Processo di Norimberga

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L'ingresso del tribunale di Norimberga.
« Per i criminali di guerra tedeschi, beviamo alla giustizia del plotone di esecuzione, tutti senza eccezione, ce ne saranno almeno sei milioni »
« Preferisco essere condotto seduta stante in giardino per essere fucilato, piuttosto che infangare il mio onore e quello del mio paese con un tale abominio. Al massimo quattro milioni »
« Forse è possibile mettersi d’accordo per… diciamo cinque milioni »
« Germania capta cepit ferum victorem (la Germania conquistata conquistò il barbaro che l’aveva vinta) »

Il Processo di Norimberga (14 novembre 19451 ottobre 1946) è stato il più importante processo della storia dopo quello contro Annamaria Franzoni e il più lungo che si sia mai tenuto fuori dell’Italia. Si preoccupò di giudicare e condannare quei gerarchi nazisti che alla fine della Seconda guerra mondiale non avevano ancora trovato il coraggio di suicidarsi o un taxi libero per scappare, escluso Reinhard Heydrich che fu ucciso in taxi.

Il tribunale militare internazionale

Avendo appena vinto la guerra, Stati Uniti (USA), Unione Sovietica (URSS) e Regno Unito di Gran Bretagna, Irlanda del nord e Cornovaglia del sud (UK), decisero che era ora di dare una bella lezione ai cattivoni nazisti che avevano rotto le palle per sei anni. L’idea iniziale, pare di Stalin e con lui di tutti i russi, era quella di farne concime; gli inglesi erano invece divisi tra chi voleva un giudizio garantista e chi un voto espresso col fucile; gli americani infine, da democratici progressisti e difensori del diritto internazionale sempre e comunque quali erano, optavano per un tribunale penale internazionale che riconoscesse i colpevoli e li mandasse infine sulla forca. Come si può arguire ai nazisti superstiti non rimaneva molta scelta, per cui molti preferirono evitare il fastidio di star lì a deporre e si ammazzarono da soli, quali Hitler, Goebbels e famiglia, Himmler e Robert Ley, che nessuno sapeva chi fosse. Il re dell’acciaio Krupp invece era ormai troppo rimbambito per essere sottoposto a giudizio, per cui fu semplicemente legato al letto in una clinica.

I grandi assenti al processo di Norimberga.

Più tardi si ammisero a far parte del tribunale anche i francesi, pare per insistenza di Carla Bruni, perché nessun altro riusciva a trovare una qualsiasi ragione per la loro presenza tra i vincitori della guerra, se non appunto il fatto che avrebbero portato le puttane.

Qualcun altro ancora avrebbe voluto una punizione morale esemplare per i criminali nazisti: obbligarli ad assistere, dalla tribuna dello stadio di Norimberga, a una sfilata di gay, modelle ebree, rom in abiti tradizionali e barboni, ma poi si ritenne fosse troppo anche per un nazista.

I nazisti invece, negando la legittimità di un tribunale internazionale senza basi giuridiche costituito ad hoc dai soli vincitori che giudicasse i vinti su reati di fatto inesistenti in qualsiasi trattato internazionale, quali la “guerra ingiusta”, la “guerra preventiva” e la “guerra stellare”, e che per questa ragione violava la regola universalmente riconosciuta “nulla poena sine lege” (nessuna pena se non leggi) chiesero che a giudicarli fossero altri tedeschi, o magari altri nazisti, se non altro perché parlavano la stessa lingua. O anche, se proprio era necessaria l’imparzialità, i collaborazionisti di qualche paese straniero occupato, come alla fine sembrarono disposti ad accettare. Ma dopo lunghe trattative alla fine si lasciò cadere la cosa, un po’ per paura che qualcuno, essendo parte in causa, finisse con l’essere troppo severo, un po’ perché lo statuto del tribunale, che non era assolutamente una corte marziale, non ammetteva che si contestasse la legittimità del tribunale, nemmeno da parte di un nazista.

Giudici

I giudici erano quattro, uno per ogni potenza – a parte la Francia, che difatti si limitò a mandare un professore – e per ogni punto cardinale (ovest, ovest, est e ovest):

Pubblici ministeri

Anche i pm erano quattro, uno per ogni capo d’accusa e per ogni seme delle carte (picche, picche, picche e picche):

  • Sir David Maxwell-Fifa poi, causa troppa paura, sir Attila Shawcross, UK.
  • Robert Michael Jackson, USA, procuratore generale già incriminato in California per pedofilia.
  • Generale Rude Rudenko, URSS, ex agente KGB e futuro politico da strapazzo, detto il Di Pietro della Moscova.
  • François de Mentino poi, causa incapacità manifesta, Campicello de Ribes, Francia.

Cancellieri

I cancellieri, per non parlare degli uscieri, erano pure troppi:

Gli imputati

Intelligentemente, a Norimberga si preferì mettere sotto accusa solo alcuni dei più grandi criminali di guerra, altrimenti il processo sarebbe durato più di quello di Andreotti e i reati sarebbero quindi finiti giustamente in prescrizione, pertanto si decise che altri grandi assassini quali Churchill, Stalin e Truman sarebbero stati processati in separato giudizio – che deve ancora avere inizio, ma i loro legali puntano, dopo sessant’anni, all’estinzione del reato per decesso dell’imputato.

Le persone fisiche

Gli imputati, in ordine decrescente di colpevolezza e di peso, erano:

