Stephenie Meyer

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« Ma che OOOOOOH! »
(Lev Tolstoj, Gabriel Garcìa Màrquez, Fedor Dostoevskij, E.B. Stowe, Edgar Allan Poe, Jane Austen, le sorelle Bronte, Emily Dickinson, Oscar Wilde, Edgar Lee Masters, Robert Louis Stevenson, L. Frank Baum, Rudyard Kipling, Frances H. Burnett, William Shakespeare, D. Defoe, Jerome K. Jerome, Louisa May Alcott, Erasmo da Rotterdam, Jean-Paul Sartre, Salvatore Quasimodo, Charles Dickens, Thomas Mann, Honoré de Balzac, Alessandro Manzoni, Italo Calvino, Jack London, Eric Blair alias George Orwell, Mark Twain, i fratelli Grimm, Hans C. Andersen, Edmondo De Amicis, Frank Molnàr, Mikhail Bulgakov, Jules Verne, Roald Dahl, Wilbur Smith, Sàndor Màrai, Marcel Proust, A. Dumas, Ernest Hemingway, Erich M. Remarque, Rosa Luxemburg, Virginia Woolf, Fabri Fibra, Nessuno, Qualcuno, No, Sì, Tutti e Niente su Stephanie Meyer)


« Sì, non è male, ma noi avremmo potuto fare di meglio. »
(Dislessici di tutto il mondo su Twailait, prima fatica e flop commerciale di Stephanie Meyer)


Stephanie Meyer/Steffeni Maier/Gwen Stefani/Milka Amavel è definita da alcuni una delle maggiori responsabili dello squallore che avvolge la letteratura contemporanea. Da altri la migliore scrittrice mai pubblicata da vent'anni a questa parte, seconda solo a Melissa P., Isabella Santacroce e Giulio Tremonti. Ma questo non ti deve smontare: per me, infatti, sarà sempre un mito.

BIOGRAFIA

Stefania Mieri nasce nel 3000 a.C. sotto mentite spoglie nei pressi di Forks, in Colorado. Primogenita di Fester e Morgana Addams nata Caramella, amici e familiari la descrivono come una ridente neonata di soli quindici chili e mezzo, fornita di scaglie scintillanti color del cobalto e un delizioso colorito verdastro. Nel fiore degli anni, una profonda quanto inspiegabile crisi mistica fa nascere in lei, appena sessantenne, il desiderio di scappare di casa con il mezzo più comodo ed economico possibile. Per motivi di soldi è invece costretta a scegliere il treno. Una volta a bordo, viene accolta da quattro simpatici barboni, con cui trascorre il lungo viaggio verso Amsterdam, nota meta di pellegrinaggio spirituale. Da qui in poi, di Stephanie si perdono le tracce. Sappiamo solo, dalle testimonianze di quanti l'hanno conosciuta durante quel travagliato periodo della sua esistenza, che fu, nell'ordine, l'amante di una paninara norvegese, votata alla nobile arte della spada, una nippomane e una tigre asiatica, facendosi valere nell'ambito del mercato internazionale e conquistando l'ammirazione e il rispetto di un affabile ometto amante del cinema e del buon vino in quel di Pechino. Prima ancora, fece apprezzare le sue vaste e varie doti come assemblatrice di Royal Lady, nonchè dispensatrice di gioia personale di Babbo Natale, già che siamo in tema di feste.

L'incontro con un aitante giovine pel di carota in uno dei tanti coffee-bar di Amsterdam, in un periodo che viene solitamente fatto coincidere con il Rinascimento, è decisivo per la sua carriera. I due, rientrati in patria, seminano morte e terrore nell'ambiente duro e senza scrupoli dei bassifondi di Volterra. La città le rimarrà impressa a tal punto che deciderà anni più tardi di citarla nel famoso sequel del suo primo racconto, Niu Mun Tokio Miu Miu Hotel, in cui verrà descritta come una giungla ostile e inospitale. I tempi difficili, tuttavia, non sono ancora terminati: la decisione di Axl di partire per Los Angeles, sognando così di accedere all'Olimpo delle leggende musicali al pari di Avril Lavigne e i Beach Boys, finisce inevitabilmente per dividerli, anche se non cesseranno mai del tutto di mantenere i contatti. Attorno al 1987 a.C. infatti il gagliardo giovanotto le dedica la canzone Mai Misciel, il cui reale significato è tuttora ignoto. E sarà proprio il bocciolo a offrirle tutto l'appoggio di cui avrà bisogno per coronare il suo sogno.

TWILIGHT

Dopo l'addio a Rose, la sagace donzella precipita nella depressione e nello sconforto più neri. La povera contadina è ancora ignara del colpo mortale che tra poco verrà inferto al suo unico neurone residuo, risultando in anni di benessere e lusso sfacciato (almeno fino al prevedibile declino e oblio). Divenuta ormai maggiorenne, perduto il suo unico compagno di viaggio e conseguentemente i viveri, è costretta ad una vita di stenti. Senza casa, senza soldi, senza cibo, senza talento e senza Jacuzzi, i suoi giorni trascorrono lenti e leggermente odorosi di formaggio molle e tabacco Virginia. Il suo innato senso dell'etica e del pudore finisce per spingerla a bussare alla porta dei vecchi genitori a notte fonda, nuda e irrimediabilmente sbronza, mentre vomita sugli scalini urlando frasi in cirillico. Gli amorevoli procreatori, a cui evidentemente riesumare i bei tempi interessa ben poco, la buttano fuori a calci. Per meglio enfatizzare il concetto, sprangano la porta e minacciano di chiamare la madama baffuta ad una seconda visita da parte della figliola. La piangente ragazzina, essendo sprovvista di che pagarsi la cauzione, è dunque costretta a frignare altrove. E tanto meglio per tutti. No? Magari.

Al contrario, la grave ingiustizia subita in così tenera età continuerà a tormentarla per gran parte della vita adulta, spingendola ad esorcizzare il trauma infantile scrivendo romanzi in cui i protagonisti sono perennemente fermi allo stadio embrionale/infantile/preadolescenziale. (Cosa a cui, peraltro, la Meyer ambisce fin dagli spensierati giorni di Amsterdam, a voler esser proprio pignoli). I suoi racconti sono tutti accomunati da un ambiente cupo e oscuro, una trama intricata e un profondo senso d'inquietudine personale e bla, bla, bla. Della sua pietosa storia post-Twailait, ribadisco, non ce ne può fregare di meno, nè a me, nè a voi. Vi basti sapere che il lauto assegno che poco dopo le verrà recapitato dal compagno Rose per oscuri motivi (?) le basterà per campare egregiamente di rendita per due anni, durante i quali si ritirerà in un eremo tibetano e partorirà quel romanzo che tanto frantumerà i coglioni ai lettori di mezzo mondo. Per non parlare di tutti i suoi fratellini monchi (Niu Mun, Iklipzz, Brecching Doun), scritti in ostrogoto per celebrare la laurea ottenuta dalla Meyer in Lingue Antiche alla Brigham Young University, Provo, Utah. E Twailait sia. Amen.

Pare sia sposata. Pare con Sancho Panza. Pare da non poco tempo. Condoglianze al maritino. E Viagra. Tanto, tanto Viagra.

FUN

Ovviamente un sì mirabile talento per la scrittura non poteva passare inosservato. La Maier ha già collezionato un'impressionante schiera di fungherl accanite, che, dice, tiene sulla mensola del camino e spolvera un mercoledì sì e uno no.