Utente:MalaStella/Sandbox

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Tu in una normale giornata scolastica. Ti sei riconosciuto, vero?
« E così, ci risiamo. L'hai fatto di nuovo: eri già stato avvisato, una, due, tre volte. Non va bene, ragazzo mio, non va affatto bene. È così che ci si presenta ad una interrogazione? Non sai niente, parli del niente riempito col nulla e tappato col vuoto, non fai i compiti da tredici settimane, il quaderno è... bleah... fa' mangiare il tuo cane altrove... e te ne vieni accampando scuse sull'immprovvisa morte della nonna? Ti aspetti davvero che io ci creda? No, caro mio: 3 e mezzo, vai a posto e vergognati. »
(Un professore prima del trattamento)
« Ma dico, ma dico! Tre-di-ci settimane che non tocchi un libro! Noi siamo a Niccolò Machiavelli e il tuo quaderno è fermo a Guinizelli? No no no! Se tu fossi figlio mio, giovanotto, righeresti sì dritto! Perché sono i genitori d'oggi - che tempi! Non c'è più disciplina, o tempora o mores! - che vi viziano, e i risultati si vedono! E sì, continuiamo così, continuiamo! E poi vengono ai colloqui e dicono: «Professoressa, ma com'è che Gianvittorio prende sempre quattro e cinque? Eppure è così intelligente!», ma dove "intelligente"? Ma dove? Ai tempi miei... nerbate e frustate, con la cinghia... vai, vai a posto... che mal di testa... »
(Una professoressa che necessita urgentemente del trattamento)
« Io? Portarvi in gita? Ma ragazzi, io ci tengo alla salute! Voglio dire, non mi dispiacerebbe che qualcuna di voi belve ci rimettesse le penne di overdose in uno squallido bar di Madrid, ma poi dovrei compilare un sacco di scartoffie, sapete com'è! No, no. Voi la gita la fate al bar qui di fronte. O al parco. O a San Giovanni Rotondo, andate lì e chiedete aiuto. »
(Professore in procinto di ricevere il trattamento.)

Ammettiamolo: la scuola non fa per te. T'impegni, ti sveni sui libri, fai attenzione in classe, cerchi di fare sempre i compiti con puntualità, ma senza nessun risultato. Sei sepolto da una marea montante di 4 e 5, salti interi brani di antologia ed ogni funzione lineare che cerchi di studiare si trasforma misteriosamente in una trascendente, il cui grafico assume forme vagamente falliche.

Ma tu sai di essere intelligente, forse troppo per questa scuola italiana, qui sei sprecato: sono i professori che - temendo il tuo potenziale - fanno di tutto per reprimerti e metterti in difficoltà. Sono tuoi nemici giurati. Lo sai, e lo ripeti ogni giorno alla mamma quando le porti l'ennesima insufficienza: «Ce l'hanno con me», «Mi hanno preso sopranaso». Consolati: non sei l'unico.

Per te, e per tutti quelli come te, è da oggi disponibile questo Manuale per ottenere i favoritismi dei professori, e risolvere una volta per tutte i tuoi screzi personali con il corpo docente, assurgendo immediatamente e senza sforzo agli allori della raccomandazione e del conflitto d'interessi!