Göring accusa gli americani.
  1. Hermann “der Dicke” Göring, Feldmaresciallo del Reich, oltre a tutto il resto, più responsabile, più morfinomane e più grasso di tutti, nonostante in sei mesi di detenzione avesse perso già quaranta chili.
  2. Martin “Contumace” Bormann, segretario del gabinetto di Hitler, pezzo di merda del Reich, più alcolizzato e più assente di tutti, perché era scomparso una settimana prima che finisse la guerra, sentendo fetore di patibolo.
  3. Joachim von Ribbentrop, ministro degli esteri del Reich, molti suoi compagni ritenevano fosse troppo stupido per avere qualche responsabilità. Quando Hitler rispose ai suoi dubbi circa le capacità di Ribbentrop di fare l’ambasciatore in Inghilterra assicurando che quest’ultimo conosceva parecchi ministri e lord, Göring disse che, sfortunatamente, anche quelli conoscevano Ribbentrop. Mussolini invece ricordava che “basta guardare la sua testa per capire che ha poco cervello.”
  4. Alfred Rosenberg, direttore del foglio nazista “Völkischer Biobachter”, autore dell’orrendo “Il mito del XX secolo” che nemmeno Bruno Vespa riuscì a leggere, ministro del Reich per i territori occupati dell’Est, quasi giornalista, quasi intellettuale, quasi politico, quasi ebreo, “quasi Rosenberg” (come lo definiva Goebbels), addetto all’educazione morale, ideologica e pedagogica, ladro di opere d’arte, fu anche quasi malvagio, perché una volta arrestò e deportò in Germania soltanto 40.000 bambini.
  5. Wilhelm Harvey Keitel, capo di stato maggiore della Wehrmacht, feldmaresciallo semplice, detto “Lakeitel” (leccaculo) dai suoi colleghi nazisti e difeso dall’avvocato Nick Nolte, sembrava troppo fesso e troppo impegnato a leccare il deretano di Hitler per avere qualche colpa.
  6. Alfred “Jodel” Jodl, capo di stato maggiore operativo della Wehrmacht, perché Keitel non era in grado di fare oggettivamente qualcosa, qualsiasi cosa succedesse lui c’entrava sempre, dalle guerre d’aggressione su tutti i fronti alle esecuzioni di prigionieri a lasciar scuocere la pasta.
  7. Ernst "Kit Kat" Kaltenbrunner, avvocato – ma preferì non difendersi da solo, non fidandosi di se stesso – SS, capo del gabinetto centrale della Sicurezza del Reich dopo Heydrich, ma molto più noioso e meno ebreo di questo, amava chiacchierare di torture e di nuovi tipi di gas da utilizzare nelle camere a gas a pranzo, annoiando tutti.
  8. Hans Anna Frank, anche lui avvocato, anzi l’avvocato, responsabile del settore giuridico della direzione generale del partito e presidente dell’accademia tedesca del diritto, che lui aveva creato apposta per essere presidente di qualcosa, ma soprattutto governatore generale del Governatorato generale di Polonia, che gli garantì la possibilità di sterminare milioni di ebrei e soprattutto di polacchi, che detestava. Scrisse un diario di 43 volumi solo perché non sopportava l’idea che ne avesse scritto uno anche Anna Frank, rischiando così di confonderli.
  9. Wilhelm “Freak” Frick, ministro degli interni del Reich e capo della sbirraglia, era troppo brutto, troppo poco intelligente e troppo taciturno per non diventare Reichsprotector (protettore per conto del Reich) delle meretrici boeme e morave e, nel poco tempo libero che gli rimaneva, eliminatore di 275.000 malati di mente, vecchi e cechi in genere.
  10. Julius Cesar Streicher, già maestro di scuola, come reazione ai soprusi dei suoi colleghi ebrei in aula insegnanti, che non lo facevano mai parlare, fondò “Der Strünzer”, rivista patinata antisemita che gli valse la nomina a “Gauleiter” e soprattutto un posto sul banco degli imputati a Norimberga. Streicher definiva gli ebrei razza di sanguisughe e di vampiri, assassini, criminali, razza maledetta da Dio, progenie del diavolo, dicendo che non erano esseri umani ma scarti del peccato, rifiuti umani, canaglie, di nuovo criminali e spaventosi bacilli, e naturalmente che meritavano lo sterminio, aggiungendo però che “comunque hanno anche dei difetti”. Rebecca West, una giornalista presente in aula, definì invece Streicher “piccolo vecchio sporcaccione di quelli che ti infastidiscono al parco”, avendole lui una volta fatto l’occhiolino.
  11. Ernst Fritz “Sucker” Sauckel, plenipotenziario generale per l’impiego della mano d’opera, 10 figli, assunse contro la loro volontà cinque milioni di operai volontari per le fabbriche tedesche, compresi i 10 figli, senza contributi, senza assicurazione sugli infortuni e soprattutto senza salario. Aveva la capacità di parlare molto lentamente.
  12. Arthur Seyss-Part-Inquart, altro avvocato, governatore dell’Austria annessa su sua richiesta, poi commissario del Reich in Polonia e Olanda, da tutti e tre i posti riuscì a spedire in Germania considerevoli carichi di strudel, uomini, fumo e giudei.
  13. Rudolf Hess (Rudy), vecchio segretario di Hitler, in carcere con lui ebbe la voglia di battergli a macchina Mein Kampf introducendovi di nascosto la nozione di “spazio vitale” – perché a Hitler qualsiasi concetto includesse la parola “vita” dava ai nervi – numero 2 del Reich fino al 1939, poi numero 3, vice capo del partito, ministro senza portafoglio, era sempre all’ombra di qualcuno e soprattutto all’ombra delle sue sopracciglia. Volato da solo in Scozia nel 1941, là rimase in galera fino alla fine della guerra, tentando di convincere gli inglesi che stava tentando di fargli fare pace con la Germania. Al processo non stava per niente bene.
  14. Walter Dj Funk, ministro plenipotenziario dell’economia del Reich dopo Schacht, presidente della Reichsbank dopo Schacht, incameratore dei gioielli e dei denti d’oro sottratti agli ebrei prima di Schacht. Protesse però Richard Levi Strauss, che in cambio gli regalò tutti i suoi dischi rotti e un paio di jeans a cavallo basso, cosa che gli valse la qualifica di dj.
  15. Erich “Gigi” Raeder, Oberführer della marina da guerra, poi grande ammiraglio e ober Oberführer di una gasthaus del porto di Kiel (“Da Gigi”), nel 1943 venne relegato da Hitler appunto nella sua trattoria. Difeso dall'avvocato Siemens, che aveva qualche problema a districarsi con la procedura britannica, tendeva penosamente a ripetersi.
  16. Baldur-Apollo von Schirach, il più bello e il più giovane del gruppo (39 anni), diede ascolto a Rosenberg, Streicher e Sauckel – gli intellettuali del Terzo Reich – e ciò spiega perché alla fine si ritrovò a Norimberga. Ex SA, ex capo della Hitler Jugend (i boy-scout nazisti), ex furbo, divenne infine Gauleiter di Vienna, dove scopò via gli ultimi ebrei rimasti. Suo il consiglio dato a Bormann di bombardare Canterbury come rappresaglia per l’attentato ad Heydrich, opera dei partigiani cecoslovacchi.
    Lo spettro di Hitler si aggira minaccioso nella sala d'attesa dei testimoni.
  17. Albert Speer de Salvarm, architetto illusionista, successore di Jean Todt a capo degli ingegneri del Reich, ministro per l’armamento e la produzione bellica, datore di lavoro di 14 milioni di nuovi disoccupati russi, costruì il Vallo atlantico e il Vallo albertino, inventò la benzina sintetica (fatta con le giacche a vento requisite agli ebrei) e nuove armi come le cerbottane a gas. Disse di aver cercato di uccidere Hitler ma di non esserci riuscito solo “per ragioni tecniche” (all’ultimo momento non gli erano funzionate le palle). Tutti i non nazisti concordarono nel definirlo se non il più simpatico il meno stronzo.
  18. Constantin von Neurath, il più vecchio del gruppo (73 anni) nonché, come il suo avvocato Freiherr, il più rincoglionito, ex ministro degli esteri ed ex protettore delle boeme e morave, fino al 1938 consigliò il Führer in tutte le sue scelte sbagliate. Andò in pensione da antisemita nel 1941. Tendeva ad attardarsi nel raccontare.
  19. Karl “U-boot” Doenitz (o Dönitz in alfabeto fonetico nazista), ammiraglio, ober Oberbefehlshaber di qualsiasi cosa si trovasse sott’acqua, compresi i sottomarini, successe a Gigi Raeder come comandante della marina nel 1943 e a Hitler come presidente del Reich il primo maggio 1945 (festa nazionalsocialista dei lavoratori tedeschi) giusto per firmare la resa e una mezza dozzina di milioni di cambiali. Difeso dall’ottimo Krankbühler, mozzo di un suo sommergibile.
  20. Hjalmar Schacht, ministro senza portafoglio e anche senza soldi dopo tutto quello che Dj Funk gli aveva ciulato, licenziato nel 1943, arrestato dalla Gestapo nel 1944 dopo l’attentato del 20 luglio a Hitler e rinchiuso in un lager fino alla fine della guerra, la sua unica colpa era di avere il colletto bianco, “la sola cosa limpida che avesse”, come disse un ex cancelliere (Helmet Kohl).
  21. Hans Friedrich Fritzsche, difeso dal doktor Heinz Friedrich Fritz, il più timido e per questo il più vezzeggiato dai compagni imputati, direttore della stampa del ministero della Propaganda, commentatore alla radio tedesca nella rubrica “Hans Friedrich Fritzsche vi parla, così come vi parlò Zarathustra”, tentò di far chiudere “Der Strünzer” di Streicher perché umano, troppo umano, e soprattutto troppo filoebraico.
  22. Franz von Papen, detto poi von Pappen, ex addetto militare a Washington, dove fu dichiarato “persona non gradita”, ex cancelliere, vicecancelliere di Hitler quando Hitler era ancora solo cancelliere (quando divenne führer, von Papen divenne persona non gradita) e infine ambasciatore in Turchia, dove divenne ben presto persona non gradita.

Le persone giuridiche

Volendo condannare più cose naziste possibili, il tribunale internazionale mise sotto accusa anche le seguenti società, associazioni e ONLUS:

  • Il consiglio superiore della magistratura del Terzo Reich (CSM del TR)
  • La direzione del partito nazista (Hitler)
  • Gestapo (Geheime Staatseinszweipolizeidreivierbrigadier)
  • SA (Sturmabteilung)
  • SS (Schutzstaffeln)
  • SD (Sicherheitsdients)
  • SW (Stationwagon)
  • Lo stato maggiore generale e l’alto comando (Ober Kommando) della Volkswagen (OKV)
  • La pia opera di carità e solidarietà cristiana di Birkenau “Josef Mengele
La pia opera "Josef Mengele".

L’idea di incriminare anche le organizzazioni era stata dell’avvocato newyorkese Murray Barney, collega e amico di Murray Fred, mentre l’idea del grande giornalista Joseph Pulitzer, dopo aver saputo cosa succedeva nei lager, fu quella di fucilare almeno un milione e mezzo di nazisti, cosa che gli valse il premio Pulitzer per il giornalismo d’inchiesta.

