Sarcasmo su tela: differenze tra le versioni

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La spinta artistica del sarcasmo su tela si riebbe durante lo sviluppo della cultura greca. Spesso infatti le immense seghe mentali (di cui sono un esempio i [[dialoghi socratici]]) dei filosofi venivano trasformate in pittura da sapienti artisti che nessuno mai, come loro, sarebbe riuscito a cogliere le sfumature idiote e irreali di quelle pregolomenti e voli pindarici. Famosa la produzione di un [[qualcun'altro|anonimo greco]] con la sua serie di quadri "''So di non saper disegnare''" che, come si può immaginare, non venne disegnata per manifesta incapacità dell'artista.
La spinta artistica del sarcasmo su tela si riebbe durante lo sviluppo della cultura greca. Spesso infatti le immense seghe mentali (di cui sono un esempio i [[dialoghi socratici]]) dei filosofi venivano trasformate in pittura da sapienti artisti che nessuno mai, come loro, sarebbe riuscito a cogliere le sfumature idiote e irreali di quelle pregolomenti e voli pindarici. Famosa la produzione di un [[qualcun'altro|anonimo greco]] con la sua serie di quadri "''So di non saper disegnare''" che, come si può immaginare, non venne disegnata per manifesta incapacità dell'artista.


[[File:Gesù_abbracci_gratis.jpg|right|thumb|230px|<center>''[[Margherita Hack]]:''<br>'''Se sei felice e tu lo sai batti le mani'''<br>2005, ''[[Blasfemia]] su tela'']]In [[Impero Romano|epoca romana]] il sarcasmo su tela ebbe, invece, una leggera recessione. I romani fecero, come in tutte le altre art,i "''ci provarono ma non ci riuscirono''", l'arte romana è infatti una spudorata copia di quella greca, ma molto meno interessante e molto più frivola e priva di contenuti. La maggior parte di opere di sarcasmo su tela romane raffiguravano, infatti, i perdenti del [[derby]] con pesante scherno.
[[File:Gesù_abbracci_gratis.jpg|right|thumb|230px|<center>''[[Margherita Hack]]:''<br>'''Se sei felice e tu lo sai batti le mani'''<br>2005, ''[[Blasfemia]] su tela''</center>]]In [[Impero Romano|epoca romana]] il sarcasmo su tela ebbe, invece, una leggera recessione. I romani fecero, come in tutte le altre arti "''ci provarono ma non ci riuscirono''", l'arte romana è infatti una spudorata copia di quella greca ma molto meno interessante e molto più frivola e priva di contenuti. La maggior parte di opere di sarcasmo su tela romane raffiguravano, infatti, i perdenti del [[derby]] con pesante scherno.


Poi si affacciarono nel panorama storico anche i Cristiani e, grazie a loro, nacquero gli [[atei]]: i più grandi autori di sarcasmo su tela di tutti i tempi. In quei tempi, per opera degli atei, nacque il sottogenere del sarcasmo su tela più importante fino ai nostri tempi: '''la [[blasfemia]] su tela'''. Per la prima volta i quadri perdevano il loro originale spirito goliardico per ricevere dalle mani esperte degli atei<ref>Già allora rompicoglioni fint'alternativi</ref> i primi messaggi contro l'ignoranza e l'élite che si stava andando a creare. Si, si può dire che gli atei fossero i [[comunismo|comunisti terzomondisti]] dell'epoca.
Poi si affacciarono nel panorama storico anche i Cristiani e, grazie a loro, nacquero gli [[atei]] i più grandi autori di sarcasmo su tela di tutti i tempi. In quei tempi, per opera degli atei nacque il sottogenere del sarcasmo più tela più importante fino ai nostri tempi: '''la [[blasfemia]] su tela'''. Per la prima volta i quadri perdevano il loro originale spirito goliardico per ricevere dalle mani esperte degli atei<ref>Già allora rompicoglioni fint'alternativi</ref> i primi messaggi contro l'ignoranza e l'élite che si stava andando a creare. Si, si può dire che gli atei fossero i [[comunismo|comunisti terzomondisti]] dell'epoca.


