Aosta
Aosta (in francese Aoste; in patois Aç§tà; in giapponese ムッカ ヴォランテ) è una ridente località nel nordovest dell'Italia, famosa e fortemente apprezzata per... ehm... per molte cose[citazione necessaria].
(Stemma) | |
"FONTINA DOMINA!" (Motto) | |
Posizione geografica | Non esiste |
Anno di fondazione | 0 |
Abitanti | 13.2 |
Etnia principale | Calabresi, forse francesi |
Lingua | Francese, patois, a volte italiano |
Sistema di governo | Partiti assurdi dai nomi francesi |
Moneta | Sesterzi |
Attività principale | Mangiare la fonduta, far combattere le mucche, parcheggiare male |
Si contende con il Molise, che comunque non esiste, il primato di regione meno conosciuta d'Europa.
Storia e architettura
Aosta fu fondata dagli antichi Romani, che cercavano un posto per conservare gli antichi formaggi al fresco delle montagne. In seguito divenne importante come luogo di transito tra Mediolanum e la Francia rinominata Augusta Praetoria, che in latino significa infatti autogrill, e ancora oggi sull'uscita autostradale possiamo osservare l'antico autoporto, perfettamente conservato grazie all'uso della Fontina come materiale edile.
I Romani riempirono la città di resti, poiché uno dei loro giuochi più in voga consisteva nel sotterrare dei cocci o dei mosaici e regalare acini d'uva ai bambini che li trovavano. Tuttora ogni qualvolta gli Aostani intendono costruire una metropolitana, un parcheggio o un edificio qualsiasi gli scavi si interrompono per far spazio a un museo archeologico.
La storia della valle ha fortemente influito sull'urbanistica della città: visto che gli aostani non sopportavano le strade ortogonali, che rendevano così noiosamente facile spostarsi, si sono divertiti a piazzare in giro millemila rotonde alla francese con monumenti di dubbio gusto estetico, sopraelevate con limiti di velocità bassissimi e piene di autovelox, piste ciclabili che si interrompono alla cazzo di cane e soprattutto parcheggi con le strisce blu.
Come se ciò non bastasse, gli aostani sono purtroppo portatori di un gene, noto come IGCUP-1[1], di origine francese. Tale gene, responsabile dell'incontenibile amore per le baguette dei cugini d'oltralpe, rende i valdostani totalmente incapaci di guidare o parcheggiare umanamente a causa di un'intolleranza alla cicoria, di cui parleremo più avanti.
Quando un aostano si mette alla guida, infatti, viene colto da vertigini, astigmatismo, epilessia, sordità e intestino pigro, col risultato che gli aostani invadono la corsia opposta, credono che la freccia sia un metronomo per dare il tempo quando fischiettano, ritengono che precedenza sia la traduzione in esperanto di benvenuti a Aosta e non sanno la differenza tra il concetto di "parcheggio" e quello di "strada".
Per questo l'amministrazione pubblica ha costruito strade così tortuose e con limiti di velocità così bassi. Inoltre, grazie a una campagna di incentivi spietata l'82.3% delle macchine ad Aosta sono FIAT Panda, generalmente rosse o bianche, che raggiungono al massimo gli 80 all'ora. Per diminuire ulteriormente gli incidenti l'amministrazione provinciale fa circolare 231 Ape car nelle strade con i tornanti, impedendo così ai guidatori di andare veloci.
Esempio eclatante dell'architettura aostana è la biblioteca regionale: tale edificio, piazzato vicino al centro filiforme della città, si distingue per la sua natura megalomane: è enorme e costruita in puro vetro polarizzato. All'entrata si trovano decine di bodyguard e tornelli laser.
La cicoria, pericolosissima nemica Pasquale di ogni aostano
Ogni anno, il giorno dopo Pasqua, migliaia di aostani si lanciano nelle montagne della valle alla disperata ricerca di ciuffi di cicoria selvatica. Tale pianta, che a un comune mortale apparirebbe una comune pianta commestibile, per i valdostani geneticamente predisposti diventa quello che sono le lampade violette per le zanzare: un attrattore irresistibile. Le scene sono terribili: abbandonato ogni barlume di raziocinio le persone diventano intrattabili e addirittura violente, tale è la forza dell'istinto cicoriesco. Non si sanno i motivi di questa attrazione pericolosa, ma sta di fatto che ogni anno centinaia di persone rimangono ferite nella corsa a questa erbetta selvatica dal sapore amarognolo. Nell'anno 2024 il CTDC (Consorzio Tutela Danni da Cicoria) ha stimato 234 contusi in seguito alle resse nei campi, 25 feriti nell'atto di tagliare la pianta e 13 tamponamenti nella corsa ai campi. Non si sa come fare a curare i numerosi maniaci, ma è stato accertato che l'unico modo per impedirgli di correre ai campi è farli ubriacare per tutta la giornata. I tentativi di rinchiuderli in una stanza si sono risolti in danni autoinflitti nel tentativo di uscire con la forza per raggiungere l'agognata erba.
