Lecce

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« Leccese, falso e cortese »
(leccesi)
« Leccese, falso e cortese »
(tutti gli altri)
« Te lecce simu simu, lala lala lalà, a dhunca sciamu sciamu, lala lala lalà, lu core nui bu damu, lala lala lalà, lu culu bu scasciamu lala lala lalà! »
(Leccesi)
« Lecce indegna, Bari regna »
(parola d'ordine dei circoli baresi presenti in città)

Lecce è la capitale del Salento, ma a nessuno importa. È il quartiere della periferia sud di Bari entità psico-geografica di cui nessuno conosce i confini. Secondo alcuni il Salento è un mito come Atlantide, l'Eldorado o Ccurciummanduria. La città aveva una popolazione di circa 200 milioni di abitanti (milione più milione meno), divenuti circa 100 mila (mila più mila meno) dopo l'adesione al sistema dell'euro.

Gli abitanti, noti per ostentare rango e censo e per ritenere di vivere nella capitale del mondo, usano esprimersi in modo forbito ma con accento ridicolo.

Gli abitanti della città e della sua provincia, gli poppeti, sono famosi perché hanno camminato scuasati fino al 2001 quando finalmente si sono decisi a comprare le scarpe. I brindisini credono che Lecce è il nome del loro corso cittadino.

Lecce è un'antica città di origini messapiche; tanto messapica che appena si scava un po' dal suolo vengono alla luce antiche rovine messapiche. L'altro giorno nel mio giardino stavo scavando una buca per piantare un albero e all'improvviso è venuto fuori un busto messapico di Romano Prodi. Ho ricoperto subito la buca per timore che mi tassasse per lo scavo non autorizzato, ma adesso non so dove piantare l'albero (non si accettano suggerimenti).

(Inserto pubblicitario)

Informo gli eventuali collezionisti di pietre che, sempre nel mio giardino, ce ne sono numerose che risalgono all'epoca messapica, ed alcune sono proprio originali dell'età della pietra; possiamo ... metterci d'accordo.

(Fine della pubblicità)

Lecce fu fondata nel 6.666 a.N. da una tribù albanese proveniente dalla sponda meridionale dell'Albania; gli albanesi della sponda settentrionale fondarono Bari, quelli "dell'altra sponda", infine, fondarono Brindisi. I leccesi credono che "Brindisi" sia il nome del loro aereoporto.

Trattasi di celebre città d'arte. I leccesi, infatti, non riescono a prendere sonno per l'eccitazione del sapere di vivere a Lecce. Infatti, è la capitale del barocco. Chessò, piazza del duomo con le famose guglie, la torre pendente con in cima Sant'Oronzo, il monumento al rustico di besciamella e (Giò) pomodoro.

Dagli invidiosi Lecce è considerata la Firenze del sud; una corrente filo-palingenetica della locale abusiva Università, ha chiarito che in realtà Firenze è la Lecce del Nord. Lecce ha pure, come Firenze, il suo fiume, che si chiama Idume; solo che, essendo timido, scorre sotto terra ed emerge in prossimità del mare. Il fiume Idume è famoso perché il Manzoni tentò invano di sciacquarvi i suoi panni; fu scacciato dai leccesi ai quali non andava a genio lo sciacquio di panni altrui. (Altra bocciatura famosa fu quella del premio Nobel Rubbia che partecipò ad un concorso universitario per la cattedra di fisica, ma di questo diremo altrove).

Donne leccesi

Le donne leccesi sono apprezzate in tutto il mondo. Dai seni prosperosi e dagli occhi grandi le salentine sono la meta preferita di scorribande di giovanotti arrapati baresi. Il passatempo principale delle donne leccesi è fare le puttane senza che padre e fratello lo sappiano. Si dice che le ragazze leccesi, ricche, bone e paesanotte siano irresitibilmente attratte dal primo ragazzo che mostri un accento fra Fasano e Bitonto. I maschi leccesi deridonono i colleghi baresi su mamme e sorelle, ma i baresi puntualmente diventeranno loro cognati grazie alla pensinsulare troiaggine della loro sorella giallorossa.

