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Se durante i bagordi interviene la polizia, avrete sempre una formidabile scusa pronta.
« La festa è qui! »
(Scritta posta sul davanti di un perizoma di una velina)
« ...Anzi no, è qui! »
(Lato b della stessa mutanda)
« Sono a 1000 drink! »
(Il solito megalomane che spaccia l'acqua tonica per un potente alcolico.)
« Che palle! »
(Ragazzo su movida senza alcolici.)
« Zio mi sto spaccando tutto... »
(Chiunque su movida)

La Movida è un'invenzione di Lucignolo. Ma come in ogni leggenda c'è sempre un fondo di verità, ma è affogato nel rum. Dallo Spagnolo vomidar, che descrive una conseguenza piuttosto frequente dopo il 59' drink, movida è quel fenomeno moderno, insistente, prepotente, bollente, impotente, antirifrangente e fetente, del quale ci hanno fatto le palle piene Studio Aperto e i moralisti.

La movida è un organismo multicellulare formato da un numero incostante di individui composti 70% di alcol che si genera spontaneamente verso le ore 22.00 e si disgrega verso le 6.00 del mattino seguente. I primi agglomerati si osservarono negli anni '80 in molte città della Spagna. La movida disegna un flusso costante di giovani, o sedicenti tali, che copre ogni disco-bar, pub, discoteca, club notturno della città ospite. Trovare una movida è piuttosto semplice, basta seguire la scia di sangue, vomito, sperma e bicchieri. La densità dei suddetti oggetti sarà direttamente proporzionale alla vicinanza del fenomeno. Entrando nella movida diventerete parte di essa e dovrete seguire le sue regole. Muovetevi sempre con una bottiglia, possibilmente mezza piena o anche mezza vuota e munitevi di una piastrina di riconoscimento in caso non ne usciste vivi. All'interno della movida non sono tollerati mezzi di trasporto, eccezion fatta per eventuali furgoni dei panini, pushers in scooter o ambulanze.


Brevi cenni storici

La movida nasce come detto, negli anni '80 in Spagna. Il benessere, il fancazzismo intrinseco e il costante afflusso di droghe spinge i giovani spagnoli nelle strade delle grandi città come Barcellona e Madrid per festeggiare la bellezza della vita ogni Santa sera. I pochi italiani in vacanza capiscono immediatamente l'enorme potenziale di quel fenomeno. La voce si sparge rapidamente e la Spagna diventa la meta più ambita di studenti, vitelloni e cazzari generici. L'inserimento prolungato di italianità nel sistema movida spagnolo ne provocherà rapidamente il collasso.

« Sei Italiano? Grande! Vieni a bere qualcosa, offro io! »
(Una/o spagnola/o prima dell'invasione.)
« Sei italiano? Fuori dalle palle, prima che chiami la polizia! »
(Una/o spagnola/o dopo l'invasione.)

Così verso la fine degli anni '90, quando ormai si sono sputtanati in tutte le regioni dalla Catalogna all'Andalusia, gli italiani ripiegano sulle città natali cercando di riadattarne lo stile, ma non è così semplice... in Spagna ci si sveglia alle dieci, in Italia alle sette. Urla e grida di notte in Spagna sono felicità, in Italia disturbo alla quiete pubblica.

Come funziona?

Di solito si inizia a bere verso le 7 del mattino in modo di arrivare alla sera già piuttosto carburati. È severamente proibito uscire prima delle 10:00, pena: la noia. Dopo quell'ora ci si può appoggiare comodamente ad un muro in un posto strategico sorseggiando un long drink e osservando le prime ondate.

Animali della notte

Che tu sia a Milano o ad Ibiza le sottospecie di movidari che aleggiano nella city in cerca di sballo sono tutte riconducibili ad alcune sottocategorie ben definite. L'unica cosa che differenzia gli individui tra le varie parti del mondo è la purezza del taglio della droga che assumono.

Il serataro

 
Un simpatico quartetto dal curato abbigliamento, pronto al divertimento sfrenato.