La difesa

Sui circa ventisei avvocati che avevano trovato il coraggio di difendere i ventidue imputati – i quali, avendogli il tribunale confiscato tutti i beni, non garantivano il pagamento delle parcelle – sei erano nazisti, quindi obbligati a difendere i loro clienti in base a una legge del Führer del 1934, e un paio designati d’ufficio (quello di Bormann, che non c’era, e quello di Ribbentrop, che nessuno voleva difendere). I più famosi di loro erano senza dubbio Rudolf “Otto” Dix, legale di Schacht, portavoce dei suoi colleghi e pittore dada nel week-end; il già citato Otto “Rudolf” Krankbühler, che si presentò in aula in uniforme da SS Totenkopf; Otto Nove Strahmer, difensore di Göring; Ermanno Jahrreich, professore di diritto pubblico internazionale all’università di Jena; Alfredo Seidl e Alfredo Toma, difensori esterni.

Testimoni

Pochi. E quei pochi non sapevano niente. E se sapevano qualcosa non dicevano nulla. E se dicevano qualcosa non si capiva una sega.

Capi d’accusa

I quattro odiosi capi d’accusa erano i seguenti quattro:

  1. Complotto finalizzato alla guerra e teorie del complotto
  2. Crimini contro i pacifisti e crimini in saldo
  3. Crimini normali di guerra
  4. Crimini anormali di guerra (rubricati anche come crimini contro l’umanità)

Il processo

Alcuni imputati giurano sulla bandiera di dire tutta la verità.

Avendo optato per la procedura anglosassone, che garantiva equità di trattamento, parificazione tra accusa e difesa e impiccagione finale, letti e illustrati con graziosi disegni a pastello dai vari procuratori gli atti d’accusa, si passò quindi alle requisitorie introduttive, alla presentazione delle prove a carico, all’interrogatorio degli imputati, all’ascolto dei testimoni, all’auscultazione delle parti civili, alle arringhe difensive a discarica e infine alle requisitorie finali, tra le quali vanno segnalate quelle russe e francesi che, indipendentemente dall’imputato e da ciò che avesse fatto, invocavano comunque la pena di morte.

Le dichiarazioni di colpevolezza

Come in qualsiasi giudizio di ispirazione anglosassone, il processo si aprì con la classica formula «to be guilty or not to be guilty», che per l’occasione fu pronunciata in tirolese.

Göring

Presidente Lawrence : Si dichiara colpevole o innocente?
Göring : Non riconosco questo tribunale.
Presidente : È perché l’abbiamo restaurato. Colpevole o innocente?
Göring : Ho preparato giusto stamattina con il mio difensore, l’avvocato Herr Otto Strahmer, una breve dichiarazione introduttiva di due ore e...
Presidente : Colpevole o non colpevole?
Göring : Ai sensi dell’atto d’accusa mi dichiaro non colpevole. Per non aver fatto di più colpevole.

Bormann

Presidente : Si dichiara colpevole o non colpevole?
Cancelliere : Vostro onore, Bormann è contumace. Quello è il suo avvocato d’ufficio.
Presidente : Colpevole o non colpevole?
Avvocato d’ufficio di Bormann : Chi, io?
Presidente : Sì. Colpevole o non colpevole?
Avvocato : Colpevole, signor presidente.

Hess

Presidente : Si dichiara colpevole o non colpevole?
Hess : Nein!
Presidente : La risposta sarà considerata come una dichiarazione di non colpevolezza.

Von Ribbentrop

Presidente : Si dichiara colpevole o non colpevole?
Ribbentrop : Con questo cosa vorrebbe dire?

Raeder

Presidente : Si dichiara colpevole o non colpevole?
Raeder : Non colpevole, Herr presidente, mi dichiaro non colpevole.
Presidente : D'accordo. Vada pure.
Raeder : Grazie. Comunque mi dichiaro non colpevole.

Sauckel

Presidente : Si dichiara colpevole o non colpevole?
Sauckel : Mi… io mi… dichiaro…
Presidente : Colpevole o non colpevole?
Sauckel : Sì, Herr… diciamo che mi dichiaro… hm… non… non…
Presidente : Colpevole.

Kaltenbrunner

Presidente : Si dichiara colpevole o non colpevole?
Kaltenbrunner : Giusto ieri ne parlavo a pranzo con l’avvocato, il mio amico Frank, che tra l’altro, se non lo sapeste ancora, non è poi come si dice un…
Presidente : Non ci interessa. Si dichiara colpevole o non colpevole?
Kaltenbrunner : Mi faccia parlare, le stavo dicendo una cosa interessantissima che mi è capitata di discutere a pranzo…
Presidente : Colpevole o non colpevole?!
Kaltenbrunner : Se la mette così allora, sarò costretto a dichiararmi non colpevole, ma le stavo raccontando un bell’aneddoto su me e Frank.
Presidente : Sarebbe da condannare solo per questo.

Von Neurath

Presidente : E lei, si dichiara colpevole o non colpevole?
Von Neurath : Dunque, eravamo nel 1913 quando…
Presidente : Prima o poi mi farete impazzire.

Il dibattimento

Il sistema anglosassone è di tipo accusatorio, ciò vuol dire che a Norimberga i giudici si limitavano a godersi lo spettacolo di procuratori che, per mezzo di prove scritte, prove orali e test a risposta multipla tentavano di mettere un cappio intorno al collo degli imputati prendendosi a botte con i loro avvocati.

Göring, dimagrito, finge di essere un'altra persona.

Göring

- Jackson: “Lei è consapevole di essere l’unica persona vivente in grado di illuminarci sugli scopi reali del partito nazista e sul funzionamento del suo direttivo?”
- Göring: “Cos’è il partito nazista?”
- Jackson: “Nel 1935 avete tenuta nascosta alla Francia la decisione di rimilitarizzare la Renania, non è forse vero?”
- Göring: “Non mi pare di aver letto da qualche parte l’annuncio dei preparativi degli Stati Uniti per l’occupazione del Vietnam.”
- Lawrence: “Anche lei ha visto We were soldiers l'altra sera su Rete4? Ehm... Non vada Off-Topic. Si limiti a rispondere alle domande della corte.”
- Göring: “Non riconosco la legittimità di questo tribunale, figurarsi della corte.”
- Jackson: “Lei era al corrente della persecuzione e dello sterminio degli ebrei?”
- Göring: “Io gli ho solo assegnato una parte della mia riserva di caccia.”
- Maxwell-Fifa: “Mi scusi, violando la Convenzione di Ginevra, i suoi uomini della Luftwaffe avrebbero fucilato cinquanta piloti inglesi che avevano tentato di evadere da un campo di prigionia.”
- Göring: “Non ero presente quando Hitler mi diede quest’ordine.”
- Rudenko: “Lei in persona disse ai commissari del Reich, cito testualmente, “non siete stati nominati per preoccuparvi del benessere delle popolazioni, ma per strappare ai territori che governate tutte le risorse.””
- Göring: “Non ho mai usato il termine “strappare”, si deve sostituire con “saccheggiare.””
- Rudenko: “Lei ha ammesso di aver costretto con la forza due milioni di uomini a lavorare per la Germania, non negherà che questa sia riduzione in schiavitù.”
- Göring: Schiavitù non direi, al massimo erano lavori forzati.”
- Rudenko: ““La morte di ogni soldato tedesco sarà vendicata con l’esecuzione di cinquanta o cento comunisti”. Non sapeva nulla di questa direttiva per la Russia?”
- Göring: “Assolutamente no. Comunque i comunisti da uccidere erano cento.”

Bormann

- De Mentino: “Signor Martin Bormann, dove si trovava la Notte dei cristalli, cioè, voglio dire, dove si trovava lei la notte della notte… durante la Notte dei cristalli?”
- Lawrence: “Cosa diavolo sta dicendo, non riesco a capirci un’acca.”
- Cancelliere: “Procuratore de Mentino, Bormann non è in aula, è contumace.”
- Lawrence: “Bormann non è in aula? È contumace? Perché nessuno mi dice mai niente!”
- De Mentino: “E allora chi è quel signore vicino alla sbarra?”
- Cancelliere: “È sempre il suo avvocato d’ufficio.”
- De Mentino: “Signor avvocato d’ufficio di Martin Bormann, dov’era lei durante la Notte dei cristalli?”
- Giudice Biddle: “Pausa di mezz’ora.”

