Utente:Galeazzi/OZYMANDIAS

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« Cane bianco razzista A - Ma li discriminiamo o non lo discriminiamo?
Cane bianco razzista B - non saprei... sono bianchi, però hanno delle macchie nere...
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Tutti siamo afflitti dai dubbi, persino i cani. E i cani bianchi. E i cani bianchi razzisti. Tutto nasce dall'amletico dubbio del discriminare o meno i dalmata, razza canina bianca ma con le macchie nere. Tra le varie fazioni di possono riconoscere:

  • I cani bianchi razzisti conservatori: "non ce ne frega se sono bianchi, hanno le macchie nere e quindi sono sporchi negri che ci rubano il lavoro"
  • I cani bianchi razzisti progressisti: "dai sono comunque bianchi, potremmo accettarli nella nostra società"

La delicatezza della questione è tale che persino Michela Brambilla è intervenuta per dire la sua e convincere le due fazioni a conciliare le loro posizioni. Ma i cani non capiscono gli umani e hanno continuato a litigare.

Perché i cani bianchi razzisti temono i dalmata

C'è un motivo principale a spaventare i C.B.R: l'incredibile prolificità dei dalmata. Infatti dopo aver visto il film La carica dei 101 i cani razzisti sono rimasti terrorizzati, terrorizzati dal fatto che una sola cagna può produrre più di 100 figli. Il futuro distopico di un mondo abitato da soli dalmata, cani che essendo in parte neri potrebbero condividere molti dei difetti dei canidi negri è semplicemente inaccettabile.

E quali sarebbero i difetti dei canidi negri?

Sono molti i difetti che si riscontrano in questa razza canina:

  • Puzzano
  • Sono ultradotati. Questa caratteristica non è da sottovalutare: le cagne infatti, attratte a causa di tali dimensioni, porta queste a ignorare i cani bianchi. In breve tempo i bianchi non troveranno più una femmine e la razza ariana si estinguerà.
  • Spesso lavorano come vu gumbrà. Un numero sempre maggiore di cani negri porterà ad un sovraffollamento di questi nelle spiagge frequentate dai bianchi, bianchi che così verrebbero disturbati.
  • Rubano
  • ah no quelli sono i cani zingari
    • E tanti altri

    Le parti in campo

    I Dalmata

    Dotato di quattro airbag, zampe motrici e occhi fendinebbia, questo cane è fabbricato prevalentemente in Croazia, solo alcuni pezzi vengono prodotti in paesi straccioni come la Romania. Affettuoso, tranquillo e protettivo sono gli aggettivi usati dai venditori per affibbiarlo al pollo di turno, tralasciando il fatto che questa razza canina sia affetta da una varietà estremamente ampia di malattie tra cui la sordità, tiroidite autoimmune, melanoma a fiotti (secondo voi che erano le macchie?), displasia dell'anca, calcoli renali, alcolismo, gomito della lavandaia, gomito del tennista, olio di gomito, vomito, è attonito ed erotico. Il rischio di avere queste malattie, tenuto ben a mente dal dalmata, lo porta ad una forma piuttosto grave di ipocondria; quindi, se ne avrete uno, o sarà sempre in ospedale o in mano ad uno psicologo. Una buona nota è segnata dal fatto che il Dalmata abbia un ottimo olfatto: se volete andare alla ricerca di erba, funghi o calzini smarriti, il Dalmata sarà di grande aiuto.

    I cani bianchi razzisti

    Cani bianchi razzisti conservatori

    « VIVA IL DUCE!! »
    (Cane bianco razzista conservatore quando alza la zampa dietro richiesta del padrone.)

    Meno propensi all'innovazione di qualsiasi partito di sinistra italiano, i cani bianchi razzisti conservatori rappresentano l'ala più attaccata alle tradizioni. Differenti, ottusi, preferiscono tornare all'uso del cavallo come mezzo di circolazione perché: colle auto ci serve il petrolio che viene dall'Arabia, DALL'ARABIA, e se fosse petrolio terrorista? Non dall'intelligenza sviluppata (quando giocano a riprendere il bastone hanno bisogno di un Tom Tom o si perdono), hanno un ottimo olfatto, usato sopratutto per scovare cani negri.

