimenti di Materdei]], mentre il Bronzo Antico o meglio Medio Iniziale è presente fuori dal luogo dove sorse Parthenope, a piazzale Tecchio<ref>[http://www.tecnoin.it/?wpfb_dl=37 Tecnoin.it]</ref>, che si può considerare l'inizio dell'area flegrea (e anche in altri siti minori); infine il Bronzo Finale è noto da rinvenimenti nell'area costiera del [[porto di Napoli]]<ref>[http://mediterranee.revues.org/2943 Mediterranee]</ref>.


Nonstante tutti i lifting subiti, il signor Wonka invecchia sempre di più e si rende conto di aver bisogno di un erede. E così, eccoci arrivati allo stramaledetto concorso: chi riuscirà a sopravvivere per un giorno nella sua fabbrica diverrà il suo successore e otterrà l'intero stabilimento.
=== Età antica ===
{{vedi anche|Parthenope (storia)}}
{{Nota
|titolo=Il mito della fondazione
|contenuto=[[File:Odysseus Sirens BM E440 n2.jpg|160px|border|right]]
La fondazione della città di Napoli è strettamente legata al mito della sirena [[Partenope (mitologia)|Partenope]].


Miracolosamente 5 bambini sfigati si presentano con in mano un po' di carta alu. Willy aveva bisogno di un erede e quindi li fece visitare la [[Campo di concentramento|fabbrica]].
Le sirene erano creature mitologiche proprie della tradizione greca, esseri per metà donna e metà uccelli (e non pesci, come da errata tradizione medievale). Celebre era il loro canto ammaliatore che conduceva equipaggi e navi alla deriva.


=== Il ciccio ciccione grasso ===
Una versione del mito narra che la sirena Partenope, vanamente innamorata dell'eroe Ulisse, si suicidò gettandosi in mare da una rupe. Il suo corpo fu trasportato dalle onde sui lidi napoletani, dove sarebbe sorta in suo onore la città di ''[[Partenope (storia)|Parthenope]]''.
Accompagnato da sua madre morirà dopo essere caduto in una fogna e aver percorso tutti i condotti fino a casa tua.
{{Allinea|center|{{Dimensione|125%|'''ATTENZIONE! [[È]] DIETRO DI TE!'''}}}}


=== La bambina viziata e antipaticamente viziata ===
Altre versioni narrano invece della fuga sull'isolotto di Megaride della sirena con un mortale greco, e della fondazione della città da parte della coppia.
[[File:Trieste22.jpg|right|thumb|400px|Come vedete, tutti sono in fila per vedere la premiazione.]]
A differenza dei altri bambini lei con suo padre portarono un vero biglietto d'oro cucito a mano, morirà anche lei nel tentativo di rapire un anatra/scoiattolo finendo nel trita-rifiuti, per la gioia di tutti gli spettatori irritati dalla sua parlantina.


=== La karatekida gommosa violenta ===
Da tale mito proviene la definizione di ''partenopei'' che ancora oggi identifica i napoletani.
Maniaca compulsiva delle gomme da masticare, non tiene mai la bocca chiusa. Mai. Per punirla Willy Wonka la gonfierà con una pompa e ciò la renderà blu di rabbia (o forse era l'ulcera? Non ha importanza, è morta annegata pochi mesi fa a causa di due ragazzini che la credettero un gommone turchese)
}}


=== Il bambino stupido. Stupido, ma intelligente ===
[[File:Napoli - Monte Echia 100 4001.JPG|thumb|left|[[Monte Echia]], luogo dove sorse [[Parthenope (storia)|Parthenope]]]]
Ragazzo con un quoziente intellettivo superiore alla media, tanto che è l'unico dei personaggi a saper leggere. Ha trafugato il biglietto d'oro tramite Internet.

Soffre di manie omicide verso il signor Wonka (provocate da una dose eccessiva di videogiochi violenti).
[[File:Remnants of the Templo of the Dioscuri - San Paolo Maggiore - Naples - Italy 2015.JPG|thumb|left|Una colonna del [[Tempio dei Dioscuri di Napoli]], incorporata nella facciata della [[Basilica di San Paolo Maggiore]]]]
Dopo esser stato espulso dalla casa, subirà un'operazione di chirurgia plastica per realizzare il suo grande sogno: divenire l'uomo più alto del mondo. Sfortunatamente però, l'operazione lo renderà certamente altissimo, ma praticamente bidimensionale.

[[Parthenope (storia)|Parthenope]] venne fondata dai [[Cumani]] nell'[[VIII secolo a.C.]], secondo la logica di una creazione di approdi e capisaldi nel golfo ([[epineion]]).

La città seppe prematuramente differenziarsi dalla ''metropolis'', ossia dalla [[Cuma|città madre]], ed assumere una posizione competitiva rispetto ad essa.
<ref>[http://www.academia.edu/2350685/Meta_ton_enchorion_men_enaumachesan._Neapolis_e_la_seconda_battaglia_di_Cuma Academia.edu]</ref>

Con l'avvento dell'aristocrazia cumana espulsa dal tiranno [[Aristodemo di Cuma]] dopo la [[battaglia di Aricia|vittoria di Aricia]] nel [[507 a.C.]]<ref>Daniela Giampaola (Sopraintendenza archeologica di Napoli e Caserta), Bruno D'Agostino, Noctes Campanae, Napoli, Luciano Editore, 2005</ref><ref>[http://www.academia.edu/2350685/Meta_ton_enchorion_men_enaumachesan._Neapolis_e_la_seconda_battaglia_di_Cuma Academia.edu]</ref>, la città venne rifondata come Neapolis (città nuova)<ref>M. Lombardo e F. Frisone, Colonie di colonie. Le fondazioni sub-coloniali greche tra colonizzazione e colonialismo, Atti del Convegno Internazionale, Lecce 22-24 giugno 2006, Galatina 2010 p. 198</ref>.