Il traffico

Il traffico di stupefacenti a Lecce è molto ordinato e controllato, quasi non si vede che c'è.

Il traffico automobilistico invece era invece molto caotico per cui l'Amministrazione Comunale, per renderlo più ordinato (come quello della rivale e triviale Bari, borgo di pescatori e mangiatori di pesce crudo), decise di abbellire la città con numerosi sensi rotatori (chiamati alla francese rondò - si nota quel quid di sciccheria che da sempre caratterizza i leccesi e che i baresi non riusciranno mai ad eguagliare).

I leccesi, poco abituati a queste diavolerie dell'epoca moderna e mostrando molta più lungimiranza dei loro amministratori, si sono incasinati completamente. Giunti nei pressi di un "rondò" (come si chiama a Lecce, e non banalmente "rotatoria" come si chiama a Bari) non sanno che pesci prendere, anche perché a Lecce non c'è il mare. Non sanno come prenderlo questo rondò, se prenderlo da destra o prenderlo da sinistra (né possono prenderlo per il culo perché essendo rotondo è difficile capire da che parte sta il culo). Grazie ai rondò il traffico automobilistico procede finalmente lento e ordinato: tutti in fila per chilometri. L'effetto rondò si fa sentire a molti chilometri di distanza. Se in questo momento c'è un ingorgo stradale a Genova, la colpa è sicuramente di un rondò di Lecce.

Tra non molto l'amministrazione comunale riuscirà ad eguagliare il record della capitale (non Roma ma Napoli, capitale del Regno delle Due Sicilie), e cioè il blocco totale del traffico automobilistico. Questo, grazie alla costruenda metropolitana di superficie. Nessuno ha mai capito cosa fosse questa metropolitana di superficie finché la città non è stata riempita di pali neri, dall'estetica tipica del ventennio futurista, e tra i pali hanno fatto la loro comparsa dei fili. Solo allora gli allocchi, che davvero ci avevano creduto, hanno capito che la metropolitana di superficie altro non è che il filobus. Gli ecologici filobus elettrici sostituiranno finalmente gli inquinanti e puzzolenti autobus a metano, con grossi guadagni di chi ci ha creduto fino in fondo.

Lecce, per mostrare la sua superiorità rispetto a Bari, si è dotata di ben due tangenziali, la tangenziale est e la tangenziale ovest. Per di più, nella tangenziale ovest sono stati realizzati due lunghi tunnel, cosa rarissima in città di pianura e degna di menzione speciale. La realizzazione dei due tunnel si deve al fatto che in quel punto la tangenziale avrebbe attraversato la cosiddetta "zona Condò", che non si sa chi è questo Condò; probabilmente il nome deriva da "condo-no". Infatti il territorio circostante, sul quale sorgono antiche ville messapiche, probabilmente abusive altrimenti non si spiegherebbe il nome, è stato dichiarato patrimonio di alcuni notabili leccesi.


Tipologie di automobilisti leccesi

Per definire una tipologia degli automobilisti leccesi ci siamo avvalsi della caratterologia avulsa del Lombroso, esposta nel noto trattato Homo automobilisticus lupiensis (per i baresi: Lupiae è il nome latino di Lecce). Circolando nella città di Lecce è possibile incontrare:

A) Mamme-sprint: trattasi di una tipologia prevalente tra le femmine leccesi. Sono particolarmente pericolose nel periodo scolastico, nelle ore di accompagnamento dei figli a scuola o quando vanno a riprenderli, al termine delle lezoni, momenti in cui le mamme-sprint diventano particolarmente feroci. Sfrecciano in ogni dove, tanto che ti chiedi se a Lecce ci siano 10 femmine per ogni maschio. Sorpassano a destra, sinistra, sopra, sotto, ma soprattutto godono quando stanno sotto. Nei pressi delle scuole parcheggiano in terza, quarta e quinta fila, fregandosene di tutti gli altri automobilisti. Si consiglia di evitare accuratamente di transitare in prossimità delle scuole di ogni ordine e grado, se non si vuole passare l'intera giornata ad imprecare. Ultima caratteristica delle femmine leccesi è che non te la danno, la precedenza, e per questo sono tra le più isteriche del pianeta.

