I mercenari

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Avremmo preferito ricordarcelo così...
Stallone : Beh, adesso che il cattivo è morto e non c'è più pericolo, potremmo...
Sandra : ...Potremmo cosa? Ma se lei è più vecchio di mio padre! Si vergogni, maiale!

I mercenari, alias The Expendables, è un carosello di rughe e steroidi ricolmo di action movie star degli anni '80. Tutto è nato sul finto set cinematografico sito nel giardino di una casa di riposo hollywoodiana: questa struttura, approntata affinché gli ospiti dell'ospizio potessero trascorrere quanto resta loro da vivere in un ambiente familiare, è diventata teatro delle peripezie senili di Stallone e compagni, intenti a rivivere le proprie imprese passate. Rimontando le scene riprese di nascosto dagli infermieri col telefonino è stato possibile realizzare il film in questione.

Trama

Di fronte a un concentrato di azione spaccaculistica della vecchia scuola, l'ultima cosa da fare sarebbe pretendere un intreccio narrativo. Ad ogni modo, la storia è semplificata per venire incontro alle esigenze di un cast in buona parte affetto da Alzheimer: un gruppo di mercenari in pensione rovescia un regime castrista a suon di esplosioni e turpiloquio. Qualcuno ha invece ravvisato nelle divise dei nemici un richiamo al Venezuela di Chavez, ma sappiamo tutti benissimo che non sarebbe un revival dei film d'azione anni '80 se non si basasse sul collaudato schema degli yankee che sparano ai rossi, e che Stallone è fermo a quando ammazzava Vietcong nel sud-est asiatico.

Al di là di queste sterili polemiche, duole notare come purtroppo non sia rimasta pellicola sufficiente per poter inserire le sequenze più attese dal pubblico, come Stallone che mena Dolph Lundgren o Bruce Willis che conclude il suo cameo con uno "Hippy ya ye, pezzo di merda!"

Cast

Nominare questo paragrafo "cast", e non "personaggi", è un atto dovuto, considerando che è inevitabile riferirsi ai protagonisti con il nome degli interpreti o al limite con quello di loro ruoli storici, come nel caso di Ivan Drago o del tizio di Transporter. Bisogna inoltre sottolineare come l'assegnazione delle parti sia stata studiata per valorizzare le specialità di ciascuno. O più probabilmente i personaggi avevano la caratterizzazione di una padella, e quindi ogni attore ha semplicemente interpretato se stesso. Ma vediamo nel dettaglio.