La "città nuova" seppe in breve tempo sia sostituirsi a [[Cuma]] nei commerci marittimi sia assumere il controllo sul golfo.<ref>{{Cita libro|titolo=Magna Grecia: l'Italia meridionale dalle origini leggendarie alla conquista romana|editore=Edipuglia|p=23|anno=1996|isbn=88-7228-158-X}}</ref> Grazie al rapporto privilegiato con [[Atene]] diventò tra i più importanti porti del [[Mediterraneo]], producendo uno sviluppo urbanistico che rimase immutato fino alla metà del [[I secolo a.C.]]

Alla fine del [[V secolo a.C.]] Neapolis si alleò con la [[Osci|popolazione osca]], suscitando le ire di [[Cuma]]. Nel 326 a.C. venne conquistata dai Romani, conservando tuttavia la lingua greca almeno fino al II secolo d.C. In questo periodo la città costituì il punto focale della [[epicureismo|filosofia epicurea]] ed il luogo e residenza del ricco patriziato romano che trascorreva qui le pause di governo. Anche gli imperatori stessi, come [[Claudio]] e [[Nerone]], trascorsero a Neapolis le loro pause dal governo dell'Impero.

Nel 2 a.C. [[Augusto]] la scelse come sede dei giochi Isolimpici, sul modello di [[Olimpia]], poiché era la città più "greca d'Occidente"<ref>"Nel generale decadimento dell'ellenismo della Magna Grecia e della Sicilia, Neapolis, ancora greca di lingua, istituzioni, di culti e di costumi di vita, poteva essere considerata nella prima età dell'Impero, la metropoli dell'ellenismo d'Occidente." [[Amedeo Maiuri]], ''Sport e Impianti Sportivi nella Campania Antica'', Tipografia Artistica Editrice, Roma, 1960</ref><ref>Tacito riporta “Neapolim, quasi Graecam urbem” (Tac. Ann. 15.32.2), mentre Strabone descrive la sua ostinata voglia di vivere alla greca (Strabo, 5.4.7 e 6.1.2)</ref><ref>[http://www.isolimpia.org/wp-content/uploads/Sintesi_storia_Isolimpia.pdf Isolimpia.org]</ref>.

Con il termine dell'età antica e l'incalzare delle invasioni barbariche, la città si chiuse nelle sue mura. Le zone un tempo meta dell'aristocrazia romana caddero preda delle razzie e dell'incuria.

Nel 476 l'ultimo [[Imperatori romani|imperatore romano d'occidente]] [[Romolo Augusto]] fu imprigionato nel [[Castel dell'Ovo]], al tempo villa romana fortificata.

=== Età medievale ===
==== Il Ducato di Napoli ====
{{vedi anche|Ducato di Napoli}}
[[File:Sud Italia nel 1112.jpg|thumb|Il [[Ducato di Napoli|ducato autonomo di Napoli]], provincia bizantina sopravvissuta fino al 1139]]

Nel 536 Napoli fu conquistata dai bizantini durante la [[Guerra gotica (535-553)|guerra gotica]] e rimase saldamente in mano all'impero anche durante la susseguente invasione longobarda, divenendo in seguito [[Ducato di Napoli|ducato autonomo]]. Il primo [[Duchi di Napoli|duca]], secondo la tradizione, sarebbe stato [[Basilio di Napoli|Basilio]], nominato nel 660-61 dall'Imperatore bizantino [[Costante II]],<ref>Francesco Luzzati Laganà, ''Il ducato di Napoli''. In {{cita|''Il Mezzogiorno dai Bizantini a Federico II''|p. 328-29|FLLQ}}.</ref> anche se è probabile che egli fosse stato preceduto da altre persone con stesse mansioni, le quali erano comunque espressione delle cosiddette "famiglie magnatizie" cittadine. La vita del ducato fu caratterizzata da continue guerre, principalmente difensive, contro i potenti principati longobardi vicini e i corsari musulmani (genericamente definiti [[Saraceni]]), provenienti per lo più dal [[Nordafrica]] o dalla [[Sicilia]], che era stata conquistata dagli [[Aghlabidi]] a partire dall'827.

In realtà l'avversione tra cristianesimo e islam trovò nel meridione italico ampi spazi di convergenza in nome della politica e dei comuni interessi commerciali. Questi ultimi determinarono di fatto una sostanziale amicizia tra Napoli ed il mondo musulmano, tanto che si verificò il disinvolto impiego da parte napoletana (ma campana in genere, dovendosi comprendere in questo discorso anche [[Amalfi]]) di mercenari, per lo più assoldati nell'insediamento del [[Traetto (insediamento musulmano)|Traetto]] (in arabo ''ribāṭ''). Prolungato artefice di questa politica fu il vescovo di Napoli e duca [[Attanasio di Napoli|Attanasio II]], a dispetto della scomunica comminatagli da [[papa Giovanni VIII]].

Il X secolo fu caratterizzato da una politica di neutralità, che mirò a tener fuori Napoli dai giochi che si svolgevano intorno a lei. Da ciò trassero giovamento sia l'economia, che la cultura, consentendo da un lato lo sviluppo delle industrie tessili<ref group=N>Un'industria tessile particolarmente apprezzata era quella del lino, per il quale i commercianti arabi garantivano un'ampia importazione dall'Egitto.</ref> e della lavorazione del ferro; dall'altro, un proficuo scambio di materiale letterario e storico - sia religioso sia profano, sia greco sia latino - tra la città e [[Costantinopoli]], da cui provenne ad esempio il greco ''[[Romanzo di Alessandro]]''.<ref group=N>Ampiamente conosciuto anche nell'Oriente islamico, dove il condottiero macedone fu identificato nel coranico Dhū l-Qarnayn, "Quello delle due corna", per merito del bibliofilo arciprete Leone, che consentirà la successiva traduzione dell'opera in [[lingua latina]] e il suo considerevole successo.</ref>

