Utente:SalvaZ/Sandbox: differenze tra le versioni

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*[[Sex Pistols]]
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'''Idee'''
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Nonostante stia cercando di fare questi articoli, non è detto che li completerò o pubblicherò, quindi se qualcuno ha idee migliori su questi articoli, è libero di farli:
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*[[Augusto]]
*[[Augusto]]

Versione delle 12:40, 25 lug 2008

Questa è la Sandbox di SalvaZ.

Appunto. Che cazzo ci fai qua? Qualcuno ti ha dato il permesso di entrare e di vedere, ed anche fottere, tutte le mie idee? Eh?

ED ORA SMAMMA!

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Idee

Nonostante stia cercando di fare questi articoli, non è detto che li completerò o pubblicherò, quindi se qualcuno ha idee migliori su questi articoli, è libero di farli:




Da migliorare assolutamente....


Tizio Caio Sempronio Marco Giuseppe Emilio Ambarabbà Ciccì Cocò tre Scimmiette sul Comò Giulio Cesare Ottaviano Augusto, per gli amici Augusto, fu un condottiero, un filosofo, uno scrittore, un architetto ed un ottimo centrocapista Romano, nonché nipote di Giulio Cesare e primo Imperatore di Roma.

Ottaviano console

Cenni sull'origine del nome

Ottaviano Augusto nacque nel 69 a.C. da un contadino Macedone, Ottaviano, e dalla diciassettesima sorella di Giulio Cesare, Azia, quindi appartenente alla Gens Iulia. La causa di un nome così lungo è dovuta al fatto che i genitori non volevano chiamarlo allo stesso modo ed infine decisero di dargli tanti nomi per accontentare tutti, mandando a donnine allegre la regola del Prenomen, Nomen e Cognomen. Tizio era il nome del nonno di lei, Caio era invece il nonno di lui, Sempronio era un caro amico di famiglia, Marco era il cugino della terza sorella di lei, Giuseppe era il presunto padre del pargolo prima che si chiarisse tutto, Emilio era il fratello del cugino della quinta sorella di Azia, Ambarabbà Ciccì Cocò furono le prime parole pronunciate dal piccolo Ottaviano, tre Scimmiette erano gli animali domestici, sul Comò è dove fu concepito il piccolo, fregò Giulio Cesare dallo zio, Ottaviano era il nome del padre ed Augusto per gli amici. Insomma, un casino della Madonna.

Ascesa al potere

Ottaviano visse la sua infanzia ad Atene, in Grecia. Dopo che ebbe saputo della morte dello zio Giulio Cesare per mano di un cuoco poco affidabile, Ottaviano si precipitò di tutta fretta a Roma, sperando di essere eletto come suo successore. Al suo arrivo, invece, trovò due rivali politici che aspiravano anch'essi al potere: Marco Antonio e Caio Flavio Berlusconi, tristrisavolo dell'attuale capo del governo Italiano Silvio Berlusconi che, come quest'ultimo, era un gran cialtrone. Il suo programma era quello di togliere l'ICI sulla prima casa, mentre quello di Marco Antonio era di eliminare le reti Mediaset dalla televisione, trasmettendo solo i programmi e le serie televisive della Rai, come Sanremo ed Un Medico in Famiglia. Ottaviano non si era preparato nessun programma politico, sicuro com'era di essere eletto console senza problemi. Ma fu fortunato, infatti era stato raccomandato dallo zio Giulio Cesare, che nel suo testamento diceva che egli sarebbe stato il suo successore. Marco Antonio non era d'accordo su questa decisione e si ribellò contro Ottaviano. Dopo vari battibecchi da entrambi le parti, Ottaviano decise di giocaserla a sasso, carta e forbice. I Romani non conoscevano questo metodo, ma Ottaviano spiegò loro che era molto usato in Grecia quando non si riusciva a decidere una questione politica e spiegò a Marco Antonio le regole. Al tragico risultato di 2 a 0 per Marco Antonio, che ormai aveva capito alla perfezione il gioco, Ottaviano decise di barare, tanto i Romani non l'avrebbero mai scoperto. In una sola mossa riuscì a vincere il rivale e divenne nuovo console Romano.

L'uccisione dei nemici ed il secondo triumvirato

Qualche giorno dopo, l'ex console, filosofo, scrittore, oratore, drammaturgo e poeta Cicerone capì che Ottaviano aveva barato, scrisse tutto il misfatto, stampò parecchie copie e le attaccò sui tronchi d'albero e sui pali della luce di Roma, cosicché tutti potevano capire che Ottaviano era solo un baro. Prima che qualsiasi occhio umano potesse posarsi su quei fogli di carta, Ottaviano incendiò la città no, aspetta, quello era Nerone! Ottaviano strappò e bruciò tutti i fogli e fece uccidere Cicerone, decapitandolo e tagliandogli le mani.
Fortunatamente una copia rimase ed è giunta fino ai giorni nostri, dove abbiamo potuto capire che Cicerone aveva trascritto tutto il dialogo tra Ottaviano e Marco Antonio dove Ottaviano vinse barando:

- Marco Antonio: “Bim bum bam e giù!”
- Ottaviano: Doh!”
- Marco Antonio: “2 a 0. Vinco questa e sono console. Bim bum bam e giù!”
- Ottaviano: “JOLLY!”
- Marco Antonio: “Jolly?”
- Ottaviano: “Oh, che fortuna. Il jolly capita raramente e quando capita vinci automaticamente. Che peccato, il console lo farò io per quest'anno!”