    Cani bianchi razzisti conversatori

    I più temuti nelle assemblee dei cani bianchi razzisti perché possono parlare ininterrottamente anche per 18 anni di fila, i conversatori non hanno idee precise sui dalmata, preferiscono parlare per ore senza dire nulla di concreto. Sono affetti da una grave forma di logorrea, incurabile se non con una fucilata in testa quando hanno rotto i coglioni un po' troppo.

    Cani bianchi razzisti conserva tori

    Non rappresenteranno una grande percentuale all'interno dei cani bianchi razzisti, ma sono molto influenti perché chi sostiene le loro idee riceve gratis una bistecca di toro ricavata dagli allevamenti dei C.B.R.C.T.

    Cani bianchi con servi tori

    Eccentrici e stravaganti, i C.B.C.S.T sono malvisti dai cani bianchi razzisti affetti da miopia, mentre dai cani bianchi razzisti sono molto amati grazie alla loro simpatia ma soprattuto i tori che portano i cocktail durante le assemblee. I cani bianchi razzisti con servi tori accettano di buon grado che i dalmata entrino nella società, a patto che non chiedano di essere assunti come servi: loro accettano solo i tori.

    Cani bianchi razzisti con versa tori

    Questa categoria di cani razzisti non è molto amata e ritenuta prevalentemente stupida, per la loro strana invenzione, tralaltro usata, che permette di versare dei tori dentro cocktail, gin, acqua, coca cola od ogni altra bevanda. Alcune fazioni sostengono che essi versino i tori dentro ciò che bevono per dare quel sano sapore di pelliccia bovina, altre sostengono che se proprio devono mettere un toro dentro un bicchiere trovino almeno un bicchiere grande,[1] altrimenti non riusciranno mai a metterne uno dentro.

    Cani bianchi razzisti progressisti

    Rappresentano la fazione più propensa ad accettare i dalmata in società, perché, nonostante le macchie, sono comunque bianchi.

    Cani bianchi razzisti abbastanza progressisti

    Come la categoria precedente tendono ad accettare i dalmata in società, purché non ci siano troppe macchie nere sul loro manto.

    Cani bianchi razzisti più o meno progressisti

    Per loro i dalmata possono entrare in società ma soltanto se hanno meno di tre macchie.

    Cani bianchi razzisti risolvi problemi

    Essi sostengono che, se messi dentro la lavatrice con un bel po' di Viakal, non avranno più le macchie nere. Sono dei fottuti geni.

    1. ^ Un grande bicchiere no perché non stiamo parlando di cinghiali.

    Papa Rocky IV

    « Se io posso cambiare... e voi potete cambiare... tutto il mondo può cambiare! »
    (Papa Rocky IV lancia un messaggio di pace al mondo.)
    « Io ti spiezzo in due »
    (Ivan Bagnasko nel duello finale del Conclave.)

    Papa Rocky IV è il 267º Papa della Chiesa Cattolica della categoria Pesi Massimi, campione del mondo di Teologia e il più grande incassatore di omelie nella storia mondiale.

    Biografia

    Nacque nel 1947 a Philadelphia, in Pennysilvania, nello stato dell'Armenia durante la fasta nazionale della tenia. Sin da bambino dimostra le proprie doti prendendo a pugni tutti i compagni agnostici o atei, costringendoli a convertirsi; grazie alle 1280 conversioni ottenute nel periodo delle elementari, viene scelto come capo chierichetto, mansione svolta alla perfezione dal giovane Rocky, che massacrava chiunque fregasse le ostie. Nonostante alcune divergenze sugli insegnamenti di Gesù (per lui se vieni colpito non devi porgere l'altra guancia ma rispondere con un destro alla mascella), diventa prete senza subire nemmeno un KO. Il periodo in cui è parroco è segnato dai match per decidere chi avesse il favore di Dio contro i pastori protestanti, gli ebrei e quell'altra chiesa dei negri che cantano durante la messa. È grazie alle continue vittorie che Rocky ottiene la cintura di Vescovo di Philadelphia. Dopo la morte di Papa Bergoglio Creed, iniziò una sfida, atta a decidere il prossimo pontefice, tra i due candidati più forti alla successione: Il cardinale Ivan Bagnasko, alla veneranda età di 224 anni, e Papa Rocky IV, l'eroe religioso d'oltreoceano.