Ribbentrop

Joachim von Ribbentrop.
- Ribbentrop: “Heil Hitler! Heil Hitler! Heil Hitler!”
- Biddle: “Per cortesia!”
- De Ribes: “Cos’ha da dire circa il patto segreto per la spartizione della Polonia, da lei firmato?”
- Ribbentrop: “In quanto ministro del Reich, ministro degli affari esteri del Reich, e quindi nominato direttamente dal Führer con direttiva numero 1467 del 4 febbraio 1938, in quanto il mio collega, camerata Constantin von Neurath, nobile quanto me, come può notare dal von che precede il mio nome, e che non ho acquistato sposando mia moglie, vale a dire una nobile, ma…”
- De Ribes: “Lasci perdere. Nel 1942 il suo staff tentò di farsi consegnare 80.000 ebrei francesi al fine di deportarli in Germania.”
- Ribbentrop: “Non ne sapevo niente.”
- Jackson: “Fece pressioni su Mussolini per accelerare la deportazione degli ebrei italiani, lo nega?”
- Ribbentrop: “Non conoscevo Mussolini.”
- Jackson: “E non disse forse che gli ebrei dovevano in parte essere internati e in parte eliminati?”
- Ribbentrop: “Non ricordo.”
- Rudenko: “Quasi tutti i trattati che lei firmò vennero in seguito violati.”
- Ribbentrop: “Nego che fosse davvero la mia firma.”
- Jackson: “Nemmeno questa, apposta sulla sua carta d’identità?”
- Ribbentrop: “Nego di avere un’identità.”
- Rudenko: “Che ruolo ha avuto nell’aggressione all’Austria?”
- Ribbentrop: “Non si è trattato di un’aggressione, ma del destino.”
- Rudenko: “Nemmeno quelle della Cecoslovacchia, della Danimarca, della Norvegia e della Grecia erano aggressioni?”
- Ribbentrop: “Lo nego recisamente.”
- Rudenko: “E l’invasione della Russia, non fu forse un’aggressione in piena regola?”
- Ribbentrop: “In senso strettamente tecnico, non si può dire che si trattò di un’aggressione, che io sappia, ma io non so.”
- Jackson: “Signor Ribbentrop…”
- Ribbentrop: “Von! Ribbentrop.”
- Jackson: “Signor von Ribbentrop, lei è Joachim von Ribbentrop?”
- Ribbentrop: “Lo nego.”
- Avvocato d’ufficio Horn: “Vostro onore, il mio assistito è a tutti gli effetti innocente, in quanto la politica estera era completamente in mano e diretta da Hitler, il mio assistito non era che un esecutore di ordini e spesso veniva informato a decisioni già prese, quando veniva informato.”
- Biddle: “Non ne dubito, comunque la firma sui documenti era la sua, e quindi doveva conoscerne il contenuto, se sa leggere.”
- Ribbentrop: “Nego di saper leggere.”

Rosenberg

- Shawcross: “Signor Rosenberg, la sua firma compare su numerosi ordini per lo sfruttamento dei territori occupati dell’est, per la germanizzazione di questi stessi territori, per il reclutamento forzato di lavoratori da deportare in Germania e per lo sterminio degli ebrei.”
- Rosenberg: “Se permette, ho da fare un piccolo appunto sul termine “sterminio”, che mi sembra fuori luogo.”
- Shawcross: “Sterminio è sterminio. Cosa intende lei per sterminio?”
- Rosenberg: “La parola tedesca “Ausrottung”, che lei ha frettolosamente tradotto con “sterminio”, in realtà significa sradicamento.”
- Shawcross: “No, significa sterminio.”
- Rosenberg: “No, sradicamento.”
- Shawcross: “Sterminio!”
- Rosenberg: “Sradicamento!”

...

- Shawcross: “Cosa intende lei per sradicamento?”
- Rosenberg: “Togliere le radici.”
- Shawcross: “Che tipo di radici?”
- Rosenberg: “Radici in genere.”
- Shawcross: “Voi avete quindi tolto le radici agli ebrei?”
- Rosenberg: “Tolto le radici nel senso di estirpare.”
- Shawcross: “Estirpare inteso come strappare erba?”
- Rosenberg: “Strappare in genere.”
- Shawcross: “Avete quindi strappato gli ebrei dalla loro terra?”
- Rosenberg: “Li abbiamo strappati e basta.”
- Shawcross: “E quanti ne avete strappati?”
- Rosenberg: “Cinque milionate.”

Keitel

Keitel, a destra, cerca infantilmente di compiacere Hitler.
- Dott. Nolte: “Il mio cliente era certamente al corrente dei crimini commessi ma, pur vergognandosene e con tutti i peggiori rimorsi di coscienza, si è sempre comportato da soldato che ubbidisce agli ordini, a quelli di Hitler come prima a quelli del Kaiser, e così avrebbe fatto con quelli di Attila, se fosse vissuto nel V secolo.”
- Rudenko: “Avete invaso la Cecoslovacchia mentre il loro presidente stava venendo in Germania per trattare. È stata una vergogna.”
- Keitel: “Non so cosa significhi questa parola.”
- Rudenko: “Lei ordinò che venissero uccisi dai 50 ai 100 comunisti per ogni soldato tedesco morto.”
- Keitel: “Nein, io scrissi dai 5 ai 10, poi qualcuno, di nascosto, aggiunse uno zero.”
- Rudenko: “Quando il suo collega Canaris presentò un documento in cui chiedeva di porre fine al massacro di prigionieri sovietici, lei fu d’accordo, ma poi scrisse invece che approvava e si assumeva la responsabilità di tali necessari provvedimenti, aggiungendo che in Russia la vita di un uomo vale meno di niente. Perché si comportò così?”
- Keitel: “Perché nel frattempo il documento era stato presentato al Führer, mi sembra ovvio.”
- Rudenko: “Ah, è vero.”
- Keitel: “Se Stalin le ordinasse di trucidare degli sporchi comunisti, lei non lo farebbe?”
- Rudenko: “Non ho altre domande.”

Jodl

- Jackson: “Signor Jodl…”
- Jodl: “Io sono un militare, e sono tenuto all’obbedienza, sempre e comunque!”
- Jackson: “Lei…”
- Jodl: “Ero contrario sia dal punto di vista giuridico che, soprattutto, da quello morale!”
- Jackson: “D’accordo, però lei...”
- Jodl: “Una volta riuscii pure ad evitare il linciaggio di un vostro aviatore catturato, opponendomi con tutte le mie forze a Hitler.”
- Jackson: “Va bene, ma lei ordinò l’invasione dell’Austria, della Cecoslovacchia, della Norvegia, dell’Olanda, della Danimarca e della Grecia, l’annientamento della Jugoslavia e della Russia, la liquidazione senza processo di tutti i commissari politici sovietici, ordinò di radere al suolo Mosca e Leningrado, di deportare più lavoratori possibili a ovest e infine di evacuare e bruciare le case di tutti gli abitanti della Norvegia del nord.”
- Jodl: “Questi sono dettagli.”

Kaltenbrunner

Himmler chatta con Kaltenbrunner.
- Shawcross: “Lei era a capo dell’Ufficio centrale per la sicurezza del Reich?”
- Kaltenbrunner: “Nein.”
- Shawcross: “Non era forse alle dirette dipendenze di Himmler?”
- Kaltenbrunner: “Nein.”
- Shawcross: “Ha ordinato lei tutte le esecuzioni durante la liquidazione del ghetto di Varsavia, su quest’ordine c’è la sua firma.”
- Kaltenbrunner: “È la mia firma falsa.”
- Shawcross: “In un altro documento risulta che ha ordinato lo sterminio di tutti gli internati di Mauthausen, assistendovi di persona.”
- Kaltenbrunner: “È un documento falso, e quel tizio non ero io.”
- Un testimone dell’accusa: “Lei mandò un treno di donne e bambini ebrei al Gauleiter di Vienna, suo grande amico, perché ne facesse quello che voleva.”
- Kaltenbrunner: “E tu chi cazzo sei?”
- Jackson: “Il comandante di Auschwitz, Rudolf Hoess, dice che tutte le esecuzioni di massa nelle camere a gas del suo lager erano ordinate direttamente da lei.”
- Kaltenbrunner: “Non esistono le camere a gas, al massimo le camere d’aria. E poi Rudolf Hess non era comandante di Auschwitz.”
- Jackson: “Rudolf Hoess. Quindi Auschwitz la conosce?”
- Kaltenbrunner: “Mai sentita nominare.”
- Un testimone della difesa: “Posso garantire che gli ordini erano tutti di Himmler, e che la firma di Kaltenbrunner era semplicemente dattiloscritta in calce al documento da qualche ragioniere dell’ufficio.”
- Kaltenbrunner: “Non so chi sia, questo Himmler.”
- Jackson: “Signor Kaltenbrunner, mi può dire l’ora?”
- Kaltenbrunner: “Non se ne parla nemmeno.”

