Le avventure di Alice nel paese delle meraviglie

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Le avventure di Alice nel paese delle meraviglie è un libro scritto da un pedofilo di nome Lewis Carroll, maggiormente famoso per aver inventato nel 1992 i jeans.

Introduzione

Il libro, dedicato a tre bambine di cui Carroll si era, neanche tanto velatamente, invaghito è una tipica favola per bambina condita da situazioni e immagini sessuali. E' innegabile infatti che il viaggio nel paese delle meraviglie che fa la piccola Alice grazie ad una acido fornitogli dalla sorella, in realtà è la metafora dell'arrivo della prima mestruazione e quindi della conseguente perdita dell'innocenza della bambina.

Trama

Alice si addormenta dopo aver fatto uso di droghe e fa un viaggio nel proprio inconscio che manco Davide Mengacci è così complessato. Seguendo un coniglio bianco vagamente gay cade in un buco profondo come un pozzo che la bambina identifica subito come la tana del coniglio. L'uso del termine tana non è da considerarsi casuale. La tana infatti rappresenta la vagina della bambina, che con l'età sta subendo trasformazioni ed è l'origine dell'avventura interiore della piccola.

Qui arriva in un posto in cui, per passare da una porticina piccolissima (ritorna il tema della penetrazione) è costretta a bere e mangiare alimenti che modificano la sua altezza facendola diventare piccolissima. Si dimentica però di prendere una chiave per aprire la serratura (vengono evidenziati ora i problemi della "prima volta") e diventando di nuovo grande si mette a piangere e allaga la stanza (metafora della comparsa della prima mestruazione).

Dopo diverse vicissitudini in cui la bambina si ritrova persino intrappolata nella casa del maledetto bianconiglio, Alice fa la conoscenza del Bruco. Questo strano approfittatore è in realtà l'ego della bambina che le dice chiaramente: tu hai fumato marijuana ed è per questo che sei qui.

Superato anche questo maniaco si ritrova a prendere il te con il Cappellaio Matto (cappellaio, ovvero cappella) e la Lepre marzolina. La loro pazzia e il continuo caos generato dalla loro presenza generano in Alice una tale insicurezza da farla perdere per un po' nella confusione (in realtà, metaforicamente parlando, questa scena richiama il terrore di Alice del sesso - la bambina sta diventando donna e sa che prima o poi dovrà essere penetrata, ma questo le provoca una forte angoscia e ogni maschio che vede lo guarda come un fottuto stupratore).

Incontra poi pià di una volta lo stregatto (la sua femminilità appena sbocciata) che è ambiguo e un po' rincoglionito. Ma rimane pur sempre un cosino morbido e peloso e in definitiva divertente, finchè non apre la bocca.

Si ritrova infine al cospetto della regina (la maturità e la perdita dell'innocenza) che è la perfetta immagine di una dispotica bastarda. Carroll stesso ci dice che la regina in realtà è la dominatrice sessuale che sta dentro ad Alice stessa e che tutto ciò che vuole la regina veramente è avere un rapporto saffico con la bambina. Ma si suppone che Carroll stesso sia la regina vestita da donna.

Alla fine Alice riesce a scappare dal paese delle meraviglie porno e quindi, metaforicamente, rimandare il momento della sua definitiva maturazione sessuale. Ritorna alla realtà e non si riconnette più a Matrix.

Critica

Alice nel paese delle merdoviglie è una cagata di libro. Ma per fortuna ci sono tanti simboli fallici e disegni di vergini nude ritratte dallo stesso Lewis Carroll. La cosa particolare del libro e che è per bambini, ma se lo mettete in mano ad un adolescente si trasforma automaticamente in una copia di Playboy. Questo è per dire quanto sono infoiati gli adolescenti di oggi.

Voci correlate