Spionaggio industriale

Da Nonciclopedia, l'enciclopedia priva di qualsivoglia contenuto.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Uno spione industriale che attua una sofisticata tecnica di intercettazione ambientale. Sotto la microcamera 5p1a della Chicco.

Lo spionaggio industriale (o spionaggio societario) è l'attività condotta per ottenere, in maniera illecita, informazioni di natura industriale e commerciale di altri competitori. Il termine deve essere distinto dalle attività legali come l'esame di pubblicazioni, siti web, archivi, etc., azioni che fanno parte della normale strategia di competitive intelligence. Per farla semplice:

  • se custodivi il tuo prototipo gelosamente in cassaforte e qualcuno la apre digitando la tua data di nascita, lui è una spia e tu un malaccorto,
  • se hai descritto la tua idea rivoluzionaria sul tuo blog e qualche concorrente lo legge, lui fa competitive intelligence e tu sei un deficiente.

Teoricamente la differenza tra spionaggio e raccolta di informazioni è chiara. In pratica, è difficile distinguere se il reperimento dei dati avviene con metodi legali o illegali. Per questo ci viene in aiuto la chiara norma legislativa[citazione necessaria]:

« L'art. 40,7 della legge n. 13+x³/1993 stabilisce la dubbia negazione del d.lgs. n. 2,69/1973, forse in antitesi col Regio decreto ß/1938, considerando inoltre l'art. 43 circa, comma 2, legge n.8 e due figure del 2001, si può tranquillamente stabilire che: "Non ci si capisce un segone nulla!!" »
(On. Prof. Avv. Arzillo Paciocchi: Commi occulti e altre bojate a norma di legge (Ed. Dell'Utri))

Oggi una spia, per conoscere i segreti di una persona, deve mettergli nel computer un cavallo di troia, anni fa bastava mettergli alle costole una troia.

Storia

Oggigiorno la nuova tecnologia allevia il pesante lavoro dello spione industriale.

Questo mestiere ha inizio e si sviluppa nel periodo della rivoluzione industriale. Nel corso degli anni ha subito profonde trasformazioni, dettate dalle tecnologie via via sviluppate.
Agli inizi del 1800 Henry McKinley, considerato il precursore del genere, attraversò la Manica e si introdusse nottetempo nella centrale nucleare in costruzione di Ratatouille in provincia di Baguette. Lo scopo era quello di sottrarre progetti e documenti, per poi venderli a Guglièlmo I di Prussia. Non aveva però considerato l'abitudine tutta francese di prendere le cose "per tempo", quindi all'interno dell'edificio non trovò nulla, perché mancavano ancora una settantina di anni alla nascita di Albert Einstein.

Due spioni industriali che sottraggono importanti documenti.

Questo iniziale fallimento non lo fece desistere, era convinto che quello che faceva poteva essere redditizio, sicuramente più che fare volantinaggio per una ditta di porridge. Un primo successo fu l'incarico di reperire informazioni riguardanti uno stravagante aggeggio usato in Francia: il bidet. McKinley passò due giorni a copiare diligentemente il progetto, il disegno e il sistema di carico e scarico dell'acqua, il tutto utilizzando esclusivamente carta, pennino e calamaio. A fine lavoro aveva rimediato 30 sterline e un tunnel carpale. La cosa non fu però ritenuta interessante, l'accessorio è tuttora ignorato dalle barbare popolazioni del nord Europa.
Due mesi dopo, con la mano ancora dolorante, Henry realizzò che per ottenere risultati migliori, e con poco sforzo, doveva migliorare l'attrezzatura. Acquistò allora una fotocamera, una Daguerreotype del 1836 di fabbricazione francese, del peso approssimativo di 36 kg. Annessa all'oggetto, la pratica carriola per il trasporto. Anche se eravamo agli inizi, la "filosofia McKinley" fece scuola.

Lo spionaggio tradizionale

Un nuovo modello della Smart spiato dalla concorrenza.
A sx un nuovo modello della Volkswagen abilmente "mascherato". A dx una foto della presentazione al Salone di Ginevra.

