Iginia Boccalandro

Da Nonciclopedia, l'enciclopedia con le donnine nude.
Versione del 28 gen 2014 alle 15:56 di Citroen CX (rosica | curriculum) (Creata pagina con '{{inc|Citroen CX}}{{senonsai|link=http://www.youtube.com/watch?v=bO9Hl79ijRM}} {{cit|Viene giù come una cagata di piccione sul parabrezza. Ed è anche bella uguale da ved...')
(diff) ← Versione meno recente | Versione attuale (diff) | Versione più recente → (diff)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Template:Inc

Qualora tu non abbia la più pallida idea su ciò di cui si parla in questa voce, dovresti fare un salto qui.
« Viene giù come una cagata di piccione sul parabrezza. Ed è anche bella uguale da vedere. »
« Essere pesanti non significa necessariamente essere più veloci. »
(Stefano Bizzotto vedendo la Boccalandro scendere con lo stile e le fattezze di un capodoglio)

Iginia Boccalandro (Caracas, 14 febbraio 1961 - Salt Lake City, 11 febbraio 2002) è un'ex slittinista venezuelana - e già questo spiega parecchio - nota con il soprannome di Foquita per via del fisico simile a quello di un'otaria spiaggiata e del suo vezzo di mangiare il pesce crudo direttamente dal secchio.

Esordi

Inizia a praticare sport fin da piccola per ovviare ai disturbi della crescita che la affliggono: già alla nascita, infatti, aveva il colesterolo a 3000, il mento a culo e un peso di 14 kg, a causa del quale venne estratta dall'utero materno con l'ausilio di un'idrovora.

Si dedica dapprima alla pallavolo, conducendo la squadra della scuola alla vittoria dei Giochi della gioventù grazie ai suoi temibili servizi di chiappa, e successivamente alla ginnastica artistica, dove si distingue come superficie d'atterraggio per il volteggio. La passione per gli sport invernali non tarda tuttavia a palesarsi, dopo aver visto per la prima volta neve e ghiaccio in un festino a base di bamba e daiquiri: emigra negli Stati Uniti per allenarsi con la nazionale americana di sci alpino, dove ottiene buoni risultati in particolare nella discesa libera: dopo il suo passaggio, infatti, le piste sono sempre sgombre dalla neve.

L'avventura olimpica

Un grave infortunio la costringe però ad abbandonare lo sci: riporta infatti la rottura dei legamenti crociati, dei menischi e dei tendini di entrambe le ginocchia in seguito ad uno scontro in pista con una compagna che la investe con un gatto delle nevi. Nel 1994, però, riesce ad accedere al Programma sperimentale del CIO per la promozione degli sport invernali nelle nazioni dove nessuno li caga, varato in seguito al successo di quel film dove John Candy allenava la nazionale giamaicana di bob: la Boccalandro, pur presentandosi con una slitta fregata a un Babbo Natale fuori da un centro commerciale, ottiene la qualificazione alle Olimpiadi invernali di Nagano 1998 superando per pochi centesimi un concorrente del Burundi che gareggiava sul coperchio di un cassonetto.

In Giappone diventa la prima atleta[l'ha detto mio cugino] nella storia del Venezuela a partecipare alle Olimpiadi invernali, un onore che le vale un incontro col presidente Hugo Chávez, che le consegna la bandiera per la cerimonia d'apertura e la incoraggia rivelandole di aver scommesso su una sua medaglia metà delle riserve auree dello Stato. Dopo una simile iniezione di fiducia e altre due di EPO, una Boccalandro al massimo della forma (appena 90 kg, e senza nemmeno tagliarsi le unghie dei piedi) si presenta dunque al cancelletto di partenza convinta di poter dare battaglia alle favoritissime, la tedesca Frau Poltronen e l'austriaca Heidi Oboya, anche grazie a uno slittino di nuova concezione, realizzato con materiali utilizzati dalla Ferrari. Per i tappetini.


Voci correlate