Palmiro Togliatti

Da Condiclodepia, l'onciclepadia disclesica.
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« Giuseppe Stalin è un gigante del pensiero, è un gigante dell'azione. Col suo nome verrà chiamato un secolo intero. »
(Palmiro Togliatti nel 1953.)
« Stalin era un coglione! »
(Togliatti a babbo morto.)
« Quanti crimini ha commesso o coperto Togliatti negli anni '30 e '40? Eppure è considerato parte della nostra storia. »
(Fabrizio Cicchitto a Senti chi parla.)
«  Non credevo che avrei tanto sofferto, di non ritrovarti, di non sapere quando ti ritroverò, di non avere nulla di te, di non sapere quando l’avrò. »
(Palmiro Togliatti a Nilde Iotti, o al comunismo.)
« Perchè... è ora di... Basta! Si siamo stufati che... l'aria è inclinata! E abbiamo adesso.. c'è anche il buco dell'azoto!... e piccioni... ci scagazzano sulle macchine! Noi... diciamo NO! Basta che... Il stato deve farsi carico! »
(Palmiro Cangini)
Anche Togliatti ragazzo inseguiva le mode passeggere.

Palmiro Natasho Luiso Togliatti (Festa de L'Unità, 26 Marzo 1893 - Pianeta Soviet, 21 Agosto 1964), detto il più migliore, conosciuto anche con lo pseudonimo di Paolo Paoli o Maciste Macisti, fu uno dei padri fondatori del P.C.I. e uno dei padri fondatori della Costituzione Italiana, ma con madri diverse. Fu indicato da Lev Trotsky come segretario del Comintern. In seguito fu indicato da Stalin per guidare il Cominform, finché Togliatti rispose:

« Ma si può sapere che cazzo avete da indicare? Maleducati! »
(Togliatti)

Togliatti fu uno dei pochi tra i suoi compagni a non morire ammazzato ad opera di fascisti, nazisti, alleati o comunisti di sorta. Fu uno dei cardini che ressero le porte del comunismo, nelle quali gli italiani non vollero entrare. Sostenne dapprima idee marxiste, leniniste, poi trotzkiste, infine staliniste, anche se sotto, sotto si sentiva piuttosto togliattista.

Qualcuno sostiene che il suo passato sia torbido, probabilmente non non pelò bene i pomodori. In momenti particolari della storia recente sono spuntati strani documenti... ambigui documenti, ad esempio nel 1996, in piena campagna elettorale, mentre Nilde Iotti era candidata a presidente della Repubblica, comparve una lettera scritta da Togliatti e corretta dallo "storico" Franco Andreucci. Secondo la versione rivisitata di quest'ultimo, Togliatti fece trucidare 500 soldati italiani colpevoli solo di aver cercato di invadere la Russia in calzamaglia e infradito, armati di fucili ad acqua che era pure congelata appena giunti in Siberia. La notizia fu smentita pochi giorni dopo, dopo che la Iotti aveva perso le elezioni. Andreucci fu radiato dall'albo delle figurine coi giornalisti. E come dimenticare il tamponamento a catena nel '98 in via Togliatti a Forlì che coinvolse ben nove autovetture? E il suicidio del sedicenne in piazza Togliatti a Scandicci? E infine il licenziamento di 25 operai metalmeccanici nello stabilimento Fiat di Togliatti sul Volga. Chi era veramente Togliatti? A che ora beveva il caffellatte Togliatti? È vero che lui e Nilde erano cinture nere di Kamasutra? Quante paia di calzini possedeva Togliatti? E di che colore? Perché nessuno parla?

La nascita

Per capire a fondo questo personaggio bisogna partire da molto, molto lontano. Successe un giorno che nell'utero della signora Teresa si formò un ovulo tutto rosso e paffutello. Molto lontano da li, nelle gonadi del signor Antonio Togliatti si stava scatenando una vera e propria rivoluzione. Il leader che guidava i rivoltosi, stanco di vedere i suoi fratelli morire invano, decise di combattere per una natura con leggi più giuste e la liberazione dalla dittatura della chimica. Aveva convinto le cellule di Sertoli a non inviare messaggi ormonali agli spermini cosicché erano diventati miliardi.