Finalmente arriva il sabato sera dopo una settimana in cui il truzzo, che ama definirsi "organizzatore di serate", ha impiegato centomila sms, trentamila post su Facebook e anticipato trenta Euro in prevendite per informare amici e conoscenti della ****!!Fantastica serata!!**** nella discoteca in cui "lavora" come insostituibile PR. Il povero truzzo verrà pagato inesorabilmente con una consumazione omaggio e una pacca sulla spalla, ma lui si sentirà comunque importantissimo solo per essere amico del DJ, solitamente il primo stronzo raccattato per strada che schiaccia PLAY su una lista di MP3 scaricati da Youtube a 128bpm.
Alle otto di sera, il tamarro comincerà a prepararsi per essere pronto per le dieci e mezza. Il rituale di preparazione coinvolgerà un intero barattolone di Gomgel fix3 da 800 gr, lamette Gillette Mac 6 tubodiesel e schiuma da barba in poliuretano espanso. Dopo essersi annaffiato di profumo, impomatato e ingellato, vestito con giacca, jeans, occhiali da sole e maglietta di Lupin III, si dirige in discoteca col suo mezzo: una Peugeot 206 resa space shuttle grazie al superlativo montaggio di neon blu elettrico, subwoofer da 200 hertz, alettoni posteriori semoventi e sedili sportivi. Arrivato al luogo di incontro il nostro eroe si piantonerà innanzi all'ingresso della discoteca come una sentinella appendendosi al cellulare, aspettando i suoi "ospiti", tutti inseriti nelle liste compilate con accuratezza certosina.
Nel momento in cui la figa di turno gli chiederà di entrare gratis, il tipo la tirerà per mano cercando di farla entrare a sgamo, ma riceverà una pedata nel culo dal buttafuori che senza esitazione, oltre a fargli fare una figura di merda gli precluderà l'ingresso per il resto della serata.
Se invece è fortunato e riesce a entrare, perderà di vista la tipa due nanosecondi dopo averle ceduto la sua unica consumazione omaggio della serata. Tuttavia non perderà lo spirito, e dopo essersi buttato in pista, arriverà il momento migliore della serata: il ballo. E qui, fingendosi ubriaco, salirà in postazione Dj e comincerà a molleggiare con le gambe e a remare in aria con le braccia a ritmo, scuotendo la testa come un cane bagnato, urlando "MI STO SPACCANDO LA VITAAAAAA!!!".
Qualcuno mosso a pietà, gli caccerà in bocca una pasticca, rendendo giustizia al tizio che avrà finalmente ottenuto la sua dose di "sballo".
Se sopravviverà alla droga e agli incidenti stradali, non tornerà a casa prima delle cinque del mattino, stordito tra i bassi della discoteca e quelli della sua macchina.

Il bevitore

 
Il bevitore non conosce limiti. Qualunque cosa è lecita purché possa bere.

Per costui la meta della serata è indifferente, purché si beva.
Altrimenti noto come "la damigiana umana", lo scopo ultimo di costui non è divertisi bensì vomitare, dopo aver deglutito un quantitativo di alcool talmente elevato che il suo sangue in caso di analisi verrebbe direttamente controllato in distilleria.
Questo soggetto solitamente parte da casa tutto contento con una flebo di birra in endovena, portandosi dietro una bottiglia di mangiatorella riempita con un mix di tavernello, rhum e pera.
Questa manovra consentirà al bevitore di risparmiarsi l'eventuale spesa in alcolici e pertanto di sbarellare dopo un misero shot di sambuca.

 
Se i vostri amici non vi vogliono bene, è ciò che vi aspetta.

Dopo una prima fase euforica in cui comincerà a sbraitare, ballare, a levare l'indice in aria saltellando sul posto, comicerà la fase molesta: urtando un tizio per caso, comincerà senza motivo a inveirgli contro, a prenderlo a pugni, a sputargli addosso e a riempirlo di parolacce salvo accorgersi solo alla fine, che il suo avversario altri non era che un palo. Continuerà la serata a molestare ogni cesso che gli capiterà a tiro, a chiedere da bere a tutti e a pisciare per strada. Conclude al meglio la serata rotolandosi per terra e vomitando, non per forza in quest'ordine.
Una volta raggiunto il coma etilico, se fortunato, sarà abbandonato dagli amici in una corsia di ospedale; lo sfigato invece, verrà lasciato sul ciglio di una statale o riverso sul marciapiede di un vicoletto poco illuminato, alla mercé delle voglie sessuali di barboni e ratti di fogna.

La buona forchetta

 
La maglia rossa ed una vistosa scritta è fondamentale per non perdere di vista il passaggio del ritorno.