B) Peri-patetici perditempo: sono coloro che circolano a tutte le ore alla velocità media di 50 metri l'ora, collocandosi strategicamente a centro strada in quanto fermamente convinti che voi che state dietro di loro dobbiate andare alla stessa velocità. La Polizia Municipale consiglia caldamente di avere a bordo un kalashnikov in maniera da liberarvi definitivamente di loro. La città vi ringrazierà.

C) 'Schumacheriani': è la tipologia opposta a quella di cui al punto B. Sfrecciano ad almeno 300 km al secondo incuranti di ogni comune regola di convivenza civile. Se siete davanti a loro scansatevi immantinente poiché sono convinti che voi dobbiate andare più veloci di loro. Di solito esibiscono BMW, Audi, SLK, SUV, ma soprattutto Porschscse Cayenne, che hanno la funzione di rassicurarli sulla loro virilità, a compensare il loro insignificante cazzetto impotente e rattrappito. Una sotto-tipologia degli schumacheriani, particolarmente pericolosa, è quella dei leccesi di bassa statura a bordo di Fiat Panda rosse vecchio modello; non c'è verso di convincerli che il loro auto-mezzo, se pur di colore rosso, non è una Ferrari e che Schumacher è più alto di un metro e cinquanta. Li possiamo trovare soprattutto nelle vie del centro storico e sui viali dell'università di Lecce, pronti a far trovare il primo pedone in un paesino lontano.

D) 'Zanguni': tipologia di automobilista facilmente individuabile dallo stereo a palla, i neon verdi sotto la macchina, il cappellino che copre la visuale del guidatore così che deve piegare il collo in modo fisicamente impossibile per vedere, la tinta viola metallizzata dell'auto, la velocità smodata, gli abbaglianti ed i fendinebbia accesi 24 ore al giorno, gli atteggiamenti estremamente virili ma soprattutto scurrili. Si ritiene che siano originari di Taurisano, ma studi recenti dimostrano che tale atteggiamento è dovuto ad un virus che si diffonde per via aerea. In seguito al primo avvistamento di uno Zangone, questi registrato il fatto di essere stato guardato, deve (per religione si pensa) obbligatoriamente passare tutta la giornata a sprecare pozzi di benzina a passare ogni 3 minuti nel luogo dell'avvistamento a fissare chi, curiosamente, lo osserva.

Le buche

Nel capitolo del traffico di Lecce le buche nelle strade rappresentano un sottocapitolo importantissimo. Le buche sono infatti il pepe del traffico, senza le buche non ci sarebbe gusto a guidare. A Lecce le buche delle strade sono numerosisissime; sappiamo da fonte certa che le buche vengono scavate apposta dall'Amministrazione Comunale per facilitare il traffico dei SUV, automezzi che, notoriamente, hanno grosse difficoltà di marcia su strada liscia; entro l'anno i lavori saranno completati. Per studiare più a fondo il fenomeno delle buche stradali è stata costituita una commissione di noti tetragoni leccesi i quali hanno evacuato le seguenti ipotesi: a) le buche sono dovute ad un fenomeno bradisismico che ha interessato il Salento negli ultimi anni, a macchia di leopardo. b) le buche sono causate dal rivoltarsi nelle tombe degli antichi messapi, sconcertati per la fetenzia di discendenza cui hanno dato origine.

