Aldo Moro: differenze tra le versioni

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Eletto nelle file della [[Democrazia Cristiana]], partecipa attivamente ai lavori dell'Assemblea; venendo spesso alle mani per le sue nette [[Antifascismo|posizioni antifasciste]] con alcuni deputati del [[Movimento Sociale Italiano|MSI]] e annoiando tutti i restanti membri dell'Assemblea con i suoi monologhi interminabili e soporiferi.
Eletto nelle file della [[Democrazia Cristiana]], partecipa attivamente ai lavori dell'Assemblea; venendo spesso alle mani per le sue nette [[Antifascismo|posizioni antifasciste]] con alcuni deputati del [[Movimento Sociale Italiano|MSI]] e annoiando tutti i restanti membri dell'Assemblea con i suoi monologhi interminabili e soporiferi.
=== L'impegno istituzionale ===
=== L'impegno istituzionale ===
Durante i primi [[Governo|governi]] presieduti da De Gasperi e nei successivi esecutivi a [[Era Democristiana|guida democristiana]], Aldo Moro ricopre incarichi istituzionali di primaria importanza, come responsabile della contabilità degli anni di [[Giulio Andreotti]] (che sotto il primo governo [[Amintore Fanfani|Fanfani]] avrebbe festeggiato il primo centenario della sua nascita), garante dell'integrità morale di [[Oscar Luigi Scalfaro]] e [[Fascismo|Ministro della Cultura Popolare]] sotto il governo [[Fernando Tambroni|Tambroni]].
Durante i primi [[Governo|governi]] presieduti da De Gasperi e nei successivi esecutivi a [[Era Democristiana|guida democristiana]], Aldo Moro ricopre incarichi istituzionali di primaria importanza, come responsabile della contabilità degli anni di [[Giulio Andreotti]] (che sotto il primo governo [[Amintore Fanfani|Fanfani]] avrebbe festeggiato il centesimo anniversario della sua nascita), garante dell'integrità morale di [[Oscar Luigi Scalfaro]] e [[Fascismo|Ministro della Cultura Popolare]] sotto il governo [[Fernando Tambroni|Tambroni]].


Già nel [[1948]], mentre l'[[Italia]] si accingeva ad aderire al [[Piano Marshall]] e al [[Patto Atlantico]] e suggellava lo storico patto di non-aggressione con la [[Groenlandia]], Moro, in contrasto con le scelte di De Gasperi, ipotizza un ingresso della [[sinistra]] nella maggioranza, strizzando l'occhio a [[Palmiro Togliatti]]: in realtà diversi decenni più tardi si sarebbe scoperto come tale gesto rappresentasse il segnale per dare ad alcuni studenti di [[destra]] (assoldati dalla DC) l'ok a sparare all'allora leader [[comunista]], come infatti avvenne il [[14 luglio]] dello stesso anno.
Già nel [[1948]], mentre l'[[Italia]] si accingeva ad aderire al [[Piano Marshall]] e al [[Patto Atlantico]] e suggellava lo storico patto di non-aggressione con la [[Groenlandia]], Moro, in contrasto con le scelte di De Gasperi, ipotizza un ingresso della [[sinistra]] nella maggioranza, strizzando l'occhio a [[Palmiro Togliatti]]: in realtà diversi decenni più tardi si sarebbe scoperto come tale gesto rappresentasse il segnale per dare l'ok ad alcuni studenti di [[destra]] (assoldati dalla DC) a sparare all'allora leader [[comunista]], come infatti avvenne il [[14 luglio]] dello stesso anno.
=== Gli anni di piombo ===
=== Gli anni di piombo ===
Il [[28 settembre]] [[1973]] Aldo Moro, mentre si recava in auto ad un Congresso della DC, giunto all'incrocio prima della sede del partito; anziché proseguire dritto decise di compiere una storica svolta a [[sinistra]]; rinunciando alla riunione per accettare l'invito di [[Enrico Berlinguer]] di sorseggiare della [[birra]] e fumare un sigaro cubano insieme alla [[Festa dell'Unità]] che si teneva lì vicino.<br/>
Il [[28 settembre]] [[1973]] Aldo Moro, mentre si recava in auto ad un Congresso della DC, giunto all'incrocio prima della sede del partito; anziché proseguire dritto decise di compiere una storica svolta a [[sinistra]]; rinunciando alla riunione per accettare l'invito di [[Enrico Berlinguer]] di sorseggiare della [[birra]] e fumare un sigaro cubano insieme alla [[Festa dell'Unità]] che si teneva lì vicino.<br/>

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I due volti del grande statista Aldo Moro: moderato e convinto democristiano, ma sempre aperto al dialogo con la sinistra.
« Si tratta senza ombra di dubbio di un rapimento ad opera degli alieni comunisti... »
(Roberto Giacobbo espone la sua tesi sul sequestro di Moro)

Biografia

La gioventù

Abbandonato alla nascita, fu cresciuto nel convento di don Luigi Sturzo; il quale riuscì a sottrarlo da un tentantivo di rapimento da parte di alcuni zingari mandati da Stalin.