Frank

- Frank: “Vostro onore, porto in me un profondo senso di colpa. Sì, ho partecipato anch’io allo sterminio degli ebrei. Adolf Hitler ha gravato il suo popolo di questa orribile responsabilità, e anch’io sono ugualmente colpevole. Abbiamo perseguitato per anni gli ebrei. Tutti ci siamo lasciati prendere da progetti spaventosi, e il mio stesso diario mi accusa, ma era talmente divertente...”
- Lawrence: “Sta parlando seriamente?”
- Frank: “È mio dovere rispondere affermativamente alla vostra domanda. Non basteranno mille anni ai tedeschi per cancellare questa colpa!”
- De Ribes: “Nel 1941, in riferimento a un manifesto con cui il suo collega von Neurath annunciava l’esecuzione di sette studenti cechi, lei commentò dicendo: “Se ordinassi di incollare ai muri dei manifesti ogni volta che fucilo sette polacchi, i boschi della Polonia non basterebbero a fornire la carta necessaria.””
- Frank: “Gliel’ho detto che era divertente.”

Frick

- De Vabres: “Venga ora a deporre il signor Wilhelm Frick.”
- Frick: “No.”
- De Vabres: “Signor Frick, è pregato di presentarsi alla sbarra.”
- Frick: “Preferirei di no.”
- Avv. Pannenbecker: “Vostro onore, il mio cliente non se la sente di deporre.”
- De Vabres: “Allora si alzi e dica ad alta voce che non vuole deporre.”
- Frick: “Preferisco stare seduto.”
- Pannenbecker: “Dice che preferisce stare seduto.”
- De Vabres: “Allora lo dica da seduto, ma ad alta voce.”
- Frick: “Non me la sento di alzare la voce.”
- De Vabres: “Come?”
- Pannenbecker: “Ha detto che non se la sente, di alzare la voce.”
- De Vabres: “Allora gli dica di andare al diavolo, stando pure seduto.”

Streicher

Streicher.
- Streicher: “Il mio difensore non vuole, o non può, condurre la difesa come vorrei.”
- Avv. Marx: “Signor presidente, le spiego meglio. Il problema non sta nella mia volontà né nelle mie possibilità. È che non so per quale motivo il mio nome urti il mio cliente in modo quasi insostenibile.”
- Lawrence: “L’imputato è pregato di rispondere alle domande che gli verranno fatte, anche da parte del suo difensore, possibilmente in modo coerente.”
- Marx: “Signor Streicher, esistevano in Germania altre pubblicazioni antisemite, oltre al suo Der Strünzer?”
- Streicher: “Certamente, “I giudei e le loro menzogne” di Martin Lutero.”
- Jackson: “Va be’. Lei per anni ha attaccato gli ebrei in modo violento e disgustoso sul suo giornale.”
- Streicher: “Ma io mi sono limitato a scrivere, non facevo altro che scrivere. Non ho mai torto un capello a un singolo sporco giudeo. Pensi che durante la Notte dei cristalli stavo dormendo nel mio letto, mentre sarei potuto scendere in piazza a godermi lo spettacolo come tutti gli altri.”
- Jackson: “Comunque le sue campagne rozze e diffamatorie aizzavano l’opinione pubblica contro gli ebrei.”
- Streicher: “Ma io scrivevo, scrivevo soltanto. Il Führer stesso mi aveva proibito di parlare in pubblico e di farmi vedere in giro, soprattutto nei parchi. Diceva per una questione di buon gusto.”
- Jackson, ammiccando a Rebecca West: “Cosa che ci ha fatto notare la graziosa signorina West.”
- Streicher: “Quella sgualdrina”
- Jackson: “Era al corrente degli stermini di massa?”
- Streicher: “Assolutamente no, e soprattutto non ero al corrente che ne avevano già uccisi a milioni nei campi di sterminio, intendo di ebrei.”
- Jackson: “Ha nient’altro da dichiarare a sua discolpa?”
- Streicher: “Certo, che ero abbonato a una rivista ebrea, l'«Israelitisches Wochenblatt», per dimostrarvi che io, quelle carogne di giudei, li volevo conoscere e farmeli amici.”

Sauckel

- Lawrence: “Signor Sauckel, tocca a lei.”
- Sauckel: “Ma… devo proprio… devo proprio venire lì?”
- Lawrence: “Assolutamente.”
- Sauckel: “È che… io vengo però… non so cosa posso dire… sapete…”
- Lawrence: “Venga e basta. Schnell!”
- De Ribes: “Lei, signor Sauckel, dice di non essere stato favorevole allo sterminio per mezzo del lavoro, ma aveva pur detto che non doveva “esistere un solo territorio occupato in cui il lavoro forzato per la Germania non sia considerato cosa del tutto naturale.” Lo ammette?”
- Sauckel: “Be’… vedete, erano tempi… Io ho sposato… ho sposato la figlia di un operaio… allora, nel 1923… sì, nel 1923, e quindi… siamo ancora… ancora felicemente insieme e… pensate… pensate che abbiamo… dieci figli… e quindi, vedete… io non potevo, sì… ammetto che… però non ero io che…”
- Lawrence: “Imputato, credo che se lei non facesse una pausa dopo ogni parola le sue frasi sarebbero più brevi e il nostro lavoro molto meno faticoso. Quindi, la prego, velocizzi un po’ il suo modo di parlare, grazie.”
- Sauckel: “Certo… vostro… onore…”

Seyss-Inquart

- Shawcross: “Lei è stato responsabile della deportazione in Germania di centinaia di migliaia di ebrei da tutti i luoghi che governava.”
- Seyss-Inquart: “Lo riconosco, e riconosco che alla fine sono andato nei Paesi Bassi come antisemita, proprio perché lì ce n’erano ancora parecchi.”
- Shawcross: “Dove ha compiuto i suoi peggiori crimini.”
- Seyss-Inquart: “Lo ammetto, ma ho anche compiuto opere di bene. Spesso riducevo il numero di ostaggi che Himmler mi ordinava di giustiziare da 10 a 9 per ogni soldato tedesco ucciso, e proprio alla fine della guerra mi opposi fermamente al criminale ordine di rompere le dighe e inondare il paese.”
- Lawrence: “Questo va senza dubbio a suo merito e discolpa, e le garantisco che la corte ne terrà conto.”
- Seyss-Inquart: “Sì, anche perché quegli ostaggi che salvai li spedii poi al sicuro in Germania, a Bergen-Belsen, mentre evitando di inondare l’Olanda salvai anche uno splendido cottage nei pressi di Amsterdam, che avevo appena sequestrato a una famiglia di giudei evacuati.”

Hess

Una copertina di Der Strünzer.
- Jackson: “Signor Hess, ritiene di essere in grado di difendersi?”
- Hess: “Nein!”
- Avv. Seidl: “La difesa non ha testi da citare a discarico, ma presenta alcune deposizioni scritte di testimoni che assicurano che il mio cliente, Herr Hess, cercò in tutti i modi di porre fine allo stato di guerra tra Germania e Inghilterra, nonché altri documenti che testimoniano la buona fede del mio cliente, Herr Hess, in merito alle clausole capestro del Trattato di Versailles e dunque alle vere cause della guerra appena conclusa.”
- Nikicenko: “In tutto quante cartelle sono?”
- Seidl: “Circa un migliaio.”
- Nikicenko: “Cancelliere, metta a verbale che i documenti presentati dalla difesa di Hess non sono pertinenti e quindi non vengono assunti agli atti.”

Funk

- Rudenko: “Lei era al corrente che gli anelli d’oro, gli occhiali d’oro, le dentiere d’oro, i libretti di banca d’oro, gioielli, orologi, orecchini, spille con brillanti, candelabri ebraici a sette braccia d’argento, cucchiai, forchette e stuzzicadenti d’oro degli ebrei sterminati venivano depositati nel caveau della Reichsbank, di cui era presidente?”
- Funk: “Lo nego. Non sapevo nemmeno avesse un caveau, la Reichsbank.”
- Rudenko: “Certo. Come mai allora la sua firma risulta su tutte le ricevute di anelli d’oro, occhiali d’oro, dentiere d’oro ecc. ecc.?”
- Funk, guardando le ricevute: “Ma questa non è la mia firma, è un autografo di Dj Funk.”
- Rudenko: “Così lei, ministro dell’economia del Reich, non ne sapeva niente?”
- Funk: “Non si trattava assolutamente di un incarico di ministro così come lo si intende di solito, nei paesi normali; ma questo è il destino della mia vita: sono sempre arrivato a un pelo dal successo e non l’ho mai raggiunto, come quando partecipai a una gara di dj a Dachau.”
- Rudenko: “Allora, essendo lei a un pelo dal traguardo del cappio, le assicuro che questa volta lo raggiungerà.”