Tuttavia, c'è una leggenda che potrebbe risolvere le cose, e Enrico Ruggeri farà luce sul mistero.
Tale leggenda, narrata fin dal 1700 e mostrata anche nelle iscrizioni sulla facciata del castello di Bard, parla di una grolla magica, detta grolla dell'amicizia, che fonde perfettamente le caratteristiche di una grolla e quelle di una coppa dell'amicizia, oggetti che sono diversi ma solo Dio sa la differenza. Essa si trova nei sotterranei di un Burger King ad Aosta, e si narra che versandoci della fonduta e bevendone il contenuto in una notte di luna piena si possa diventare immuni alla follia della raccolta della cicoria a Pasquetta.
Facile, vero?
E invece no, perché ad Aosta non ci sono Burger King! In tutta la valle, infatti, c'è un solo Mc Donald, un solo cinematografo e nessun Burger King. Per questo è una leggenda: nessuno può dimostrarla né smentirla.
Demografia
Ahahahahah! Aosta è una città molto popolata, con i suoi 12 abitanti è stata eletta Città più popolata del monte nel 1997. Bisogna sapere poi che la maggior parte dei valdostani sono calabresi. Ebbene sì, alla domanda "Sei di origini calabresi ?":
- Il 23% ha risposto no
- Il 70% ha risposto certo, cumpà
- Il 7% ha risposto MUUUUU!!
- Il 12% ha fatto notare che abbiamo già raggiunto il 100%
Inoltre, del 23% che ha risposto no la metà erano calabresi distratti in quel momento. A causa delle infiltrazioni calabresi ogni anno la festa di San Giorgio e San Giacomo è la più seguita dagli aostani, con profusione di processioni, fuochi artificiali e lancio di lavatrici dalle finestre.
Media e sport
Il rapporto dei montanari[2] con lo sport è alquanto perverso, pur non raggiungendo le vette di inutilità del Curling.
Lo sport più seguito nella Valle non è il calcio, né il rugby e tanto meno la pallavolo. Lo sport più seguito in questa regione è La bataille des reines, e già il fatto che il nome sia in francese la dice lunga. Trattasi della battaglia delle mucche, alla quale gli aostani hanno dedicato un'arena e che muove un grosso commercio di DVD e merchandising dei combattimenti tra gli animali[3].
Il Tg3 regionale dedica ampio spazio alla battaglia, e si distingue per la sua abitudine di alternare italiano e francese.
Iniziamo con la bataille des reines: la mucca Rolanda ha battuto ieri in un emozionante match la rivale Camilla, che d'ora in poi farà solo camomilla. Segue servizio con interviste agli allenatori e ai tifosi esultanti[4]. E ora in esclusiva l'interessantissimo segreto cosmico dell'universo... (parte un servizio in francese, dalle immagini capisci che è interessantissimo, ma è tutto nella lingua dei mangialumache. Rosichi come un matto.) »
I fatti di cronaca: caso o complotto dei pini ?
Pur avendo una popolazione esigua, Aosta non ha nulla da invidiare a Cabot Cove come tasso di omicidi.
A Cogne Annamaria Franzoni ha ammazzato il figlioletto, con gran goduria di Bruno Vespa e Maurizio Costanzo, poi hanno trovato il cadavere di un pizzaiolo, poi la donna sgozzata e il marito impiccato... insomma, per farla breve un delitto dopo l'altro. Potrebbe essere un caso, ma Roberto Giacobbo non si è accontentato della verità ufficiale ed è andato a fondo, scoprendo l'oscura realtà: l'aria di Aosta è piena di spore del male, emesse dalle piante proprio come in Cloverfield. Proprio così! I pini della riserva del Gran Paradiso, impregnati di immonda malvagità, emettono spore che rendono malvagie le persone. Per fortuna la guardia forestale contrasta questi pini, che altrimenti distruggerebbero l'umanità[5].