Per farvi capire che la storia NON si ripete, il secondo triumvirato fu molto differente dal primo. Al secondo triumvirato parteciparono Ottaviano, Marco Antonio ed uno sconosciuto che bisognava mettercelo altrimenti non poteva farsi, Marco Gianfranco Lepido. L'obiettivo era quello di uccidere i cesaricidi, ma Ottaviano aveva già un piano per fare piazza pulita di tutti quelli che pretendevano il suo posto, tra cui anche Marco Antonio. Il terzo triumviro muore per antonomasia: come nel primo morì Crasso, nel secondo morì Lepido. E sempre per antonomasia dopo c'è lo scontro tra gli altri due: nel primo tra Cesare e Pompeo e nel secondo tra Ottaviano e Marco Antonio. Ma prima di questo scontro, i due collaborarono per uccidere tutti i cesaricidi o i possibili avversari, che erano:

  • Cassio e Bruto: rispettivamente il cuoco ed il figlio che uccisero Giulio Cesare, poiché il primo era stanco di fare sempre brodo con dado per Cesare ed il figlio si era innamorato perdutamente del cuoco e voleva scappare con lui. Famosissima la frase detta da Cesare «Quoque tu? Filius mei», traducibile «Tu stai con il cuoco? Bruto, figlio di puttana»;
  • Sottomisero tutti i possibili stati avversari:

L'Egitto a quel tempo era una grande potenza, che poteva dare del filo da torcere anche a Roma. Ottaviano diede il compito a Marco Antonio di debellare una volta per tutte l'Impero dei Faraoni. Ma, ironia della sorte, sbarcato in Egitto, trovò la regina Cleopatra, nota per essere l'unica regina ad averla data a tutta la popolazione Egiziana, schiavi inclusi, agli eserciti Romani che si riposavano in Egitto solo per farsela dare da lei, a Giulio Cesare, a Pompeo, ad Alessandro Magno, ai Macedoni, ai pochi Ateniesi etero, agli Spartani, agli elefanti, ai cavalli, ai cammelli, ai dromedari, agli scarabei e ai gatti.

Augusto princeps

La Pacs augusta

Politica estera

Morte


Disambiguazione – Oops! Forse cercavi Cacca, vedi Cacca.

La caccia è il solito sport dove l'uomo vince sempre, eccezion fatta di pochissimi casi. Consiste nell'uccidere degli animali per divertimento o per soldi. È stata accusata dal WWF per aver sterminato le più inutili migliori specie animali presenti sulla Terra, come i dodo ed i dinosauri.

Cenni storici

Si dice che la caccia veniva praticata già all'epoca degli uomini primitivi, anche se non riscuoteva un grande successo. Dato che ancora non sapevano utilizzare i fucili, la loro tecnica di caccia era quella di inseguire la preda affinché quest'ultima non si stancava. Era un buon metodo per dimagrire, ma gli uomini primitivi non erano dei gran corridori e non avevano nessuna speranza contro i velocisti, quali le tigri dai denti a sciabola. Se invece incontravano un mammut, le loro armi, che erano rametti smussati o leggermente appuntiti, non avevano nessun effetto. Le donne primitive s'incazzavano spesso con i loro uomini, accusati di essere delle femminucce che non sapevano stare dietro neanche ad un leprotto e che non resistevano più di cinque minuti, ma questa è un'altra storia...
La caccia divenne sport all'epoca dei Romani, anche se in quel periodo non era ancora definito un vero e proprio sport. Era una specie di passatempo, come la corsa dei cavalli o i combattimenti dei gladiatori nel Colosseo. Ed erano proprio gli schiavi ad essere cacciati. Si organizzavano battute di caccia ogni fine settimana dove vi partecipavano i nobili, mentre la plebaglia poteva assistere alla cattura dello schiavo e alla sua successiva uccisione. Allo schiavo veniva dato un margine di vantaggio, giusto quel poco che bastava per nascondersi dietro un albero o un arbusto, e poi veniva inseguito e braccato dai suoi cacciatori. Se la povera preda veniva uccisa da stranieri, veniva dichiarata guerra al popolo di questi.
Nel Medioevo la caccia si specializzò come hobby e sport e venivano cacciati uccelli ed altri animali selvatici.