Raeder

- Maxwell-Fifa: “Lei era presente alle riunioni del novembre 5 1937 e del maggio 23 1939 dove Hitler pianificò la guerra d’aggressione, quindi ne era pienamente consapevole. Quali erano le sue responsabilità?”
- Raeder: “Essendo grande ammiraglio, la ricostruzione della marina tedesca fu interamente opera mia.”
- Maxwell-Fifa: “Non le ho domandato questo.”
- Avv. Siemens: “Cosa significa novembre 5 1937 e maggio 23 1939?”
- Maxwell-Fifa: “Chiede a me?”
- Siemens: “Sì, cosa vuol dire?”
- Maxwell-Fifa: “Sono le due date. Non capisco dove voglia arrivare.”
- Raeder: “Comunque io ho ricostruito praticamente da zero la marina da guerra tedesca.”
- Lawrence: “Sì, questo ce l’ha già detto. Risponda alla domanda del procuratore adesso.”
- Siemens: “Ma che procedura è questa? E perché il pubblico ministero non porta la toga?”
- Lawrence: “Lasci perdere la toga. Dica al suo cliente di rispondere alla domanda.”
- Siemens: “Gigi, non dire nulla finché non parlo con il giudice istruttore.”
- Lawrence: “Qui non ci sono giudici istruttori…”
- Raeder: “Avendo ricostruito la marina da guerra, la Kriegsmarine, ed essendo grande ammiraglio…”
- Maxwell-Fifa: “È stato lei a pianificare la criminale aggressione alla Norvegia, illustrandone a Hitler stesso tutti i vantaggi?”
- Raeder: “La ricostruzione…”
- Siemens: “Zitto! Non dire una parola di più finché non si è messo la toga.”

Von Schirach

Un'altra copertina di Der Strünzer.
- Jackson: “Come Gauleiter di Vienna, lei era responsabile per il reclutamento della mano d’opera forzata. Non solo, sotto il suo governo vennero arrestati e deportati più di sessantamila ebrei, tutti quelli rimasti a Vienna. Perché?”
- Von Schirach: “Per rimediare alla crisi degli alloggi.”
- Jackson: “E per quanto riguarda l’ordine di rinchiudere decine di migliaia di altri ebrei nei ghetti dell’est, cos’ha da dirci?”
- Von Schirach: “Lo feci per dare il mio contributo alla cultura europea.”
- Shawcross: “Perché suggerì di bombardare Canterbury come rappresaglia per l’uccisione di Heydrich, che era avvenuta in Cecoslovacchia?”
- Von Schirach: “Perché Heydrich era un’opera d’arte, e la sua morte doveva essere vendicata con la morte di una città d’arte. E poi perché in Cecoslovacchia non c’era più niente da bombardare.”

Speer

- Biddle: “Sappiamo che lei fu il solo ad avere il coraggio di dire a Hitler, a tu per tu, che la guerra era ormai perduta.”
- Speer: “Sì, vostro onore. Glielo dissi la sera del 30 aprile 1945, quando aveva già la canna della pistola in bocca.”
- Maxwell-Fifa: “E sappiamo anche che avrebbe addirittura cercato di ucciderlo.”
- Speer: “Esattamente, sir, sempre la sera del 30 aprile, ma ormai si era ucciso da solo.”
- Jackson: “Non si può nemmeno negare che lei corse parecchi rischi, rifiutando di obbedire all’ordine di Hitler di fare terra bruciata di industrie e infrastrutture tedesche, e non solo, davanti all’avanzata degli alleati.”
- Speer: “Dice bene, dottore. Gli risposi che lo avrei fatto giusto il giorno dopo, il giorno dopo che si è sparato un colpo voglio dire, ma non l’ho più fatto.”
- Biddle: “Be’, lei, tra tutti gli imputati, è sicuramente il più umano e il più corretto, anche come comportamento processuale, e voglio porre in evidenza in particolar modo la consapevolezza che manifesta sugli aspetti morali della situazione.”
- Speer: “La ringrazio, vostro onore.”
- Nikicenko: “Lei però disse anche che i lavoratori forzati che si dichiaravano malati non erano che simulatori e che quindi le SS potevano “inviare in campo di concentramento chi si comportava da lazzarone.””
- Speer: “Lo ammetto, non ho mai potuto soffrire i lazzaroni.”

Von Neurath

- Maxwell-Fifa: “Lei all’inizio del 1938 aveva dato le dimissioni da ministro degli esteri, perché allora volle rimanere ministro del Reich ad interim fino alla conferenza di Monaco?”
- Von Neurath: “Non ho capito la domanda.”
- Maxwell-Fifa: “Perché volle comunque restare al vertice?”
- Von Neurath al suo avvocato: “Al vertice di che?”
- Avv. Freiherr: “Al vertice di Monaco.”
- Von Neurath: “Ah… perché… perché essendo uno della vecchia scuola, dei vecchi junker di una volta, quando c’era ancora il Kaiser… ah, gran tempi quelli, quando c’era il Kaiser, allora sì che…”
- Lawrence: “Perché?”
- Von Neurath: “Perché cosa?”
- Lawrence: “Perché rimase ministro?”
- Von Neurath: “Mah, ritengo perché, da vecchio junker quale ancora sono, grazie a Dio, cercavo di frenare Hitler nella sua folle corsa e nei suoi progetti di trasformazione della mia vecchia Germania, la grande Germania del Kaiser, Dio lo benedica.”
- Maxwell-Fifa: “Ma allora perché non si è opposto ai suoi propositi, nelle riunioni cui partecipava?”
- Von Neurath: “Eh?”
- Maxwell-Fifa: “Perché non ha frenato Hitler?”
- Von Neurath: “Perché non erano più i tempi del Kaiser. A quel tempo, quando ancora c’era il cancelliere Bismarck, allora sì che…”
- Lawrence: “Perché, santo Iddio?!”
- Von Neurath: “Perché a Hitler, che non era come Bismarck, proprio no, non si poteva dire niente in pubblico. Si irritava moltissimo. Solo a quattr’occhi si poteva.”
- Maxwell-Fifa: “E lei lo ha mai fatto?”
- Von Neurath: “Cosa?”
- Freiherr: “Il diavolo a quattro.”
- Von Neurath: “Cosa c’entra adesso il diavolo?”
- Lawrence: “Avvocato, la prego, non ci si metta anche lei. Parli, von Neurath, ha mai contraddetto Hitler quand’eravate soli?”
- Von Neurath: “Sempre.”
- Maxwell-Fifa: “Torniamo a Monaco, 1938. Quale ruolo ebbe lei nell’occupazione dei Sudeti cecoslovacchi?”
- Von Neurath: “Be’, io sono nato nel 1873, quando c’era ancora Bismarck […] compiuti diciotto anni mi iscrissi a legge […] entrai al ministero degli esteri, la gloriosa Wilhelmstrasse, nel 1901 […] scoppiata la guerra, la guerra mondiale, la Grande guerra […] così, alla conferenza di Versailles, dove venimmo ingiustamente accusati di aver fatto scoppiare la guerra, ricordo che io e il Maresciallo von Hindenburg…”
- Lawrence: “Questo interrogatorio è durato tutta la mattina e non siamo ancora al 1933! Potrebbe l’imputato arrivare al periodo che ci interessa, al 1938, invece di raccontarci storie del 1919?”
- Freiherr: “Il presidente dice che non gli interessa la storia.”
- Von Neurath: “Bene. Così, nel 1920, io e von Hindenburg…”