Con l'arrivo del medioevo l'encefalogramma del sarcasmo su tela diventò piatto, qualsiasi opera di questa corrente artistica in quel periodo venne censurata o distrutta. In questo periodo nacquero i "'''finti sarcasmo su tela'''" nati da un errore nel primo lavoro di catalogazione di queste opere. Infatti si credeva [[File:DavidPisello.JPG|left|thumb|250px|Ad occhio non esperto questo può non sembrare del sarcasmo. Provate però ad immaginare cosa può aver pensato David ad opera finita.]]che, per via dei loro nomi ridicoli, [[Cimabue]], il [[Maestro del Bigallo|Maestro del Bigallo e del Brasato]] o [[Coppo di Marcovaldo]] fossero esponenti del genere.
Con l'arrivo del medioevo l'encefalogramma del sarcasmo su tela diventò piatto, qualsiasi opera di questa corrente artistica in quel periodo venne censurata o distrutta. In questo periodo nacquero i "'''finti sarcasmo su tela'''" nati da un errore nel primo lavoro di catalogazione di queste opere. Infatti si credeva [[File:DavidPisello.JPG|left|thumb|250px|Ad occhio non esperto questo può non sembrare del sarcasmo. Provate però ad immaginare cosa può aver pensato David ad opera finita.]]che, per via dei loro nomi ridicoli, [[Cimabue]], il [[Maestro del Bigallo|Maestro del Bigallo e del Brasato]] o [[Coppo di Marcovaldo]] fossero esponenti del genere.


Nel 400 grazie alla [[scuola fiamminga]] ci fu una evoluzione del genere, il sarcasmo su tela passo dalla grezza rappresentazione ad uno stile più sentimentale permeato dallo sfottò degli artisti. Le opere prendevano nuove sfumature grazie alla moda del [[goth|gotico]] che si ripresenterà come un cancro a intervalli regolari per tutta la storia dell'uomo da quel momento in poi. In questo periodo si ebbe il primo vero e proprio crossover tra varie forme d'arte: lo scultore [[Donatello]] grazie alle sue irriverenti e canzonatorie opere, poco conosciute al pubblico per colpa del [[grande complotto internazionale]]<ref>Dal Vangelo di [[Roberto Giacobbo|Roberto]] 66, 6</ref> ispirò buona parte degli artisti di '''sarcasmo su tela''' del periodo. Grandi artisti del periodo furono [[Francesco Squarcione]] al quale, in epoca moderna, [[Lucio Fontana]] dedicherà i suoi ben più famosi e meno talentuosi squarci. [[Antonello da Messina]] che in effetti avrebbe fatto meglio a rimanerci e [[Tiziano]], no, non quello di [[Uomini e Donne]]. A [[Firenze]] avevan molta risonanza invece [[Antonio del Pollaiolo]], famoso pittore di volatili da cortile, uno sconosciutissimo [[Sandro Botticelli|Sandro BottiCHE?!]] e [[Filippino Lippi]], CT della nazionale pittori nel mondiale [[Urbino|Urbino 1456]]. Negli ultimi decenni del 400 ebbero molta risonanza [[Pietro Perugino]], maestro del cioccolatino della concorrenza [[Raffaello]] e [[Michelangelo]], personaggio così di poco conto che la Kinder non gli ha mai dedicato neanche una merendina.<ref>L'autore non avrebbe mai creduto che ci sarebbe stata l'occasione di far umorismo sui prodotti della [[Ferrero]]</ref>
Nel 400 grazie alla [[scuola fiamminga]] ci fu una evoluzione del genere, il sarcasmo su tela passo dalla grezza rappresentazione ad uno stile più sentimentale permeato dallo sfottò degli artisti. Le opere prendevano nuove sfumature grazie alla moda del [[goth|gotico]], che si ripresenterà come cancro a intervalli regolari per tutta la storia dell'uomo da quel momento in poi. In questo periodo si ebbe il primo vero e proprio crossover tra varie forme d'arte: lo scultore [[Donatello]] grazie alle sue irriverenti e canzonatorie opere, poco conosciute al pubblico per colpa del [[grande complotto internazionale]]<ref>Dal Vangelo di [[Roberto Giacobbo|Roberto]] 66, 6</ref> ispirò buona parte degli artisti di '''sarcasmo su tela''' del periodo. Grandi artisti del periodo furono [[Francesco Squarcione]] al quale, in epoca moderna, [[Lucio Fontana]] dedicherà i suoi ben più famosi e meno talentuosi squarci. [[Antonello da Messina]] che in effetti avrebbe fatto meglio a rimanerci e [[Tiziano]], no, non quello di [[Uomini e Donne]]. A [[Firenze]] avevan molta risonanza invece [[Antonio del Pollaiolo]], famoso pittore di volatili da cortile, uno sconosciutissimo [[Sandro Botticelli|Sandro BottiCHE?!]] e [[Filippino Lippi]], CT della nazionale pittori nel mondiale [[Urbino|Urbino 1456]]. Negli ultimi decenni del 400 ebbero molta risonanza [[Pietro Perugino]], maestro del cioccolatino della concorrenza [[Raffaello]] e [[Michelangelo]], personaggio così di poco conto che la Kinder non gli ha mai dedicato neanche una merendina.<ref>L'autore non avrebbe mai creduto che ci sarebbe stata l'occasione di far umorismo sui prodotti della [[Ferrero]]</ref>


