Identità di genere

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L'identità di genere, Conosciuta presso i preti e casalinghe impanicati come giender, è uno dei tanti aspetti della vita umana di cui non si capisce un cazzo.

Definizione

In italiano "gender" si traduce letteralmente come "genere", quella cosa che si usa in grammatica per distinguere nomi, articoli, aggettivi, eccetera eccetera, in maschile e femminile. Tuttavia qualcuno trova che , nei millenni, gli esseri umani ci abbiano posto vicino una montagna di stronzate che non ci azzeccano niente né con la grammatica né con qualsiasi cosa abbia un senso.

Gli esseri umani sono tutti dotati di cazzo o di vagina (rare volte di simpatici incroci), e a causa di chi vuole dirti come essere un "vero uomo" o una "vera donna", dalle autorevolissime Università di Tumblr e Università della Strada è stata partorita in risposta una fantastica teoria.

La teoria dell'identità di genere prende una svolta a U che manco Micheal Schumacher a riguardo, e sostiene che sesso e genere non siano sinonimi, ma siano due cose distinte e separate e che, se il sesso è binario[1], maschio o femmina, il genere invece è uno spettro[2] di gradazioni infinite e ognuno può identificarsi come più gli pare.

Pertanto, pur di rispondere a quattro preti di merda, si arriva ad uno scenario simile all'inizio dei videogiochi quando devi creare il tuo personaggio, ma scegliendo a caso dei termini da un vocabolario inglese: "demisexual", "genderfluid", "asexual gangbanger", "dodecasexual polyhedral aardvark", "Texas Chainsaw Massacre Special Edition"...

Comandamenti

Prima e più importante regola è il non chiamare mai un trans con il suo vero nome (in gergo "deadnaming"), altrimenti è un reato d'opinione crimine d'odio.

Sbagliato File:Triggered meme.jpg Giusto
Fratelli Wachowski Sorelle Wachowski
Wladimiro Guadagno Vladimir Luxuria
Bruce Jenner Caitlyn Jenner
Bradley Manning Chelsea Manning
File:Professor Oak.jpg
Anche una domanda così innocente fa schiumare di rabbia un trans.

Altro peccato capitale è utilizzare il pronome sbagliato. Anche i pronomi, che nella buia epoca pre-gender erano egli/lui, ella/lei oppure esso per gli oggetti inanimati e i distributori di benzina, non sono più un numero finito ma uno spettro infinito. Perciò prima di rivolgersi a una persona bisogna domandargli come preferisca essere chiamato e attenersi rigorosamente a tale preferenza. Qualcuno gira con un cartellino sul quale, oltre al nome, c'è scritto come vuole che ci si rivolga a lui. Esempio: Mario Rossi - Xclfrt.

- Luigi Bianchi: “Che numero di scarpe porta Mario?”
- Antonio Verdi: “Perché lo domandi a me e non a xclfrt?”

E guai a sbagliare la pronuncia.

Curiosità

  • L'avvocato dell'autore di questo articolo gli ha consigliato di dichiararsi genderfluid, quindi se osate prendervela con lui siete transfobici, omofobici, orobici e pure ricchioni.

Note

  1. ^ I treni non c'entrano, a meno che tu non sia Rocco Siffredi o John Holmes.
  2. ^ Non nel senso di fantasma, anche perché le basi scientifiche dell'esistenza dei fantasmi sono più solide.