Doenitz

Una raccolta di Der Strünzer in ebraico.
- Jackson: “Lei non pianificò guerre d’aggressione perché allora non era ancora comandante della marina da guerra…”
- Avv. Krankbühler, in uniforme SS: “Esatto.”
- Jackson: “Ma silurò senza preavviso numerose navi mercantili alleate con grandi perdite umane, in chiara violazione dei protocolli di Londra del 1936.”
- Doenitz: “Ghnf.”
- Jackson: “Come?”
- Krankbühler: “Il mio assistito non lo nega, e dice che sa che ciò può comportare la pena di morte.”
- Jackson: “Molto bene.”
- Krankbühler: “Ma ricordo a questa corte che anche l’ammiraglio americano Nimitz, nel Pacifico, usò lo stesso metodo con le navi mercantili giapponesi.”
- Jackson: Avvocato, le rammento che l’argomento del tu quoque è stato escluso per principio dallo statuto di questo tribunale.”
- Von Ribbentrop a Streicher: “L’argomento del tu che?”
- Streicher: “Non so che cazzo sta dicendo, questo sporco giudeo.”
- Krankbühler: “Quello che voglio dire è che anche Nimitz, come Doenitz…”
- Streicher: “Nimitz come Doenitz? Ma come cazzo parla?”
- Krankbühler: “…rispettò il diritto internazionale, ma è proprio questo ad essere cambiato, giacché le navi mercantili avevano ricevuto l’ordine di difendersi e quindi rispettare le convenzioni sarebbe stato un suicidio, per i sottomarini.”
- Nimitz, intervenuto al telefono: “Ha ragione Kraut… come diavolo si chiama. Pensi che per principio noi non ci curavamo nemmeno di raccogliere i naufraghi in mare, figurarsi poi dei luridi musi gialli giapponesi.”
- Streicher a Ribbentrop: “Simpatico questo Nimitz. Mi piace come parla.”

Schacht

- Schacht: “Hitler era un mostro amorale…”
- Gli altri imputati: Bastardo! Porco! Pezzo di merda!”
- Schacht: “Ma Göring era peggio.”
- Gli altri imputati: “Bravo! Così!”
- Göring: “Bastardi porci pezzi di merda.”
- Schacht: “Göring era un vero criminale. Una persona che si trovò a prendere un tè con la sua seconda moglie mi riferì che Göring era apparso vestito di una specie di toga, con sandali ingioiellati, le dita coperte di anelli e pietre preziose, aveva il viso truccato e il rossetto sulle labbra. Una cosa indegna per un tedesco, ma addirittura immorale per un nazista.”
- Shawcross: “E lei, cosa fece per opporsi a questi mostri?”
- Schacht: “Io, in quanto ministro, non avevo abbastanza influenza e potere per impedire questa degenerazione criminale del regime.”
- Shawcross: “Allora perché non si è dissociato?”
- Schacht: “Perché solo rimanendo all’interno del regime potevo fare qualcosa per impedire questa degenerazione criminale.”
- Jackson: “Credo che abbia ragione Kohl.”

Fritzsche

Fritzsche alla televisione.
- Rudenko: “Lei è antisemita?”
- Fritzsche: “Be’… sì.”
- Rudenko: “E non si vergogna?”
- Fritzsche: “Un po’.”
- Rudenko: “Lei era presente a tutte le riunioni di Goebbels per la propaganda, vero?”
- Fritzsche: “Hm.”
- Rudenko: “Ma diceva qualcosa?”
- Fritzsche: “Be’, non mi chiedevano mai niente… e allora…”
- Rudenko: “È vero che tentò di far chiudere lo “Strünzer” di Streicher?”
- Streicher: “Stronzo.”
- Fritzsche: “Sì, ma non perché avessi qualcosa contro Streicher.”
- Rudenko: “Perché era troppo antisemita?”
- Fritzsche: “Perché non mi piacevano le copertine, con tutto quel sangue e quei cadaveri.”
- Rudenko: “Quindi lei era antisemita e dunque non le importava nulla della feroce propaganda antisemita di Goebbels e Streicher. Ciò che la preoccupava erano le copertine.”
- Fritzsche: “Mi preoccupava non finire su una di quelle copertine.”

Von Papen

- Maxwell-Fifa: “Signor von Papen, lei venne messo in prigione da Hitler, che pure aveva contribuito a far designare cancelliere, ci rimase tre giorni, e quando uscì diede le dimissioni da vicecancelliere. Ma al Führer disse “Io resto lealmente devoto a lei e alla sua missione per la Germania.” Dopo quello che le aveva fatto, lei gli ha pure testimoniato la sua fedeltà. Non è forse un atteggiamento servile, una dichiarazione di sottomissione ai suoi ideali nefasti e, se permette, un comportamento da verme?”
- Von Papen: “Certo che lo era, altrimenti non sarei qua a quest’ora.”
- Lawrence: “Se ne vada, von Papen, lei è persona non gradita in quest’aula.”

SS

- Biddle: “Per quanto concerne le SS, è chiamato a testimoniare il collega… il giudice SS Morgen.”
- Morgen: “Guten morgen.”
- Biddle: “Sì, mi perdoni, il giudice Guten Morgen. Prego.”
- Morgen: “In quanto magistrato, l’SS Reichsführer Heinrich Himmler mi incaricò personalmente di visitare i vari campi per reprimere la disonorevole corruzione che allignava nell’amministrazione SS. A Buchenwald trovai invece un ambiente molto grazioso, un ottimo posto per passare qualche giorno di vacanza dopo una settimana di duro lavoro. Vi erano serate musicali: giovedì liscio, venerdì valzer e polke, sabato techno; multisale per film d’essai, d’animazione e porno; manifestazioni sportive, tra le quali un paio molto divertenti: il lancio del comunista contro il reticolato elettrificato e le partite di pallanuoto tra ebrei e piranha, e c’era perfino una casa chiusa.”
- Lawrence, ormai mezzo addormentato: “Che cosa ha detto?”
- Morgen: “Un bordello.”
- Biddle a Lawrence, sottovoce ma senza accorgersi che i microfoni sono aperti: “Un bordello, Goffredo, un postribolo, un lupanare, quel posto dove ci sono le puttane, dove siamo andati ieri sera.”
- Lawrence: “Ah, ho capito.”

La requisitoria finale di Robert Michael Jackson

« Schiacciati da questo passato, gli imputati chiedono ora a questo santo tribunale di dire che non sono colpevoli di aver complottato, di aver programmato e di aver compiuto questa interminabile lista di crimini, soprusi e stregonerie. Si comportano, davanti alle prove esibite in questo processo, come Annamaria Franzoni sporca di sangue vicino al corpo del suo bimbo colpito a morte. Lei implorava i vicini di casa come ora questi supplicano voi: “Dite, dite che non l’ho ucciso.” Ma i vicini di casa risposero “Di’, piuttosto, che non è stato ucciso. Ma esso è comunque morto.” Se voi dichiaraste che questi uomini non sono colpevoli, si dovrebbe dire anche che non c’è stata una guerra, che non ci sono stati morti, che non ci sono stati delitti, che io non ho venduto milioni di dischi e che non ho molestato nessun minorenne »

Quindi, il 1° settembre, i giudici si chiusero in camera di consiglio per deliberare e ne uscirono solo per pisciare, fino al 30 settembre, quando andarono tutti e quattro al lupanare di Buchenwald, che era ancora in funzione.

La sentenza

Dopo aver letto i verdetti riguardanti le organizzazioni, tutte condannate a morte, la mattina del 1° ottobre il tribunale pronunciò le sentenze relative ai singoli imputati, non prima di una breve dichiarazione del presidente della corte.

Lawrence : Hic! Oh stillenacht… ooh stillenacht… hic!

Verdetti e condanne

Udienza del mattino

Giudice Biddle : Gli imputati Schacht, Fritzsche e von Papen sono stati riconosciuti non colpevoli in riferimento ai capi d’accusa, anche se colpevoli per un sacco di altre cose, soprattutto von Papen. Quindi questo tribunale, nonostante il giudice Nikicenko – che invece di proscioglierli avrebbe preferito scioglierli nell’acido – fosse contrario, li assolve e ne dispone l’immediata liberazione con la raccomandazione di non farsi più vedere. La corte si aggiorna, pausa pranzo.

Gli imputati consumano l'ultimo pranzo in compagnia della sagoma impagliata di Hitler.


Udienza del pomeriggio

Presidente Lawrence : Accusato Hermann Göring, in relazione a tutte e quattro le imputazioni contenute nell’atto d’accusa, di cui siete stato riconosciuto non solo colpevole ma IL colpevole, in quanto più innocente soltanto di Hitler, il tribunale militare internazionale, che modestamente ho l’onore di presiedere, vi condanna alla pena di morte mediante impiccagione.
Göring : Se non vi dispiace, faccio istanza per essere fucilato.
Lawrence : Per lei ci vorrebbero troppi proiettili.
Göring : Scheisse.