« Quando sarà il momento compagni, tutti! TUTTI NOI! Assieme, UNITI! Marceremo verso le trombe di Falloppio, e TUTTI NOI! Assieme, UNITI! Feconderemo l'ovulo. Ognuno di noi ha diritto a una degna mitosi! »
(Spermino Togliatti durante l'ultimo comizio.)

Nessuno si aspettava però quello che successe dopo. Nessuno di loro era mai andato oltre l'uretra e nessuno conosceva le terribili minacce dell'ovario. Quando fu il momento si sentì un boato. In fondo al tunnel non si vedeva una luce, quando c'era molta luce era una sega, quando era fioca era probabilmente un goldone.. In fondo quella volta era tutto buio. Gli spermini marciarono compatti e veloci ma appena entrati nelle tube di Falloppio furono attaccati dagli anticorpi, era una trappola. Morirono a migliaia solo nel primo tratto, Spermino cercò di salvarne qualcuno ma erano troppi. I più anziani, stremati, si accasciarono sulle pareti uterine. " Vai avanti tu, che hai il flagello più lungo!" gli urlò qualcuno. Spermino Togliatti raggiunse l'ovulo assieme ai pochi compagni rimasti. Fu il primo a perforare i primi strati e ad entrare, ma una volta che fu entrato si alzarono dense nubi e la corteccia divenne impenetrabile. I suoi compagni rimasero fuori.

Togliattino passò nove mesi a rimuginare sull'accaduto...

...poi nacque.

La gioventù

Appena nato mamma lo chiamato Palmiro. Non pianse. Era un bambino forte. Compiuto un anno scoprì che era l'ultimo di tre fratelli e i genitori gli avevano riservato la carriera ecclesiastica. Nemmeno allora pianse. Era molto determinato. A sei anni decise di essere comunista. I genitori piansero. Non avevano la tempra di Palmiro.

All'età di due anni Palmiro era già sindacalista nella scuola materna e si batteva per avere minestrine meno rivoltanti e maestrine idem. Grazie alle sue indubbie doti nella scultura col Das col quale modellava bustini di Lenin, passò direttamente dall'asilo nido alla scuola materna. Alle elementari era il primo dell'istituto seguito da sua sorella che in classe aveva sempre la mano alzata, almeno fino a quando non le tolsero il gesso. Poiché in famiglia mancava un aggancio con Chiesa S.p.a. i genitori volevano farlo prete, ma Palmiro riuscì a divincolarsi prima di finire con le palle sul tronco. Fu così che Togliatti decise di non prendere i voti e si diplomò da maestro. Lui e sua sorella erano così secchioni che non dovettero nemmeno fare l'esame di maturità perché nessun esaminatore se la sentì di ascoltarli per ore senza avere per alto la possibilità o la capacità di controbattere o intervenire. Proseguirono la loro brillante carriera scolastica che culminò con la vittoria del secondo posto di Palmiro ad un concorso per una borsa di studio e un beauty-case per la sorella che arrivò undicesima. Nella Top-Ten si classificò nono un ragazzo, Antonio Gramsci, grande talento penalizzato da ventinove mesi di assenza per indisposizione.

- Gramsci: “Complimenti per il risultato, a proposito come ti chiami?”
- Togliatti: Palmiro
- Gramsci: “Pal..? Aaaaaahahahaha... cof... ugh! ... Aagggh...”
- Togliatti: “Così impari!”

Dopo che Togliatti salvò Gramsci da morte certa per soffocamento da cewing-gum tramite manovra di Heimlich che Palmiro si impegnava a ripetere ogni mattina perché non si sa mai..., i due divennero grandi amici. I due compagnoni, nerds ante litteram nel profondo dell'animo, invece di andare a figa alla sera si flagellavano i maroni con gli scritti di Benedetto Croce, che non ostante non fosse comunista e nemmeno di sinistra ne ispirò inspiegabilmente a milioni, e tomi di altri intellettuali impegnati a cercare rimedi alla umana debolezza o soluzioni definitive per il destino del mondo rinchiusi in uno sgabuzzino. Se ci fù qualcosa che modificò profondamente il pensiero di Togliatti fu proprio l'influenza di Gramsci, che lo costringeva ogni pomeriggio al suo capezzale per affettarsi i maroni a julienne con le pagine del Labriola, un tipo col barbone, la sciarpa rossa e una falce e martello tatuata sull'ugola.