Lo sviluppo del movimento iconoclasta da parte di [[Leone III l'Isaurico]], e la conseguente disputa teologica tra quest'ultimo e [[Papa Gregorio II]], ebbe come conseguenza il passaggio formale delle diocesi dell'Italia bizantina sotto l'autorità del patriarcato di Costantinopoli. Nei fatti, tuttavia, la disposizione di Leone III rimase inapplicata, e Napoli rimase fedele all'autorità del Papa. Come ricompensa per la posizione assunta nella disputa, la città fu elevata al rango di provincia ecclesiastica intorno al 990, e [[Sergio II di Napoli (vescovo)|Sergio II]] ne fu il primo [[arcidiocesi di Napoli|arcivescovo]].<ref>[[File:Wikisource-logo.svg|link=Wikisource|15px]] {{cita web|lingua=en|url=http://en.wikisource.org/wiki/Catholic_Encyclopedia_%281913%29/Naples|editore=[[Wikisource]]|titolo=Catholic Encyclopedia - Naples|anno=1913 (pagina web elaborata nel 2007)|autore=[[Umberto Benigni]]}}.</ref>

==== Il periodo normanno-svevo ====
{{vedi anche|Regno di Sicilia}}
[[File:Palazzo Reale di Napoli - Federico II.jpg|thumb|upright=0.7|Statua marmorea di [[Federico II di Svevia]], posta all'ingresso del [[palazzo Reale di Napoli]]]]

Nel 1139 i normanni di [[Ruggero II]] d'[[Altavilla]] conquistarono la città, ponendo fine al ducato: Napoli entrò così a far parte del territorio del [[Principato di Capua]], nel neonato [[Regno di Sicilia]], con capitale [[Palermo]]; ciononostante la città conservò la sede dell'arcidiocesi e acquisì grande importanza grazie al porto, che le permise di essere l'unica città italiana facente parte della [[lega anseatica]].<ref>{{cita|D'Amato|p. 328-29|GDA}}.</ref>

Passato il Regno di Sicilia in mano [[Svevia|sveva]] sotto gli [[Hohenstaufen]], Napoli fu compresa nel [[giustizierato]] di [[Terra di Lavoro]], continuando ad accrescere la propria importanza come centro culturale dell'area. Tale processo culminò con la fondazione, avvenuta il 5 giugno 1224 ad opera di Federico II, dell'[[Università degli studi di Napoli "Federico II"|Università di Napoli]]. Si tratta del più antico istituto europeo del suo genere, vi si insegnarono fin dal principio diritto, arti liberali, teologia e medicina. Essa fu concepita come scuola indipendente dal potere papale, avendo fin dall'inizio lo scopo di formare i funzionari dello Stato ed in particolare giureconsulti esperti che servissero l'imperatore nelle dispute dinastiche.

==== Il periodo angioino ====
{{vedi anche|Regno di Napoli}}
[[File:Simone Martini 013.jpg|thumb|left|upright=0.7|''[[San Ludovico di Tolosa che incorona il fratello Roberto d'Angiò]]'' (dipinto di [[Simone Martini]])]]

Napoli divenne parte del regno [[Angioini|angioino]] in seguito alle vittorie di [[Carlo I d'Angiò]] su [[Manfredi di Svevia]] nel 1266 a [[Battaglia di Benevento (1266)|Benevento]]; e su [[Corradino di Svevia]] a [[Battaglia di Tagliacozzo|Tagliacozzo]] nel 1268. Sotto il regno di [[Carlo II d'Angiò]], furono istituiti formalmente i ''[[Sedili di Napoli|Sedili]]'', organi amministrativi ripartiti per aree della città. Essi traevano la propria origine dalla [[fratrie]] dell'epoca greca e dalla ''Magna cura Regis'' e sarebbero rimasti in piedi fino al XIX secolo.

In seguito alla rivolta scoppiata in Sicilia nel 1282 ([[Vespri siciliani]], causati anche dallo spostamento della capitale da Palermo a Napoli) e il passaggio dell'isola al dominio aragonese, Napoli, divenne la capitale del [[Regno di Napoli]] e uno dei più importanti centri di potere della penisola italiana. Succede a Carlo d'Angiò il figlio Carlo II ed in seguito il nipote, [[Roberto d'Angiò]], detto "il Saggio", che fa di Napoli un centro culturale fra i più vivaci dell'Europa e del Mediterraneo. A questo periodo risalgono i soggiorni in città di [[Francesco Petrarca]], [[Simone Martini]], [[Giotto]] (che vi fonderà una scuola pittorica giottesca fra le più importanti d'Italia) e di [[Boccaccio]], che nella [[basilica di San Lorenzo Maggiore]] conoscerà [[Fiammetta (Decameron)|Fiammetta]], ovvero Maria d'Aquino ed in seguito rimpiangerà i piacevoli anni trascorsi alla corte napoletana. Succederà al re Roberto, la nipote [[Giovanna I di Napoli]] nel 1343 e poi sarà il momento dei [[Angioini|d'Angiò di Durazzo]] nel 1382 con [[Carlo III di Napoli|Carlo di Durazzo]], [[Ladislao I di Napoli]] e [[Giovanna II di Napoli]].

L'ultima grande impresa degli angioini napoletani fu la spedizione militare di [[Ladislao I di Napoli]], il primo tentativo di riunificazione politica d'Italia, agli inizi del XV secolo.