Quello della spia industriale è un mestiere faticoso, fatto di lunghi appostamenti e notti prive di sonno. Occorre a volte introdursi negli uffici per piazzare le cimici e, per far questo, non è sempre possibile fingersi tecnici del telefono, a volte si è costretti a trombare la segretaria sessantenne del direttore generale. Una volta scoperto dove sono nascosti i documenti, bisogna fotografarli con la microcamera e, per non essere scoperti a trafugare segreti, occorre agire secondo regole ferree:

  1. estrarre la pellicola,
  2. sbriciolare la microcamera e gettarla nel water,
  3. nascondere la pellicola nell'ovulo di sicurezza a tenuta stagna,
  4. collocare l'ovulo nel cu al sicuro.
« Qualche soddisfazione me la sono levata! »
(Uno spione che vuole restare anonimo.)

Oggi, grazie ai potenti zoom ottici, puoi fotografare l'oggetto anche da grandi distanze, però è molto più difficile far sparire un 500mm[1].

Lo spionaggio informatico

Una buona preparazione informatica evita di doversi copiare tutte le mail a mano.

Con l'avvento dell'informatica e la successiva digitalizzazione dei documenti, lo spionaggio industriale si è evoluto, attingendo a nuove figure professionali: gli Hacker.

« Per eccellere in questo lavoro ci sono tre regole: simulare un foaf nell'handshake dello stuffing, effettuare un pictbridge nell'input della cloud storage e dotarsi di un overflow con heat pipe asincrono. »
(James "Bitchchecker" Pumperson - Docente di Hackeraggio con rinculo alla Yale.)
« Eeeh??!!? »
(Gli studenti della Yale)
Un social engineer che le pensa proprio tutte.

L'hacker tenta di "bucare" le protezioni del sistema col suo computer, se non ci riesce generalmente va in depressione. Successivamente, inizia a chattare con altri hacker e frequenta forum sull'argomento. Il web è immenso e, alla fine, quasi sempre ottiene la "dritta" per introdursi nel sistema. A quel punto però, a conoscere le sue intenzioni ci sono: le polizie di mezzo mondo, qualche terrorista afgano, il suo barbiere[2], due casalinghe di Novara[3] e, ovviamente, i diretti interessati. A questo punto, quando i tradizionali attacchi informatici falliscono, l'hacker ricorre all'ingegneria sociale.
Un social engineer studia il comportamento individuale di qualcuno, lo spia per carpire informazioni utili che possono rivelare codici di accesso al sistema. Deve saper fingere di essere un'altra persona, ingannare gli altri con frottole quasi verosimili e farlo restando assolutamente serio. Praticamente: quello che fa un politico prima delle elezioni.

Di ben altra pasta è fatto il cracker[Battutona]. Costui tenta di eliminare le protezioni ai software in commercio per ricavarne un guadagno personale[4].

« Un cracker è privo di scrupoli, di amici e spesso anche di sale. »
(Theodore Doolittle: Come ti cucino un cookies. (Ed. Jackson).)

Non è una vera e propria spia, però ci è "tanto caro" e andava omaggiato.

Casi celebri di spionaggio industriale

A sx: la nuova moto della Honda spiata durante le prove. A dx: la versione messa in commercio.
  • Nel 1965 Sergei Fabiev fornì all'Unione Sovietica alcuni disegni del Concorde. Dopo due settimane, realizzato che non erano le istruzioni di un origami, la Tupolev mise in cantiere il Tu-144, che volò due mesi prima dell'aereo francese[5].
  • Nel 1981 Vasilij Ivanovič Aksënov, tradita la madre patria, trafugò alcuni disegni del sottomarino 941 Akula per darli ai francesi. Con ben sei mesi di anticipo, la Francia produsse delle nuove supposte per la sciatica.
  • Al 2007 risale il caso di spionaggio industriale ai danni del gruppo "Fantuzzi Reggiane" (produttore di carrelli elevatori). In molti sospettano che il nuovo motore della Ferrari F2007 sia copiato dal progetto rubato. I comportamenti in pista ne danno poi conferma.
  • Sempre nel 2007 sono stati condannati 6 responsabili McLaren per spionaggio industriale ai danni della Ferrari. La prova schiacciante fu che: azionando una strana leva a sinistra del volante, le sospensioni alzavano la monoposto 4 metri in alto.

Note

  1. ^ e molto più doloroso
  2. ^ che sa sempre tutto di tutti
  3. ^ per passaparola
  4. ^ e far gioire parecchi altri
  5. ^ ed anche in questo caso i galli arrivarono secondi