    Giuseppe Parini

    Giuseppe Parini (A casa sua, 23 maggio 1729 - In un lupanare 15 agosto 1799 - Nell'ospedale 16 agosto 1799 - In un frullatore 2 giugno 1847 - In una bettola portoricana 18 aprile 1868 - Esplosione nucleare presso Lomazzo 1 luglio 2048) altresì noto con gli pseudonimi Ripano Eupilino per le poesie, Darisbo Elidonio per l'Arcadia e BigCockDevastator su PornHub, è stato uno scrittore, insegnante, abate, abaco e baco italiano, anche se secondo alcuni psicolabili era un trattore volante e per i suoi rivali uno scemo, ma anche per chi non era suo rivale.

    Biografia

    Ultimo di dieci fratelli, tutti gran bastardi, è nato da due genitori commercianti, gran bastardi anch'essi.
    Sin dal concepimento fu vittima di infamie, e infatti durante la gestazione la madre beveva vodka in quantità slave, dal momento che erano già nati 9 figli normali e quindi uno scemo che facesse cose stupide ma divertenti ci stava. Il tentativo non riuscì.
    Appena nato fu messo in incubatrice nonostante fosse nato normalmente dopo 9 mesi di gestazione.
    Lo fecero uscire dopo quattro anni.
    Non è un caso che la prima parola detta da Giuseppino fosse: "aiuto"!
    Alle elementari lo mandarono a studiare da un religioso psicolabile che costrinse il bambino a studiare a memoria tutta la vita dei santi compreso Padre Pio, non ancora esistito. A 11 anni, quando stava per nascere la passione per la figa, una prozia stronza lo costringe a prendere i voti altrimenti non gli avrebbe dato l'eredità. Non potrà mai nemmeno masturbarsi perché Gesù Cristo, infame pure lui, quella vicenda la prese sul serio: vigilerà sul povero Parini fino alla morte perché ei non compiesse atti impuri; le palle di Giuseppino col tempo raggiunsero le dimensioni delle uova di uno struzzo, e diventate ormai incapaci di trattenere sperma, lo invieranno verso il cervello rendendo Parini il maniaco ipersessuale delle Odi composte in senilità.
    Nel 1754 dopo essere diventato sacerdote viene scelto, guardacaso proprio lui, dal vescovo per svolgere una pericolosa missione evangelica a Chernobyl; tornerà dopo un anno a Milano visibilmente cambiato, anzi, trasformato dal momento che gli era spuntata la coda e la pelle era diventata giallo di cromo. La trasformazione gli permise di entrare nell'Accademia dei Trasformati, dove avvenivano accese discussioni soprattutto grazie a Cesare Beccaria che sputava fuoco quando parlava. Facevano parte dell'Accademia tutti quegli intellettuali mutati biologicamente come Cesare Beccaria, sputafuoco, i fratelli Verri, che per un tragicomico caso del destino si trasformarono in bacon, Giancarlo Passeroni, dotato del potere di leccarsi il gomito, Domenico Balestrieri, metà uomo metà aspirapolvere e il fondatore Giuseppe Imbonati, il terribile Giuseppe Imbonati.
    Dopo il ritorno a Milano diventa precettore, a casa del conte Gabrio Serbelloni e della duchessa Maria Vittoria Mazzanti Viendalmare, della contessina Pia Serbelloni Mazzanti Viendalmare, alla quale insegnerà (male) cose assolutamente inutili come lanciare bottiglie per il varo di una nave. Gabrio Serbelloni si accorge che stava pagando un assoluto inetto e lo caccia a pedate.
    Evitato come la peste da tutti si ritrova a fare da precettore al figlio di Giuseppe Imbonati; no, non a quello normale, Michelino, a quell'altro, quello che aveva preso dal padre le psicosi e la violenza per futili motivi: il piccolo Carlo Imbonati. Parini non servì come precettore, bensì come giocattolo per il piccolo Carlo, che si divertiva con lo scrittore comasco lanciandolo contro i muri o usandolo per bizzarri esperimenti. Parini riuscirà a scappare solo dopo 9 anni, uscendone completamente devastato psicologicamente, tanto da iniziarsi a considerare la seconda reincarnazione di Maurizio Costanzo.
    Fuggito, cerca un lavoro statale e lo trova, ma sfortunatamente per lui come regista di opere teatrali nell'ospizio per malati di Alzheimer; durò solo sei mesi, dopo i quali fu rinchiuso in gattabuia per aver spaccato una bottiglia in testa ad un vecchio reo di dimenticare continuamente la stessa battuta. Dal 1769 diventa professore delle scuole palatine, e fino all'arrivo dei francesi non si segnala nulla di interessante a parte una rissa tra Parini, Dante Gabriel Rossetti, Alfredo Pedullà e un coccodrillo avvenuta per motivi sconosciuti
    Arrivano nel 1796 i francesi e nel 1799 Parini si spegne, poi gli cambiano le pile e torna a funzionare.
    Oggi dirige un ristorante vietnamita a Parigi insieme ad altri personaggi famosi creduti morti come Elvis, Hitler, Sergio Mattarella e Pippo Franco.