Togliatti, iscrittosi alla facoltà di lettere e filosofia, scampò per un pelo il fronte durante la guerra riformato per forte miopia.

- Oculista: “Ok, ora legga la prima lettera del cartello su quella parete.”
- Togliatti: “Scusate sorelle, quale parete?”
Togliatti quando si tagliò i baffi.

Purtroppo, in seguito a causa della piega che stava prendendo la guerra considerato che la maggior parte dei soldati erano già maturi per la compostiera, furono riviste le regole. L'obbligo di leva fu esteso anche a ciechi, nani, squilibrati, donne, bambini e Emanuele Filiberto. Tutti tranne Gramsci che ne aveva oggettivamente troppe.

La carriera politica

Il look poteva funzionare, ma la musica non aveva mordente e i testi erano pallosi.

Verso il 1919 Togliatti, già cronista dell'Avanti!, si iscrisse al partito socialista che a quel tempo, ricordiamo, era di sinistra. Fu l'onda della rivoluzione russa e la consistenza del movimento operaio torinese che portarono Togliatti e compagni a creare un nuovo stile: occhiali da vista rotondi anche con undici decimi, completo giacca e cravatta, pettinatura a "fungo atomico" e tendenze rivoluzionarie.

Fu proprio di alcuni membri della gang, tra i quali anche Togliatti, l'idea di fondare il giornale Ordine Nuovo con l'intento di portare avanti idee più estreme sulla rivoluzione italiana e sul modo di portare il farfallino.

Arrivano i fasci!

Il 23 fu fondato ufficialmente il Partito Comunista d'Italia da una minoranza del partito Socialista, grazie ai crescenti consensi del sempre più numeroso movimento operaio Torinese. Già da tempo le squadracce fasciste si aggiravano per la città picchiando i comunisti nell'indifferenza delle forze dell'ordine impegnate a picchiare gli operai, sopratutto quelli comunisti.

Schifato dall'arroganza fascista Togliatti si stabilì a Roma per dirigere un nuovo quotidiano, Il Comunista, nome scelto per non dare troppo nell'occhio. Infatti il 28 ottobre 1922 i fascisti, forse interpretando male il suo gesto, organizzarono la marcia su Roma e mandarono una squadra con alcuni gognometri a picchiare il povero Palmiro che riuscì fortunosamente a sfuggire al pestaggio nascondendosi nel portaombrelli. Tutto questo nell'indifferenza delle forze dell'ordine impegnate a sequestrare la sede del giornale L'Ordine Nuovo. Fortunatamente quel giorno il direttore Gramsci era indisposto. Togliatti, schifato dalla violenza dei fascisti e dall'indifferenza delle forze dell'ordine, tornò a Torino, ma in Dicembre una centuria fascista devastò la sede de L'Ordine Nuovo uccidendo 22 persone e una coppia di inseparabili. Fortunatamente Gramsci, proprio quel giorno, era stato ricoverato a Mosca per una grave polmonite, ma fu un duro colpo, gli inseparabili erano suoi..

In quel periodo Togliatti si distaccò dalla politica per un lungo periodo, nessuno sa perchè... mah... forse aveva deciso di fare l'astronauta... chi può dirlo?

Ritornò in seguito con alcuni scherzi telefonici al Duce sotto lo pseudonimo di Ercole Ercoli camuffando la voce con uno spiccato accento Equadoregno:

« Pronto... ma chi parla? È lei Togliatti? »
(Mussolini risponde al telefono)

La lettera di Gramsci

Durante quei giorni ci furono migliaia di arresti illegali e, non di rado, qualcuno tornava a casa con la scritta Vaporella tatuata sulla schiena o andava ad aerografare il gabinetto in tinta ricino. Intanto a Mosca una disputa divideva il Partito tra seguaci di Trotski e Stalin sulle nuove misure adottate da Stalin riguardanti il pizzetto di Trotski che venne riclassificato non regolamentare. Gramsci, in disaccordo con le frange Staliniste, e fondamentalmente senza pizzetto, spedì una lettera a Togliatti, una "V" con l'intento di farla visionare al Comitato Centrale di Mosca. Togliatti, forse travisando i suoi intenti o più probabilmente temendo una dolce Euchessina di Stalin, invece di mostrarla deciise di ingoiarla. Gramsci era davvero incazzatissmo, ma ironia della sorte, fu costretto a sospendere la diatriba quando finì in carcere fino al 1937, appena uscito di galera, nella quale aveva completato la collezione di tutte le malattie, morì per un'emorralgia cerebrale.

