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Pellegrino Artusi morì a novantuno anni, dopo aver ingurgitato una dose eccessiva di pasticcio di maccheroni che gli provocò un arresto cardiaco immediato. Nonostante un medico presente sul posto abbia provato a defibrillarlo con due ferri da stiro, il destino si compì, ineluttabile. {{Quote|Almeno è cotto a puntino!}} Pare sia stato questo il commento "a caldo" del medico, osservando il torace dell'Artusi, ustionato nel vano tentativo di mantenerlo in vita.
Pellegrino Artusi morì a novantuno anni, dopo aver ingurgitato una dose eccessiva di pasticcio di maccheroni che gli provocò un arresto cardiaco immediato. Nonostante un medico presente sul posto abbia provato a defibrillarlo con due ferri da stiro, il destino si compì, ineluttabile. {{Quote|Almeno è cotto a puntino!}} Pare sia stato questo il commento "a caldo" del medico, osservando il torace dell'Artusi, ustionato nel vano tentativo di mantenerlo in vita.


== Le opere ==
== Le opere ==

{{Vedianche|La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene}}

Tanto lunga fu la vita terrena di Pellegrino Artusi, quanto striminzita fu la sua produzione letteraria. Possiamo tranquillamente affermare che, sotto questo aspetto, egli non si sia certo ammazzato di lavoro. Solo tre sono le opere scritte nella sua lunga vita:

*''Vita di [[Ugo Foscolo|U. Foscolo]]''
*''Osservazioni in appendice a trenta lettere di G. Giusti''
*''La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene''

Se le prime due sono delle ignobili ed errate scopiazzature di appunti di qualche suo collega universitario, e per questo [[ban|dimenticate]] il giorno dopo la loro prima ed ultima pubblicazione, la terza è senza dubbio un'opera che vale la pena leggere, almeno per stupirsi delle capacità gastriche di questo personaggio.


== Note ==
== Note ==

Versione delle 20:33, 16 gen 2012

Pellegrino Artusi

« Burp! »
(Pellegrino Artusi collauda una nuova ricetta.)
Per quelli che non hanno il senso dell'umorismo, su Wikipedia è presente una voce in proposito. Pellegrino Artusi

Di Pellegrino Artusi (Forlimpopoli, 1820 - Firenze, 1911) si dice sia stato critico letterario, scrittore e gastronomo, sebbene sia vagamente ricordato solo per l'ultima attività citata. Ad onor del vero, egli avrebbe preferito essere ricordato come scrittore e letterato ma, come spesso accade, la vita di ognuno di noi prende talvolta direzioni inaspettate, e del doman non c'è certezza[citazione necessaria].

La vita

Pellegrino Artusi nasce in terra di Romagna quando l'Italia è ancora una pura utopia, quartottavo di dodici figli. Tutti insieme andranno a costitutire per qualche anno la Polisportiva Pro Forlimpopoli, società sportiva che, a metà dell'ottocento, si distinse in discipline come il lancio della vacca, la tombola goriziana, l'alpinismo orizzontale.

Figlio di un ricco droghiere, si trovò fin da piccolo in mezzo a partite di canfora, cocaina, benzoino, noce moscata, canapa indiana, pepe, stramonio, curry e chiodi di garofano. Respirandone gli effluvi sviluppò una forma mentis alquanto curiosa e particolare, efficacemente trasposta nel suo look sbarazzino. Dopo il liceo si trasferì a Bologna, facendo credere ai genitori di frequentare con buoni profitti l'università, mentre in realtà era un habitué dei festini notturni, si esibiva al karaoke nelle piazze, primeggiava nelle gare a chi mangia più pastasciutta. Un giorno il padre si accorse che il giovane Pellegrino aveva falsificato il libretto universitario, e che in pratica non aveva sostenuto alcun esame per ben quindici anni. Fu costretto a tornare a Forlimpopoli, dove il padre lo mandò a lavorare nella drogheria di famiglia. Pochi mesi dopo l'intero paese fu messo a ferro e fuoco dal brigante Stefano Pelloni, detto Il Passatore[1], che compì ripetute rapine in stile Arancia meccanica, con tanto di violenza carnale conclusiva. Neppure la famiglia Artusi scampò al feroce bandito: si dice che anche una sua sorella subì le sue turpi attenzioni, ma il dubbio è che il bandito sia andato oltre, poiché c'è chi afferma che l'Artusi stesso, dopo quell'episodio, abbia sofferto per il resto della sua vita di prolasso rettale.

Dopo questa tragica vicenda, la famiglia Artusi si trasferì al gran completo a Firenze. Qui il Nostro intraprese, con buon successo, l'attività di mediatore finanziario e coltivò le sue passioni: la letteratura e le grandi abbuffate.

Pellegrino Artusi morì a novantuno anni, dopo aver ingurgitato una dose eccessiva di pasticcio di maccheroni che gli provocò un arresto cardiaco immediato. Nonostante un medico presente sul posto abbia provato a defibrillarlo con due ferri da stiro, il destino si compì, ineluttabile.

« Almeno è cotto a puntino! »

Pare sia stato questo il commento "a caldo" del medico, osservando il torace dell'Artusi, ustionato nel vano tentativo di mantenerlo in vita.

Le opere

   La stessa cosa ma di più: La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene.

Tanto lunga fu la vita terrena di Pellegrino Artusi, quanto striminzita fu la sua produzione letteraria. Possiamo tranquillamente affermare che, sotto questo aspetto, egli non si sia certo ammazzato di lavoro. Solo tre sono le opere scritte nella sua lunga vita:

  • Vita di U. Foscolo
  • Osservazioni in appendice a trenta lettere di G. Giusti
  • La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene

Se le prime due sono delle ignobili ed errate scopiazzature di appunti di qualche suo collega universitario, e per questo dimenticate il giorno dopo la loro prima ed ultima pubblicazione, la terza è senza dubbio un'opera che vale la pena leggere, almeno per stupirsi delle capacità gastriche di questo personaggio.

Note

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  1. ^ Perchè torturava le sue vittime con un passaverdura.