=== Età moderna ===
==== Il Regno aragonese ''Utriusque Siciliae'' ====
{{vedi anche|Corona d'Aragona}}
[[File:Alfonso-V-el-Magnanimo.jpg|thumb|upright=0.7|Alfonso il Magnanimo]]

Nel 1442 anche Napoli cambiò di mano, diventando una delle città più influenti del [[Corona d'Aragona|dominio aragonese]]. Sotto il regno di e [[Alfonso V d'Aragona|Alfonso il Magnanimo]] (1442-1458), la città divenne una delle più importanti della Corona d'Aragona<ref>{{cita web|autore=Gioacchino Del Balzo|url=http://www.delbalzo.net/storia.htm|editore=Delbalzo.net|titolo=Storia di Napoli|anno=2001}}.</ref>. Nonostante alcuni episodi di insofferenza come la [[Congiura dei Baroni]], il regno di Alfonso fu caratterizzato dall'ampliamento della città, la cui popolazione crebbe notevolmente fino a renderla la città più popolosa d'Occidente<ref name=Storia>{{Cita libro|capitolo=Mezzogiorno d'Italia (1559-fine XVII)|url=http://books.google.it/books?id=fR8sEqPDmucC&pg=PA157#v=onepage&q&f=false|titolo=Storia dell'Europa moderna: secoli XVI-XIX|curatore=Roberto Barbieri|curatore2= Emanuela Rodriguez|editore=Editoriale Jaca Book|anno=1993|isbn=88-16-43906-8}}</ref>. In questo periodo furono anche costruiti importanti monumenti cittadini, come [[Arco trionfale del Castel Nuovo|l'Arco del Maschio Angioino]] (iniziativa che diede origine al cosiddetto [[Artisti del clima dell'Arco|Clima dell'Arco]]), [[Palazzo Filomarino]], [[Porta Capuana]], [[Palazzo Como]].

Anche il clima culturale conobbe un notevole incremento, grazie al grande impulso dato da Alfonso alla biblioteca cittadina ed alla fondazione dell'Accademia Pontaniana. Le grandi somme profuse nella promozione della cultura diedero impulso ad un fiorire di attività, che resero Napoli protagonista dell'Umanesimo e del Rinascimento.

==== Il Viceregno spagnolo ====
{{vedi anche|Repubblica Napoletana (1647)}}
[[File:Pedro Álvarez de Toledo, Viceroy of Naples.jpg|thumb|left|Pedro Álvarez de Toledo]]
A partire dal 1501, in conseguenza delle [[Guerre d'Italia del XVI secolo|Guerre d'Italia]], Napoli perse la sua indipendenza. Dopo essere stata brevemente in mano francese fino al 1504, passò sotto la dominazione spagnola, e per oltre due secoli il regno fu governato da un [[Viceré di Napoli|viceré]] per conto di [[Madrid]]. Il lungo dominio spagnolo viene generalmente considerato dalla storiografia, specie di stampo [[Benedetto Croce|crociano]], un periodo oscuro e di regresso<ref>{{Cita libro|url=http://books.google.it/books?id=QjFk9F-9pvcC&pg=PA28|autore=Giuseppe Coniglio|titolo=Il viceregno di Napoli nel sec. XVII: notizie sulla vita commerciale e finanziaria secondo nuove ricerche negli archivi italiani e spagnoli|editore=Ed. di Storia e Letteratura|anno=1955|p=28}}</ref>. In effetti, esso lasciò tracce profonde sia nella lingua napoletana<ref>{{Cita libro|autore=Pierangela Izzi|autore2=Domenico Defilippis|autore3= Sebastiano Valerio |anno=2007|titolo=Lessicografia a Napoli nel Cinquecento|p=121|editore=Adriatica Editore}}</ref>, che soprattutto nell'assetto urbanistico della città. Fu ad esempio sotto il viceré [[Pedro Álvarez de Toledo y Zúñiga]] che fu aperto [[via Toledo|il famoso asse viario omonimo]], e furono costruiti i [[Quartieri Spagnoli]].

Nel 1647 la città vide la famosa rivolta di [[Masaniello]], partita da quella stessa [[Piazza del Mercato|Piazza Mercato]] in cui era stata tagliata la testa a [[Corradino di Svevia]], e nata a causa del malgoverno spagnolo. Sei mesi dopo vi fu la nascita di un'effimera [[Repubblica Napoletana (1647)|repubblica indipendente]] sotto la guida di [[Gennaro Annese]] e del nobile francese [[Enrico II di Guisa]]. La città fu messa sotto assedio e riconquistata dagli spagnoli, e successivi tentativi francesi di riconquistarla non ebbero buon esito.

Fu in questo periodo storico che Napoli e il suo territorio dovettero subire (oltre alla terribile [[eruzione del Vesuvio del 1631]] e alla suddetta rivolta di Masaniello del 1647) anche la gravissima epidemia della [[peste del 1656|peste]] che si diffuse nel 1656 e durò fino all'anno successivo. Nella sola città di Napoli per il contagio ci furono circa 240.000 morti.

Nel corso della [[guerra di successione spagnola]] l'[[Austria]] conquistò Napoli (1707), ma la tenne per pochi anni, fino al 1734, anno in cui il regno fu occupato da [[Carlo III di Spagna|Carlo di Borbone]], che vi ricostituì uno Stato indipendente che comprendeva tutto il [[Italia Meridionale|sud Italia]] e la Sicilia.

==== Il periodo borbonico e la parentesi francese ====
{{vedi anche|Regno delle Due Sicilie|Repubblica Napoletana (1799)}}
[[File:Fernando II de las Dos Sicilias 2.jpg|thumb|left|upright=0.7|Ferdinando II delle Due Sicilie, metà del XIX secolo]]

{{Nota
|titolo=I primati della Napoli borbonica
|contenuto=[[File:Coat of arms of the Kingdom of the Two Sicilies.svg|150px|border|right|link=Bandiera del Regno delle Due Sicilie]]
Il lungo regno dei [[Borbone di Napoli]], e l'attenzione verso le innovazioni mostrate dai diversi sovrani di questa dinastia, hanno consentito a Napoli di conseguire una serie di primati.

Nel 1735 vi fu fondata la prima cattedra di astronomia d'Italia, e nel 1754 la prima di economia politica al mondo<ref name="Michele Vocino 2007">Michele Vocino (2007) Primati del Regno di Napoli - Ordinamenti - Risorse naturali attività industriali prima dell'Unità d'Italia. Napoli, Grimaldi & C..</ref>.