Laureatosi in Giurisprudenza con una tesina sui brogli elettorali, dalla quale Alcide De Gasperi trarrà spunto per varare la famosa "legge truffa" del 1953, si avvicina giovanissimo alla politica, iniziando una dura gavetta come portaborse dello stesso De Gasperi che in poco tempo lo avrebbe portato a candidarsi alle elezioni l'Assemblea Costituente.
Eletto nelle file della Democrazia Cristiana, partecipa attivamente ai lavori dell'Assemblea; venendo spesso alle mani per le sue nette posizioni antifasciste con alcuni deputati del MSI e annoiando tutti i restanti membri dell'Assemblea con i suoi monologhi interminabili e soporiferi.

L'impegno istituzionale

Durante i primi governi presieduti da De Gasperi e nei successivi esecutivi a guida democristiana, Aldo Moro ricopre incarichi istituzionali di primaria importanza, come responsabile della contabilità degli anni di Giulio Andreotti (che sotto il primo governo Fanfani avrebbe festeggiato il centesimo anniversario della sua nascita), garante dell'integrità morale di Oscar Luigi Scalfaro e Ministro della Cultura Popolare sotto il governo Tambroni.

Già nel 1948, mentre l'Italia si accingeva ad aderire al Piano Marshall e al Patto Atlantico e suggellava lo storico patto di non-aggressione con la Groenlandia, Moro, in contrasto con le scelte di De Gasperi, ipotizza un ingresso della sinistra nella maggioranza, strizzando l'occhio a Palmiro Togliatti: in realtà diversi decenni più tardi si sarebbe scoperto come tale gesto rappresentasse il segnale per dare l'ok ad alcuni studenti di destra (assoldati dalla DC) a sparare all'allora leader comunista, come infatti avvenne il 14 luglio dello stesso anno.

Gli anni di piombo

Il 28 settembre 1973 Aldo Moro, mentre si recava in auto ad un Congresso della DC, giunto all'incrocio prima della sede del partito; anziché proseguire dritto decise di compiere una storica svolta a sinistra; rinunciando alla riunione per accettare l'invito di Enrico Berlinguer di sorseggiare della birra e fumare un sigaro cubano insieme alla Festa dell'Unità che si teneva lì vicino.
Al quinto boccale di birra il leader democristiano e il segretario comunista si accordarono per un patto tra i rispettivi partiti che avrebbe assunto il nome di "compromesso storico"; così chiamato perché destinato a compromettere gravemente la credibilità di Aldo Moro presso i suoi colleghi di partito e gli alleati del PSI, entrambi contrari all'alleanza con i comunisti, etichettati come "mafiosi" da Andreotti, "corrotti" dal socialista Bettino Craxi e "mangia-bambini" dalla giornalista Bianca Berlinguer, figlia di Enrico nonché unica tra gli eredi dei leader del PCI a salvarsi dalle smanie cannibalesche e infanticide del padre.

Malgrado la diffidenza esternata da diversi membri delle due parti politiche coinvolte, l'idea del "compromesso storico" fu accolta dalla popolazione con un entusiasmo inatteso e talvolta persino esagerato, con manifestazioni di giubilo in ogni parte d'Italia e spettacoli pirotecnici offerti per l'intrattenimento dei passanti in piazza della Loggia a Brescia o dei passeggeri del treno Italicus.

Curiosità

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  • A discapito del cognome, Aldo Moro era di capigliatura bionda ma, poiché all'epoca le foto erano scattate tutte in bianco e nero, nessuno si accorse mai della differenza.
  • Pur essendo un politico pulito, aveva l'usanza di non cambiarsi mai gli abiti; abitudine che accentuò nelle ultime settimane della sua vita.
  • Alcuni negazionisti dell'attentato a Moro sostengono che dietro il suo rapimento non vi sia la mano delle BR, ma bensì dei bravi di don Rodrigo.