La tua giornata scolastica tipo

  • Ore 06:45: Ogni giorno, tua madre si sveglia sapendo che dovrà combattere una battaglia disumana e ferocissima. Si desta anzitempo, al canto del gallo per chi vive nel contado e all'«Ahioooò» del netturbino per chi vive in città. Silenziosamente, cammina per i corridoi immobili di casa, mentre tutto tace. Tutti dormono. Va in cucina, e mette il caffè sul fornello. Mancano cinque minuti all'ora X. Si prepara spiritualmente, e si rimprovera per l'ennesima volta di non aver guardato un film, quella focosa sera di sedici anni fa.
  • Ore 06:49: Dormi pacificamente. Stai facendo il solito sogno erotico in cui la vicina di casa ti confessa che, come le fai bagnare tu le mutandine, non c'è nessun altro, le lenzuola si sollevano a mò di tenda canadese. Sei in un caldo fagotto di coperte, hai raggiunto l'Unità con Dio, ti sei ricongiunto all'àpeiron, sei in uno stato di perfezione.
  • Ore 06:50: Con un trillo lacerante e acutissimo, la sveglia nucleare esplode in un rumore assordate, ti svegli urlando pensando all'allarme antiaereo ma è solo lei, quell'ordigno maledetto. Allunghi confusamente un braccio fuori dal tuo bozzolo e la scaraventi rabbiosamente dall'altra parte della stanza, punendola per aver interrotto la vicina onirica: ora può tornare ad alzarsi la maglietta. Ma non basta. La porta si apre sbattendo, entra tua madre e inizia a spalancare le finestre: i raggi del sole ti accecano, la retina prende fuoco, e già tua madre ti ficca in bocca una cannula con cui somministrarti un ettolitro di caffè bollente che scende per il tuo esofago ustionato. «Sveglia, sveglia! Il sole è già alto, giù dal letto con un salto! A scuola, a scuola!» canticchia, e tu vorresti cordialmente mandarla a quel paese. Riesci, urlando disperato, a strapparle «cinque minuti! Solo cinque minuti e poi mi alzo! Lo giuro!», e ripiombi nel cuscino, cercando di tornare dov'eri: ma l'àpeiron è già sfumato, e il ricordo della vicina si fa nebuloso.
Non è un guestbook su cui devi apparire ogni volta che entri in classe, eh!
  • Ore 07:01: «Giù dal letto, giù dal letto!» urla tua madre, tornando alla carica. «No! No! No! Ho il mal di gola» la butti lì, pur di strappare un altro po' di sonno. Poi ti ricordi che hai giù usato la scusa del mal di gola, e allora ricorri alla più immortale delle panzane: «Ho il ciclo!», al che tua madre ti ricorda che A) sei maschio oppure B) che, stando alle tue dichiarazioni, l'hai già avuto diciannove volte questo mese, e non è possibile.
  • Ore 07:09: Dopo un'ardua lotta, che talvolta degenera in una rissa fisica, tua madre riesce a sollevarti di peso e a depositarti in bagno. Sai già che ha vinto lei, e ti accingi ad un'altra giornata di umiliazioni. Lentamente, ti lavi, con una metodicità esasperante, denti, mani, braccia, faccia, culo, e gomiti. Quindi, senza capire bene come ci sei arrivato, ti ritrovi in macchina con tuo padre, che sfrecciate verso il tuo peggior incubo. Hai in spalla uno zaino, ma non eri in bagno? Capisci che il tuo cervello ha rimosso gli eventi precedenti, troppo traumatizzanti.
  • Ore 08:00: Sei in classe, e già ti sembra d'aver attraversato il Sahara a piedi. Chiedi, agonizzante, l'ora al tuo vicino di banco, gli chiedi quanto manchi, e lui risponde: «Trecentosessanta minuti. Anzi no, da adesso solo trecentoicinquantanove». Svieni dallo shock e batti il capo sul tuo vecchio banco, in cui una mano anonima ha pervicacemente intagliato Piercarlo è rikkione.
  • Ore 08:59: Ancora non è finita la prima ora, e già ne hai abbastanza. Sei stato interrogato in chimica, e trovato completamente impreparato. «Il solito» commenta disgustata la professoressa, rimandandoti a posto.
  • Ore 10:00: Latino. «Controlliamo le versioni» dice il professore, e ti casca il mondo addosso: «Quale versione?» esclami con voce strozzata. Ovviamente, nessuno crede alle tue frettolose a acrobatiche scuse che non lo sapevi perché e percome, e ti becchi un 2 sul registro.
  • Ore 11:00: Intervallo. Faticosamente, strisciando lungo i corrimani, arrivi al bar, ma la marea di gente t'impedisce di arrivare al bancone, e tutti i panini migliori vengono velocemente acquistati. Ti riduci ad ingollare un rivoltante sandwich alle acciughe sott'aceto e a bere un asperrimo chinotto.
  • Ore 11:10: Due ore di matematica. Compito in classe, di cui tu ovviamente non sapevi nulla. Di dieci esercizi, riesci a farne bene (forse!) uno, con l'aiuto del vicino di banco. Tenti, disperatamente, di chiedergli aiuto per un secondo quesito. Il professore ti vede e, inappellabile, ritira il compito ad entrambi: il tuo compagno promette che «Questa me la segno» e che «Fuori ti saccagno di mazzate».
  • Ore 13:00: L'ultim'ora. In genere, è prassi nella tua scuola collocare le materie più leggere in questi asfissianti sessanta minuti di afa: religione, educazione fisica. Inesplicabilmente, viene considerata "materia leggera" anche storia, cosicché sei costretto a sentire quaranta minuti di farneticazioni su Pipino il Breve. Tenti di allungarti verso il tuo compagno per fare una sciocca battuta sul nome del sovrano franco e tentare così di riparare al guaio di prima. La professoressa ti vede e mette una nota disciplinare ad entrambi perché disturbate la lezione. Il tuo compagno promette solennemente di chiamare «mio cuggino che è appena uscito da Rebibbia» e di farti saccagnare da lui.
  • Ore 13:50: Esci, barcollante di fatica, dalla scuola. Non ti sembra vero che un altro giorno è passato, che hai altre sei ore per rimpinguare le tue esigue riserve energetiche, ma sai che devi fare i compiti, e metterti in pari con gli arretrati, e con gli arretrati degli arretrati. Zoppichi fino alla macchina di tuo padre, incespicando sui gradini. Il sole arde, la fronte scotta, il sudore cola.

«Come è andata?» chiede il genitore, presagendo il peggio. «I professori mi odiano!» rispondi, arrabbiato.

È proprio vero. Ti odiano. Ma ora, per tua fortuna c'è qui questo manuale, questo comodo prontuario che ti permetterà di risolvere questi problemi, ed entrare nelle grazie dei tuoi nemici giurati! Mai più una nota, mai più un'insufficienza, mai più un debito, mai più un lamento!

Ma passiamo pure ai metodi da adoperare nelle varie situazioni