Indagni supersegrete svolte dall'Innominabile, hanno invece acclarato, ma i risultati sono top secret, che in realtà le buche sono provocate da una particolare specie di topi, i topi dell'asfalto, che escono di notte a rodere l'asfalto stradale. Questa specie di topi prolifera anche grazie allo scarseggiare dei gatti (vedi sotto il paragrafo sulla culinaria).

L'economia

L'economia leccese si basa su alcuni importanti pilastri.

Un primo pilastro è una nota (agli archivi giudiziari) associazione filantropica, la SCU (Sacra Corona Unita), le cui attività economiche spaziano dall'estorsione e racket al traffico di stupefacenti, rapine e traffico di armi. Il contrabbando di sigarette è un po' in calo. Quello che manca a Lecce è una microcriminalità degna di questo nome. Nè scippi né borseggi. In ciò rimarrà sempre seconda all'eterna rivale Bari.

Un secondo pilastro dell'economia leccese è rappresentato dagli impiegati pubblici i quali vengono assunti solo dopo aver superato prove di selezione durissime, tra le quali la lettura del giornale in ufficio con i piedi appoggiati sulla scrivania e con la sedia obliqua (cosa richiedente una notevole dose di equilibrio oltre che di coordinazione video-motoria).

Un terzo, e fondamentale, pilastro è rappresentato dal clero, numerosissimo a Lecce, e attivissimo nel dare impulso all'economia leccese. Degno di menzione è l'hotel-residence a 4 stelle edificato facendo credere che avrebbero costruito un seminario, ed ovviamente esente dall'ICI quale luogo di culto; una presa per il cul-to, appunto.

Radio locali

Da FM 85,5 a FM 108,00: Radio Maria.

La culinaria

Per la cul-in-aria Lecce è molto famosa (ogni riferimento a fatti o leccesi è puramente casuale). Tipico piatto di lecce sono le orecchiette baresi. I leccesi sono convinti di avere le migliori pastarelle del pianeta. Si producono, infatti, i famosi pasticciotti detti "pasticciotti leccesi" perché si fanno a Lecce, però sono delle pastefrolle con la crema come si fanno in tutto il mondo civile (cioè, giunto all'età della crema).

Le malelingue, soprattutto i baresi, dicono che i leccesi sono mangiagatti. Questa è una infame calunnia che ha allontanato da Lecce i simpatici felini. Questa leggenda metropolitana nasce dal fatto che i conigli messapici hanno la testa rotonda, le orecchie piccole e la coda lunga, ma non hanno niente a che vedere con i gatti, sia ben chiaro. Il nostro consiglio, se mangiate in un ristorante leccese, è quello di evitare di chiedere come secondo una porzione di coniglio.

Prelibate ricette leccesi: - Gatto al forno con patate Ingredienti: un gattino da latte, patate tagliate a rocchetti, rosmarino, sale, olio e pepe quanto basta. Preparazione: infornare in una teglia il gatto con contorno di patate, cuocere per 30 minuti con forno a 150°, sfornare e gustare ancora caldo. Tipica l' immagine della famiglia leccese che mangia questa squisita prelibatezza: La mamma torna a casa dopo aver fatto la spesa nella macelleria di fiducia (dove si assiste al dialogo tra macellaio e casalinga: "com' è il gatto oggi?" "ottimo e tenero!"), bacia i suo bambini che subito le chiedono "cosa si mangia oggi" e lei risponde "gatto al forno!". E i bambini esclamano: "EVVIVAAAA"

- Coda di gatto fritta Ingredienti: Coda di gatto mozzata da una tipica auto leccese in corsa, olio, ketchup o maionese per condimento. Preparazione: riempire una friggitrice d' olio, farlo scaldare, friggere la coda finché non avrà raggiunto una bella coloratura dorata, salare e servire.

Curiosità

Se dici "calzone" sei leccese, se dici "panzerotto" ti fai sgamare perché sei barese e verrai linciato sotto supervisione suprema. Se dici "calfone" o "panfarotto" sei impedito da problemi della fonazione.