Giudice Biddle : Hess, colpevole per i capi d’accusa 1 e 2, ergastolo.
Hess : Nein!


Giudice Nikicenko : Von Ribbentrop, colpevole per tutti i capi d’accusa, e per aver tradito il compagno Molotov, impiccagione.
Von Ribbentrop : In che senso?
Nikicenko : Nel senso del collo.


Giudice de Vabres : Keitel, colpevole per tutti i capi d’accusa, impiccagione.
Keitel : Chiedo di essere fucilato come un soldato.
De Vabres : No, la vedo meglio con un cappio.


Lawrence : Kaltenbrunner, colpevole per i capi d’accusa 3 e 4, impiccagione.
Kaltenbrunner : Non sono io!


Biddle : Rosenberg, colpevole per tutti i capi d’accusa, impiccagione.
Rosenberg : Le contesto il termine impiccagione, in quanto la parola tedesca “aufhängen” significa appendere.
Biddle : Allora la condanniamo all’appensione.


Nikicenko : Frank, colpevole per i capi d’accusa 3 e 4, impiccagione.
Frank : Grazie.


Frick.
De Vabres : Frick, colpevole per i capi d’accusa 2, 3 e 4, impiccagione.
Frick : Mi scusi, signor giudice, ma non me la sento proprio.
De Vabres : Vedrà che se la sentirà invece. La corda.


Lawrence : Streicher, colpevole per il capo d’accusa 4, impiccagione.
Streicher : Per un solo capo d’accusa mi tiri il collo, sporco giudeo inglese figlio di un cane che non sei altro?


Biddle : Funk, colpevole per i capi d’accusa 2, 3 e 4, ergastolo.
Funk : Nego di aver commesso crimini contro l’umanità.
Biddle : Ormai è troppo tardi.
Funk : Anche per negare che quella volta alla gara di dj avevo barato?
Biddle : Raus!


Nikicenko : Doenitz, colpevole per i capi d’accusa 3 e 4, 10 anni di reclusione.
Doenitz : Per aver silurato un paio di navi mercantili?
Nikicenko : Facciamo 20?
Doenitz : Come non detto.


De Vabres : Raeder, colpevole per i capi d’accusa 1, 2 e 3, ergastolo.
Avv. Siemens : Il mio cliente impugna la sentenza e fa ricorso in appello.
De Vabres : Non c’è nessun appello, si allontani subito dalla sbarra, avvocato.
Raeder : Chiedo di essere fucilato.
De Vabres : Signor Raeder, forse non ha capito, non è stato condannato a morte ma a vita.
Raeder : Comunque io chiedo di essere fucilato. Preferisco essere fucilato che finire in mano ai russi.
De Vabres : Va be’, vedremo cosa si può fare.


Lawrence : Von Schirach, colpevole per il capo d’accusa numero 4, 20 anni di reclusione.
Von Schirach : Ci si vede tra vent’anni a Londra, allora.
Lawrence : Mi auguro di essere già morto.


Biddle : Sauckel, colpevole per i capi d’accusa 3 e 4, impiccagione.
Sauckel : Mh…


Alfred "Jodel" Jodl.
Nikicenko : Jodl, colpevole per i capi d’accusa 1, 2, 3 e 4, impiccagione.
Jodl : Come il mio collega, generale Wilhelm Keitel, chiedo di essere fucilato come un soldato.
Nikicenko : E lei, esattamente come il suo collega, verrà impiccato.


De Vabres : Seyss-Inquart, colpevole dei capi d’accusa 2, 3 e 4, impiccagione.
Seyss-Inquart : Grazie per averne tenuto conto.


Lawrence : Speer, colpevole dei capi d’accusa 3 e 4, 20 anni.
Speer : Come vent’anni? Mi avevate detto che ero il più simpatico.
Lawrence : Il più simpatico, non il più innocente.
Speer : E se vi raccontassi qualche barzelletta?
Lawrence : Credo che il pubblico ministero potrebbe appellarsi e chiedere l’iniezione letale.


Biddle : Von Neurath, colpevole per tutti i capi d’accusa, 15 anni di prigione.
Von Neurath : Quando c’era il Kaiser…
Avv. Freiherr : Ma se è colpevole per tutti i capi d’accusa, perché solo quindici anni?
Biddle : Avvocato, il suo lavoro – pessimo – è finito un mese fa.


Nikicenko : Bormann, colpevole per i capi d’accusa 3 e 4, impiccagione.

...

Nikicenko : Ha sentito, Bormann?
Cancelliere : Vostro onore, Bormann è ancora contumace.
Nikicenko : Be’, allora chiunque incontri Bormann per strada glielo dica e poi lo impicchi a un albero.

Le esecuzioni

Gott mit uns! La Chiesa benedice i martiri nazisti.

La notte tra il 15 e il 16 novembre 1946, verso le undici e mezza, Göring mandò giù una pasticca di cianuro per dormire e non si svegliò più. Tutti gli altri invece, uno per volta vennero diligentemente impiccati, staccati poi dalla forca e chiusi in una camera a gas delle vicinanze, gli fu poi sparato un colpo alla nuca, strappati i denti d’oro, furono quindi sterilizzati, sottoposti ad alcuni esperimenti di resistenza al congelamento e a pseudoscientifici test sui gemelli da un eugenetista americano di fama mondiale, con la pelle di alcuni di loro si confezionarono delle tute da motociclista e con le ossa di altri si fecero delle scacchiere, quindi vennero chiusi nelle bare, bruciati in un forno crematorio lì vicino e le ceneri versate nei posacenere del bar della sinagoga di Alessandria, perché più nessun tedesco le andasse a cercare.

Il boia, sergente John Woods (già attore affermato di Hollywood) si vantò di aver fatto un ottimo lavoro:

« Dieci uomini in centotre minuti, non è un lavoro da tutti! »

Per la cronaca, Woods fece un lavoro ancora migliore quando, quattro anni dopo, morì carbonizzato provando una sedia elettrica.

I sopravvissuti scommettono su chi schiatterà prima.

Dopo nove mesi i condannati ancora vivi vennero trasferiti dal carcere del tribunale di Norimberga al carcere dello zoo di Berlino, Spandau, sorvegliati a turno dalle quattro potenze, soprattutto dai russi, che ci tenevano particolarmente.

  • Von Neurath, malato e stordito, uscì nel 1954 giusto per morire due anni dopo, mentre raccontava la sua vita al nipotino, Otto Guglielmo II.
  • Raeder, ormai del tutto arteriosclerotico, venne graziato pure lui nel 1954, scrisse le sue memorie (zeppe di ripetizioni) e morì infine nel 1960.
  • Doenitz si fece tutti i dieci anni, poi tornò in marina ma venne ben presto silurato, così aprì un ristorante in un sottomarino, “Der alte U-boot”, e morì affogato nel 1980, quando l’U-boot venne speronato senza preavviso da un canotto.
  • Funk fu graziato nel 1957 e morì tre anni dopo per overdose di ecstasy e gas nervino.
  • Von Schirach si fece vent’anni, poi divenne sindaco di Parigi e presidente della Francia. Morì nel 1974.
  • Speer si fece vent’anni pure lui, quindi progettò lo Stadio delle Alpi e morì nel 1984.
  • Von Papen fu dichiarato persona non gradita da Dio nel 1969.
  • Schacht tentò di rifondare il partito nazista ma fu linciato da alcuni naziskin nel 1970.
  • Fritzsche è morto.
  • Hess, rimasto il solo nazista recluso a Spandau già nel 1966, seguitò a vivere ciabattando in corridoio, parlando da solo in giardino e gridando “Nein! Nein! Nein!” come un pazzo, finché, dopo 46 anni di galera, nel 1987 non morì, probabilmente avvelenato dai russi per non dover più mobilitare ogni volta una divisione dell’Armata Rossa per sorvegliarlo. Aveva solo novantatre anni.
  • Bormann invece restò a piede libero per il resto della sua vita, finché il mandato di cattura non lo raggiunse in una fazenda del sud America, uccidendolo nel 2002. Forse.

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Questa è una voce in latrina, sgamata come una delle voci meno pallose evacuate dalla comunità.
È stata punita come tale il giorno 16 ottobre 2016 con 83.3% di voti (su 6).
Naturalmente sono ben accetti insulti e vandalismi che peggiorino ulteriormente il non-lavoro svolto.

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