Nel cinquecento l'unico artista di '''sarcasmo su tela''' è [[Leonardo Da Vinci]] con le sue famose caricature del vicino di casa e della suocera antipatica. In questo periodo nascono le prime [[accademie]]. Verranno fin da subito riempite di murales dissacratori e allagate dai futuri artisti dell'epoca.
[[File:Caricatura_Leonardo_Da_Vinci.jpg|right|thumb|230px|<center>''[[Leonardo Da Vinci]]''<br>'''Quella simpaticona di mia suocera'''<br>1500, ''Sarcasmo in caricatura''</center>]]Nel cinquecento l'unico artista di '''sarcasmo su tela''' è [[Leonardo Da Vinci]] con le sue famose caricature del vicino di casa e della suocera antipatica. In questo periodo nascono le prime [[accademie]]. Verranno fin da subito riempite di murales dissacratori e allagate dai futuri artisti dell'epoca.


Nel seicento con il filone [[Bologna|bolognese]] il '''sarcasmo su tela''' si incentra sullo sfottò delle panetterie concorrenti con vari dipinti di tortellini andati a male e pagnotte ricoperte di muffa. In questo periodo si ha il [[Barocco]], che non è la patria di un marocchino raffreddato.<ref>Spero che tu, caro lettore, non capisca mai questa battuta</ref>
Nel seicento con il filone [[Bologna|bolognese]] il '''sarcasmo su tela''' si incentra sullo sfottò delle panetterie concorrenti con vari dipinti di tortellini andati a male e pagnotte ricoperte di muffa. In questo periodo si ha il [[Barocco]], che non è la patria di un marocchino raffreddato.<ref>Spero che tu, caro lettore, non capisca mai questa battuta</ref>

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Pierluigi Bersani:
Il destino di un leader per caso,
2009, sarcasmo su tela.
« Sapore fruttato e corposo, piacevole all'olfatto e amabile al gusto. »
(Critico d'arte a caso a proposito di un sarcasmo su tela (ma anche su qualsiasi altro tipo di dipinto))
« Niente come il sarcasmo su tela riesce a raffigurare, nel suo insieme, il culattone raccomandato e la capra fascista »
(Vittorio Sgarbi davanti ad un quadro impressionista)
« Con immane sfrush sfrush (su tela il pennello) appropinquamento dell'artista con altresì BRAVO BRAVO BIS BIS (notizia di letizia) per piacenza dell'opera »
(Filippo Tommaso Marinetti davanti ad un sarcasmo su tela. Logico.)

Il sarcasmo su tela è una particolare tecnica artistica pittorica sviluppatasi nel XXI secolo che consiste nell'imprimere in maniera indelebile del sarcasmo su di un ritratto.

Storia del sarcasmo su tela

Grotte di lambrate centro:
Graffito penoso,
3000 A.C.

Un primo esempio di sarcasmo su tela si ritrova nella preistoria nei graffiti penosi, disegni di enormi falli dipinti sulle pareti dei vicini uomini di Cromagnon, scarsamente dotati, dai Neanderthal. Questa pratica cadde in disuso con la nascita di John Holmes che mise fine sia alla civiltà dei Neanderthal[1] che alla corrente pittorica dei graffiti penosi[2].

Nessun sviluppo di questo tipo di pittura si ebbe nella civiltà egizia dove il Faraone la vietò dopo che vennero pubblicati su Novella III millennio A.C. alcuni dipinti scabrosi raffiguranti lui ed una gallina[3] in atteggiamenti compromettenti.

La spinta artistica del sarcasmo su tela si riebbe durante lo sviluppo della cultura greca. Spesso infatti le immense seghe mentali (di cui sono un esempio i dialoghi socratici) dei filosofi venivano trasformate in pittura da sapienti artisti che nessuno mai, come loro, sarebbe riuscito a cogliere le sfumature idiote e irreali di quelle pregolomenti e voli pindarici. Famosa la produzione di un anonimo greco con la sua serie di quadri "So di non saper disegnare" che, come si può immaginare, non venne disegnata per manifesta incapacità dell'artista.

Margherita Hack:
Se sei felice e tu lo sai batti le mani
2005, Blasfemia su tela

In epoca romana il sarcasmo su tela ebbe, invece, una leggera recessione. I romani fecero, come in tutte le altre arti "ci provarono ma non ci riuscirono", l'arte romana è infatti una spudorata copia di quella greca ma molto meno interessante e molto più frivola e priva di contenuti. La maggior parte di opere di sarcasmo su tela romane raffiguravano, infatti, i perdenti del derby con pesante scherno.