Nel 1782 fu effettuato a Napoli il primo intervento di profilassi anti-tubercolare in Italia<ref>E. Detken, Giornale internazionale delle scienze mediche, pag. 799, 1915.</ref>, nel 1792 vi fu realizzato il primo Atlante marittimo del mondo<ref>Gennaro De Crescenzo, Le industrie del Regno di Napoli: in appendice 50 primati del regno. Grimaldi, 2002.</ref>. Nel 1801 vi fu fondato il primo museo mineralogico del mondo.

Il 24 giugno 1818 fu varata a Napoli nei cantieri Filosa, nei pressi del [[Forte di Vigliena]], la ''Ferdinando I'', prima nave a vapore del Mediterraneo.<ref>{{Cita|D'Ambrosio|p. 189|ADA}}.</ref>

Altro notissimo primato cittadino è quello dell'inaugurazione del primo tratto ferroviario in Italia, la [[ferrovia Napoli-Portici]], a partire dalla [[Stazione di Napoli (Bayard)]], il 3 ottobre 1839.<ref name="Michele Vocino 2007"/><ref>{{Cita|Gamboni; Neri||AGPN}}.</ref>. Napoli fu inoltre la prima città italiana, e la terza in Europa dopo Londra e Parigi, a dotarsi di un sistema di illuminazione pubblica a gas (1839)<ref name="Michele Vocino 2007"/>.
}}
Sotto la dinastia dei [[Borbone di Napoli]], la città rafforzò il suo ruolo divenendo, insieme a Parigi e Londra, una tra le principali capitali europee.
Con la [[rivoluzione francese]] e le [[guerre napoleoniche]], Napoli vide prima la nascita di una [[Repubblica Napoletana (1799)|repubblica giacobina]] e poi la conseguente restaurazione borbonica. Nel 1806 fu nuovamente conquistata dalle truppe francesi condotte da [[Napoleone Bonaparte]] che affidò il regno a suo fratello [[Giuseppe Bonaparte|Giuseppe]] e quindi, in seguito, a [[Gioacchino Murat]]. Nel 1815 con la definitiva sconfitta di Napoleone e il [[Congresso di Vienna]] Napoli ritornò nuovamente ai Borbone.

Nel 1860 il [[Regno delle Due Sicilie]] fu oggetto della ''[[spedizione dei Mille]]'' di [[Giuseppe Garibaldi]] e successivamente invaso dal [[regno di Sardegna]]. Napoli fu abbandonata da [[Francesco II di Borbone]] per "garantirla dalle rovine e dalla guerra ... risparmiare a questa Patria carissima gli orrori dei disordini interni e i disastri della guerra civile"<ref>pag 63, Giordano Bruno Guerri, ''Il sangue del Sud'', Mondadori, 2011</ref>, e fu tentata una prima difesa con la [[battaglia del Volturno]] e quindi con l'[[Assedio di Gaeta (1860)|assedio di Gaeta]]. A seguito della sconfitta delle truppe borboniche, Napoli fu annessa al [[regno d'Italia (1861-1946)|regno d'Italia]] e perse il proprio status di capitale. Come conseguenza, le strutture di governo statale presenti in città furono smantellate. Con l'unità anche le attività industriali andarono in rovina, furono trasferite o fortemente ridimensionate (come nel caso delle [[officine di Pietrarsa]])<ref>[http://www.fondazionefs.it/ffs/Attivit%C3%A0/Infrastrutture-e-musei/Pietrarsa/La-storia-del-Museo Fondazione FS, storia del museo: 1875]</ref>, innescando una profonda crisi socioeconomica.
Si riporta, a tal proposito, un giudizio di [[Gaetano Salvemini]]:

{{Citazione|Se dall'unità il Mezzogiorno è stato rovinato, Napoli è stata addirittura assassinata: ha perduto la capitale, ha finito di essere il mercato del Mezzogiorno, è caduta in una crisi che ha tolto il pane a migliaia e migliaia di persone.|Gaetano Salvemini, ''Scritti sulla questione meridionale, 1896-1955''<ref>{{Cita|Salvemini|p. 115|SGS}}.</ref>}}

Il tesoro del Regno delle Due Sicilie, per la maggior parte custodito nel Banco omonimo,<ref group=N>Dopo l'unificazione, il Banco delle Due Sicilie fu rinominato Banco di Napoli.</ref> fu utilizzato per rinsanguare i bilanci del regno di Sardegna, che era vicino al fallimento, e degli altri territori annessi, del pari indebitati. Il sistema fiscale piemontese fece aumentare vertiginosamente le tasse a carico dei napoletani; questo aumentò la crisi sociale ed industriale napoletana, mentre l'industria ed il commercio piemontese ebbero la possibilità di essere incrementati.<ref name=Gleijeses/>

=== Età contemporanea ===
{{Citazione|Insomma, fascisti, a Napoli piove, che ci state a fare?|[[Michele Bianchi]], segnale convenuto per la [[Marcia su Roma]]<ref group=N>Secondo [[Indro Montanelli]] questa frase Michele Bianchi l'avrebbe detta a [[Dino Grandi]], appena rimpatriato da una missione diplomatica all'estero.</ref>}}

La povertà dei quartieri popolari, iconicamente descritti da [[Matilde Serao]] in [[Il ventre di Napoli]], fu all'origine, a fine secolo XIX, di una profonda trasformazione urbanistica. A seguito dello scoppio di una grave epidemia di colera nel 1884, fu promulgata la legge per il [[Risanamento di Napoli]]. Essa diede attuazione ai numerosi ma inattuati progetti di risistemazione urbanistica della città concepiti durante il periodo borbonico. In questo periodo furono demoliti numerosi palazzi popolari, costruiti nuovi edifici borghesi detti [[Umberto I d'Italia|umbertini]] ed aperte le arterie di via Duomo e del Rettifilo.

