Porta a Porta: differenze tra le versioni

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Penetra nuovamente il palcoscenico nazionale con la sua presenza inutile e spiacevole, costretto a far tornare il programma al vecchio splendore della conduzione Conti e tornando alll'oramai leggendario nome, garanzia di cattiveria, ''Porta a Porta''.
Penetra nuovamente il palcoscenico nazionale con la sua presenza inutile e spiacevole, costretto a far tornare il programma al vecchio splendore della conduzione Conti e tornando alll'oramai leggendario nome, garanzia di cattiveria, ''Porta a Porta''.


== Ospiti Odiosi ==
La parte centrale del programma sono gli ospiti: odiosi membri della società contemporanea dalla parlantina poco scorrevole con una mentalità che in duecento anni di attività non si è mai aperta. Sguardo sfuggente, sudorazione imbarazzante, si siedono sulle poltroncine bianche in attesa della discussione, leccandosi le mani spugnose in cerca di conforto. Il loro peggior nemi

Versione delle 00:45, 20 lug 2007

« Porta a Porta? Non posso parlare »
(Terrone)
« Il programma di Vespa valorizza la televisione italiana »
(Marzullo)
Celebre manifesto del programma

Porta a Porta è un circolo per vecchi falliti e scarti della società che si riunisce ogni sera dopo le 23.00 per esercitare del buono yodel e raccontarsi storielle erotiche.

Il Programma

Porta a Porta nasce come ramo della Lega Nord nella televisione italiana per combattere l'insonnia che affliggeva gli habituè del postserale, monopolizzando la loro attenzione su argomenti ripugnanti che facevano svenire gli ascoltatori, come il domandarsi come bacia Vladimir Luxuria o una panoramica dello scroto di Cristiano Malgioglio. Condotto inizialmente dal maestro della televisione italiana, Carlo Conti, e da un suo alter ego pallido, registra un record negativo di ascolti, con una percentule di numeri sotto lo zero, battuto però da Sottovoce, programma del nemico Marzullo che consisteva nell'ascoltare la sua voce per ore mentre ansimava.


I capi della R.A.I, non soddisfatti di non aver raggiunto la prima posizione, liquidano Carlo Conti chiudendolo in un solarium assieme al vecchio amico Lupo Lucio, noto ninfomane che nel milanese aveva gettato nell'incubo numerose famiglie cattoliche. Al suo posto, lo splendido Bruno Vespa, celeberrimo giornalista di Qui Svervegia che dopo anni di gavetta e un Premio Pene riesce ad arrivare alla ribalta. È portatore di numerose novità, tra cui va sottolineato il cambio di nome in Porca a Porca. È vetrina ora di tutte le puttanelle del circolino, donne di strada che vogliono raccontare le loro esperienze e vecchie malate e vogliose in cerca di compagni. Il presentatore, perfettamente a suo agio fra culi e tette, si muove da vero esperto da un argomento all'altro, sbavicchiando ed imbrufolandosi sempre più, aumentando gli ascolti del 12883%, mandando il programma fra le prime posizioni delle trasmissioni più guardate di sempre.

Una puntata particolarmente intensa di Porca a Porca

Sempre i capi della R.A.I cominciano ad odiare anche Bruno Vespa. Il successo distrugge tutte le loro ambizioni di fare della televisione un cesso per il regresso, sconvolgendo le loro rosee previsioni e mandandoli su tutte le furie. Cappone, direttore centrale spirituale, costringe Bruno Vespa a chiudere il programma "a causa dei risultati conseguiti", mandandolo in depressione e in astinenza da porcellone accalorate. Mentre lui si droga di ecstasy, che gli viene passata regolarmente dai senatori del gruppo di Clemente Mastella, i sovrani della tv si riuniscono in gran segreto ad Arcore meditando su come peggiorare il programma. Marzullo, imbucato, suggerisce di far parlare fra di loro politici ultracentenari.

Superato l'iniziale sgomento per quella proposta di cattiveria sconcertante, si decide il piano di fallimento del programma, scommettendo sempre su Bruno Vespa nel ruolo di tappezzeria e maggiordomo. Trovano il grande giornalista in coma etilico nei cessi della metropolitana, col fegato in gola, grigio e con un numero di brufoli superiore al migliaio, tanto da essere scambiato in un primo momento per un negro abbandonato lì.

Penetra nuovamente il palcoscenico nazionale con la sua presenza inutile e spiacevole, costretto a far tornare il programma al vecchio splendore della conduzione Conti e tornando alll'oramai leggendario nome, garanzia di cattiveria, Porta a Porta.