Instagram

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« Instagram, perché la fotografia era una cosa troppo seria. »
(Il motto di Instagram)
Uno scatto che ci mostra come la dimensione noumenica della rappresentazione di sé sia strettamente legata alla ricerca della felicità individuale. Notare anche che l'altra confezione è scaduta.

Instagram ha convinto orde di hipster di tutto il mondo di essere dei grandi fotografi. Instagram permette principalmente di fotografare piadine, piatti di plastica con del ketchup mischiato con la maionese, foto di coppia in cui ci si slingua con la tipa, il proprio gatto mentre esegue a fil di lingua un affondo alle proprie parti intime, una penna su un foglio e aver la pretesa che questi contenuti assumano la valenza di "arte" per via del filtro "cornice", "invecchiato" e "sfocatura".


Storia

Le tre menti geniali dietro Instagram:
Mark Zuckerberg (in Normal mode)
Kevin Systrom (col Yellow-Colored Filter)
Mike Krieger (col Brown-Colored Filter)

Instagram è nato da una start-up chiamata Burbn. Siccome quel nome sembrava più che altro il suono di un rutto, il comitato Hipster per la salvaguardia del vecchiume decise di chiamarlo "Instagram". La prima immagine caricata è stata una classico della storia dell'arte: un mozzicone di sigaretta fumante sopra a un tombino con vicino un piccione. Per onorare questa semi-divinità fatta foto, tutti gli utenti ne hanno scattato almeno una uguale identica, fotografando passeri mezzi stecchiti o le proprie suocere in mancanza di altri volatili. Dopotutto si sa che Instagram stimola la fantasia[citazione necessaria] e la quotidiana regolarità intestinale.


Da quel momento, qualunque oggetto emettesse radiazione luminosa nello spettro visibile diventò un potenziale scatto, dagli amanti fedifraghi colti in flagrante, fino a un bel piatto di spaghetti aglio e olio motore. Di conseguenza, le regole del bon ton si sono dovute aggiornare per restare al passo coi tempi: non utilizzare Instagram per condividere con tutti i propri amici la pietanza che dovrà essere consumata è maleducazione al pari di bere con il mignolo alzato.

Nel gennaio 2013 Instagram ha cambiato i Termini del Servizio per migliorare l'esperienza dell'utente, ossia sputtanarlo usando qualunque immagine ivi caricata a scopo commerciale. Se doveste trovare la vostra foto su brutti.com, ve la siete cercata.

Utilizzatori Principali

Un utente assimilabile alla categoria delle piadine umane che sfoggia il fatto che può permettersi del "costosissimo e molto esotico sushi". Notare il piacere quasi erotico nei suoi occhi causate dai like dei suoi amici
File:Utenti Instagram.jpeg
Come si può notare nel grafico qui riportato, i fotografi professionisti sono una percentuale importante dell'utenza di Instagram. 0 è una percentuale.
Per non alimentare false speranze è bene far chiarezza: "Il filtro Brown-Colored non aumenta le dimensioni del pene".

Gli utilizzatori di Instagram sono generalmente persone che pur potendosi permettere una Nikon o una Canon, preferiscono picchiettare il loro touch screen e applicare l'effetto "Oh mio Dio questo lampione è me-ra-vi-gli-o-so".

Nello specifico invece, possiamo elencare diverse categorie tra cui:

  • Il nostalgico: probabilmente è convinto che la fotografia si sia fermata ai ritratti dei pittori rinascimentali. Infatti inserisce sistematicamente i suoi amatissimi filtri: seppia, invecchiato e bianco e nero; spesso tutti e tre messi insieme, per tentare di riesumare Joseph Nièpce, inventore della fotografia. E poi si sa che l'uomo maturo tira.
  • Il criptico: convinto che abbia pensato solo lui a fotografare una foglia per terra esaltandone i colori col relativo filtro, si diletta a fotografare piccoli oggetti spendendo miliardi di caratteri in didascalie che non leggerà mai nessuno. Costui è il fighetto pseudo-alternativo mantenuto da mamma e papà, che ti viene a fare il predicozzo di quanto sia difficile la vita e di quanto possa essere figo fare tutto lo spleen di questo mondo. La sua battuta classica è: Mamma mia comme stohh!
  • La piadina umana: che sia al ristorante di lusso, che sia alla trattoria di "Don Ciccio pasticcio bontà e capriccio", deve farti sapere quello che sta mangiando. Molto spesso crea gallerie dagli antipasti al dolce, applicando un filtro sfocatura che fa tanto figo e che non disturba nessuno nella digestione. Chi risponde alla descrizione di questo soggetto è il tamarro che ha scoperto instagram e che deve mostrare a tutti che può permettersi di mangiare fuori "la robba di lusso".
  • La fotocamera umana: esemplare della famiglia bimbinikide, genere clic. Scatta foto a tutto. TUTTO. Principalmente grandangoli della sua faccia, generalmente accanto ad altri simili dallo sguardo vispo (di solito i secondi vengono 15 euro al chilo). Applica 40 filtri diversi alle foto col solo scopo di distorcere la realtà, facendola assomigliare ad un quadro di Dalì. Accompagna poi il tutto con didascalie composte da interminabili sequenze di hashtag, spesso scritti tuttiattaccati o indicanti cose che non c'entrano un cane col soggetto della foto, tipo #smile&friends su una foto di una squillo in tangenziale o #giovaninonostantetutto sul Napolitano che fa il discorso di inizio del suo secondo mandato.
  • Il fotografo mancato: categoria che comprende tutti quelli che hanno dovuto rinunciare alla loro promettente[citazione necessaria] carriera fotografica a causa di un nefasto evento passato: la mamma voleva diventasse portinaio, un meteorite centrò in pieno la sua Nikon nuova... Codesti soggetti sono gli unici a comprare obiettivi fotografici per Ipad per supplire alla mancanza di attrezzature adeguate, col risultato di convertire il proprio tablet in un lanciamissili Javelin. Si aggirano come stalker per parchi e giardini, appostandosi su escrementi canini per ore, in attesa come un cecchino. Di cosa non è dato saperlo ai comuni plebei ignoranti della vera arte, e nemmeno a lui: non di rado il fotografo mancato scatta la prima cosa che vede tornando a casa, per poi aggiungergli didascalie pseudo-filosofiche a proposito della "decadenza della civiltà occidentale che sperpera risorse distruggendo Madre Natura", con applicato un filtro "bianco e nero". Sulla foto di un cestino pieno.
  • Il daltonico: per identificare questa categoria ricorreremo ad una convincente teoria scientifica: se 100 scimmie per 100 anni lavorassero su 100 macchine da scrivere riuscirebbero a comporre un sonetto di Shakespeare. Allo stesso modo se 100 daltonici lavorassero per 100 anni su 100 computer con i filtri di Instagram, riuscirebbero a comporre un'immagine decente. Il daltonico è riconoscibile dagli autoscatti filtrati con un giallo ittero; crederanno di aver applicato l'effetto anticato alle loro opere, finendo per pubblicare la foto di un pomodoro tonalità verde hulk. Derisi dall'utenza, verranno assunti nelle tintorie per separare i bianchi dai colorati.

Filtri

Prova il filtro Pregna® e potrai vedere come saresti se non ci stai attenta.
Hai più grinze di un bulldog? Prova la funzione optional Stiro® ed accresci il tuo charme su Facebook.

Progettati appositamente per soddisfare le più bizzarre, discutibili e contorte esigenze degli usufruitori citati, sono la vera punta di diamante dell'applicazione. Grazie all'utilizzo di complessi algoritmi matriciali a cazzo di cane, gli utenti possono applicare alla foto diversi filtri di colore, che devono il nome alla reazione suscitata nell'ignaro umano al momento della visione della foto così modificata. Tutt'ora ignoti i motivi della rimozione del filtro Purge e di quello Puke a seguito della patch di aprile. Attualmente (versione £.3.§ di iOS) sono presenti ventordici differenti tipi di filtri, le cartine si comperano a parte. I più famosi e apprezzati sono:

Foto di sigarette senza filtro
  • Normal: nessuna modifica alla fotografia, però lo paghi a parte (circa venti dollari).
  • Brunetta: toni bassi, decisamente bassi.
  • Pregna: elabora l'immagine in modo da darti l'effetto gravida.
  • Teppa: contrasto elevato, alla fine si arriva alle mani.
  • Sudicio: effetto unto, con macchie di sugo e peperonata.
  • Bocelli: toni scuri, assolutamente scuri.
  • Vauro: vignettato, con didascalia offensiva.
  • Interracial: bianco e nero ad effetto fusione, il bianco ne risulta molto gratificato.
  • Toaster: l'immagine viene lentamente tostata da ambo i lati, e poi guarnita con marmellata di arance.
  • Valencia: nella foto vengono inseriti torero e piatti di paella. Ottimo per schiarire ambienti troppo scuri.
  • 1977: per ricordare le gioie e brividi d'amore vissuti durante la Guerra Fredda, alla foto vengono aggiunti funghi atomici e le macchie di Gorbačëv.
  • Hudson: il dispositivo si teletrasporta in fondo all'omonimo fiume, concedendo una tonalità color alga all'immagine.
  • Kelvin: il cellulare raggiunge di colpo lo zero assoluto, conferendo una colorazione biancastra miscelata al colore della carne ustionata (dell'utente).
  • Eyefish: come dice il nome, al soggetto della foto verranno applicati degli occhi di triglia o degli occhi da cernia, secondo preferenza dell'utente.
  • Amaro: le persone nella foto vengono inquadrate mentre salgono su un elicottero, perchè l'antico vaso andava portato in salvo.
  • Earlybird: Come suggerisce il nome, "Uccello mattiniero", ogni essere masculo e femmina baffuta (un bug dell'applicazione in cerca di soluzione=) nella foto sembrerà avere un alzabandiera mattutino.


Galleria di immagini

Ora seguirà una galleria delle immagini più belle mai postate su Instagram: siamo riusciti a strapparli alla National Gallery che ne voleva l'esclusiva solo grazie a (roba divertente che ora non mi viene in mente).


La prima foto si chiama "Perplessità" ed è stata realizzata dall'artista finlandese Mika Kaatsi. Essa rappresenta l'incompiutezza dell'uomo che si ricalca in un sostrato di idee e sogni, proprio di alcune teorie neoorfiste. Osservando lo sguardo dell'agile pennuto lo spettatore si ritrova subito proiettato in un mondo ultraterreno, neoterico - oserei dire - ma ugualmente pingue di dubbi tipici della nostra condizione caduca e irrimediabilmente mortale. E poi è buonissima al forno.

Questa invece è una particolare foto del Gran Sasso, di autore sconosciuto. La prima cosa che salta all'occhio è la mancanza del Gran Sasso nella foto, ma ciò non deve trarre in inganno l'osservatore, il quale deve piuttosto lasciarsi trasportare dal fine uso dei filtri. Infatti, grazie all'effetto Old Bridge®, la montagna più alta degli Appennini viene resa simile al celebre ponte fiorentino; la dimostrazione del fatto che si tratta di un fotomontaggio, ci è data dai visibilissimi cadaveri degli scalatori morti per raggiungere la cima, e che sono stati immortalati per sempre da quest'opera d'arte. Se trovate strana l'acqua, i prati verdi e le case sullo sfondo, vuol dire che non siete mai stai sul Gran Sasso o se ci siete stati, sappiate che quello non è il vero Gran Sasso.

Questa immagine proviene direttamente dall'Accademia della Crusca, per la precisione dalla parete vicino all'uscita di emergenza. L'opera viene attribuita ad un artista emergente che stava cercando il bagno, dopo una lezione stimolante. Quest'opera rappresenta il vuoto, simboleggiato dalla lancetta dell'estintore. Ad un secondo livello di lettura si può cogliere una denuncia sociale del razzismo che è ancora presente, seppur latente, nella società contemporanea. Perché solo il rosso e non altri colori? Sono per caso meno importanti del rosso? Sono più stupidi? Hanno meno dignità? Grazie ai filtri di Instagram sarà possibile rendere giustizia anche a tutti gli altri colori dello spettro solare.

File:Banana ogm.jpg