[[File:Mussolini adunata napoli 1922.jpg|thumb|left|24 ottobre 1922, adunata delle camicie nere di Napoli, [[Benito Mussolini|Mussolini sul palco delle autorità]]]]
Nei primi anni venti del XX secolo, Napoli fu sede di uno dei più importanti [[Fasci di Combattimento]] italiani, ad opera in particolare di [[Aurelio Padovani]], [[Raffaele Tarantini]], Domenico Miranda, Luigi Ricci, Alberto Navarra, e [[Nicola Sansanelli]]. Il 24 ottobre 1922 La città fu teatro della grande adunanza di [[camicie Nere]] che fu l'atto preparatorio della Marcia su Roma. I dettagli della Marcia furono discussi e decisi dal Consiglio del [[partito Nazionale Fascista]] all'Hotel Vesuvio di via Partenope.

Nel [[1926]] il territorio comunale venne ampliato con l'aggregazione dei comuni limitrofi di [[Chiaiano ed Uniti]], [[Pianura (quartiere di Napoli)|Pianura]], [[Secondigliano]] e [[Soccavo]]<ref>[[File:Wikisource-logo.svg|link=Wikisource|15px]] {{cita web|url=http://it.wikisource.org/wiki/R.D.L._3_giugno_1926,_n._1002_-_Aggregazione_al_comune_di_Napoli_dei_comuni_di_Soccavo,_Pianura,_Chiaiano_ed_Uniti_e_Secondigliano|editore=Wikisource|titolo=R.D.L. 3 giugno 1926, n. 1002 - Aggregazione al comune di Napoli dei comuni di Soccavo, Pianura, Chiaiano ed Uniti e Secondigliano|anno=19 giugno 1926 (pagina web elaborata nel 2013)|autore=Vittorio Emanuele III}}.</ref>.

[[File:Quattrogiornate2.jpg|thumb|right|upright=0.7|Uno «scugnizzo» armato durante le Quattro Giornate di Napoli]]
Data la sua natura di porto strategico per le attività navali nel Mediterraneo, Napoli fu, durante la [[seconda guerra mondiale]], la città italiana che subì il numero maggiore di [[Bombardamenti di Napoli|bombardamenti]], con circa 200 raid aerei (tra ricognizioni e bombardamenti) dal 1940 al 1944, principalmente da parte [[Alleati della seconda guerra mondiale|alleata]], di cui ben 181 soltanto nel 1943 e con un numero di morti stimato tra le 20 e le 25&nbsp;000 persone, in gran parte tra la popolazione civile.<ref name="AirRaids">{{cita web|lingua=en|url=http://faculty.ed.umuc.edu/~jmatthew/naples/Naples%20bombing.htm|titolo=Air Raids on Naples in WWII - Around Naples Encyclopedia|accesso=17 febbraio 2013}}</ref><ref name="ISSES">{{cita web|formato=PDF|url=http://www.isses.it/Convegno050305/Monda.pdf|autore=Lucia Monda|titolo=Napoli durante la II guerra mondiale ovvero: i 100 bombardamenti di Napoli|editore=Relazione convegno I.S.S.E.S Istituto di Studi Storici Economici e Sociali del 5 marzo 2005 ''Napoli durante la II guerra mondiale''}}.</ref>

Dopo la resa del [[regno d'Italia]] agli Alleati, avvenuta l'8 settembre 1943, Napoli fu teatro di una storica insurrezione popolare denominata successivamente le [[quattro giornate di Napoli]] (27-30 settembre 1943). Tale movimento, guidato dalla popolazione civile, con l'apporto di militari fedeli al cosiddetto [[regno del Sud]], riuscì a liberare la città partenopea dall'occupazione delle forze armate tedesche.

L'avvenimento, che valse alla città il conferimento della [[medaglia d'oro al valor militare]], consentì alle forze alleate di trovare al loro arrivo, il 1º ottobre 1943, una città già libera dall'occupazione nazista, grazie al coraggio e all'eroismo dei suoi abitanti ormai esasperati ed allo stremo per i lunghi anni di guerra. Napoli fu la prima, tra le grandi città europee, ad insorgere con successo contro l'occupazione nazista.<ref>{{cita web|editore=Senato della Repubblica|url=http://www.senato.it/documenti/repository/leggi_e_documenti/raccoltenormative/27%20-%20Consulta%20Nazionale/Commissioni%20Riunite/Finanze%20e%20tes.-Ricostruz.%20lav.pubbl.%20e%20comun/07%20marzo%201946.pdf|formato=pdf|titolo=Resoconto sommario della seduta del 7 marzo 1946}}.</ref>

La Napoli contemporanea è tra le più grandi e popolose metropoli italiane e mediterranee, conservando ancora la sua storica vocazione di centro culturale di livello internazionale, oltre che di grande città d'arte e primario polo turistico.

=== Simboli ===
{{Vedi anche|Stemma di Napoli}}
[[File:Napoli-Logo.png|thumb|upright=0.9|Logo della città di Napoli, con lo stemma rosso e oro posto in alto]]

{{Citazione|troncato d'oro e di rosso, caricato dello stemma civico, con l'iscrizione in oro «Comune di Napoli»}}
Lo stemma si compone di uno scudo sannitico diviso in due parti orizzontali di uguale altezza, quella superiore colorata d'oro e l'altra di rosso («troncato d'oro e di rosso»), sormontato da una corona turrita con cinque bastioni merlati visibili, di cui solo uno, quello centrale, dotato di porta d'ingresso. Secondo un'ipotesi, già dichiarata infondata dallo storico [[Bartolomeo Capasso]],<ref>{{Cita|Savorelli|p. 185|ASSS}}.</ref> l'oro simboleggia il sole, mentre il rosso la luna.<ref>{{Cita|Celano|p. 34|CCCCC}}.</ref><ref group=N>Si tratta di due culti molto frequenti nella Napoli greco-romana, il primo riferito ad Apollo che si celebrava nei pressi dell'attuale via Duomo, il secondo a Demetra il quale santuario si ergeva presso l'attuale Sant'Aniello a Caponapoli.</ref>