Nel 1934 Togliatti, dopo la cacciata dal partito socialista, decise di stabilirsi definitivamente a Mosca poiché in quello stesso anno girava voce che stesse per nascere proprio a Milano Bettino Craxi.

La fine della guerra, ovvero: l'inizio di un'altra guerra

Togliatti tornò in Italia nel 1943, dopo lo sbarco degli alleati, e si unì a Badoglio, deciso a togliere dai coglioni quel nano del re, anche se i nani, si sa, non finiscono mai. Nel 1947 fece parte dell'assemblea costituente scrivendo alcuni importanti articoli e almeno due avverbi. Nel '48 Togliatti, all'uscita da Montecitorio, ricevette alcuni proiettili nella schiena da un tale al quale aveva rubato il parcheggio. Durante la sua permanenza in ospedale scoppiarono tumulti in tutta la penisola e si rischiò la guerra civile a causa dei manifestanti che ostinatamente si facevano ammazzare dalla polizia non ostante il prode Mario Scelba avesse vietato loro di manifestare. Cosa poteva fermare, dunque, una guerra civile in Italia? Le parole di Togliatti dall'ospedale? Gino Bartali che vinceva il Tour de France? La Arcuri che la dava gratis ai manifestanti?. Bastarono purtroppo, solo i primi due e tutto tornò alla normalità.

Dopodichè Togliatti decise di dedicarsi assiduamente a perdere le elezioni.

C'è altro da dire? Ah, giusto! L'amor(t)e!

Togliatti era sposato con Rita che diede alla luce suo figlio Aldo, tale e quale al padre, aveva pure gli stessi occhiali. Aldo nacque mentre il padre era in carcere accusato di complottismo e cospirazione e trascorse gran parte della giovinezza in Russia. Alla fine della guerra la famiglia tornò in Italia, ma poco dopoavvenne un fatto che cambiò tutto: Togliatti ascoltò ad un comizio una giovane e infervorata compagna di nome Nilde. La ragazza era sveglia e fiera e i suoi discorsi freschi ed entusiasti, Togliatti ne fu travolto, poiché quelle parole gli ricordavano la sua gioventù. Togliatti, incantato dalla sua raffinata ma decisa oratoria, confidò sottovoce a un amico:

« Però! Bella passerina! »
(Palmiro Togliatti)

Si incontrarono la prima volta in ascensore, tuttavia non ci è dato sapere se scendeva o saliva. In ogni caso la saliva in qualche modo centrò. Fu amore, ma un amore difficile, nonostante lui fosse sposato, nonostante avesse un figlio, nonostante il divario di età, nonostante tutto ciò facesse vomitare bile a preti, bigotti e giornalisti, non ci furono cazzi, quello che doveva succedere successe. Dopo il divorzio il figlio di Togliatti, vissuto all'ombra di un tale titano, non resse la separazione. Passò dalla malinconia alla tristezza, dalla tristezza alla depressione, dalla depressione alla ossessione, dall'ossessione alla paranoia, dalla paranoia, alla schizofrenia, tutto nel giro di dieci minuti. Poi morì.

Nilde rimase l'unico conforto di Togliatti, fino a una breve vacanza in Russia (viva la fantasia!) durante la quale decise di morire, e morì di emorralgia cerebrale proprio come il suo compagno Gramsci. Ai funerali parteciparono 8 miliardi di persone ivi compresi quattro incrociatori stellari di alieni comunisti e il suo delfino Enrico Berlinguer Anche quest'ultimo più avanti, per solidarietà, morirà di emorragia cerebrale durante un comizio.

« L'ho sempre sostenuto con forza: "A pensare troppo va a finire che ti sanguina il cervello! Per questo io e i miei colleghi siamo immortali! »
(Piero Fassino nel trattato Storia degli Antichi Comunisti a fumetti.)
Guttuso tentò di immortalare i funerali, ma si stancò appena steso il rosso.

Voci correlate

Voci non correlate