Costui non muove un passo se gli amici non gli giurano, prima di fare qualsiasi altra cosa, di pagargli un pasto abbondante in uno dei suoi locali preferiti.
Solitamente è l'unico automunito, quindi pur di avere un passaggio gli amici sono disposti a pagargli la cena. Eccellente divoratore di pizza, kebab e panini, instancabile trangugiatore di aperitivi, questo soggetto predilige luoghi forniti di cibarie, pertanto raramente lo si vedrà bazzicare in discoteca, a meno che questa non offra stuzzicherie a inizio serata.
Altresì noto come "il pianeta" è la perfetta manifestazione degli effetti negativi del mangiare 24h su 24 al McDonald.

 
"Ancora un morso e sono pronto ad uscire!"

Dotato di una forza di gravità propria, è uno dei personaggi più temuti nelle discoteche più vicine al mare in quanto la sua massa potrebbe modificare le maree e far affondare il locale.
Se sfortunatamente dovesse pervenire in discoteca è fondamentale sapere che per lui per ogni cibo deve essere ingoiato,(non mangiato, perderebbe troppo tempo), e per questo motivo non lascerà stuzzichini agli altri.
Una volta rifocillato con una considerevole quantità di patatine fritte nel burro, sarà pronto a danzare come un orso ballerino e a darci dentro col divertimento.
Fortunatamente per il resto dei partecipanti, muore d'infarto dopo i primi 5 secondi di ballo.

Il Nerd

 
Anche lui partecipa alla movida come può.

In discoteca sarà riconoscibile per aver già urtato 65 persone ed averne massacrati i piedi quindici secondi dopo il suo ingresso.
Questo essere asociale in genere è il più bravo della classe, interviene pochissime volte in discoteca e in un modo o in un altro si fa sempre male.
Vestito di un pesante giaccone ottocentesco, bretelle, pantaloni quadrettati e mocassini alla moda nel 1604, è altresì dotato di occhiali doppio vetro camera con spettro a rifrazione, potenti abbastanza per scrutare gli astri, le targhe ad un miglio di distanza ed i fondali marini a 70 mt di profondità.
Un esercito di punti neri accampati tra naso, fronte e mento, saranno talmente sviluppati che non sarà inusuale vederne uno sorseggiare un Sex on the beach. La capigliatura folta e lunga, sarà raccolta in una coda, decorata da una elegante coltre forforosa sulla quale sarà possibile ammirare delle pulci con le ciaspole; per questi motivi è noto come la causa principale di infarto di ogni stilista o incubo di ogni vaginomunita.
Dopo le prime esperienze traumatiche in discoteca, prediligerà i concerti live metal/rock , cercando di camuffarsi coi metallari. Tuttavia al primo tentativo di pogo, verrà catapultato contro un muro, rimanendovi incrostato fino alla fine della serata.

La peripatetica

 
Una peripatetica fanatica della movida, attacca maschio in preda ad un delirio post-Mojito

Inconfondibilmente femmina, la peripatetica raggruppa tutte le categorie precedenti, con la unica e sola caratteristica di essere dotata di vagina e pertanto, di avere un ruolo fondamentale per la serata: tutto difatti gravita intorno a lei, o meglio alla sua gemella pelosa nascosta tra le cosce e protetta da un precario tanga.
Bersaglio mobile per il solo fatto di essere donna, la peripatetica la darà via nel bagno del locale come se non le appartenesse, salvo riservarsi il giorno dopo la scusa "Ero ubriaca e non capivo nulla".
Nonostante la sua disponibilità, non è consigliabile mettere la palla in buca per due motivi fondamentali:

  • È affetta da un numero di malattie veneree talmente alto che è molto più sicuro mettere il barbagallo in un frullatore
  • Non conosce il minimo significato della parola contraccezione, con l'alto rischio di diventare ragazzo padre

Uno dei fondamentali rituali della serata della peripatetica, sarà quello di farsi fotografare con le amiche, con le labbra appese alla cannuccia di un cocktail, per dimostrare ai più la veridicità del proprio stato di ebrezza. Il bicchiere sarà l'unico della serata e il più delle volte riempito con Bacardi Breezer, ma lei sarà in grado di fingersi ubriaca con straordinaria convinzione: una volta sgamata urlerà "ma io sono astemia, parto con poco!!", nel tentativo di battere il record mondiale di arrampicata sugli specchi.

 
Questo è un esempio di alibi perfetto.