Il gonfalone riprende i due colori dello stemma, oro e rosso, che occupano rispettivamente la metà superiore e la metà inferiore dell'intero drappo («troncato»), riprendendo simmetricamente la disposizione dei colori dello scudo araldico cittadino.<ref>{{cita web|url=http://www.comune.napoli.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/3505|editore=Comune di Napoli|titolo=Il Gonfalone}}</ref>

=== Onorificenze ===
Napoli è tra le [[città decorate al valor militare per la guerra di liberazione]]; è stata infatti la prima città a liberarsi con le sue sole forze dall'occupazione nazi-fascista e quindi insignita della [[medaglia d'oro al valor militare]] per i sacrifici della popolazione e per le attività nella [[Resistenza italiana|lotta partigiana]] durante la rivolta detta delle ''[[quattro giornate di Napoli]]''.

{{Onorificenze
|immagine=Valor militare gold medal BAR.svg
|nome_onorificenza=Medaglia d'oro al valor militare
|collegamento_onorificenza=valor militare
|motivazione=Con superbo slancio patriottico sapeva ritrovare, in mezzo al lutto ed alle rovine, la forza per cacciare dal suolo partenopeo le soldatesche germaniche sfidandone la feroce disumana rappresaglia. Impegnata un'impari lotta col secolare nemico offriva alla Patria, nelle "Quattro Giornate" di fine settembre 1943, numerosi eletti figli. Col suo glorioso esempio additava a tutti gli Italiani, la via verso la libertà, la giustizia, la salvezza della Patria.<ref>{{cita web|url=http://www.quirinale.it/onorificenze/DettaglioDecorato.asp?idprogressivo=18845&iddecorato=18392|titolo=Medaglia d'oro al valor militare NAPOLI, Città di|editore=Quirinale|accesso=30 luglio 2007}}</ref>
|luogo=Napoli, 27 - 30 settembre [[1943]], data del conferimento: 10 settembre [[1944]]
}}

{{Onorificenze
|immagine=Corona_di_città.svg
|nome_onorificenza=Titolo di Città
|collegamento_onorificenza=Titolo di città
|motivazione=Antico diritto
|luogo=Napoli
}}

=== Ricorrenze ===
* Inaugurazione anno giudiziario, data da scegliere di volta in volta in base all'ultima settimana di gennaio;
* [[San Vincenzo Ferreri]] (5 aprile);
* [[San Gennaro]] (19 settembre), la chiesa cattolica e altre chiese cristiane ricordano la morte di San Gennaro;
* Inaugurazione stagione sinfonica al [[teatro San Carlo]] (30 settembre);
* Quattro Giornate di Napoli (1º ottobre);
* Plebiscito di adesione al Regno d'Italia (21 ottobre);
* Inaugurazione stagione lirica al Teatro San Carlo (18 novembre).

== Monumenti e luoghi d'interesse ==
{{Vedi anche|Centro storico di Napoli|Monumenti di Napoli}}
[[File:Spaccanapoli da s Elmo 1050131.JPG|thumb|left|upright=1.1|Il [[Centro storico di Napoli|centro storico]] visto da [[castel Sant'Elmo]]. In evidenza, il [[Monastero di Santa Chiara (Napoli)|monastero di Santa Chiara]], [[Spaccanapoli]] e il [[Centro direzionale di Napoli|centro direzionale]]]]
{{UNESCO
|tipoBene = patrimonio
|nome = Centro storico di Napoli
|nomeInglese = Historic Centre of Naples
|immagine = Targa unesco na.jpg
|anno = 1995
|tipologia = Architettonico, artistico
|criterio = C (ii) (iv)
|pericolo = Non in pericolo
|link = 726
}}
Napoli è una delle città a maggior densità di risorse culturali e monumenti nel mondo, che ne testimoniano l'evoluzione storico-artistica. Il [[Centro storico di Napoli|centro storico]], nel 1995, è stato inserito dall'[[Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura|UNESCO]] tra i [[Patrimonio dell'umanità|patrimoni dell'umanità]] con la seguente motivazione:
{{Citazione|Si tratta di una delle più antiche città d'Europa, il cui tessuto urbano contemporaneo conserva gli elementi della sua storia ricca di avvenimenti. I tracciati delle sue strade, la ricchezza dei suoi edifici storici caratterizzanti epoche diverse conferiscono al sito un valore universale senza uguali, che ha esercitato una profonda influenza su gran parte dell'Europa e al di là dei confini di questa.}}
Esso è il risultato di sovrapposizioni di stili architettonici racchiusi in circa {{TA|2 800}} anni di storia, testimoniando così le varie civiltà che vi hanno soggiornato. Tutti fattori questi che gli hanno donato un valore universale senza eguali.<ref>{{cita web|editore=[[UNESCO]]|url=http://www.sitiunesco.it/napoli-il-centro-storico.html|titolo=Napoli – Il Centro Storico}}.</ref> Su un territorio relativamente poco esteso sono presenti, tra gli altri, un grande numero di castelli, residenze reali, palazzi monumentali, chiese storiche e resti dell'età classica. L'eredità di questa storia millenaria si può comunque ammirare anche in tutta la città e nei suoi dintorni, che rendono la città di Napoli un ''museo a cielo aperto'' a tutti gli effetti.

L'area interessata dalla tutela comprende 14 quartieri. [[Avvocata (quartiere di Napoli)|Avvocata]], [[Montecalvario]], [[San Giuseppe (quartiere di Napoli)|San Giuseppe]], [[Porto (quartiere di Napoli)|Porto]], [[Pendino]], [[Mercato (quartiere di Napoli)|Mercato]], [[Chiaia]], [[San Ferdinando (quartiere di Napoli)|San Ferdinando]], [[Rione Sanità|Stone di chirurgia plastica per realizzare il suo grande sogno: divenire l'uomo più alto del mondo. Sfortunatamente però, l'operazione lo renderà certamente altissimo, ma praticamente bidimensionale.
Morirà suicida due anni dopo.
Morirà suicida due anni dopo.