Poi si affacciarono nel panorama storico anche i Cristiani e, grazie a loro, nacquero gli atei i più grandi autori di sarcasmo su tela di tutti i tempi. In quei tempi, per opera degli atei nacque il sottogenere del sarcasmo più tela più importante fino ai nostri tempi: la blasfemia su tela. Per la prima volta i quadri perdevano il loro originale spirito goliardico per ricevere dalle mani esperte degli atei[4] i primi messaggi contro l'ignoranza e l'élite che si stava andando a creare. Si, si può dire che gli atei fossero i comunisti terzomondisti dell'epoca.

Con l'arrivo del medioevo l'encefalogramma del sarcasmo su tela diventò piatto, qualsiasi opera di questa corrente artistica in quel periodo venne censurata o distrutta. In questo periodo nacquero i "finti sarcasmo su tela" nati da un errore nel primo lavoro di catalogazione di queste opere. Infatti si credeva

File:DavidPisello.JPG
Ad occhio non esperto questo può non sembrare del sarcasmo. Provate però ad immaginare cosa può aver pensato David ad opera finita.

che, per via dei loro nomi ridicoli, Cimabue, il Maestro del Bigallo e del Brasato o Coppo di Marcovaldo fossero esponenti del genere.

Nel 400 grazie alla scuola fiamminga ci fu una evoluzione del genere, il sarcasmo su tela passo dalla grezza rappresentazione ad uno stile più sentimentale permeato dallo sfottò degli artisti. Le opere prendevano nuove sfumature grazie alla moda del gotico, che si ripresenterà come cancro a intervalli regolari per tutta la storia dell'uomo da quel momento in poi. In questo periodo si ebbe il primo vero e proprio crossover tra varie forme d'arte: lo scultore Donatello grazie alle sue irriverenti e canzonatorie opere, poco conosciute al pubblico per colpa del grande complotto internazionale[5] ispirò buona parte degli artisti di sarcasmo su tela del periodo. Grandi artisti del periodo furono Francesco Squarcione al quale, in epoca moderna, Lucio Fontana dedicherà i suoi ben più famosi e meno talentuosi squarci. Antonello da Messina che in effetti avrebbe fatto meglio a rimanerci e Tiziano, no, non quello di Uomini e Donne. A Firenze avevan molta risonanza invece Antonio del Pollaiolo, famoso pittore di volatili da cortile, uno sconosciutissimo Sandro BottiCHE?! e Filippino Lippi, CT della nazionale pittori nel mondiale Urbino 1456. Negli ultimi decenni del 400 ebbero molta risonanza Pietro Perugino, maestro del cioccolatino della concorrenza Raffaello e Michelangelo, personaggio così di poco conto che la Kinder non gli ha mai dedicato neanche una merendina.[6]

Leonardo Da Vinci
Quella simpaticona di mia suocera
1500, Sarcasmo in caricatura

Nel cinquecento l'unico artista di sarcasmo su tela è Leonardo Da Vinci con le sue famose caricature del vicino di casa e della suocera antipatica. In questo periodo nascono le prime accademie. Verranno fin da subito riempite di murales dissacratori e allagate dai futuri artisti dell'epoca.

Nel seicento con il filone bolognese il sarcasmo su tela si incentra sullo sfottò delle panetterie concorrenti con vari dipinti di tortellini andati a male e pagnotte ricoperte di muffa. In questo periodo si ha il Barocco, che non è la patria di un marocchino raffreddato.[7]

Nel settecento si hanno dei rigurgiti classicisti. Gli artisti ricominciato a prendere come soggetto delle loro opere le storie antiche e danno molta più importanza al paesaggio. Famoso il dipinto Milano di Novembre del Canaletto di Lambrate che mostra raffigura un'autunnale Milano in un dipinto 293×545 completamente grigio. famosi artisti dell'epoca[citazione necessaria] sono Bellotto e Guardi, che più che pittori sembrano rispettivamente vittima e stupratore Giovanni Paolo Pannini, inventorre dell'albbum di calciattori Pannini.

Note[8]

  1. ^ morti di vergogna
  2. ^ perché la raffigurazione per intero del pene di John Holmes avrebbe riempito completamente le pareti delle caverne dove vivevano
  3. ^ La Faraona! Ahahahaha che ridere. Ahahahahahah, ah, ah, ok, no.
  4. ^ Già allora rompicoglioni fint'alternativi
  5. ^ Dal Vangelo di Roberto 66, 6
  6. ^ L'autore non avrebbe mai creduto che ci sarebbe stata l'occasione di far umorismo sui prodotti della Ferrero
  7. ^ Spero che tu, caro lettore, non capisca mai questa battuta
  8. ^ Do, re, mi, fa, sol, la, si