Iginia Boccalandro: differenze tra le versioni
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'''Iginia Boccalandro''' ([[Caracas]], [[14 febbraio]] [[1961]] - [[Salt Lake City]], [[11 febbraio]] [[2002]]) è un'ex [[slittino|slittinista]] [[Venezuela|venezuelana]] |
'''Iginia Boccalandro''' ([[Caracas]], [[14 febbraio]] [[1961]] - [[Salt Lake City]], [[11 febbraio]] [[2002]]) è un'ex [[slittino|slittinista]] [[Venezuela|venezuelana]], nonché la trasposizione [[Olimpiadi|olimpica]] della figura del [[ciccione che cade dalle scale]]. |
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Un grave [[infortunio]] la costringe però ad abbandonare lo [[sci]]: riporta infatti la rottura dei [[legamento crociato|legamenti crociati]], dei [[menisco|menischi]] e dei [[tendine|tendini]] di entrambe le [[ginocchio|ginocchia]] in seguito ad uno scontro in pista con un [[allenatore]] che la investe con un [[gatto delle nevi]]. Nel [[1994]], però, riesce ad accedere al ''Programma sperimentale del [[CIO]] per la promozione degli sport invernali nelle [[nazione|nazioni]] dove nessuno li caga'', varato in seguito al successo di quel [[film]] dove [[John Candy]] allenava la nazionale [[Giamaica|giamaicana]] di [[bob]]: la Boccalandro, pur presentandosi con una [[slitta]] fregata a un [[Babbo Natale]] fuori da un [[centro commerciale]], ottiene la qualificazione alle [[Olimpiadi invernali di Nagano 1998]] superando per pochi centesimi una concorrente del [[Burundi]] che gareggiava sul coperchio di un [[cassonetto]]. |
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In [[Giappone]] diventa la prima {{falso|atleta}} nella storia del Venezuela a partecipare alle [[Olimpiadi invernali]], un onore che le vale un incontro col presidente [[Hugo Chávez]], che le consegna la [[bandiera]] per la [[cerimonia d'apertura delle Olimpiadi|cerimonia d'apertura]] e la incoraggia rivelandole di aver scommesso su una sua [[medaglia]] metà delle [[riserve auree]] dello Stato. Dopo una simile [[iniezione]] di [[fiducia]] e altre due di [[EPO]], una Boccalandro in perfetta forma [[sfera|sferica]] si presenta al cancelletto di partenza convinta di poter dare battaglia alle favoritissime, la [[Germania|tedesca]] Frau Poltronen e l'[[Austria|austriaca]] Heidi Oboya, anche grazie a uno slittino di nuova concezione, realizzato con materiali utilizzati dalla [[Ferrari]] per i [[tappetino|tappetini]]. |
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Versione delle 16:43, 29 gen 2014
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Iginia Boccalandro (Caracas, 14 febbraio 1961 - Salt Lake City, 11 febbraio 2002) è un'ex slittinista venezuelana, nonché la trasposizione olimpica della figura del ciccione che cade dalle scale.
Esordi
Inizia a praticare sport fin da piccola per ovviare ai disturbi della crescita che la affliggono: già alla nascita, infatti, aveva il colesterolo a 3000, il mento a culo e un peso di 14 kg, a causa del quale venne estratta dall'utero materno con l'ausilio di un'idrovora.
Si dedica dapprima alla pallavolo, conducendo la squadra della scuola alla vittoria dei Giochi della gioventù grazie ai suoi temibili servizi di chiappa, e successivamente alla ginnastica artistica, dove si distingue come superficie d'atterraggio per il volteggio. La passione per gli sport invernali non tarda tuttavia a palesarsi, dopo aver visto per la prima volta neve e ghiaccio in un festino a base di bamba e daiquiri: emigra negli Stati Uniti per allenarsi con la nazionale americana di sci alpino, dove ottiene buoni risultati in particolare nella discesa libera: dopo il suo passaggio, infatti, le piste sono sempre sgombre dalla neve.
L'avventura olimpica
Un grave infortunio la costringe però ad abbandonare lo sci: riporta infatti la rottura dei legamenti crociati, dei menischi e dei tendini di entrambe le ginocchia in seguito ad uno scontro in pista con un allenatore che la investe con un gatto delle nevi. Nel 1994, però, riesce ad accedere al Programma sperimentale del CIO per la promozione degli sport invernali nelle nazioni dove nessuno li caga, varato in seguito al successo di quel film dove John Candy allenava la nazionale giamaicana di bob: la Boccalandro, pur presentandosi con una slitta fregata a un Babbo Natale fuori da un centro commerciale, ottiene la qualificazione alle Olimpiadi invernali di Nagano 1998 superando per pochi centesimi una concorrente del Burundi che gareggiava sul coperchio di un cassonetto.
In Giappone diventa la prima atleta[l'ha detto Voyager!] nella storia del Venezuela a partecipare alle Olimpiadi invernali, un onore che le vale un incontro col presidente Hugo Chávez, che le consegna la bandiera per la cerimonia d'apertura e la incoraggia rivelandole di aver scommesso su una sua medaglia metà delle riserve auree dello Stato. Dopo una simile iniezione di fiducia e altre due di EPO, una Boccalandro in perfetta forma sferica si presenta al cancelletto di partenza convinta di poter dare battaglia alle favoritissime, la tedesca Frau Poltronen e l'austriaca Heidi Oboya, anche grazie a uno slittino di nuova concezione, realizzato con materiali utilizzati dalla Ferrari per i tappetini.