Versione delle 00:37, 8 ago 2015

ATTENZIONE
Questo utente possiede poteri paranormali.
Trattare con cautela.
Willy Wonka interviene nell'anime Death Note per pubblicizzare il suo cioccolato.

Willy Wonka è una persecuzione fatta persona.

La vita

Mai contrariare Willy Wonka. Mai.

Nato da un Umpa-Lumpa e una barretta di cioccolato, Willy Wonka non ha un'infanzia facile, alle elementari viene espulso con l'accusa di contrabbando di merendine, cosa che ha provocato ai suoi compagni gravi problemi di aerofagia.

Alle scuole medie le cose non vanno meglio. Anche lì colleziona un'infinità di espulsioni, spesso a causa del suo carattere violento e delle sue attività illecite. Era solito sfruttare gli altri bambini per clamorosi spettacoli da circo, facendo giochi di prestigio con cariche radioattive, con grossa disapprovazione di tutto il corpo insegnanti. Per effetto della radioattività i compagni di classe non crebbero mai di statura e si distinsero per un particolare colorito blallo.

Alla fine otterrà la licenza media solo a 34 anni.

Willy Wonka ha un'idea per un nuovissimo prodotto di punta: il brodo di cioccolato.

La carriera

Decise di diventare un produttore di cioccolato e fece l'apprendistato alla Prova del cuoco dopo aver scoperto che non era portato a fare il pugile. Come accade spesso, la sua fabbrica ebbe un inizio difficile: il cioccolato verrà rifiutato persino dalla Caritas e, nonostante le fabbrica fosse nata più di cinquant'anni prima, Willy Wonka affermò che il cioccolato non vendeva perché erano ancora agli esordi.

In seguito verrà scoperto che il cioccolato è in realtà sterco di topo. Willy Wonka non sarà querelato perché in ogni caso non se lo mangiava nessuno.

Il concorso

Nonstante tutti i lifting subiti, il signor Wonka invecchia sempre di più e si rende conto di aver bisogno di un erede. E così, eccoci arrivati allo stramaledetto concorso: chi riuscirà a sopravvivere per un giorno nella sua fabbrica diverrà il suo successore e otterrà l'intero stabilimento.

Miracolosamente 5 bambini sfigati si presentano con in mano un po' di carta alu. Willy aveva bisogno di un erede e quindi li fece visitare la fabbrica.

Il ciccio ciccione grasso

Accompagnato da sua madre morirà dopo essere caduto in una fogna e aver percorso tutti i condotti fino a casa tua.

ATTENZIONE! È DIETRO DI TE!

La bambina viziata e antipaticamente viziata

Come vedete, tutti sono in fila per vedere la premiazione.

A differenza dei altri bambini lei con suo padre portarono un vero biglietto d'oro cucito a mano, morirà anche lei nel tentativo di rapire un anatra/scoiattolo finendo nel trita-rifiuti, per la gioia di tutti gli spettatori irritati dalla sua parlantina.

La karatekida gommosa violenta

Maniaca compulsiva delle gomme da masticare, non tiene mai la bocca chiusa. Mai. Per punirla Willy Wonka la gonfierà con una pompa e ciò la renderà blu di rabbia (o forse era l'ulcera? Non ha importanza, è morta annegata pochi mesi fa a causa di due ragazzini che la credettero un gommone turchese)

Il bambino stupido. Stupido, ma intelligente

Ragazzo con un quoziente intellettivo superiore alla media, tanto che è l'unico dei personaggi a saper leggere. Ha trafugato il biglietto d'oro tramite Internet. Soffre di manie omicide verso il signor Wonka (provocate da una dose eccessiva di videogiochi violenti). Dopo esser stato espulso dalla casa, subirà un'operazione di chirurgia plastica per realizzare il suo grande sogno: divenire l'uomo più alto del mondo. Sfortunatamente però, l'operazione lo renderà certamente altissimo, ma praticamente bidimensionale. Morirà suicida due anni dopo.

Il bambino povero

Accompagnato dal nonno Turbo, è un giovane intraprendente a capo di una banda di mafiosi che ha come componenti principali i quattro nonni, che a causa della loro età sono più rimbambiti che esperti. Per riportare in auge la sua banda di depravati minaccia il signor Wonka di denunciarlo, e il poveretto è costretto a cedergli la fabbrica. Avvelenerà Willy Wonka pochi giorni dopo.

Umpa-Lumpa

Suoi ex compagni di classe, schiavizzati e maltrattati per inventare canzoncine divertenti sui bambini. 8 secondi prima di morire Wonka li licenziò tutti, senza pietà, senza nemmeno la cassa integrazione o la liquidazione. In seguito divennero bravi nelle tecniche di lotta e insegnarono il Teletrasporto a Goku. Vennero assunti dalla Capsule Corporation per la costruzione di Cocomeri killer.

La fine

Willy Wonka morirà, chiuso nella sua solitudine, dopo aver assaggiato un macropezzetto del suo cioccolato, che gli ha distrutto l'apparato digerente.

Intanto la sua fabbrica era stata chiusa poiché un Umpa-Lumpa lo aveva portato in tribunale.

Curiosità

L'abuso della sezione «Curiosità» è consigliato dalle linee guida di Nonciclopedia.

Però è meglio se certe curiosità te le tieni pe' ttìa... o forse vuoi veder crescere le margherite dalla parte delle radici?

  • Viene chiamato anche Carla Bruni, ma Sarkozy non lo sa ancora.
  • Nel 2006 ha avuto una relazione con Fergie, che se ne approfitta prendendo in "affitto" la fabbrica per girare il video di Fergalicious... in cambio di un fellatio.
  • È anche soprannominato WilliPEP: attenzione alle bombe atomiche petali e la misoginia avanzata, potrebbe esservi letale!