Quelli che arrivano e spaccano tutto

...E invece eccolo qua, col fiatone, un'arma nettamente più piccola per non appesantirsi troppo e una maglietta per nascondere gli addominali in caduta libera. Va bene i Vietcong e i Birmani, ma almeno all'età potrebbe arrendersi.
  • Sylvester Stallone: è il capo dei mercenari, un reduce con la fissa per le missioni nella giungla, gli avessero pure lasciato prendere a cazzotti un quarto di bue sarebbe stato perfetto. Salta, corre e rimane mezz'ora appeso a un idrovolante in fase di decollo sotto il tiro nemico, ma non riesce più a muovere il collo per colpa dell'artrite.
  • Jason Statham: è l'unico nel gruppo con meno di quarant'anni, oltre che il solo il cui cachet consentisse di tenerlo in scena per più di venti minuti, rendendolo di fatto il coprotagonista. Lo si può considerare il personaggio più complesso, poiché vive il dramma di non poter stringere relazioni amorose per via della sua professione e di una notevole pelata. Fenomenale lanciatore di coltelli, combatte prevalentemente con essi, ma avendone solo due passa più tempo in giro a recuperarli dai corpi dei nemici che a far altro.
  • Arnold Schwarzenegger: entra in scena con una camminata da T800 ossidato, accenna una mezza citazione e si dilegua per tornare ai suoi impegni di governatore. Ha partecipato al film per evitare la ricandidatura.
  • Bruce Willis: è stato inserito nel copione di straforo, e si vede: niente azione per lui, parla tanto ma non gli sfugge manco un vaffanculo. Una prestazione opaca e sottotono.
  • Mickey Rourke: interpreta l'emarginato vecchio e sfatto, ruolo che veste con continuità da circa quindici anni, per cui per risparmiare tempo non esce mai dal personaggio.
  • Jet Li: per l'occasione ha rimpiazzato le arti marziali con la petulanza. Stavolta niente sparatorie con una semiautomatica per mano o mexican standoff da poliziesco made in Hong Kong: il nostro è ora un esoso omino orientale che assilla il suo capo con richieste di aumenti e funge da intermezzo comico nella trama. L'età che avanza gli concede un unico salto acrobatico nel finale, con la classica fune invisibile ma neanche tanto e permanenza in aria di mezz'ora, come nella più sana tradizione cinematografica giappocinese.
  • Dolph Lundgren: sciorina i classici del suo repertorio, ovvero biascicare minacce a denti stretti e incassare l'impossibile. Memorabili le sessanta testate contro un tubo che si autoinfligge durante lo scontro con Jet Li. Viene fermato da Stallone, che gli spara lasciandolo in fin di vita. La parte in cui Sly dichiara "Sai le rotture di coglioni che mi risparmiavo se avessi potuto farlo in Rocky IV!" è stata tagliata in fase di postproduzione.
  • Terry Crews: è la nota stonata del gruppo, visto che ha girato in massima parte commedie, per cui per punizione gli tocca la parte dello stereotipo del negro col pistolone che sfonda i nemici solo puntandoglielo contro e facendo bang con la bocca. Il suo fondamentale apporto alla trama consiste nell'abbattere un elicottero lanciandogli contro un proiettile di contraerea a mani nude, perché a usare un obice son bravi tutti.
  • Randy Couture ha una carriera cinematografica troppo corta per giustificare la sua presenza nel film, se non fosse che è un ex lottatore e a Steve Austin serviva uno sparring partner.
  • Steve Austin è l'unico con un personaggio dal nome significativo: "Quelpelatodimerda". Nomen omen, il copione gli assegna più bastardate che battute. Nel combattimento con Couture sfodera una marea di mosse di wrestling, tranne le proprie, e alla fine il suo avversario lo stende con un unico pugno in faccia. Poco importa che in quel momento Austin stesse bruciando vivo da una decina di minuti.
  • Gli altri sono coloro i cui nomi sono talmente poco noti che è più comodo indicarli con quelli dei personaggi che interpretano. Fra essi vale la pena di citare James Munroe, la mente criminale della vicenda, che in quanto tale in un film del genere non conta un cazzo, e infatti compare giusto il tempo necessario a farsi crivellare da Stallone. Degna di menzione anche la sua guardia del corpo Brit, alias Gary Daniels, artista marziale che ha dedicato la propria vita al ruolo di scagnozzo secondario: un rarissimo caso di manie di comprimarismo. Impossibile ignorare infine la presenza del classico dittatore che parla solo in madrelingua coi sottotitoli, con disappunto del suo interlocutore cui tocca seguirne i discorsi leggendo in basso sullo schermo. Il despota è inoltre padre della bella del film, la quale per una volta non finisce nel letto di nessuno degli eroi al termine della missione. Del resto, al massimo potrebbe cambiar loro il catetere.

Curiosità

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  • Il titolo originale non è un riferimento al nome della compagnia, ma all'intera categoria degli anziani, considerati inutili e quindi "expendable", sacrificabili. Questo bel messaggio sociale del regista è stato eliminato dalla censura del nostro gerontocratico paese.
  • Non ci sono perdite nelle file dei buoni perché nessuno di loro voleva sembrare meno duro a morire degli altri.
  • Il progetto originale prevedeva una presenza di vecchie glorie del genere action ancora più massiccia, ma al momento della scelta degli attori ci sono state molte indecisioni e defezioni improvvise: Steven Seagal ha rifiutato per la mancanza di trappole nella trama; Jean Claude Van Damme ha accettato quando ormai le parti principali erano state già assegnate, e si è dovuto accontentare di una comparsata (è nascosto nell'elicottero che esplode verso la fine del film); Bruce Lee è morto e Jackie Chan ce l'ha con Stallone da quando lo hanno inspiegabilmente preferito a lui per il ruolo di Rambo.
  • Sylvester Stallone è l'unico attore cui serve una controfigura per le espressioni facciali.

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