    Opere

    • Alcune poesie di Ripano Eupilino; Opera pubblicata sotto pseudonimo da Giuseppe Parini temendo facesse cagare, ottiene un successo clamoroso, tuttavia gli enormi incassi non vanno a Parini ma ad un benzinaio della Val Brembana che si chiamava appunto Ripano Eupilino. Dopo aver scoperto l'enorme somma persa Parini tenta il suicidio, chiudendosi in una gabbia di leoni affamati; tuttavia quei leoni erano vegani e il tentativo fallisce.
    • Dialogo sopra la nobiltà; opera che Parini pubblica col suo vero nome, sperando di fare denaro e non ripetere gli errori del passato. Non calcolò tuttavia che gli insulti contro i nobili, corredati di bestemmie, imprecazioni, disegni osceni e molto altro alto avrebbero attirato le loro ire. Infatti assoldarono dei sicari che gonfiarono Parini come una zampogna.
    • Il Giorno; non sapendo che fare Parini decide di spiare un aristocratico; da tale spionaggio nasce quella terrificante opera nota come Il Giorno, in cui descrive al rallentatore e minuziosamente ogni minuto della giornata del nobile, partendo dalla pisciata mattutina, con annessa sgrullata, per arrivare al pranzo, la passeggiata a Parco Sempione, la limonata a Parco Sempione, la scopata a Parco Sempione, il ritorno a casa, la cagata, e infine la serata al Fabrique di Marcelo Burlon dove il nobile sboccia l'Armand de Brignac. La narrazione si blocca alle 02:34 quando il nobile si accorge di essere spiato e gonfia Parini come una zampogna. L'opera è terribilmente lenta, noiosa, Parini se ne rende conto e la pubblica col nome di Vittorio Alfieri.
    • Le Odi; cominciate a scrivere subito dopo la pubblicazione del Giorno, che costrinse Alfieri, ritenutone l'autore, a scappare in Inghilterra per sfuggire ai critici infuriati, le Odi rappresentano il terrificante calo d'ispirazione di Parini, che non sapendo più cosa scrivere si mette a descrivere poeticamente ogni cosa vedesse o accadesse, anche le più stupide ed inutili, e si ricordano:
      • La salubrità dell'aria; ode in cui Parini descrive il mutamento dell'aria a seguito di una scorreggia, versificando accoratamente sul culmine dello spargersi del fetore di uovo marcio, in cui "l'aere divenne si mesto/ che dal sonno divenni desto/e dissi pel fetor che mi destò:/oibò, qualcuno sotto si cacò?"
      • Il bisogno, Parini descrive i torcimenti dello stomaco dovuti alla diarrea, giunta a bussare al porte del culo, e la disperazione perché il cesso era occupato dallo zio. Famosissimo il verso in cui Parini si rivolge allo zio: "APRI DEVO CACARE NON CE LA FACCIO PIÙ".
      • La caduta; scritta a 56 anni, Parini si lamenta delle sue palle, scese di venti centimetri. L'ode descrive il movimento ballonzolante dei testicoli, la possibilità di utilizzare la lunghissima sacca scrotale come lazo e della previsione che utilizzerà questa come fune da bungee jumping quando raggiungerà i 100 centrimetri.
      • L'evitazione; dolorosa rimembranza di quando chiuse la zip dei jeans tranciandosi il prepuzio.

    In vecchiaia, in quella che è definita terza parte delle Odi, Parini compone pervertitissimi versi strabordanti di inquietanti venature erotiche, disturbanti brividi sensuali e immagini oltremodo spinte che fecero chiudere lo scrittore in un centro di riabilitazione per erotomani, con un grado d'urgenza peggiore di altri ricoverati come Glenn Quagmire.